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Autore: LaKiks    02/12/2014    0 recensioni
«Santana, sapevo che saresti tornata da me...» il suo tono si fece meno arrogante e più caldo, e a quel punto notai anche gli altri, che ci stavano fissando.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Santana/Sebastian
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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you've been hit by,
you've been struck by
a smooth criminal”

È così che si era concluso il nostro primo incontro. Sulle note della celebre canzone 'Smooth Criminal' di Michael Jackson.
Il primo incontro inteso come solo io e lui, una cosa esclusiva ma non come le solite uscite, ma per dei chiarimenti che ovviamente non ci sono stati.
Avevo chiesto a Sebastian Smythe -studente della Dalton e componente dei noti 'usignoli'- di incontrarci perché, in uno scontro tra usignoli e nuove direzioni, aveva ferito Blaine con una granita che conteneva del sale grosso, o almeno così era stato riferito da lui.
Provavo uno strano odio nei suoi confronti, anche se devo ammettere che è il solito “odio” che provo per quasi tutti quelli che incontro. Non tenevo in particolar modo a Blaine, ma nessuno doveva azzardarsi a ferire qualcuno del nostro glee club, anche perché avremmo potuto rimetterci tutti!
Eravamo rimasti solo io e lui. A cantare quella canzone come per voler dimostrare che entrambi avremmo potuto fare molto di meglio rispetto all'altro.
Come finimmo di cantare, lo guardai un attimo negli occhi, che erano a pochi centimetri dai miei. Arrossii e, per non farglielo notare, gli dissi le ultime due parole girando il tacco per andarmene, quando lui mi bloccò.

«Mi piace il tuo modo di cantare, anche se forse è per il fatto che sono abituato a voci maschili e basta, ma... se hai voglia di cantare un altra volta con me, o per me, fammelo sapere, ok?»
«Hai ferito un mio amico durante uno scontro tra i nostri Glee Club e ora speri di poter, in qualche modo, uscire con me? Non so se solitamente ottieni tutto quello che vuoi, ma di sicuro non otterrai niente da me.»
A quel punto uscii velocemente da quella stanza, ancora più arrabbiata di prima.
Se c'era una cosa che infastidiva Santana Lopez, erano esattamente i ragazzi -o le ragazze- arroganti che pensano di poter ottenere tutto da tutti.

-
Dopo aver portato le prove, ovvero l'audio in cui lui dichiarava di aver messo del sale grosso dentro la granita, mi chiesero di incontrarlo di nuovo per convincerlo a cambiare la loro playlist.
«No ragazzi, io non posso tornare da lui. Non può andarci qualcuno di voi? Kurt, è il tuo ragazzo non dovresti pensarci tu?»
Kurt sbuffò e si scambiò un occhiata con Rachel.
«
Santana, devo ricordarti che sei stata tu ad aver detto 'tra stronzi ci intendiamo, ci penso io' o la prossima volta anche io devo nascondere un registratore sotto una tetta?»

Ovviamente, è inutile stare a dire che mi era toccato incontrare di nuovo Sebastian.
«
Premetto che non sono qui perché voglio uscire con te, ma perché voglio che tu cambi la vostra playlist e lasciare a noi le canzoni di Michael.»
Dissi entrando nella 'sala prove' degli usignoli -stavolta con la solita divisa delle cheerios e non con un tailleur-, ignorando totalmente gli altri, come se non ci fossero.
«
Santana, sapevo che saresti tornata da me...» il suo tono si fece meno arrogante e più caldo, e a quel punto notai anche gli altri, che ci stavano fissando.
«
Non farti strane idee, come ho già detto qualche secondo fa, sono qui solo per la playlist.»
Lui, con un cenno della mano, fece segno agli altri di uscire e loro obbedirono.
Guardai prima loro uscire senza obiettare per poi guardare lui
«
Ma chi sei? Un mafioso che ti basta un cenno della mano per farti obbedire?»
dissi con tono sarcastico, incrociando le braccia al petto
«Se non sbaglio è tuo padre quello in carcere, non qualcuno della mia famiglia. Comunque, per quale motivo dovrei cambiare la nostra playlist? Perché me l'hai chiesto... tu?»
Sul suo volto si formò un sorriso sarcastico e si sedette sulla poltrona dietro la scrivania
«
No, perché hai dichiarato di aver fatto del male a Blaine! E ho registrato tutto, quindi o cambiate playlist o faccio sentire la registrazione al preside della Dalton.»
Rimasi in piedi davanti alla scrivania, a fissarlo con un sorriso beffardo e a quell'ultima mia affermazione sospirò, si alzò e si avvicinò a me
«
Facciamo una cosa...» si avvicinò ancora poggiandomi un dito sotto al mento «Tu esci con me. E io cambio la playlist.»

Dopo l'incontro tornai a casa stanca per tutte le ore passate a scuola e, per rilassarmi, andai sotto la doccia per pensare a quel che era successo con Sebastian, che cosa volessero dire le sue parole. Insomma, io ero andata li con tutte le intenzioni di fargli il culo, e invece lui finisce col dire che avrebbe cambiato tutto solo in caso io fossi uscita con lui. Forse era una trappola per far qualcosa di simile a quel che aveva fatto a Blaine, o forse no... gli ero semplicemente piaciuta.
Eppure, lui non piace a me. Sì, ha un certo fascino e questo non gli si può negare, sono arrossita varie volte durante il nostro scontro e ammetto che guardarlo è un piacere... insomma, un viso e un fisico a quel modo non si vede spesso!
Mi buttai sul letto con l'asciugamano avvolto intorno al petto e uno in testa per far asciugare un po' i capelli, e presi il telefono. Sospirai per poi scrivergli un messaggio:

Non so esattamente quali siano le tue intenzioni, però mi piacerebbe prendere un caffè con te domani. Magari verso le 16.00, dopo scuola?

Rilessi ancora una volta il messaggio non molto convinta, per poi fare un bel respiro profondo e cliccare su 'invia'. Forse avevo fatto un errore madornale, o forse no. Restava solo andare li e scoprire. Scoprire cosa s'aspetta esattamente da me e cosa spera di ottenere.
Dormirci su, forse avrebbe aiutato un po'.

-

Arrivai al Lima Bean qualche minuto prima dell'orario fissato, in modo da riuscire a calmarmi un po'.
Mi misi seduta al primo tavolo che trovai libero, vedendo lui arrivare dopo pochi istanti.
Sgranai gli occhi pensando che non avevo nemmeno avuto il tempo di realizzare cosa stessi facendo, che dentro la mia testa iniziarono a girovagare pensieri su pensieri, che man mano si accumulavano sempre di più.

«Hey! Vedo che anche a te piace arrivare prima...»
Annuii cercando di non sembrare troppo interessata alle sue parole.
«Prendo una cioccolata calda anche per te?»
«Sì, sì volentieri... mi piace la cioccolata, insomma... a chi non piace?» dissi con una risatina imbarazzante dopo essermi intrecciata con le parole. Ma perché diamine, tutto questo, mi metteva così tanta agitazione? Okay, ha già fatto del male a Blaine ma non credo stia cercando di tirarmi in una trappola, e di sicuro non davanti a tutte queste persone.

Tornò dopo un minuto con entrambe le ordinazioni, per poi sedersi davanti a me. Mi sorrise mentre mischiava la panna nella cioccolata, che sembrava deliziosa.
«
Non mi aspettavo che mi avresti scritto il giorno stesso del nostro incontro, infatti sono rimasto un po'... sorpreso!»
Mi strozzai con un sorso di cioccolata appena preso, per poi tossire appena e leccarmi le labbra
«
Beh, devo ammettere che mi hanno incuriosita le tue parole, non me lo sarei mai aspettata... tanto che all'inzio ho pensato che tu mi volessi vedere per tirarmi in qualche trappola, per questo ho chiesto di vederci qui, in un luogo dove ci sono svariate persone e non solo... io e te.»
Posò il bicchiere sul tavolino ridendo divertito, per poi guardarmi scuotendo appena la testa, e io arrossii di nuovo, infamandomi mentalmente da sola.
«T
u eri arrabbiata con me per quel che ho fatto al tuo amico, e ti capisco. Ma questo non mi ha impedito di chiedere a una bella ragazza e talentuosa come te, di uscire. Anche perché mi sembra di averla risolta la questione... o no?»
Dopo un minuto nel quali rimasi a fissare le sue labbra che si muovevano per parlare, e le sue mani che gesticolavano quasi spontaneamente, riuscii a dire qualche parola anche io.
«
Sì, credo si sia... risolto, sì... cioè, Blaine sta male è stato operato ma credo... credo che sia risolto, tutto. sì. Tranne la questione della playlist...»
Dissi nella speranza che, almeno stavolta, non ci sarebbe stato da discutere troppo.

Passarono quasi due ore da quando eravamo li, nel quale ero riuscita a convincerlo a cambiare canzoni -ho dovuto convincerlo promettendogli un altro incontro-, parlando anche dei nostri hobby, il genere di musica preferito e i cantanti preferiti, e anche delle differenze tra la mia e la sua scuola. E, non credevo sarei mai arrivata a dire ciò, ma Sebastian Smythe era un tipo davvero interessante, carino e simpatico. Sotto quel ragazzo 'duro' e 'antipatico', si nasconde un ragazzo pieno di sogni e quant'altro. Chi l'avrebbe mai detto?

-

Ormai quasi tutti i giorni mi incontravo con Sebastian, sia per una cioccolata che anche per studiare insieme. La cosa era totalmente degenerata, rispetto a come ero partita all'inizio.
«
Dai, devi ripetermi l'ultimo capitolo e poi ce l'hai fatta!»
Seb si buttò a peso morto sul divano del mio salotto, passandosi una mano sulla faccia sbuffando
«
Santana, sono le dieci di sera non ce la faccio più! Abbiamo fatto una pausa solo per cenare, tanto come minimo nemmeno mi interroga! E poi a chi interessa di tutta questa gente? Sono tutti morti.»
Indicò il libro con fare schifato, sfogliando svogliatamente qualche pagina per poi guardarmi abbattuto. Mi misi seduta accanto a lui, sospirando e poggiando il libro sulle gambe
«
Giuro che se mi dici l'ultimo capitolo, per una settimana non nomino la parola 'studio'. Anche perché sarò impegnata con gli allenamenti delle Cheerios, quindi... sei fortunato»
Ridacchiai con aria furba, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre lui, preso per disperazione, iniziò a dirmi l'ultimo capitolo, parola per parola
«B
ravo!! Che diavolo ti ci voleva a dire tutto ciò?!» lo abbracciai e spontaneamente gli stampai un bacio sulle labbra. Mi staccai lentamente, senza dire niente, col respiro che si faceva più profondo, e riaprii piano gli occhi per guardarlo.
Nel silenzio che era calato, si sentiva solo il respiro di entrambi e il mio deglutire. Rimase un attimo a fissarmi senza saper cosa dire, mentre io diventavo sempre più paonazza, per poi vederlo avvicinarsi di nuovo a me per baciarmi, stavolta in un bacio più lungo.
Feci scivolare il libro dalle mie gambe, che cascò rumorosamente a terra, per avvicinarmi di più a lui in quell'intenso bacio. Ci staccammo entrambi per riprendere fiato, rimanendo l'uno con la fronte contro quella dell'altra, sorridendoci ampiamente e senza dire niente, come per non rovinare quel momento.

-

Il mattino seguente andai stranamente felice, ma pur sempre pensierosa, a scuola. Indossavo qualcosa in più oltre alla solita divisa delle cheerios: un ampio sorriso che solo a vederlo avrebbe fatto sorridere chiunque.
Dopo il bacio di ieri sera e dopo che lui era tornato a casa, mi aveva mandato un messaggio con un semplice 'buonanotte' e un cuoricino, ma che in quel momento mi sembrava la cosa più tenera di tutti i messaggi mandati fin ora, dopo quello del buongiorno, ovviamente!
Non sapevo come sarebbero andate le cose tra noi due, fin ora ci eravamo visti solo come... amici. Anche perché era stato solo un bacio, voglio dire... a quale adolescente non è scappato involontariamente un bacio mentre studiava con un coetaneo? Probabilmente non a molte persone, ma un bacio può anche non significare niente... o significare molto.
Passai le lezioni come se nulla fosse, con la testa completamente altrove. Lo stesso per l'allenamento delle Cheerios, ero brava in quel che dovevo fare, come sempre, ma ero ovviamente distratta. Il che aveva incuriosito un po' tutte, soprattutto la coach Sylvester che ogni scusa era buona per urlare in quel megafono che, rispettosamente parlando, glielo avrei messo volentieri in qualche posto oscuro, dove non batte il sole.

Riuscii a scappare velocemente dallo spogliatoio per dirigermi fuori, dove lo trovai appoggiato alla sua macchina, con le braccia al petto, e un sorriso stupendo -per il quale ogni volta sorrido anche io, ma come un ebete- stampato sul volto.
«
Cosa ci fai qui?» chiesi felice, avvicinandomi a lui che mi diede un tenero bacio a stampo, come se fosse un qualcosa di totalmente normale, ormai. Non so se già sarei stata disposta a scambiarmi tali effusioni in pubblico, ma ammetto che non mi era affatto dispiaciuto, ha quelle labbra così morbide che... TORNA IN TE, SANTANA!
«
Volevo essere sicuro che fosse tutto apposto, visto che hai fatto due ore in più di scuola per gli allenamenti... la porto a casa, signorina?» annuii sorridente per poi salire nella sua macchina.

E così, passammo un altro pomeriggio insieme, parlando anche un po' di quel che era successo la sera prima e di quel che potrebbe nascere tra noi due.
Il fatto che lui ne parlasse senza troppo imbarazzo o paura di affrontare qualcosa di nuovo come una relazione -con me che fino a qualche tempo fa, in teoria, ci odiavamo-, mi faceva sentire a mio agio e sicura di tutto quello che stava succedendo. In più è un ragazzo che, una volta presa confidenza, è anche molto protettivo e a me piace potermi sentire protetta da un ragazzo, soprattutto se è il MIO ragazzo.
Okay, ancora non lo era... però sarebbe potuto diventarlo a breve! E devo ammettere che sono sempre stata un po' gelosa. Non sempre sempre, ma da un po' di tempo ad ora.

-

Era finalmente la sera della festa di Halloween. Al William McKinley non avevano organizzato nulla di che se non una piccola esibizione fatta da noi nuove direzioni, come sempre.
Dopo lo spettacolo, corsi a casa per togliermi i vestiti di scena e mettermi il mio custome da strega. Strega un po' sexy, volevo accontentare il mio fidanzato.
Perché SI', dopo settimane di attesa, si era deciso a chiedermi di stare con lui, e io ovviamente non ho esitato un attimo a dire di sì. E sono anche abbastanza tranquilla, perché nella sua scuola dove va lui sono tutti maschi e nessuno si azzarderebbe a toccare il ragazzo di Santana Lopez. Anche perché nessuno vuole vedermi mentre urlo arrabbiata in spagnolo, nemmeno mia madre.
Comunque, mi misi il vestito nero un po' strappato qua e la, che lo rendeva più vissuto. I capelli li avevo già neri di mio, quindi bastava un trucco adatto e un cappello a punta in testa, con qualche ragnetto disegnato qua e la.
Feci in tempo a ritoccare l'ultima volta il trucco che sentii la macchina di Seb fermarsi nel vialetto di casa.
Salutai l'ultima volta i miei per poi prendere la borsa e correre fuori.
Salii in macchina e lo vidi ricoperto di sangue e ferite finte: era uno zombie. Lo zombie più attraente che abbia mai visto, e baciato.
La festa si sarebbe svolta al 'Bel grissino', che per l'occasione avevano tolto un sacco di tavoli -ne avevano lasciato due o tre per il buffet-, per creare un ampia pista da ballo. Entrammo alla festa insieme, mano nella mano, per raggiungere i nostri amici.
C'erano sia compagni di scuola di Seb che gli altri delle Nuove Direzioni. La festa già da subito sembrava interessante, c'era della bella musica, un sacco di gente e, soprattutto, del buon cibo -cosa che al bel grissino, non poteva mancare-.

Le festa stava procedendo alla grande, c'era anche un fotografo che, in uno spazio apposito con uno sfondo un po' macabro, faceva le foto e anche noi, ovviamente, ci siamo fatti fare un paio di foto che sicuramente stamperò e metterò nel mio armadietto ormai stracolmo di cose.
Verso le 23.00 allestirono il palco per il karaoke, inutile dire che un sacco di noi del glee club, siamo corsi per poter cantare qualcosa.
I primi furono Kurt e Blaine che cantarono 'Perfect', che vennero seguiti da Rachel che cantò 'without you' al suo Finn, e poi finalmente arrivò il nostro turno.
Pensammo che la canzone perfetta per noi due, fosse 'true love' di Pink. Perché se guardiamo bene il testo, ci rappresenta molto.
All'inizio ci odiavamo, o almeno dovevamo odiarci per sostenere ognuno il nostro glee club, solo che tutto quell'odio si è trasformato in amore.
Con un cenno della mano e un sorriso, mi fece capire che avrebbe fatto iniziare me.

“Sometimes I hate every single stupid word you say,
sometimes I wanna slap you in your whole face.
There's no quite like you, you push all my buttons down,
I know life would suck without you”

Intonai il primo verso della canzone, ballando un po' e guardandolo mentre mi sorrideva con quell'aria goffa donata da quel trucco da zombie.

“At the same time I wanna hug you, I wanna wrap my hands around your neck.
You're an asshole but I love you, and you make me so mad
I ask myself
Why I'm still here? Or when can I go? You're the only love I've ever known, but I hate you, I really hate you
So much I think it must be...”


Finito anche il secondo verso, cantato da lui mentre io mi scioglievo nel guardarlo, intonammo insieme il ritornello scambiandoci sguardi languidi che quasi mi facevano stupire di me stessa. E stupivano molto anche gli altri, tanto abituati alla Santana Lopez che si arrabbia persino per un assolo mancato.
-

La festa finì in bellezza, alcuni erano ubriachi, altri allegri e altri con ancora l'adrenalina in corpo, quella che rimane sempre dopo una festa o una serata a divertirsi.

Mi riportò a casa, come sempre lo salutai con un dolce bacio e la buonanotte e scesi. Andai verso la porta e lo sentii chiamarmi, mentre scendeva dalla macchina
«Santana, aspetta.»
Dal tono che aveva sospirai e mi girai, preoccupata, a guardarlo. Preoccupata perché mi aveva fermata in un modo che sembrava volesse darmi una brutta notizia, o comunque dirmi qualcosa di positivo. Qualcosa che non avrei voluto sentire, non ancora.
Si avvicinò a passo svelto, con fare agitato, e mi prese le mani stringendomele.
«Io... Sei stata la prima persona che è riuscita a starmi vicina per più di una settimana, nonostante il mio carattere difficile. Perché so di avere un carattere difficile, so che non sono esattamente il tipo di ragazzo che tutti potrebbero desiderare...»
Scossi appena la testa, bloccandolo
«Seb, non so dove vuoi arrivare, però non devi scusarti per il tuo carattere... E per me sei il ragazzo migliore del mondo, indipendentemente da come eravamo l'una con l'altro all'inizio»
Ci fu un attimo di silenzio -un po' imbarazzante, devo ammetterlo- in cui lui non fece altro che continuare a stringermi le mani e a guardarmi negli occhi
«Santana Lopez, io ti amo. Non so se è troppo presto per dirlo, ma io non posso più tenerlo per me. Sentivo il bisogno di dirtelo.»
Lo guardai negli occhi, senza dire niente, lasciando le sue mani. Notai subito la sua espressione delusa. Gli sorrisi e gli gettai le braccia al collo, per stringerlo in un forte abbraccio.
«Ti amo anche io, Sebastian Smythe.»



Note:
Salve a tutti! Questa è la seconda storia che pubblico, ed è la prima che riguarda Glee.
Ci sono stata più tempo ti quanto pensassi, ma non riusciva mai a convincermi e ogni pochino la modificavo.
E ora, per la felicità di Elena che questa FF gliel'ho fatta sudare non so quanto, finalmente l'ho pubblicata! Spero possa piacervi.
Le recensioni negative sono ben accette, sono utili per poter scrivere meglio la prossima storia.
Un bacio a tutti. <3

   
 
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