Anime & Manga > Occhi di gatto/Cat's Eye
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Autore: Drakyanna    01/12/2014    5 recensioni
Questa e stata una mia iniziativa per creare una alternativa al finale della serie ed a quello del fumetto.
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kelly Tashikel, Mr. Marloss, Sheila Tashikel, Tati Tashikel
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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                L’amore e la Verità

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In sala riunioni si stavano discutendo i piani di quello che sarebbe stato il colpo più importante.

Il Sig.Marloss:

“Qui ci sono tutte le planimetrie dell’obiettivo e le informazioni sui sistemi d’allarme”.

Kelly:

“Il piano va studiato nei minimi dettagli,questo colpo può portarci a scoprire dove si nasconde nostro padre”.

Ed ecco arrivare la piccola di casa,rivolta alla sorella disse:

“Posso iniziare la mia parte sono molto impaziente”.

Kelly:

“Qui ci sono tutti i dati sul nostro obiettivo,puoi passarli al computer per analizzarli”.

Tati zelante e volenterosa si mise immediatamente al lavoro.

Kelly si rivolse ancora a Tati per sapere dov’era Sheila e la piccola rispose:

“Quei due si stanno dando da fare, ieri sera e tornata tardi”.

La porta automatica si aprì ed entrò Sheila che avendo ascoltato alterata rispose:

“Per caso mi stai spiando, ricordati che sei la più piccola”.

Kelly:

“Calma voi due dobbiamo pensare al nostro obiettivo, quello che ci può portare a nostro padre”posò la foto di un quadro sul tavolo davanti a loro.

Ancora Kelly:

“Grazie a questo quadro troveremo nostro padre,ora studiate attentamente il piano”.

Passarono alcune ore ripetendo e ripassando tutti i dettagli del piano, il quadro si trovava in un museo privato.

Il giorno seguente tutto proseguì come sempre, venne lasciato il biglietto al museo e lanciato il solito alla stazione di polizia.

Nel frattempo in una villa fuori città un anziano su una sedia a rotelle era intento a consultare dei file sul computer.

Bussarono alla porta dello studio e l’uomo concesse il permesso di entrare al nuovo arrivato, poi rivolto al nuovo entrato disse:

“Come sta il nostro ospite”.

L’energumeno rispose:

“E tutto a posto, sta dormendo”.

L’uomo sulla sedia a rotelle allora dopo aver terminato il lavoro al computer disse:

“Sai cosa fare quel quadro deve sparire, nasconde prove sulla nostra organizzazione quindi prendilo prima di quelle ladre”.

Il grosso energumeno annui, lasciò la stanza per portare a termine il suo incarico.

Il giorno seguente dopo l’ultimo briefing Sheila tornò nella sua stanza si sentiva strana.

Aveva il presentimento che fosse successo qualcosa d’inatteso, perciò il giorno prima aveva acquistato il necessario quindi eseguì il test.

Dieci minuti dopo la conferma del suo presentimento, sarebbe diventata mamma.

Era felice per la scoperta ma preoccupata per le conseguenze, non poteva dire nulla alle sue sorelle specie prima del colpo che forse le avrebbe aiutate a trovare il loro padre.

Era in fatti il giorno del colpo, la sera stessa sarebbero entrate in azione.

Nello stesso istante alla stazione di polizia seduto alla sua scrivania Matthew rimuginava su una lettera che aveva li, estrasse poi da una tasca della giacca una piccola scatola posandola accanto alla lettera.

Una grande decisione doveva essere presa, forse quella sarebbe stata la sua ultima sfida con la banda Occhi di Gatto.

Alice lo guardava assai perplessa, ma aveva capito cosa lo turbava.

Si avvicinava l’ora annunciata per il furto, la polizia era schierata.

Il Capo notò l’insolita serietà nell’agire di Matthew, si avvicinò ad Alice e chiese:

“Per caso sai che cos’à, lo vedo serio e deciso più del solito”.

Lei rispose:

“Penso stia per prendere una grande decisione ma non so a che riguardo”.

Il Capo pensò e poi passò oltre, l’ora era vicina.

Il piano funzionò e Sheila arrivò al quadro, ma uno strano pensiero la turbava quindi appena prese il quadro vi inserì un segnalatore.

Contattò Kelly:

“Tutto come previsto ma per precauzione ho inserito un segnalatore nel quadro”.

Kelly rispose:

“Ok, ti preoccupa qualcosa”.

Sheila non fece in tempo a rispondere perché un allarme non previsto scattò.

Iniziò subito a scappare lungo i corridoi del museo con pattuglie di poliziotti alle costole.

Kelly sentito l’allarme allertò Tati per un rapido cambio di programma.

Durante la fuga Sheila s’infilò in una sala al buio nascondendosi in un angolo per riprendere fiato.

Si aprì una porta dal lato opposto della sala, l’ombra di una persona armata comparve gridando:

“Lo so che sei qui, dammi quel quadro ho ti uccido”.

Sparò alcuni colpi in diverse direzioni per spaventarla.

All’udire gli spari arrivò Matthew che vedendo il grosso energumeno armato disse:

“Polizia getta la pistola”.

Lo sconosciuto iniziò a sparare verso Matthew che però riuscì a nascondersi rispondendo al fuoco.

L’energumeno riuscì ad avanzare per prenderlo alle spalle.

Fu tardi quando si accorse che lo aveva aggirato e stava per sparare.

Accadde tutto in un istante, Sheila uscì dal suo nascondiglio spostando Matthew dalla traiettoria e tirando il quadro contro il losco figuro.

Questo deviò il colpo ma lei rimase comunque ferita, con la stessa rapidità Matthew sparò ferendolo a una spalla.

 L’energumeno se pure ferito prese il quadro e scappò.

Kelly che aveva sentito tutto tramite il trasmettitore auricolare che Sheila aveva lasciato aperto la chiamò:

“Sheila, Sheila rispondi……..”

Lei ferita rispose:

“Seguite il segnale hanno preso il quadro, svelte e la nostra sola opportunità”.

Kelly conosceva bene sua sorella quindi annui e avvisò Tati.

Matthew si avvicinò e non pensò al fatto che aveva preso la gatta a cui aveva sempre dato la caccia, ma che la donna che amava era ferita.

Sheila piangendo disse:

“Mi dispiace ma era l’unico modo per trovare nostro padre, ti prego aiuta le mie sorelle questa volta la situazione è troppo rischiosa poi potrai compiere il tuo dovere”.

Lui sorreggendola disse:

“Non pensare a quello io avevo deciso di dare le dimissioni”.

Porse la lettera a Sheila, lei la prese con la mano sporca di sangue e disse:

“Perché ……….”.

Lui rispose:

“Volevo anzi voglio una vita con te, ti amo”.

Arrivò in quell’istante un poliziotto in divisa che disse:

“Vada Detective stanno arrivando i soccorsi”.

Lui strinse la mano di Sheila che gli riconsegnò la lettera insieme a un piccolo rilevatore per seguire il segnale.

Appena Matthew andò via il poliziotto in divisa si avvicinò a Sheila rivelandosi essere il Sig.Marloss mascherato che disse:

“Tranquilla Sheila ti porto via”.

Kelly e Tati arrivarono alla villa, subito dopo arrivò Matthew che appena le vide disse:

“Non preoccupatevi” mostrò loro il rivelatore di Sheila e loro capirono.

Entrarono tutti e tre nella villa poi si divisero, le sorelle alla ricerca del padre mentre lui avrebbe cercato il brutto ceffo e il suo capo.

Le due sorelle con un po’ di difficoltà raggiunsero i sotterranei trovando in una stanza chiusa il loro padre mentre Matthew raggiunse lo studio della villa.

Vi trovò il brutto ceffo che consegnava il quadro a un uomo in una sedia a rotelle.

L’energumeno stava estraendo la pistola ma Matthew spinto da una forte rabbia gli urlò:

“Non avresti mai dovuto farlo”e gli sparò in mezzo agli occhi.

L’uomo sulla sedia a rotelle disse:

“La prego non spari” lui lo ammanettò bloccandogli la sedia poi venne raggiunto da Kelly Tati e il loro padre il pittore Michael Heintz.

Questo si avvicinò al tavolo su cui era poggiato il quadro e grattandolo portò alla luce le informazioni che vi erano nascoste.

Quelle prove dimostravano l’esistenza di un’organizzazione di criminali ex nazisti che aveva basi in molte parti del mondo.

Matthew prese il telefono per chiamare rinforzi poi rivolto alle sorelle disse:

“Mi dispiace tanto, ora andatevene”.

L’indomani, i telegiornali parlarono di come la polizia giapponese avesse sventato la più grande organizzazione criminale di ex nazisti ricercati da tutte le polizie del mondo.

Matthew arrivò in ufficio applaudito da tutti i suoi colleghi, lui ringraziando si diresse verso l’ufficio del capo.

Li poggiò sulla scrivania la lettera di dimissioni dicendo:

“Mi dispiace ma questo lavoro mi ha tolto la cosa più importante della mia vita, me ne vado”.

Lasciò distintivo e pistola e se ne andò.

Una settimana dopo passò dal locale trovandolo chiuso, sapeva che le cose sarebbero cambiate ma questa sparizione improvvisa lo lasciò col cuore infranto.

Tentò con ogni mezzo di cercare notizie delle ragazze ma senza risultato.

Senza la donna che amava, era inutile restare a Tokio quindi lasciò l’appartamento recandosi nell’unico posto ancora legato al passato; il paese dove sperò in quell’occasione di provare il legame tra la banda e il pittore Heintz ma falli miseramente.

Cinque anni dopo nel medesimo paese in riva al mare un uomo passeggiava mestamente lungo la spiaggia, vide un bambino che inseguiva una palla venire verso di lui.

Lo guardò vedendo in quel piccolo bambino qualcosa che gli sembrava famigliare.

Il bambino inciampò, lui gli si avvicinò per aiutarlo.

Il bambino si alzò sorridendogli, lui corrispose e lo prese in braccio.

Poi rivolto al bambino disse:

“Piccolo dov’è tua madre”.

Lui molto candidamente rispose:

“Era qui poco fa”.

Improvvisamente una voce alle loro spalle:

“Tutto bene piccolo” ed il bambino:

“Si mamma questo gentile signore stava giocando con me”.

Lui ebbe un sussulto avendo riconosciuto quella voce che sognava di risentire da anni.

Si voltò e la vide era ancora bellissima come la ricordava, lei poi rivolta al bambino:

“Lo sai piccolo hai trovato il tuo papà”.

Il bambino gli mise le braccia al collo felice gridando:

Papà…

Lui mise giù il piccolo poi gli consegnò quella piccola scatoletta dicendogli:

“Porta questo alla mamma”.

Il bambino prese la scatoletta e corse dalla mamma e le consegnò la scatoletta.

Lei la aprì trovandovi un anello, iniziò a piangere mentre lui si avvicinò e le disse:

“Sheila vuoi sposarmi”.

Lei sprizzante di gioia urlò:

“Si si si”si abbracciarono poi preso il piccolo Matthew jr. per mano si incamminarono lungo la spiaggia.

Questo racconto e stato scritto senza alcun fine di lucro, i diritti dei personaggi appartengono all’autore.

 

 

 

 

 

 

  
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