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Autore: Andrina    02/11/2008    4 recensioni
Alle superiori Kristine Vance era sempre stata la classica secchiona sfigata , una violenza alla vista maschile e il peggior incubo dei ragazzi. Ma era anche stata vittima o oggetto dei continui insulti di Tom Kaulitz , il belloccio dell’istituto e il puttaniere per eccellenza.
Dopo anni al brutto anatroccolo , ormai diventato cigno , si presenta l’occasione per vendicarsi : diventata una manager affermata , sostituisce David Jost dei Tokio Hotel.
E allora , trovandosi faccia a faccia con il suo incubo peggiore , la ragazza non perderà occasione per far scontare al biondo chitarrista tutto quello che lei ha dovuto passare al liceo.
Questa storia , nonostante l’amore che nasce tra i due , ha un finale sconvolgente…
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tom Kaulitz aprì piano i suoi occhi nocciola.

Odiava i raggi del sole che filtravano dalla finestra e andavano a svegliarlo. Li odiava soprattutto quando era andato a dormire sbronzo e voleva dormire fino al tardo pomeriggio.

Ma si sa , quando si è un chitarrista famoso , sono rari i giorni in cui puoi dormire così tanto e anche se stai male non vieni giustificato.

Aveva delle priorità , come il nuovo album , gli autografi , le interviste, conoscere il nuovo manager..

Sbuffò e si rotolò a pancia in su portandosi una mano alla fronte e chiudendo gli occhi. Un nuovo manager già .. aveva rimosso questo pensiero.

L’idea non lo allettava per niente. Era sempre stato difficile , almeno per lui , intrecciare un rapporto con un nuovo arrivato. Ci volevano giorni per cercare la giusta sintonia , quel qualcosa in comune che lo faceva vedere come un amico , come era successo con Saki e David.

Si alzò dal letto e iniziò a vestirsi. Senza essersi lavato il viso , una volta pronto, uscì dalla suite e andò al bar dell’Hotel dove si ritrovò con i suoi amici.

“Giorno” salutò con disinvoltura e sbuffando si sedette al tavolo.

“Mamma mia che allegria!Contieniti per favore!”ironizzò Georg.

Il biondo per tutta risposta gli fece un sorriso che somigliava più ad una smorfia per mandarlo male.

“Vedo che sei molto felice di conoscere il nuovo manager” commentò Bill.

“O la nuova manager” corresse Gustav.

“Nuova?” inarcò un sopracciglio il rasta.

“Si” l’amico annuì “David non ci ha detto se è maschio o femmina”

“Sarà sicuramente maschio”

“Perché?” questa volta fu il gemello ad inarcare un sopracciglio.

“Semplice” sorrise maliziosamente “David sa che se è femmina me la scopo poco dopo averla conosciuta”

“Tom!”

“è vero..giusto Georg?” spostò lo sguardo sul bassista.

“Si giusto” confermò lui.

Vuoi perché erano ancora assonnati , vuoi perché non c’era nient’altro da dire , cadde un silenzio spezzato dal brusio delle altre persone che riempivano la sala.

Fecero colazione molto lentamente , con caffè , latte e qualche brioche.

Il rasta biondo lanciava sguardi furtivi al suo orologio da polso.

Okay si.. l’idea di conoscere il nuovo manager non lo attirava per niente. Più che altro aveva paura dei suoi ritmi di lavoro. Avrebbe potuto fissare intervista dopo intervista senza lasciare neanche il tempo di respirare.

“Ragazzi” proruppe Saki attirando l’attenzione dei quattro “Vi presento la vostra nuova manager”

Aveva detto la? Aveva detto nuova?

Tom si voltò per guardare il suo manager e poi rivolse lo sguardo alle sue spalle.

Una donna , una ragazza , una persona di sesso femminile.

“è uno scherzo Saki?” mormorò il biondo guardando l’uomo con la coda dell’occhio.

Lui non fece caso a quella domanda e sorrise prendendo delicatamente la mano della ragazza e facendola avvicinare al tavolo.

Nel contesto sembrava una bambola di porcellana. Capelli ricci e neri come la notte contornavano un viso angelico , perfetto in ogni linea , dalla pelle diafana e dagli zigomi decorati con simpatiche lentiggini appena percettibili. Risaltavano su quella pelle di porcellana le labbra rosse e sottili e due occhi grandi azzurri. Per il resto del corpo nulla da ridire : magro , alto , slanciato.

“Piacere” il primo a sorridere fu il moro e poi seguirono il bassista e il batterista.

Il gemello si limitò a prendere la sua tazzina di caffè e a bere mentre squadrava quella ragazza da testa ai piedi.

Lei non dette peso a quel gesto di maleducazione e ricambiò il sorriso “Il piacere è tutto mio” disse facendo sgusciare lo sguardo sui tre che l’avevano salutata “Sono onorata di essere la manager di una band tanto famosa” e allora i suoi occhi azzurri penetrarono con prepotenza in quelli nocciola di Tom “Io mi chiamo Kristine” disse e sorrise quasi maliziosa.

A quel nome il biondo trasalì e il caffè gli andò di traverso.

Tossendo poggiò la tazzina sul tavolo.

“Quanti anni hai Kristine?” domandò guardandola.

“Non si chiede mai l’età ad una ragazza” rispose prontamente lei e fece scappare un sorriso agli altri tre componenti del gruppo.

Si avvicinò al biondo “Comunque sia.. ne ho venti..”

Sua coetanea , capelli neri , Kristine di nome..

“Cognome?” chiese ancora , incredulo di tutto ciò che stava accadendo.

Intanto Saki era sparito.

“Vance” sospirò lei quasi seccata “Incredulo Tom Kaulitz? O vogliamo chiamarti Sexgott? Anzi no.. io ho un nome migliore” si avvicinò ancora “Puttaniere , stronzo , bastardo , insensibile.. scegli.. ne ho altri” disse con una punta di sarcasmo.

“Kristine Vance” mormorò lui sgranando gli occhi.

“Esatto.. e ora chitarrista si cambia musica” sibilò e si allontanò dal tavolo , girando sui tacchi e andandosene.

Georg fu il primo a girare il capo e a guardare il rasta con tanto di punto interrogativo stampato in faccia. La stessa reazione la ebbe Gustav e poi , a scoppio ritardato , Bill.

“Ma si può sapere chi..”

“Tom!” sbottò d’improvviso il moro interrompendo il bruno.

Il fratello trasalì “Oh! Cazzo ti urli?”

“Devi dire grazie che sto urlando e non ti sto facendo in mille pezzettini!” era arrabbiato , tanto arrabbiato “Quella è Kristine porca miseria!”

“Si.. la secchiona della mia classe alle superiori..e allora?”disse disinvolto.

“Come e allora?” quel tono quasi strafottente gli fece ribollire il sangue nelle vene “è incazzata nera e come se non bastasse è la nostra manager!”

“Non capisco il problema” lo guardò di sbieco.

“Giuro che se per vendicarsi ci carica di impegni fino allo svenimento tu sei morto!”

“Dai Bill” disse quasi ridendo “Che vuoi che faccia quella sfigata che non farebbe male neanche a una mosca” e allora rise.

Ma in verità era tanto , tanto agitato.

  
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