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Autore: Dakota Blood    02/12/2014    0 recensioni
[Altri attori/telefilm]
Una ragazza diversa da tutte quelle che si incontrano ogni giorno. Improvvisamente la sua vita cambia, si ritrova catapultata in un mix di sensazioni talmente travolgenti da non lasciarle un attimo di respiro. Un uomo, il suo unico, grande desiderio. Un sogno fin troppo grande. Destino, fortuna, amore, fato benevolo. Insomma, a volte per far sì che un sogno si avveri, basta solo volerlo con tutto il cuore.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ora di pranzo. Ma chi mangia? Oswald ha bussato più volte alla porta della mia camera, voleva assicurarsi che stessi bene e che la tappezzeria fosse all'altezza delle mie aspettative. Che cosa gli avrei potuto dire? Mi sento quasi in paradiso! Per questo ho lo stomaco chiuso... perché mi sento talmente felice, euforica, estasiata, che mi dimentico perfino di mangiare! Se dovessi intervistare ogni giorno Robin Taylor credo che perderei tre chili alla settimana, povera me! Diventerei trasparente! Comunque la suite è incredibile! La camera da letto ha degli enormi cuscini a forma di cuore, alle pareti ci sono tante stelline colorate, dei quadri che rappresentano delle scene romantiche ( il bacio di Romeo e Giulietta)  e nel bel mezzo della sala c'è una piccolissima scultura che ricorda moltissimo Amore e Psiche. Il bagno assomiglia a quello dei palazzi reali, i rubinetti sono dorati, le tende di un rosso vermiglio, è munito di una vasca idromassaggio enorme e di una doccia che spruzza getti d'acqua coloratissimi e vivavi. Veramente incredibile! Guardo la doccia, provo a far scendere un po' d'acqua ( cercando di non inzaccherarmi come una bambina di sei anni) e mi perdo completamente. A chi potrei rivolgere i miei pensieri più impuri se non a quel meraviglioso pinguino? Già me lo immagino mentre cerca di scappare dalle mie grinfie da strega maledetta, mentre con la giacca inzuppata d'acqua e sapone inizia a guardarmi in modo maldestro, un po' perchè vorrebbe sfuggirmi, un po' perché in realtà anche lui vorrebbe ciò che voglio io, un po' perché Oswald inizia a bussare alla porta e ci interrompe, quell'idiota con la marmellata sui pantaloni! Ma perché inizio a vagare con la mente in questo modo?! Insomma, un po' di contegno. Chiudo il rubinetto, mi asciugo le mani e mi do una sistematina guardandomi allo specchio. Dentro l'armadietto trovo una lacca ecologica, una spazzola con denti neri e rivestimento dorato e alcune cuffie per capelli. Guardo attentamente la mia immagine, come se stessi ammirando un quadro antico.
No sono proprio niente male, però. Capelli medio-lunghi tendenti al rosso, occhi grandi ed espressivi, collo non troppo da cigno ma nemmeno troppo da tacchino ( non cercherò affatto di imitarlo, specialmente di fronte al Lord) mani eleganti da ragazza che passa più tempo al pianoforte che non a fare shopping fino a tarda sera, braccia toniche e non troppo molleggianti, viso tondo ma non troppo, naso a posto, non a patata, non greco e non troppo lungo. Mento a posto... LABBRA! Ecco, arriviamo alle labbra. Carnose al punto giusto, un po' a forma di cuore. Io non uso mai i rossetti, a volte mi lascio andare con una tonalità rossa ma generalmente le lascio al naturale. Ma per quest'occasione credo proprio che opterò per un rosso/passione/amore mio vieni da me.  Ma quanto sono idiota, c'è proprio da ammetterlo eh! 
Voglio essere raggiante, bellissima  e incredibilmente seducente. Oddio, niente di volgare, ovvio, ma so già che indosserò qualcosa di particolare. Pantaloni, camicia nera con mille pizzi, stivaletti neri e poi cos'altro? Non saprei proprio. Sono così nervosa! I capelli! Li lascio sciolti oppure li raccolgo con un bel fermaglio bianco? E se li tingessi di un rosso più intenso? No no no, rossetto rosso, capelli rosso fuoco, guance rosse dall'emozione. Ci mancano solo i vigiili del fuoco e poi siamo a posto. Mi sto ridicolizzando! 
Prendo il telefono, c'è poco campo. Guardo l'orario. Le 16:30.
Chiudo gli occhi e respiro intensamente. Mi stendo sul letto con i cuscini a forma di cuore, ne prendo uno e lo stringo dolcemente. Penso al viso del Lord, penso al modo in cui cammina, lo vedo mentre si inchina e mi bacia deliziosamente la mano, lasciando che le sue labbra fluttuino nell'aria come piccole piume leggiadre. Mi cinge i fianchi con una delicatezza incredibile, e contemporaneamente inizia a baciarmi il collo con una passione tale che mi lascia senza fiato. Il cuore mi esplode nel petto, inizio ad agitarmi come se avessi la febbre a quaranta, ma non sto affatto delirando, sto assaporando un momento talmente intenso che non oso aprire gli occhi. Robin è dietro di me, ma non osa premere il suo corpo contro il mio, il suo tocco è talmente delicato che le sue mani assomigliano a quelle di un essere sovrannaturale. Un fantasma da amare tutta la notte. Il freddo mi avvolge come la notte, sento qualcosa di ghiacciato sul mio petto, poi apro gli occhi e stringo un ciondolo a forma di farfalla.
-è il mio regalo per te, Ophelia, vuoi accettarlo?-
è quasi un sussurro, ma il cuore mi salta via come una trottola. Rischio di impazzire. Lui mi fa girare, con una delicatezza incredibile, appoggia le sue morbide mani sulle punte delle mie spalle e mi fissa negli occhi, sorridendo.
Mi perdo completamente nel suo sguardo magnetico. Una calamita, un gatto malefico dall'animo nobile, un'emozione inenarrabile, un'ardore mi attanaglia il cuore, lasciandomi inerme e immobile.
-Si, lo accetto. Io, io penso proprio di amarti, sai?-
Lui ride e mi bacia dolcemente. E io non oppongo resistenza. Ha un sapore strano, dolciastro, sembra di succhiare una caramella al lampone, non so bene come spiegarlo, ma è quasi come una droga. Non voglio staccarmi da lui. Mi stringe dolcemente, come un koala, e io mi sento così piccola, così bambina, che quasi mi vien da piangere ma poi ricaccio indietro le lacrime prima che possano rovinare tutto. Lui se ne accorge e si ferma.
-Che c'è?-
-Niente, va tutto bene, forse va addirittura fin troppo bene. Sono io che son sbagliata, ho sempre paura di vivere le emozioni al massimo per timore che tutto possa svanire da un momento all'altro-
Mi bacia la fronte amorevolmente. Mi sento ghiacciata, come se avessi passato le ultime due ore in freezer. Mi guarda, aggiustandomi una ciocca di capelli che continua ripetutamente ad annapparmi la vista, e poi mi sorride, per niente arrabbiato. E allora capisco che mi ama.
-Mi ama!- Mi sveglio di soprassalto e l'unica cosa che sento è la voce di una cretina che grida come una pazza. Poi realizzo che la cretina in questione sono io.
-Era solo un sogno- Abbraccio forte il cuscino, che mi sembra per davvero un morbido gatto arancione, e ripenso a quella scena, ripenso all'intensità del momento, a quanto quel bacio sia sembrato così reale e incredibilmente sincero. Ho sentito che mi amava come nessun uomo mi ha mai amato in tutta la mia vita. Il tocco leggero delle sue labbra, la sua lingua vellutata che si insinuava nella mia bocca senza esasperarmi, le sue mani che si intrecciavano fra le mie, la collanina con il ciondolo a forma di farfalla. Un sogno stupendo. Sento che il rubino regalatomi dall'anziano signore sta producendo degli effetti positivi, sia sulla mia anima che nel mio cuore.  Mi alzo dal letto, tremendamente scossa dal quel sogno così realistico, e fisso il parquet per circa dieci minuti. Poi ripenso alla mia Roma, la città dell'amore, dei sogni, del Colosseo, la città in cui la maggior parte delle persone vorrebbero vivere. Ci penso e mi sembra di essere un'altra persona, mi sembra di non aver mai vissuto in quel piccolo loft che condividevo con mia sorella. Mi sento un'altra donna, mi sento diversa, come se avessi cambiato gran parte della mia anima. Mi sento talmente strana che ho addirittura paura a guardarmi allo specchio.
Infatti non lo faccio. In compenso inizio a gironzolare attorno al mini-bar, cerco qualcosa da bere ma poi decido di lasciar perdere i superalcolici e stupidaggini simili. Mi piazzo davanti alla finestra, scosto un pochino la tenda e mi perdo nella lussureggiante vegetazione del Central Park. Dei bambini stanno giocando a rincorrersi mentre le loro giovani mamme sfogliano dei giornali di moda, credo Vogue o Cosmoplitan. Un cane, molto simile allo Sharpei, si lancia all'inseguimento di un frisbee verde chiaro mentre un gatto bianco e nero va su tutte le furie perchè vorrebbe i suoi amati croccantini. Mi scappa una risata frettolosa e richiudo velocemente la tenda. Non riesco a rimanere calma, non riesco proprio a tranquillizzarmi. Non c'è niente che riesca a distrarmi, nemmeno tutte quelle persone che si divertono al parco. L'orologio appeso alla parete segna le 18:30. 
Mancano solo tre ore.
Tre, il numero perfetto. Sento che oggi morirò. No anzi, le questioni qua sono due. O muoio oppure farò delle figuracce stratosferiche, quindi perderò sicuramente il lavoro. Meglio disoccupata che senza Lord. Qualcuno bussa alla porta, vado ad aprire di malavoglia, sbuffano e strascicando i piedi indolenziti. Maledette decollète!
Apro e per la seconda volta nel giro di sole poche ore mi ritrovo il visetto asciutto di Oswald che mi osserva divertito
-Scusi il disturbo signorina, ma volevo avvisarla che il signor Taylor la attende giù nella hall. Ovviamente l'incontro sarà riservatissimo, niente fans nei paraggi, nessun pettegolezzo, niente vecchiette che cercano di ficcare il naso in cose che non proprio non le competono, insomma, niente impicci-
Non credo di riuscire a connettere il cervello. Non ora. Non mi sento assolutamente pronta. Mancavano tre ore. Ne sono sicura. Anzi, ne sono sicurisssssima. Non è possibile che in un albergo così tanto rinomato, l'orario sia sbagliato! è impossibile! E ora che cavolo faccio? Mica posso presentarmi così, in ciabatte ( marroni tra l'altro!)  senza un filo di trucco, con i capelli disordinati, con le occhiaie e con una fame tremenda. Mi sento quasi svenire.
-Ophelia, mi ha sentito?-
-Certo, certo, dannazione! Credevo di avere ancora tre ore di tempo, insomma! Come farò ad intervistarlo conciata così!-
Mi guarda disorientato e poi allarga le braccia come a dire:-Beh qual è il problema?
-Deve solo intervistarlo, non dovete andare a cena assieme! O sbaglio?-
Sorride divertito. Il ragazzetto ha una voglia incredibile di prendermi in giro, non c'è alcun dubbio. Ha capito quanto io tenga a quest'uomo, e allora vuole ridere di me. Ma non glielo permetterò, ah no! Nessuno si prende gioco di Ophelia! 
-Senti Oswald, apprezzo la tua incredibile gentilezza, i tuoi modi raffinati, la tua premura, ecc ecc, ma ora sarei molto felice se tu mi lasciassi sola con i miei pensieri. Sai, non è che mi capita tutti i giorni di intervistare un attore così acclamato!-
-Certo, certo. Devo ammettere però che non capisco il motivo di tanto nervosismo. Mah, voi donne siete proprio strane-
Mi mordo le labbra, sento che se non mi deciderò a mandarlo a quel paese ( la reception in questo caso)  nel giro di due secondi mi strapperò la lingua a morsi e affogherò nel mio stesso sangue. 
-Buona serata, Oswald. Scendo fra cinque minuti. Dica al signor Taylor di aspettare un attimo-
-Bene. Non stia troppo in pensiero, lei è una giornalista più che perfetta!-
Gli sbatto la porta in faccia, sento il cartellino DO NOT DISTURB tintinnare a destra e a sinistra, come un piccolissimo pendolo e mi accascio a terra, sfinita.
Sono esausta e ancora non l'ho nemmeno incontrato. Mi asciugo le prime lacrime della serata con le maniche della maglietta e respiro, cercando di darmi una controllata. Mi alzo, mi sistemo velocemente i capelli senza guardarmi allo specchio e poi chiudo gli occhi.
Troppe immagini si affollano nella mia mente, davvero troppe.
Fotografie di personaggi intervistati nel corso dei miei dieci anni di attività,  mia madre mente mi aiuta a spegnere la mia prima candelina, mio padre che mi abbraccia emozionato e felice il giorno della mia laurea in giornalismo, mia sorella mentre mi saluta con un fazzoletto bianco in mano ( manco stesse prendendo la nave, ma va beh, in famiglia tendiamo ad esagerare!) il mio capo ( un pomodoro pelato di circa 120 chili e altrettanti chili di antipatia) che mi grida contro un sacco di frasi disconnesse e senza senso, le mie colleghe che mi abbracciano commosse e le altre che mi squadrano dalla testa ai piedi con sguardo malefico e omicida. E  poi l'immagine più bella, più nitidia e più rassicurante di tutte: quella di Robin mentre mi accoglie a braccia aperte e si presenta con modi garbati e cortesi.
Apro gli occhi, dando una velocissima sbirciatina all'orologio. Le 18:50.
La fronte, già imperlata di sudore, ora è completamente fradicia. 
SONO IN FOTTUTISSIMO RITARDO
   
 
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