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Autore: Mikirise    02/12/2014    0 recensioni
Qualsiasi cosa succeda, segui il piano, Peeta. Ricorda:
Punto Uno: Trova la Ragazza dagli Occhi Grigi.
Punto Due: Mantienila in salvo finché non incontrerete un Posto Sicuro
Punto Tre: Portala sana e salva al Posto Sicuro.
E se tra il Punto Due e il Punto Tre la Ragazza dagli Occhi Grigi si fosse innamorata di lui… Peeta non fingerà di non aver pensato tutto nei minimo particolari.
Ma quello che sulla carta è semplice, beh, nella vita non è esattamente così semplice.
E questo è così frustrante!
[AU!PercyJackson]
{Storia partecipante a "AU Contest- Wherever we are" di Emmastarr}
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Autore: M I K I (Su Efp), MichiGR (sul Forum)
Fandom: Hunger Games
Titolo: Sembrava veramente molto più semplice
Rating: Verde
Personaggi: Peeta Mellark, Katniss Everdeen
Genere/Avvertimenti: Avventura, Romantico
NdA: Non so se qualcuno l'ha notato, ma io e le Cacciatrici non siamo esattamente sulla stessa lunghezza d'onda. Eppure loro tornano sempre.

Per chi non l'avesse capito: Haymitch, anche mentendo sta enorme dalla parte i Katniss e Peeta. Almeno secondo il mio punto di vita.


 

Sembrava veramente molto più semplice

E lo sarebbe stato se non ci fossero di mezzo profezie, papà divini impiccioni, satiri ubriaconi e fratellastri narcisisti


Un ringraziamento speciale a Mary-chan, che mi ha fornito la giusta dose di autostima e, come sempre, alle mie sorelline, che penso siano le mie fan numero uno (in due, sì, è spiritualmente possibile)

 

Capitolo 5


"Non mi dai un bacio di buona fortuna? È una specie di tradizione, no?"
~Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo, Lo scontro finale



Darius.

Peeta si rigirava l'ultimo bigliettino lasciato da Lavinia tra le mani, nervosamente, mentre aspettava fuori dalle tende delle Cacciatrici che Katniss uscisse da quella riunione per sole donne.

Dèi, quanto odiava il fatto di non poter essere all'interno di quella tenda, accanto a Katniss. E quanto odiava che le donne facessero così.

Quando era piccolo, le ragazze del quartiere si nascondevano negli angoli più impensabili, gridando quanto gli uomini fossero stupidi ed incapaci, e, se lui ed i suoi fratelli passavano da quelle parti per caso, lanciavano loro sguardi sprezzanti e disgustati, come se in effetti avessero fatto qualcosa contro di loro. La verità è che ci sono donne che sono contro gli uomini per principio, quindi, quello sguardo non glielo potrai mai togliere. Questo, però, non cancella il fatto che quello sguardo possa far male.

Le Cacciatrici lo guardavano in quel modo. Era da tempo che lui non si sentiva così inadeguato sotto degli occhi femminili. Come quando era piccolo, Peeta si ritrovò a chiedersi se, una volta uscita da quella tenda -una volta incontrata, la frase che iniziava i suoi pensieri da piccolo-, Katniss lo avrebbe guardato con quel disprezzo, che in quel momento le Cacciatrici rivolgevano a lui.

Rigirò tra le mani quel bigliettino, per l'ennesima volta.

"Sceglierà di essere una Cacciatrice?"

"Non può" rispose immediatamente Haymitch, seduto accanto a lui "Non hai visto? Tutte le Cacciatrici sono carine. Lei è un piccolo sgorbio. Non mi stupirei se fosse figlia di Efesto"

"Io la trovo bella"

"E magari la trovi pure dolce e gentile" sbuffò Haymitch "Gli occhi dell'amore fanno strani scherzi"

Peeta portò il suo sguardo nuovamente al bigliettino che stringeva tra le mani "Lavinia aveva uno sguardo strano quando parlava di Darius. E quel sorriso! È morta, con quel sorriso"

Haymitch intrecciò tre fili d'erba tra loro "Probabilmente lo avrai anche tu, quando morirai"

"Non mi dire che mancherò a questo vecchio satiro ubriacone" scherzò Peeta "Guarda che lo so che hai portato volutamente Katniss dalle Cacciatrici"

"Mai. Tu e quella ragazzina mi state antipatici"

Peeta si stiracchiò e sorrise debolmente verso il satiro.

Quando morirà Katniss, lo avrà quel sorriso, così bello, così puro? Lo avrà ripensando a Peeta?

Che pensiero egoista, figlio di Apollo. Il tuo compito è solo quello di accompagnarla ad un Posto Sicuro e che viva, finché tu non smetti di respirare.


💭❤️🙅🔆


Un drakon. Che sarebbe un drago. Solo che i draghi hanno quella roba sulla schiena e sanno fare questo e quest'altro e sputano fuoco. Un sacco di fuoco.

Un drakon è più... greco, più piccolo, non sputa fuoco -non solitamente, almeno- e non ha le ali. Katniss non lo avrebbe mai detto ad alta voce, almeno non prima d'incontrare Peeta, ma il giorno in cui incontrò le Cacciatrici un drakon le attaccò, e, mentre tirava frecce verso i suoi due occhi -prendendolo in pieno. Non per vantarsi eh, solo per la cronaca-, gridò verso il drakon "In pratica sei solo un drago sfigato", cosa che fece impazzire positivamente le Cacciatrici più giovani, quelle che si erano unite ad Artemide da poco tempo.

Ora, parlando della proposta di Artemide -diventa Cacciatrice, sciogliti i capelli, rimani single per sempre, e quando dico per sempre è letteralmente per sempre, visto che avrai non solo una vita eterna, ma pure un'eterna giovinezza-; era arrivata subito dopo l'aver accecato il drakon ed aver dato alle fanciulle l'opportunità di sconfiggerlo.

Sembrava una cosa forte, per Zeus!, vivere una vita lunghissima senza paura di morire, guidata direttamente da una dea… ma al momento della proposta, Katniss stava già con un piede pronto a correre lontano da quelle ragazze, visto che la sua priorità era salvare Peeta e non aveva molto tempo da perdere.

Artemide l'aveva fermata e le aveva fatto promettere che avrebbe preso una decisione dopo aver salvato il suo amico.

Ad essere sinceri, Katniss pensava che le Cacciatrici l'avrebbero odiata per mettere davanti ad una decisione così importante, un ragazzo, ma, le avevano detto, la stessa luogotenente delle Cacciatrici aveva avuto parecchi amici maschi, ed un fratello, per cui avrebbe anche dato la vita. Amore ed Amicizia erano due cose differenti.

Quindi, salvato Peeta da un pericolo inesistente -ops, ho ucciso un'arpia buona. Ma chi lo poteva sapere? Non appena Katniss aveva visto quella donna-uccello avvicinarsi troppo a Peeta, non ci aveva visto più, per paura, o chissà per quale altro motivo, aveva scoccato la freccia ed era volata accanto a lui. Katniss non era tipo da abbracci, ma per qualche strana ragione, voleva percepire Peeta con tutti i sensi possibili. Vista, udito, olfatto, tatto. Ed un'insana voglia di morderlo. Forse il figlio di Apollo sapeva di pane, chissà-, le Cacciatrici aspettavano una risposta.

Di nuovo, seriamente, sembrava una cosa veramente eccezionale correre da una parte e l'altra del paese rincorrendo drakon, o mostri simili ma...

Ma.

Le Cacciatrici erano piuttosto brave a convincere e trovavano soluzioni ad ogni ma che Katniss cercava con insistenza.

"Ma ho una sorella minore, non sarebbe come abbandonarla?"

"Una sorella, che delizia! Potrebbe unirsi a noi"

"Ma mia madre? "

"Potrai andarla a trovare"

"Ma è una decisione importante, non sono troppo giovane per..."

"La maggior parte delle Cacciatrici aveva la tua età, quando ha deciso di unirsi a noi" Artemide sorrise gentilmente verso Katniss. La semidea si sentì in colpa per cercare tutte quelle scuse per non diventare una Cacciatrice. Se glielo avessero chiesto una settimana prima, probabilmente avrebbe accettato senza alcuna esitazione, pensando di poter tenere in salvo non solo se stessa, ma anche sua sorella, e di poter stare insieme, anche se lei aveva un padre divino e Prim no. Eppure...

Qualcosa la fermava; c'era un pezzo del contratto che non le piaceva affatto. E non era sicuramente il votarsi alla caccia.

"Siamo arrivate tardi" sospirò una Cacciatrice accanto ad Artemide "Qui Afrodite è stata veloce"

"Come?" chiese confusa Katniss.

"Eppure i maschi tradiscono e voltano le spalle. L'Amore non vale la pena. Non vale mai"

"Io non sono innamorata."

Le Cacciatrici sorrisero tristemente, come se la semidea fosse malata del male peggiore e nemmeno se ne rendesse conto.

Katniss non sorrise ma pensò che le Cacciatrici mancavano di qualcosa, nella loro vita eterna e provò compassione per loro, che malsopportavano la compagnia maschile ed avevano lasciato Peeta al buio, con un satiro inutile a fargli compagnia, giudicandolo male senza neanche conoscerlo. Pensò che lei, nel suo odio contro il mondo era molto più giusta, visto che odiava le persone in quanto persone e non in base al loro apparato riproduttivo. Il che era coerente. Odiava anche gli animali, a pensarci bene.

Ma Peeta, lui non lo odiava ed aveva iniziato a fidarsi completamente di lui, in quei pochi giorni. Perché era buono, cercava sempre di farla ridere e di rassicurarla, anche se la maggior parte delle volte era lui a dover temere la peggior sorte trai due.

Il fatto che le Cacciatrici trattassero male lui, poteva dirla lunga su di loro ed i loro ideali ed era felice che Afrodite avesse dato loro qualche segno, perché la smettessero di volerla come una di loro. Anche se non capiva perfettamente quale segno Afrodite avesse mandato alle Cacciatrici. Non lo voleva neanche sapere.

Katniss alzò le spalle, alzandosi in piedi.

Sentì gli sguardi delle ragazze fissi su di lei, mentre usciva dalla tenda.

Fuori, al buio, c'era Peeta, che l'aspettava e parlava -o almeno, provava a parlare- con una Cacciatrice, che aveva avuto il compito di riparare la sua Ford. Quel ragazzo era adorabile, cercando di spiegare il perché degli specchietti ovunque -telecamere, erano tutte telecamere che Apollo usava per tenere d'occhio il figlio durante la guida-, perché si giustificava per qualcosa d'innocuo, soltanto a causa delle idee delle ragazze, come se fosse sempre lui a doversi adattare al mondo di qualcun altro e mai il contrario.

Era sempre così gentile.

Anche quello fu un gesto automatico, forse una sfida alle Cacciatrici stesse, forse era dovuto all'impaccio di Peeta, che ispirava tenerezza, forse entrambe le cose.

Katniss si mosse verso il ragazzo velocemente, lo abbracciò e gli lasciò un bacio pericolosamente vicino al lato della bocca. "Sono felice che tu sia vivo"

"Spero tanto che adesso non sia in onda Me&MyHeart, altrimenti sarà Afrodite ad ucciderci" rispose lui.

Katniss scoppiò a ridere e pensò che unirsi alle Cacciatrici non era per niente nei suoi piani "Non penso lei parlasse di questo tipo di bacio"

Nella tasca destra della ragazzina la bilancia a due piatti che le aveva dato Nemesi si inclinò completamente da un lato ed iniziò a bruciare contro il tessuto jeans. La semidea si allontanò di pochi passi da Peeta, prendendo l'oggetto tra le mani, ma facendolo cadere immediatamente, a causa del calore.

La decisione è stata presa diceva la voce di Nemesi nella testa di Katniss nel bene o nel male, sarai stata tu a decidere.


💭🔆🎡🔥



Peeta sembrava essere incredibilmente felice, col suo zaino in spalla, il rumore delle onde del mare e quell'enorme orsacchiotto in mano, che copriva il suo viso alla vista di Katniss. In più, in bocca aveva dello zucchero filato che mangiava grazie alla mano libera.

La semidea, camminando accanto a lui, ancora si chiedeva come fossero finiti nel New Jersey, a passeggiare tra giostre pericolanti e persone rumorose. Aveva un brutto presentimento, su questa storia, ma aveva lasciato correre, seguendo l'inclinazione eroica del suo compagno di viaggio.

Nonostante, difatti, Peeta Mellark sembrasse essere completamente sopra le nuvole, mangiando felicemente qualsiasi schifezza, il ragazzino aveva condotto la sua Ford nel Jersey perché aveva visto una fila di case andare in fiamme. Fosse stato per Katniss le case avrebbero continuato ad andare in fiamme e lei avrebbe continuato a cercare quel Posto Sicuro di cui Portia e Haymitch avevano parlato. Non sembrava così difficile. Doveva solo arrivare a Las Vegas e cercare l'entrata a quel Campo. Facile, no?

Peeta però era diverso.

Vedendo il fuoco, il ragazzino aveva girato verso le case in fiamme e si era praticamente buttato tra quelle, cercando di salvare chiunque era possibile salvare.

Katniss all'inizio era rimasta imbambolata, guardando Peeta correre a perdifiato ed iniziare ad aiutare i vigili del fuoco. Quando si era poi buttato in mezzo al fuoco, si era dovuta contenere da gridare "Peeta no!", ma poi pensò che doveva essere umiliante per un ragazzo essere protetto continuamente da una ragazza. Gli corse dietro e l'aiutò. Quando lui le sorrise grato, sentì le guance andargli in fiamme. Fortunatamente Peeta non se ne accorse: abbassò subito lo sguardo, spostando la sua attenzione altrove.

La cosa bella di essere un semidio è che si è così abituati al pericolo da riuscire a mettersi in pericolo per aiutare gli altri.

"Questa è opera di un mostro" aveva detto Haymitch, mentre Peeta s'infilava nella Ford, alla ricerca di vestiti per potersi cambiare "Uno di quelli più antichi. Forse un Elementare"

A guardarlo in quel momento, con quell'orsacchiotto in mano e quel sorrisetto da ebete, Katniss non avrebbe mai detto che fosse lo stesso Peeta che aveva insistito per andare a investigare su quale tipo di mostro stava distruggendo le case e per quale motivo. Seriamente, a guardarlo in quel momento, le sembrava che l'avesse spinta a andare nel New Jersey solo per salire sulle giostre e mangiare cibo spazzatura.

Katniss leccò il suo gelato alla fragola.

Delizioso.

"Quando comparirà" disse con un sorriso il ragazzino, indicando una giostra a caso "coprimi le spalle, con l'arco, dico. E speriamo che le freccie abbiano effetto"

La ragazzina girò impercettibilmente la testa verso il suo zaino, dove aveva messo le frecce con la punta in bronzo celeste ed ossidiana che Peeta le aveva affidato la notte in cui avevano salutato le Cacciatrici. Tienile tu, aveva detto, per quanto sia io il figlio di Apollo, ho la sensazione che quest'arco fosse per te e non per me. Regalo di Apollo quanto volete, ma in quel momento era un regalo di Peeta per lei.

Quando, tempo dopo, scoprì di essere figlia di Ermes, Katniss fece un sogno dove Ermes giocava con delle budella e quelle budella di pecora diventavano una lira che donava ad Apollo.

Sogno stupido, ma Peeta aveva emulato lo stesso gesto di Ermes, donando qualcosa a cui teneva, in un certo senso, per una pace ed un legame con lei. E quel regalo era diventato, per lei, l'oggetto più prezioso in questo mondo.

"Non puoi uccidere nessuno con un solo pugnale"

"Mi sottovaluti"

"Sono realista"

"Scommettiamo allora. Io dico che lo sconfiggerò in cinque minuti, con te che mi copri le spalle, o dieci, se sarò solo" Peeta aveva un sorrisetto piuttosto sicuro sulle labbra.

"Non sei credibile con quell'orsacchiotto in mano"

Il biondo fece spallucce, continuando a mangiare il suo zucchero filato. Pagò due biglietti per le montagne russe e le fece l'occhiolino.


🔆💫🔅🔥


Quando una colonna di fuoco era comparsa in mezzo all'acqua, Peeta aveva portato gli occhi al cielo e si era chiesto per quale motivo non aveva seguito il consiglio del suo papà putativo e non si era segnato al corso di nuoto con suo fratello maggiore.

Ora, il fatto di non saper nuotare non lo fermava dal volersi gettare contro quella colonna di fuoco. E no, non voleva veramente che Katniss lo seguisse in una folle impresa che lui si era appena inventato. Però era un eroe, per Ercole!, non poteva lasciare che un demone, o uno spirito, o qualsiasi mostro immaginabile, uccidesse dei mortali.

Quindi aveva fatto segno a Katniss di rimanere nel Luna Park e che l'avrebbe contattata, se fosse stato necessario. Come, ancora non lo sapeva. Né gli interessava. Voleva tenerla lontana da ogni pericolo.

Già si sentiva completamente colpevole di aver deviato il loro viaggio per Las Vegas, dove doveva trovarsi il Campo Mezzosangue, ed averla portata nella costa opposta alla loro meta, ma qualcosa, dentro di lui, gli diceva che quella che stavano seguendo era la via giusta. E che doveva fermare quella colonna di fuoco.

Quindi, quando Peeta si buttò in acqua, non aveva neanche un piano di salvataggio, per tornare indietro.

La colonna di fuoco andava verso una spiaggia disabitata, che era vicina ad un quartiere sovrappopolato. Peeta si trascinò in acqua, cercando di muoversi il più velocemente possibile ed intanto pensava a come sarebbe riuscito a combattere uno spirito elementare con quella velocità così ridotta ed i suoi movimenti impediti.

Quando si trovò in linea d'aria ad una ventina di metri dalla colonna di fuoco, virtualmente di fronte a quella, una rete cadde sulla sua testa, impedendogli ogni tipo di movimento.

Era una di quelle reti che più ti muovevi e più ti stringevano ed in pochi secondi sentì la corda premere pericolosamente contro il suo collo.

Mangiò un sacco di sabbia. Sabbia sporca, però, cosa che rendeva il suo sapore ancora peggiore e la sensazione di avere sabbia dappertutto ancora più irritante.

Dèi. Che odio. Voleva salvare delle persone e non ci si era nemmeno avvicinato che già era stato catturato da... eh, appunto, catturato da cosa?

Delle dita veloci presero a liberarlo dalla stretta della rete, mentre sentiva dei suoni sconfusionati da un'ombra che sembrava cercare di aiutarlo.

"Finnick! Cos'è?" una voce femminile che si avvicinava nel buio della notte.

Peeta era sempre più felice di aver lasciato Katniss nel Luna Park.

Dall'ombra uscirono altri suoni inconcludenti.

"Oh, per favore" rise la voce femminile "Un raga..." si fermò di colpo, puntando i suoi occhi su quelli azzurri di Peeta "Oh" esclamò "Oh" ripeté, iniziando ad aiutare il tale, Finnick, a slegarlo "Ci spiace, ci spiace, ci spiace"

"Penso non sia niente" si sedette a terra il biondo, massaggiandosi il collo "Chi siete voi?"

"Annie" si presentò la ragazza, indicandosi "e lui è..." il ragazzo accanto a lei lasciò uscire dei versi incomprensibili dalla bocca, di nuovo "È la tua punizione. L'hai scelta tu" rispose lei innocentemente "Lui è Finnick" gli occhi di entrambi i ragazzi davanti a Peeta saltavano dal ragazzino ad un punto non molto specifico nel cielo. Il biondo si girò di scatto, vedendo la colonna di fuoco pericolosamente vicina a tutti e tre.

"Emm" disse, portandosi inconsciamente la mano sulla tasca dove nascondeva il pugnale che Katniss gli aveva affidato "Penso che dovreste andare al Luna Park per, non so, fare quello che di solito fanno le coppiette"

"Noi non stiamo insieme" rise Annie, anche se il ragazzo protestava animatamente con suoni incomprensibili "E comunque, che ci fai tu qui?" i suoi occhi continuavano a fissare il cielo ed iniziò a mordersi il labbro "Non dovresti vagare da solo a quest'ora"

"Pipì" buttò lì Peeta. Finnick alzò gli occhi al cielo ed indicò nervosamente il ragazzino.

"No, non penso..."

Ma era comunque troppo tardi per parlare.

Dell'aria calda si mosse verso i tre e sopra di loro Peeta riuscì a vedere il cielo tingersi di rosso. Se non fosse stato per la situazione da bollino Rosso-Nero-Pericolo-Di-Morte-Scappa-Ora, Peeta si sarebbe gettato a terra, per poter osservare quelle sfumature meravigliose in cielo. Ma, come già detto, non era esattamente il momento opportuno per contemplare dei giochi di colore.

Finnick prese la rete da per terra e mormorò qualcosa. Annie annuì, iniziando a scalare il palo della luce più alto che ci fosse intorno a loro "Non abbastanza. Non abbastanza!" gridò verso Finnick, che sbuffò.

Solo in quel momento Peeta si rese conto che dove la rete era intrecciata si trovavano delle pietre con degli stranissimi simboli incisi "Semidei" mormorò "O pazzi"

Finnick sorrise verso di lui ed alzò le spalle.

Il biondo annuì di rimando, serio, alzandosi da terra ed iniziando a correre, pensò quanto il suo gesto potesse sembrare agli occhi altrui codardia.

Ermes, ti prego, ti prego, ti prego, fammi volare, fammi correre più velocemente possibile.

Ci volle poco, in effetti.

Corse verso la sua Ford. Oh, la sua Ford, la sua stupenda, bellissima, incredibile Ford "Haymitch, togliti di mezzo!" gridò il ragazzino al satiro, che mangiava un cheeseburger sul cofano della macchina. Frenò appena in tempo per non rovinare sull'auto.

Haymitch alzò le mani, allontanandosi con fare indifferente. Peeta aprì lo sportello, iniziando a premere vari tasti, finché la Ford non divenne una Vespa.

Ah, quei trucchetti nascosti da Apollo! Mai Peeta fu più grato a suo padre per un suo regalo e per la sua voglia di strafare.

Il ragazzino salì sulla Vespa, gli diede gas e questa prese a volare. Arrivò da Annie e Finnick in pochi secondi.

Lei cercava ancora un palazzo abbastanza alto da poter arrivare all'Elementare e Finnick si guardava intorno, preoccupato, con quella strana rete in mano.

"Vieni" gridò Peeta al ragazzo, allungando la mano destra "Devi sbrigarti. Vieni. Su!"

Finnick in un primo momento fu piuttosto sorpreso. Poi sorrise di nuovo, saltando sulla Vespa ed indicando un punto sul cielo che doveva inseguire. Peeta diede gas al motore e partì.

Dovette volare in circolo intorno alla colonna di fuoco. Faceva caldo, tirava vento soffocante ed i visi dei due stavano diventando rossi. In più il continuo rumore di Finnick che cercava di mettere insieme due sillabe con un minimo di senso distraeva Peeta non poco.

Arrivarono esattamente davanti allo Spirito della Natura.

Peeta non era mai stato un fan di quelle equazioni arbitrarie secondo le quali mostro è sinonimo di cattivo e bello sinonimo di buono. Ad esempio, Finnick era bello ma in un primo momento non sapeva se poteva fidarsi o no. Lavinia era un mostro, ma teneva ancora i bigliettini che lei utilizzava per comunicare con lui nella tasca interna del suo zaino.

Non aveva mai pensato, però, che un mostro potesse soffrire così tanto da poter liberare tutta la sua energia in una volta, contro la sua volontà. Insomma, aveva sempre pensato che se qualcuno faceva del male, lo faceva per propria scelta, non per... questioni fisiche, perdite di controllo. Quella Elementare del Fuoco stava soffrendo, imprigionata dalla sua stessa forza "Cosa devo fare?" chiese a Finnick. Il ragazzo gli disse, a gesti, di volare più in alto, per potersi lanciare sullo Spirito. Peeta obbedì.

Finnick studiava la rete tra le sue mani, con impazienza e con i gesti fece capire a Peeta che avevano un solo tentativo per catturare lo Spirito e che, qualunque cosa fosse successa, lo avrebbe dovuto riacchiappare sulla sua Vespa prima che si schiantasse a terra.

Non sembrava preoccupato, nonostante stesse affidando la propria vita ad un ragazzino che aveva appena incontrato per caso. Il biondo stava iniziando a pensare che, in effetti, si era incontrato con due pazzi.

Il maggiore gli fece un occhiolino, prima di staccare entrambi i piedi dalla Vespa.

Peeta avrebbe voluto vedere il salto di Finnick a rallentatore e dal basso, come li mostravano nei film, ma quello si buttò con così tanta velocità che gli fu difficile afferrare la leggera teatralità con cui lo fece.

Finnick cadde esattamente sulla testa dello Spirito, con la rete aperta tra le braccia, cosicché sembrò che si fosse buttato a braccia spalancate per poterlo abbracciare ed imprigionarlo sotto una marea di baci. Il che sarebbe stato esilarante con Annie in basso ad osservare la scena, e questo era un dettaglio che, nonostante li conoscesse da poco, non sfuggì al ragazzino.

Fatto sta che, nel momento in cui quella rete toccò il corpo dell'Elementare, il fuoco intorno a loro si estinse, spegnendo l'enorme colonna di fuoco che lo intrappolava.

Sotto questo punto di vista, il piano stava andando alla perfezione.

Peeta si buttò in picchiata dietro di lui, superandolo e cercando prendere entrambi -Finnick e lo Spirito- afferrando il braccio del ragazzo. Ma, per quanto Finnick stirasse il braccio, cercando di acchiappare la mano del ragazzino, le loro mani non s'incontravano e la terra era sempre più vicina.

Finnick teneva l'Elementare tra le sue braccia, avvolta dalla rete e, in un primo momento, si trovava più vicina alla terra di quanto lo fosse lui. Sembrandogli impossibile che Peeta riuscisse a prenderlo, nonostante la velocità che aveva preso con la Vespa, ruotò, scambiando le posizioni, cosicché l'Elementare fosse più vicina a Peeta. In questo modo, l'impatto a terra più duro lo avrebbe avuto lui e si sarebbe rotto un bel po' di ossa, o forse sarebbe morto, ma lo Spirito non si sarebbe ferita più di tanto. Se era fortunata non sarebbe neanche morta.

Era un gesto di cavalleria sul quale Finnick non dovette neanche pensare. Era nella sua natura fingere di essere un Principe Azzurro.

Peeta, dal canto suo, vide quel gesto come un invito ad acchiappare entrambi dalla rete ed allungò la mano, cercando di afferrarla da una di quelle pietre incise.

"No!" sentì gridare Annie da terra "Non toccare la rete! Non dalla rete!"

Eppure il ragazzino rimosse immediatamente le parole della ragazza. Accelerò ulteriormente ed allungò di nuovo la mano, riuscendo ad afferare la rete, prima che Finnick e l'Elementare si schiantassero a terra.

La rete prese a pizzicare tra le sue mani, quasi facendogli male e Peeta dovette mordersi l'interno delle guance per non lamentarsi del dolore.

"Lascia la rete!" sentì gridare Annie da terra "Lasciala! Non puoi toccarla è impregnata di..." Peeta staccò il cervello, ignorando la ragazza. Dovette concentrarsi con tutto se stesso, per poter riuscire ad arrivare a terra e posare rete e Vespa.

Una volta compiuto quell'atto sentì le sue gambe cedere e vide le sue mani tremare. Cadde a terra senza forze, ma si congratulò con se stesso.

Grazie agli dèi, non era caduto svenuto per la terza volta in sei giorni.


💭🔆🔅💫


La prima cosa che Finnick vide di Katniss fu una freccia.

Fortunatamente, l'essere a capo della Capanna Sette, lo teneva piuttosto allenato nello schivare frecce selvatiche, come le chiamava lui, che volavano ovunque e non faticò molto a spingere Annie di lato, vedendo la freccia passargli davanti agli occhi.

Katniss, comunque, non era rimasta ferma a controllare di aver colpito il suo bersaglio. Corse verso il marciapiede dove Peeta era seduto, pallido, mentre teneva una borraccia in mano.

"Peeta!" gridava, buttando a terra il suo zaino, ma tenendo stretto il suo arco nella mano sinistra. Fu davanti al ragazzino in veramente pochi secondi, tanto che probabilmente Usain Bolt sarebbe stato invidioso della sua accelerazione "Peeta" mormorò, poggiando la sua mano destra su una sua guancia. Il ragazzo le sorrise "Haymitch mi ha detto che eri qui e...", baciò la guancia sinistra di Peeta.

Avevano fatto una scommessa non ufficiale. Peeta era vivo ed era accanto a lei. Aveva vinto e Katniss non era mai stata così felice di perdere.

"Sto bene" assicurò il ragazzino, sembrava esserne convinto, ma non era molto convincente; il suo viso era bianco come un foglio e le sue mani non smettevano di tremare. Le labbra erano diventate viola e la sua voce era un flebile sussurro.

"Starà bene" assicurò la ragazza mora, in piedi dietro di lei "Ha toccato due volte in pochi minuti una rete forgiata con la magia. Per un figlio di Apollo potrebbe significare la morte, non sono fatti per entrare in contatto con la magia. Sai, quella roba della razionalità e dell'irrazionalità. Finnick è protetto da un'antica magia. L'ho fatta io. Altrimenti anche lui sarebbe morto in poco tempo"

Il ragazzo accanto a lei mormorò qualcosa d'incomprensibile. Lei alzò gli occhi del cielo.

Katniss si girò verso di loro, con l'arco teso verso Annie ed un ringhio "Cosa gli avete fatto?"

Annie la guardò stupita e scambiò uno sguardo veloce con Finnick "Noi non..."

"Lui" mormorò Peeta, posando una mano sulla spalla di Katniss e facendole abbassare l'arma "penso sia un mio fratellastro" sorrise "possibile io non possa mai essere il fratello maggiore che tormenta i più piccoli?"

Katniss aggrottò le sopracciglia, guardando Peeta che rise, mentre beveva da quella borraccia un po' di liquido. Finnick aprì la bocca lasciando che uscissero dei suoni vuoti da quella.

"Non berne troppa. Troppa ambrosia potrebbe ucciderti" avvertì la ragazza, inginocchiandosi accanto al biondo. Finnick ripeté gli stessi suoni antetiori e Annie sospirò "Finnick dice che al Campo potrai tormentare un sacco di persone. Preferibilmente non lui"

"Perché lui non può parlare?" chiese diffidente Katniss, che si era interposta tra la ragazza e Peeta, con fare protettivo.

Annie rise nervosamente "Punizione" borbottò alla fine, grattandosi la testa "Lui ha, come dire?, fatto una cosa che non doveva fare. O almeno così mi ha detto Delly. E, mentre facevo l'incantesimo per proteggerlo dalla magia delle rune, ho, mmm, aggiunto un incantesimo e... tra qualche giorno potrà parlare di nuovo. Penso"

"Incantesimo?"

Peeta le tirò la manica della maglietta per attirare la sua attenzione. Sembrava stare meglio, le sue guance stavano lentamente riprendendo il loro normale colorito e così anche le labbra. Ma le sue mani continuavano a tremare "È una figlia di Ecate, Katniss" disse con un tono sereno e sollevato "Vengono dal Campo Mezzosangue"
 
  
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