Questa storia è stata scritta per l’iniziativa “Caro Babbo Sirenetto” indetta dal
gruppo facebook “The Capitol”. Il prompt
è: Prim/Posy - “hai mai baciato un principe?” con
i seguenti avvertimenti: [post!75th Hunger Games|Fluff].
Hai mai baciato un principe?
“I sette nani raccontarono al principe tutta la storia
della malvagia regina e della mela avvelenata.
Prim sollevò lo sguardo dal libro che stava leggendo,
distratta dai risolini di Posy; la favola di Biancaneve era la preferita della
bambina, ma ogni volta che arrivava a leggerle la parte del bacio, la piccola si copriva la bocca con le mani e incominciava
a sorridere con fare birichino.
Lo fece anche quel pomeriggio, allungandosi sul letto per
guardare le immagini del volume che Prim teneva sulle
ginocchia. Uno dei pochi aspetti positivi del Distretto 13 era la piccola
biblioteca allestita per gli studenti al quinto piano. La maggior parte dei
libri che occupavano gli scaffali erano manuali o enciclopedie, ma un paio di
giorni prima Prim era riuscita a mettere le mani su
una raccolta di favole per bambini. Da allora, la ragazzina aveva trascorso
diversi pomeriggi nell’unità della famiglia Hawthorne,
per leggerne qualcuna a Posy. La piccola amava particolarmente i racconti incentrati su principi e principesse, così si era trovata a ripetere
più di una volta storie come “La bella addormentata del bosco” o “Cenerentola”.
E, quel pomeriggio, era toccato a “Biancaneve” per la terza volta nel giro di
due settimane.
“L’ha baciata sulla bocca, vero[1]?” chiese
conferma la bambina, sbirciando nel libro. “Proprio sulla bocca?”
Prim sorrise, intercettando lo sguardo annoiato di Rory, che stava giocando a scacchi assieme a Vick sul letto
che condivideva col fratello minore. Conosceva quella storia ormai a menadito,
così come il resto della sua famiglia, e stava incominciando ad averne
abbastanza, ma non disse nulla. Si limitò a roteare gli occhi, facendo poi
segno a Vick di fare la sua mossa.
“Proprio sulla bocca” confermò Prim, posandole il libro
sulle gambe, perché potesse guardare meglio le illustrazioni. “Gli innamorati
fanno così.”
Ancora una volta la ragazza intercettò lo sguardo di Rory, ma questa volta l’occhiata indirizzatale dal migliore
amico fu rapida, come se il coetaneo non volesse farsi sorprendere mentre le
fissava.
Posy storse le labbra in una smorfia impensierita.
“Tu hai mai baciato un principe?” chiese poi.
Prim arrossì leggermente, giocherellando con l’estremità
della sua treccia. Lei, in realtà, non aveva mai baciato nessuno. Era sempre
stata molto timida e, inoltre, non si era mai interessata molto ai ragazzi
prima di quell’ultimo periodo. Neppure in quel momento era veramente sicura del
cambiamento che stava incominciando ad avvertire nei suoi sentimenti. Non era
in grado di distinguere cosa si basasse solo sulla semplice amicizia o un
rapporto fraterno e cosa tendesse a qualcosa di completamente diverso, come
l’amore.
“No, non ancora” ammise infine, con impaccio. Vick e Rory potevano sentire tutto ciò che stavano dicendo, così
come Hazelle, che era intenta a lavare della
biancheria. Al Distretto 13 c’erano le lavanderie automatiche, ma la donna
preferiva fare il bucato a mano, come aveva sempre fatto.
“E tu?” chiese poi Prim, per
dirottare l’attenzione sulla piccola. “Hai mai dato un bacino a qualche
principe azzurro? Magari a quel bambino con i capelli rossi[2] con cui
giochi sempre…” aggiunse, punzecchiandole la pancia con un dito.
Posy tornò a ridacchiare, prima di scuotere la testa.
“No, a lui no. Ma tanto io, i principi, li bacio già
tutti i giorni. Ne ho tre!” aggiunse, mostrandole il numero con le dita.
Prim si finse meravigliata.
“Addirittura tre?”
La bambina annuì, prima di scendere dal letto per
saltellare fino a quello dei suoi fratelli.
“Uno…” contò, appoggiando la mano sulla testa di Vick,
che sorrise, distogliendo la sua attenzione dalla scacchiera. “Due…” proseguì
Posy, premendo la mano anche sui capelli di Rory.
S’interruppe, fissando il fratello con espressione pensosa. “Anche se Rory, in realtà, non è un principe, ma una principessa”
osservò poi, sorridendogli malandrina.
Prim si mise a ridere.
“Dai lunghi capelli rosa[3]”
precisarono poi lei e Vick, all’unisono.
Rory mosse una pedina in avanti e fissò ammonitorio il
fratello minore.
“E piantatela voi due…” borbottò infine.
Prim sorrise divertita, prima di tornare a rivolgere la sua
attenzione a Posy.
“Il terzo principe è Gale?” chiese, quando la bambina
tornò ad arrampicarsi sul letto di fianco a lei.
Posy annuì, seppur con minore convinzione rispetto
a quando aveva indicato gli altri due fratelli.
“Già” confermo, facendo spallucce. Hazelle
distolse l’attenzione dai panni per voltarsi verso le due ragazzine.
“Se vuoi puoi baciare anche tu uno dei miei principi!”
esclamò improvvisamente la piccola di casa Hawthorne, prendendo per mano Prim
e facendola alzare. “Quale vuoi?” chiese, indicando i due fratelli.
Rory e Vick si scambiarono un’occhiata imbarazzata, anche se
le loro espressioni perplesse non avrebbero potuto concorrere in alcun modo con
le guance rosse della ragazza.
Nella sua innocenza, Posy la stava mettendo veramente in
difficoltà. Considerava i tre fratelli Hawthorne come
parte integrante della sua famiglia, ormai, eppure di tanto in tanto la
sorprendevano dei sentimenti contrastanti nei loro confronti e in quei momenti
faticava ad attribuire loro una posizione precisa nel suo cuore.
Non aveva problemi a collocare Vick, il più dolce di casa
Hawthorne. Loro due avevano sempre avuto una sintonia
speciale, complici forse i caratteri simili. Vick era molto premuroso con lei e
anche Prim era sempre stata protettiva nei suoi
confronti. Il rapporto che intercorreva fra loro era quello di due fratelli, e Prim l’aveva sempre considerato tale, così come aveva
sempre visto Posy come una sorella minore.
Poi c’era Rory, il suo migliore
amico. La persona che più di tutte era in grado di farla ridere, di scacciare
le sue lacrime. Di farla sentire a casa, anche se loro, una casa, non l’avevano
più. Rory che sapeva sorprenderla con tanti piccoli
gesti pensati per far sorridere lei e lei soltanto. Rory
che era sicuramente il membro della famiglia Hawthorne con cui aveva stretto un legame più forte. E
che, da qualche mese a quella parte, aveva incominciato a farle avvertire
un’insolita sensazione dalle parti dello stomaco ogni volta che le loro mani si
sfioravano. Rory che la faceva arrossire al più
piccolo complimento. Ma quello, d’altronde, accadeva anche con Gale.
Gale che, da quando Katniss era partita, era sempre
riuscito a farla sentire protetta e al sicuro. Gale che si chiudeva sempre più
spesso in silenzi infarciti di riflessioni scomode dove nessuno - nemmeno
Katniss, ormai – riusciva a raggiungerlo. Più volte lei aveva sentito di voler
spezzare quei silenzi, di sfiorare quelle ferite interne che lui stesso
ignorava, minimizzandole come poteva. Non sapeva se il suo bisogno di prendersi
cura di Gale potesse venire etichettato come semplice affetto fraterno o se ci
fosse dietro qualcosa di più. Forse, a guidarla, era semplicemente il bisogno
costante che aveva di aiutare – di guarire – chiunque ne avesse bisogno, e che
un giorno, forse, l’avrebbe resa una brava infermiera. Forse era semplicemente stanca di avere
qualcuno sempre pronto a prendersi cura di lei e incominciava ad avvertire il
bisogno di poter ricambiare, di fare qualcosa per alleviare il dolore degli
altri. La sua tuttavia, era un’esigenza inutile e da mesi si stava sforzando di
sopirla. Perché Gale la guardava e la abbracciava nello stesso identico modo in
cui avrebbe potuto fare con Posy. Perché, lo sapeva, lui avrebbe fatto di tutto
pur di proteggerla; ma non era per lei che l’avrebbe fatto.
Venne distratta da quelle riflessioni quando Posy le
diede un colpetto sul braccio, indirizzandole un’occhiata confusa.
“Se vuoi possiamo fare la conta” propose, pensando che
stesse ancora rimuginando sulla sua domanda.
Prim le fece una carezza sui capelli.
“Qual è il
principe più ‘principe’ fra i tre?” chiese, per sfuggire a quel momento di
silenzio imbarazzante.
Posy rifletté per qualche istante, avvicinandosi ai
fratelli maggiori che erano ancora impegnati a giocare a scacchi.
“Tutti” concluse infine, appoggiando una mano sulla
spalla del minore dei due. “Vick è buono, come tutti i principi” spiegò,
ridacchiando quando il ragazzino le diede un bacio sul naso.
Anche Prim e Hazelle si misero a ridere, mentre la bambina saltellava da
una parte all’altra della stanza.
“E Rory?” chiese la ragazza,
intercettando lo sguardo del migliore amico.
La bambina ci pensò un po’ su, appoggiandosi alla spalla
del fratello.
“Umh, lui è….” incominciò,
rivolgendogli un’occhiata pensierosa.
Rory si finse offeso.
“Com’è che con Vick ti è venuto in mente tutto subito e
con me ci devi pensare su?” commentò, scuotendo incredulo la testa per far
ridere la bambina. “Ma guarda un po’ questa…”
Posy continuò a ridacchiare, rannicchiandosi sul letto di
fianco al fratello maggiore.
“Rory è un principe perché ha
un cavallo!” dichiarò infine, sorridendogli con fare birichino.
Sia Hazelle che Prim indirizzarono alla bambina un’occhiata sorpresa.
“Dov’è ce l’hai questo cavallo?” chiese la ragazza,
raggiungendo i tre fratelli.
Rory si strinse nelle spalle e rivolse un’occhiata rassegnata
alla sorellina.
“Dove ho messo anche i lunghi capelli rosa, immagino.”
“Ce l’ha qui il cavallo!” esclamò a quel punto Posy,
indicando una pedina sulla scacchiera. “Vick, il suo non ce l’ha più.”
“Ed è solo per quello che sono un principe?” le chiese il
fratello, facendole il solletico. La bambina si rannicchiò su se stessa per
sfuggirgli.
“No, sei anche simpatico” rispose, schiacciandogli le
guance con le mani. “E sei forte, perché mi prendi sempre in braccio!”
“E Gale?” chiese in quel momento Hazelle,
rivolgendosi alla figlia.
L’espressione di Posy si fece tutto a un tratto più
corrucciata, come se la domanda della madre l’avesse fatta in qualche modo
arrabbiare.
“Gale è bello” dichiarò con decisione la bambina,
giocando con le pedine già mangiate di Rory. “Il più
bello di tutti.”
“Ed è anche coraggioso, no?” domandò Prim,
notando il brusco cambiamento d’umore della bambina. Di solito, Posy non
perdeva occasione per riempire di complimenti i suoi fratelli, Gale in
particolare. “Come tutti i principi.”
Posy si strinse nelle spalle, continuando a rivolgere la
sua attenzione alle pedine che stava muovendo sul letto.
“Posy è un po’ arrabbiata con suo fratello, ultimamente”
rivelò infine Hazelle, alzandosi per andare a
svuotare il catino.
“Come mai?” domandò Prim,
sorridendo incoraggiante alla bambina. Posy, tuttavia, continuò a eludere il
suo sguardo.
“Non è più molto un principe da quando siamo venuti qui”
commentò, mettendo il broncio. “Sta sempre via e non mi parla quasi più.”
“Posy gli ha anche fatto un gran bel dispetto...”
aggiunse a quel punto Hazelle, accarezzando i capelli
della bambina. “…Vero, amore?”
La ragazzina fece di nuovo spallucce – un gesto che, notò
Prim, stava facendo sempre più spesso, forse con
l’intenzione di emulare i modi di fare di Rory.
“Ha cercato di rompere il bracciale comunicatore che gli
hanno dato al Comando” spiegò Vick, tentando di intercettare lo sguardo della
sorellina per sorriderle. “L’ha schiacciato con la sedia e si è scheggiato.
Quanto Gale si è accorto che era scomparso Posy lo stava già per buttare nel
gabinetto.”
Rory sghignazzò, ricambiando lo sguardo divertito di Prim.
Posy si sforzò di mantenere il cipiglio offeso, ma un
lieve sorriso birichino stava lottando per affiorare sulle sue labbra. Anche
lei, come Rory, era contenta quando riusciva a far
ridere le persone a cui voleva bene.
“Tanto era brutto!” si difese poi, colpendo una delle due
pedine che aveva in mano con l’altra. “È più bello quello che gli ho fatto io!”
“Ma è un oggetto molto importante, per Gale” cercò di
rimproverarla Hazelle, nonostante stesse a sua volta
sorridendo. “Quindi che non ti venga più in mente di fare una cosa simile.”
“Sei proprio una birba!” commentò Prim,
punzecchiandole la pancia con l’indice. Posy si divincolò, tenendo ancora china
la testa per manifestare il suo broncio, nonostante i suoi occhi fossero già
tornati a sorridere.
“Gale è solo tanto stanco” intervenne in quel momento Hazelle, facendo un’altra carezza alla bambina. “Ma ti
vuole bene come sempre.”
Posy si strinse nelle spalle e balzò giù dal letto per
andare a sedersi in braccio a Prim.
“Lo so che è stanco” rispose, lasciando che la ragazza le
sistemasse le trecce un po’ sfatte. “Certe volte, di notte, si sveglia: non
riesce a dormire tanto bene.”
Fece poi segno a Prim di
chinarsi, di maniera che potesse parlarle all’orecchio.
“Ogni tanto ha gli incubi” rivelò con espressione tutto a
un tratto seriosa, come se le stesse mettendo al corrente di un’informazione
particolarmente riservata. “Anche io li ho. Sogniamo il cielo che crolla.[4]”
La ragazza smise di sistemarle i capelli e le fece una
carezza sulla testa, mentre il suo sguardo si soffermava su Hazelle,
sulla stanchezza e la preoccupazione ben celate nel suo volto, ma comunque
presenti. Al di là dell’apparente tranquillità con cui la famiglia Hawthorne sembrava trascorrere i pomeriggi nel Tredici, i
bombardamenti li avevano segnati, così come avevano inciso su tutti i
superstiti del Distretto 12. E all’insicurezza presente in ogni persona
sopravvissuta all’attacco, gli Hawthorne dovevano
sommare la preoccupazione per Gale, così come lei e sua madre erano
costantemente in apprensione per Katniss. Se sua sorella era finita nel mirino
della capitale sin dai primi Hunger Games a cui aveva
partecipato, il primogenito di Hazelle aveva scelto
di finirci di sua spontanea volontà e trovava sempre il modo di trovarsi in
prima linea, quando si trattava di venire invischiati in situazioni pericolose.
“Anche io faccio quegli incubi” rivelò alla bambina,
appoggiando il mento sui suoi capelli. “Ma passeranno, vedrai.”
Posy si fece silenziosa per un po’, così come i suoi
fratelli, che ripresero la loro partita.
“Senti…” esclamò dopo un paio di minuti, tornando a
rivolgersi a Prim. “…Hai scelto che principe vuoi
baciare?”
La ragazza arrossì di nuovo, ma abbozzò un sorriso nel
notare la rinnovata allegria nell’espressione della piccola.
“Perché invece non andiamo avanti con la favola?”
propose, facendola scendere dalle ginocchia per tornare a prendere il libro di
fiabe.
La bambina acconsentì. Lessero l’ultima parte di
Biancaneve e passarono al Brutto Anatroccolo che, nonostante non parlasse di
principesse, attirò subito l’attenzione di Posy.
Erano ormai arrivate a metà della favola, quando la porta
dell’unità si aprì e Gale s’intrufolò dentro. Scoccò un’occhiata un po’
disorientata prima alle due ragazzine, poi ai fratelli, come se stesse cercando
di capire dove sedersi. Infine prese posto sulla sedia che Prim aveva lasciato vuota poco prima, sorridendo debolmente
alla madre in cenno di saluto. Non disse nulla, né diede segno di aver voglia
di farlo. Sembrava stanco e teneva rigido il braccio rimasto ferito durante la
missione di salvataggio, come se stesse cercando di non muoverlo troppo. La
fasciatura che gli copriva la spalla spuntava da sotto il colletto slacciato
dell’uniforme e, anche a quella distanza, Prim riuscì
a notare che sembrava posizionata male – probabilmente se l’era cambiata da
solo. Resistette comunque all’impulso di andare a sistemargliela e proseguì con
la lettura della favola. Posy, tuttavia, non sembrava più particolarmente
interessata al racconto. Aveva di nuovo messo il broncio e continuava a
scoccare occhiate piene d’astio al fratello maggiore che, se lo notò, non lo
lasciò intendere.
A fiaba conclusa, Prim fece
segno a Posy di avvicinarsi a lei per poterle sussurrare qualcosa senza che gli
altri membri della famiglia Hawthorne sentissero.
“Ti ricordi quali erano i nemici più temibili nel Regno
di Posy?[5]”
mormorò, menzionando il mondo immaginario che Vick aveva inventato per la
sorellina qualche mese prima.
La bambina annuì, e il suo sguardo sembrò rabbuiarsi
ulteriormente mentre il ricordo della notte dei bombardamenti tornava a
prendere forma di fronte ai suoi occhi.
“I draghi” mormorò infine, appoggiando la testa sulla
spalla della ragazza. “Quelli che hanno fatto cadere il cielo.”
Prim annuì.
“E chi è che li ha sconfitti, questi draghi?” chiese
ancora, sorridendole con gentilezza. “Chi è ci ha fatti scappare mentre il
cielo cadeva?”
Posy incominciò a inseguire con il dito i contorni del
cigno che figurava nella pagina aperta del libro di fiabe.
“Gale” ammise infine, chinando la testa. Accettare la
resa era qualcosa che riusciva difficile a tutti i membri della famiglia Hawthorne, inclusa la piccola di casa.
Nel sentir nominare il suo nome, Gale si voltò verso le
due ragazzine. Per la prima volta da quando era entrato nella stanza incrociò
lo sguardo di Prim e la giovane si sorprese a
riconoscere un velo di irrequietezza nei suoi occhi, ben camuffato dall’aria
decisa e controllata che ostentava sempre. Prima ancora di realizzare cosa
stesse facendo scese dal letto per raggiungerlo.
“Un vero principe non ha paura di nulla e farebbe di
tutto pur di proteggere le persone del suo regno” proseguì, sorridendo
dell’espressione confusa di Gale. “Giusto?” chiese conferma, rivolta a Posy.
Lentamente la bambina annuì, scendendo dal letto per
dirigersi verso di loro.
“E quindi si merita un bacio” concluse Prim, chinandosi in avanti per baciare il ragazzo sulla
guancia. Gale le rivolse un’occhiata sorpresa, e per un attimo sembrò che si
fosse accorto per davvero della loro presenza nella stanza solo in quel
momento. L’espressione distante e meditabonda che aveva inombrato i suoi
lineamenti sin da quando era entrato nell’unità sfumò leggermente, quando Posy
gli balzò in braccio.
“Ti meriti un bacio!” ripeté, allacciando le braccia al
suo collo e baciandogli l’altra guancia.
Fu a quel punto che Prim lo
vide, appena accennato nel volto del ragazzo, ma comunque presente e rivolto a
lei: un sorriso. Arrossì, avvertendo la solita timidezza fare capolino per
scaldarle le sue guance. Gli sorrise a sua volta, prima di tornare a rivolgere
la sua attenzione ai risolini divertiti di Posy.
“Hai scelto il tuo principe!” dichiarò la bambina,
lasciandosi stringere dal fratello maggiore.
Prim scosse la testa, chinandosi a sfiorare la punta del naso
della ragazzina.
“Non è finita qui” aggiunse, notando l’espressione
astiosa che Rory aveva rifilato per un istante al
fratello maggiore. Si sforzò di trattenere un sorrisetto divertito, mentre si
voltava verso i due mezzani di casa Hawthorne.
“Un vero principe è anche buono e premuroso” spiegò a
Posy, posando una mano sulla spalla di Vick, e baciando anche lui sulla
guancia. Il ragazzino le rivolse un sorriso timido, prima di voltarsi verso Rory, la cui espressione aveva incominciato a farsi sempre
più corrucciata.
Prim intercettò lo sguardo intenerito di Hazelle
che sembrava più rilassata rispetto a prima, ora che tutti e quattro i suoi
figli erano al sicuro nell’unità e che Posy sembrava aver dimenticato il suo
momento di arrabbiatura.
“Ma i principi sono soprattutto forti. E spiritosi”
aggiunse infine Prim, arruffando i capelli di Rory e tirandogli leggermente la testa all’indietro per
dargli un bacio sulla guancia. “E non dimentichiamoci dei capelli rosa”
aggiunse, allungando le braccia per abbracciarlo.
Rory, che ormai aveva le orecchie rossissime e le gote dello
stesso colore, roteò gli occhi a quell’ultima affermazione. La sua espressione imbronciata,
tuttavia, si affievolì quando la coetanea prese posto di fianco a lui e
appoggiò la fronte contro la sua spalla. Prim tornò a
sorridere in maniera più rilassata, mentre incrociava le gambe sul copriletto,
facendo cadere diverse pedine sulla scacchiera. Per quanto i suoi sentimenti
potessero sembrarle confusi, alle volte, la presenza del suo migliore amico
aveva sempre un effetto rassicurante, su di lei. Era come se, con la sua
vicinanza, ogni cosa sembrasse andare finalmente al proprio posto.
Mentre aiutava Rory a sistemare
le pedine che erano cadute, si accorse degli sguardi complici che i più piccoli
di casa Hawthorne si stavano scambiando. Anche Gale
aveva abbozzato un mezzo sorriso, nell’osservare la reazione di Vick e Posy.
“Che avete da sorridere voi due?” sbottò a quel punto Rory, notando loro scambio di sguardi dei due ragazzini.
“Beh…” incominciò Posy, giocherellando con il bracciale
del fratello maggiore. Gale si affrettò a ritirare il braccio, per impedirle di
sganciarglielo. “Il principe e Biancaneve si baciano sulla bocca” continuò la
bambina, rivolgendo ai due migliori amici un sorrisetto birichino. “Gli
innamorati fanno così. E voi siete due innamorati.”
Le sue parole, unite alla reazione imbarazzata di Prim e all’espressione sbigottita di Rory,
fecero scoppiare a ridere Hazelle, che si era
avvicinata per controllare la fasciatura malmessa di Gale.
“Tu sei un po’ troppo sveglia per avere solo cinque anni”
osservò a quel punto Prim, tornando a farle il
solletico per cercare di mascherare il rossore sulle sue guance.
“Certo che lo è” confermò Gale, appoggiando il mento
sulla testa della sorellina. “È una Hawthorne”.
Posy rise e chinò il capo all’indietro per poterlo
guardare negli occhi. Dal sorriso vivace che rivolse al fratello maggiore, Prim ipotizzò che quelle fossero le prime attenzioni che il
ragazzo le rivolgeva spontaneamente da mesi.
Esaminando a uno a uno i sorrisi ormai sempre più rari
dei cinque membri della famiglia Hawthorne, la
ragazzina non poté fare a meno di provare una fitta di serenità, che non le capitava
di avvertire da mesi.
Era orgogliosa di loro, della famiglia che stava ormai
cominciando a considerare un’estensione della propria. Gli Hawthorne
erano parte del suo mondo, parte di ciò che considerava casa, parte di lei.
Era orgogliosa di se stessa e degli sforzi che avevano
fatto tutti assieme, pur di resistere e rimanere in piedi, nonostante l’assenza
di Katniss e i bombardamenti avessero inflitto loro così tante ferite.
Fiera a tutti gli effetti di avere dei fratelli, seppur
non di sangue, su cui poter contare: una piccola principessa birichina e tre
meravigliosi principi.
Note finali.
Questa storia partecipa alla challenge “30 modi di amare, più qualche delizia” indetta
da Nemi23, con il prompt “bacio inaspettato” del
pacchetto KISS.
Buondì. Questa volta salterò la solita premessa iniziale
(della serie: la storia doveva essere molto più corta, ma blablabla)
perché tanto ormai si è capito che se non scrivo dei papiri oblunghi non sono
io. Sono veramente contentissima della partecipazione riscontrata dai
partecipanti alla nostra iniziativa “Babbo Sirenetto” su The Capitol
(venite a trovarci e a sclerare con noi u_u)
perché sono stati formulati tantissimi prompt e sono
tutti splendidi! Questo su Prim e Posy mi ha
conquistata subito e ci tenevo proprio tanto a fillarlo,
perché lo trovavo carinissimo! Questa storia è in assoluto la mia prima Prim!centric, di norma il suo personaggio nei miei racconti
compare sempre filtrato dal punto di vista di qualcun altro (di solito la
principessa Rory) e quindi spero di essere
riuscita a caratterizzarla abbastanza bene. Ci ho infilato dentro qualche
piccolo accenno Gale/Prim (one-sided,
ovviamente, perché lei è troppo piccola e comunque Gale innamorato di Prim non
avrebbe affatto senso), ma soprattutto grandi accenni Prory,
altrimenti Rory mi avrebbe tirato dietro almeno 4
(non una di più, non una di meno u.u) scacchiere con
tanto di pedine. Non potevo tradirlo, insomma <3
E niente, spero tanto che la storia possa piacere alla
persona che ha formulato il prompt <3
Un
abbraccio e a presto!
Laura
[1] Inizio a rompere con le note a piè di pagina :3
L’introduzione della favola di Biancaneve riprende un piccolo passaggio di “A Flower
that Bloom Adversity”,
dove Posy chiede a Gale se Katniss l’abbia baciato sulla bocca come fa il
Principe con Biancaneve.
[2] Ovviamente si parla di Dru, il
migliore amico/futuro fidanzato di Posy già comparso in “Il cielo non crolla”,
“Qualcosa da chiamare Blu(e)”, “Lo strano caso della ghiandaia Rory Hawthorne” & “Raccontami
il Verde”.
[3] Riferimento a “Il cielo non
crolla (ed io nemmeno)” in cui Posy decide inizialmente di essere una
principessa dai capelli rosa, ma cambia idea preferendo poi essere una fata. A
quel punto propone di far fare a Rory la principessa
e da allora Prim e gli altri fratelli Hawthorne lo prendono in giro per questa storia.
[4] Altro riferimento a “il cielo non crolla (ed io
nemmeno)”. Posy si sta riferendo ai bombardamenti nel Distretto 12.
[5] Ennesimo riferimento a “Il Cielo non Crolla”, dove Vick
inventa un mondo immaginario per aiutare Posy a superare il periodo difficile
che comincia dopo la fustigazione di Gale.