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Autore: DreamAngel24    01/12/2014    3 recensioni
" Yuma? Che c'e' Yuma? "
Gli mancava il respiro...
" Perche'? Perche' mi hai abbandonato? "
A quelle parole il cielo si crepo', come una lastra di vetro, iniziando a cadere sulla terra, come numerosi pugnali affilati, mietendo fiori e alberi senza alcuna pieta'. Il ragazzo non riusciva a muoversi. La paura si era di nuovo presa gioco di lui e ora lo possedeva, prendendo per l'ennesima volta posto nel suo cuore, come un parassita della peggior specie, lacerandone gli interni nel semplice tentativo di crearsi un habitat piu' consono alle proprie vedute...
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Tenjo/Kite Tenjo, Ryoga/Shark, Yuma/Yuma
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Gender Bender, Triangolo
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Fear


" Shark... "

Quella voce era piu' dolce di ogni carezza. Quegli occhi lo portavano ai confini dell'universo conosciuto. Quel sorriso si impossessava dei suoi occhi con delicatezza quasi materna, facendolo sorridere come mai aveva fatto fino a quel momento. Quelle mani bianche e sbadate che giocavano con i suoi capelli gli mettevano voglia di sprofondare ancora di piu' tra le sue gambe e di abbandonarsi ad un sonno eterno e meraviglioso, che finalmente nessuno sarebbe piu' stato in grado di rovinare.

Ma stava gia' dormendo. Lui lo sapeva. Quello era solo un sogno, un'illusione. Poteva benissimo essere morto per quanto ne ricordava. Ma se non fosse stato cosi'? Perche' non voleva svegliarsi? Perche' non voleva rivedere il vero frutto di tutto quel caldo piacere che stava provando? Paura. Paura di svegliarsi. Paura di aver sempre e solo sognato senza mai accorgersene. Paura di non poter mai piu' provare quello che stava provando: pace, pura e semplice pace. Questo aveva sempre chiesto e in quel sogno l'aveva trovato. Cosa poteva volere di piu' se non abbandonarsi a quella dolce ebrezza che le sue fantasie avevano deciso di donargli. Tutto era perfetto. Tutto era come lei, era rosso e pieno di vita. Un campo di papaveri bagnati dalla rugiada sul quale il sole, aiutato da un cielo terso, stampava il suo tenero bacio facendolo risplendere, insieme alla ninfa corvina che lo custodiva, di un'aura mistica e ipnotica, in grado di fargli perdere battiti al cuore con una regolarita' quasi allarmante. Nessun duello, nessun nemico, nessuna preoccupazione... Solo lui, lei e il canto del vento, che le smuoveva i capelli color dell'inchiostro. Non gli serviva altro. Per una volta le sue paure non gli stavano dando problemi ansi si erano decise a cancellarli tutti sotto quel cielo terso e senza macchia. Chiuse leggermente gli occhi. Ormai era tutto finito. Poteva finalmente godersi, dato il suo gia' previsto vagare tra i gironi, quel piccolo e personale angolo di paradiso che nessuno, se si fosse svegliato, sarebbe mai piu' stato in grado di donargli.

" Shark? "

Lo aveva chiamato, non poteva non risponderle. I suoi occhi si aprirono di scatto, incuriositi, e, inclinando la testa, andarono ad incontrare quelli della giovane immergendovisi senza paura. Quello che trovo' lo turbo' alquanto.

" Yuma?! Yuma perche' sei triste? "

Il viso gli si era contratto in una smorfia di uno stupore quasi agghiacciante, mentre le pupille dei suoi occhi si erano fatte sempre piu' piccole fino ad assomigliare a delle piccole gocce d'acqua salmastra. Non poteva esistere tristezza li', anzi non doveva. Lui non la voleva. Non voleva tristezza in quel suo piccolo giardino dell'Eden e soprattutto non voleva che a patirla fosse proprio quella sua piccola stella fissa dalle guance coloro delle fragole, che ovunque passava era in grado di diffondere gioia senza fine.

" Shark? "

La sua voce era flebile e il suo sguardo vuoto, coperto da delle ciocche di capelli color velluto flebili come dei fiori appassiti. Lui era paralizzato, avrebbe voluto tanto abbracciarla, dirgli che qualsiasi cosa fosse successa non sarebbe cambiato niente e baciarla finche' ne avesse avuto le forze godendosi la morbidezza innocente e pura di quelle sue labbra da bambola senza peccato, invece non poteva. Tutti i muscoli erano paralizzati tranne il cuore, troppo preso dalla tensione del momento per fermarsi a fare una pausa.

" Yuma? Che c'e' Yuma? "

Gli mancava il respiro...

" Perche'? Perche' mi hai abbandonato? "

A quelle parole il cielo si crepo', come una lastra di vetro, iniziando a cadere sulla terra, come numerosi pugnali affilati, mietendo fiori e alberi senza alcuna pieta'. Il ragazzo non riusciva a muoversi. La paura si era di nuovo presa gioco di lui e ora lo possedeva, prendendo per l'ennesima volta posto nel suo cuore, come un parassita della peggior specie, lacerandone gli interni nel semplice tentativo di crearsi un habitat piu' consono alle proprie vedute. Fu in quel momento che si rese conto della mancanza delle gambe di Yuma sotto la sua testa. Non le sentiva piu'. Non sentiva piu' il dolce contatto tra la loro pelle candida e i propri capelli. Ma se le gambe di Yuma non c'erano piu', allora anche lei non c'era piu'. Si guardo' intorno disperato. Non c'era. Si era dissolta come un'ombra all'arrivo della notte.

" Yumaaaaaa?! "

Fu l'ultima cosa che riusci' a dire prima di abbandonare quel sogno che con una velocita' inumana era riuscito a trasformarsi in un incubo.

" Yuma? "

Ripeteva il suo nome come fosse diventato un disco rotto. Perche'? Perche' Yuma credeva che l'avesse abbandonata? Lui l'amava... L'amava piu' di ogni altra cosa al mondo. Non l'avrebbe mai abbandonata. Mai. Eppure... Lui lo aveva fatto, proprio in quell'istante in cui aveva desiderato di non svegliarsi piu' e di vivere in quella realta' illusoria con un'ombra che aveva le sue stesse sembianze e la sua stessa voce. La paura di perdere quell'inebriante paradiso di fantasie non poteva essere piu' importante del desiderio di stringere a se la vera Yuma, di affondare il viso nei suoi capelli, di inebriarsi del suo profumo o di prenderne e possederne finalmente l'innocenza senza alcun rimorso. Si vergognava di se stesso. Era stato veramente uno stupido a credere che vivere nei sogni fosse meglio che vivere nella realta'. Pero' non poteva non ammettere di continuare a preferire il primo, dato che al suo risveglio purtroppo l'unica cosa che avrebbe voluto percepire, anche con uno solo dei suoi sensi, non c'era.

 Dov'era Yuma? Perche' non era beatamente assopita al suo fianco o intenta a scervellarsi su come passare il tempo in attesa del suo - appena avvenuto - risveglio? Dov'era?

" Perche' mi hai abbandonato? "

Quelle parole erano rimaste impresse nella sua testa con una forza tale dal fargli percepire un dolore paragonabile a quello di una capocciata contro un muro di acciaio. Lei non poteva essere li'... Era lontana... Troppo lontana per i suoi gusti... La paura si faceva sentire sempre di piu'. Dov'era? Stava bene? Era con qualcuno? Cosa stava facendo? Perche' lui non era con lei? Salto' fuori dal letto e si vesti' di corsa gemendo ad ogni movimento avventato. Doveva raggiungerla. Doveva aiutarla. I ricordi di quello che gli era successo, prima di finire imbaccuccato sotto le coperte di uno dei letti dell'ospedale, stavano di nuovo prendendo posto nella sua testa nel modo adeguato, cosa che non faceva altro che infittirgli il nodo alla gola. Si avvicino' alla finestra nel tentativo di scoprire dove potesse trovarsi la sua dolce Yuma in quel momento e vide del fumo fuoriuscire da uno dei piani della torre di Heartland. Corse fuori dalla stanza iniziando a scendere le scale come un folle senza prendere fiato neanche una volta, con il ridicolo desiderio di saltare di sotto al fine di raggiungere - dal decimo - direttamente l'ultimo piano.

" Sto' arrivando Yuma! "

Yuma doveva essere per forza li dentro. Ovunque Yuma andava i guai la seguivano come dei cagnolini fedeli alla padrona. Non lo faceva apposta. Era una combinaguai nonche' una cocciuta di prima categoria. Da quando la conosceva, aveva fermato un furto, sconfitto piu' di una decina di duellanti, compreso lui, e molto molto di piu', nonostante la sua sfiga innata. Se non era cocciutaggine quella, non poteva essere altro che follia. Cadeva di continuo inciampando perfino nell'aria e avrebbe potuto dare fuoco perfino all'acqua se solo l'avesse voluto, cosa che era difficile da credere data la sua natura tranquilla e decisamente poco violenta per gli standard dei ragazzi che frequentava.

Il fumo, che stava uscendo da quella finestra a piu' di cento metri, ai suoi occhi era intento a segnare in caratteri cubitali il nome, e probabilmente anche il cognome, della ragazza. Visione meno ironica di quanto sembrasse, a suo parere. Qualsiasi cosa stesse succendendo li' dentro non era uno scherzo e, conoscendola, probabilmente si trattava di un duello all'ultimo sangue in pieno svolgimento. Sicuramente in quel trambusto era rientrato anche quel rompiscatole di un cacciatore di numeri, che aveva osato prendergli l'energia vitale circa un mese prima. Non sapeva che cosa gli desse piu' fastidio di lui, se il suo carattere o il fatto che in quel momento si trovasse con la sua' preziosa Yuma e che, come al suo solito, stesse facendo la figura del grande eroe di fronte a lei.

Inizio' a farsi strada tra le persone intente a scappare da quel putiferio, continuando a chiamare a vuoto il nome della ragazza. Si fermo' all'improvviso.

" Yuma? "

La torre di Heartland stava per crollare e con lei, di sicuro, sarebbero morte tutte le persone che si trovavano al suo interno o nell'area circostante. Tra queste purtroppo vi era Yuma, la quale, pur sopravvivendo al duello, non sarebbe mai riuscita a salvarsi da quel cataclisma di marmo e metallo. Rimase impietrito a fissare l'edificio in lontananza con gli occhi sgranati e la bocca aperta per lo stupore. L'unica ragione del suo risveglio era chiusa in quella trappola mortale senza alcuna via d'uscita con il suo rivale del momento e quell'odioso di un biondino egocentrico, che sicuramente le avrebbe fatto perdere il duello. Inizio' a correre come un disperato.

Non l'avrebbe abbandonata di nuovo. La paura di perderla era piu' forte di qualsiasi desiderio di autoconservazione che fino a quel momento aveva determinato il suo carattere difficile e assai freddo. Lei era tutto. Era il suo fuoco della speranza. Non l'avrebbe lasciata in balia di quella tempesta neanche sotto tortura. Lui l'avrebbe protetta. Sarebbe stato il suo cavaliere dall'armatura malridotta. Lui l'amava e non gli importava di essere corrisposto o no, poiche' voleva solamente cancellare quelle parole dalla sua mente per sempre:
" Perche' mi hai abbandonato? "

No. Non le avrebbe mai piu' sentite quelle parole. Lui non l'avrebbe mai piu' abbandonata.

" Yuma... Aspettami. Sto' arrivando da te! "

Angolo di un'autrice golosona
E con questa fic - dedicata a KH4, DeathAngel99 e Mergana - dichiaro conclusa la mia raccolta sulla Sharkbaitshipping...
Tutti: *abbassano i forconi << Alleluja! >>
Io: << Cattivi... >> T0T
Comunque... La conclusione non e' stata un granche' pero' sono quasi sicura di non essermi lasciata dietro qualche errore di ortografia o qualche tempo verbale fuori posto. A voi l'ardua sentenza.
Comunico in via eccezionale, dopo aver letto le vostre recensioni ( pochine ma non per questo non gradite ) e quindi i vostri consigli e le vostre preferenze, che la prossima raccolta sara' dedicata alla Positiveshipping.
Spero di pubblicare il prima possibile e di ricevere il vostro giudizio.
Bacioni e grazie di tutto
Dreamy
Ps: chiedo scusa per il ritardo e per l'orribile impaginazione... Volevo farvi una sorpresa ma a causa della rete internet in panna non ho potuto farvela e per rispettare i tempi mi sono ritrovata costretta a pubblicare via I-Pad... Cercherò di rimediare il prima possibile.
   
 
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