Sinceramente non mi
piace com’è venuta, sono più che altro i miei pensieri, e per la maggior parte
sono piuttosto stupidi. Comunque se vi va leggetela, e
commentate, please ^_^ anche per scrivere questa mezza paginetta ho impiegato
un bel po’ e mi farebbe piacere sapere che ne pensate. Ora vi lascio.
La matita scorre veloce
sulla carta, e prima che me ne possa rendere conto la pagina è piena di
scritte. Non saprei come spiegarlo a parole, è qualcosa di strano ... ormai la
mia mano si muove automaticamente, quasi seguisse una volontà propria. Per
questo, mentre la prof continua a spiegare, mi chiedo perché mai mi basti avere
una matita in mano perché, senza che sia la mia mente a comandarlo, mi ritrovi
a scrivere il suo nome.
Bill.
In qualsiasi momento,
anche se la mia mente vaga altrove, succede sempre la stessa cosa. È una
reazione involontaria, abituale. È come se quelle 4 lettere fossero impresse
dentro di me come un marchio di fuoco ardente. Mi sento così stupida ora che,
mentre la prof continua la lezione nella vana speranza di essere ascoltata, ho
cominciato a trascrivere i miei pensieri su questo pezzo di carta.
Continuo a chiedermi
perché, quando ascolto a volume massimo le canzoni dell’i-pod, la sua voce mi
percorre, trasmettendomi una carica d’energia improvvisa, e non riesco a
reprimere un sorriso, mentre, distesa sul divano a guardare una sua foto, sento
qualcosa d’umido scivolarmi sulla guancia, mentre la vista mi si annebbia.
Non ricordo bene la
prima volta che “conobbi” i Tokio Hotel, se non quando, scorrendo i canali in
cerca di qualche programma interessante, vidi il video di “ready set go”.
Mi piacque, ma non lo
considerai più di tanto, solo tempo dopo, “conoscendoli”, cominciarono a
piacermi le loro canzoni, e con il tempo imparai ad amarli.
Così ora non posso fare
a meno di sentirmi stupida, perché so di avere mille altri problemi di cui
preoccuparmi, di dovermi rassegnare alla realtà, e di smettere di farmi tante
illusioni.
Forse
non dovrei continuare a descrivere la situazione come una tragedia, ma è così
che mi sento, e non posso fare nulla per cambiare le mie emozioni.
Ora
continuo a scrivere il suo nome, finché non mi sarò stancata, nonostante sappia
che non succederà.
Bill.