Probabilmente ti amo
 
Perché? Perché non posso essere felice? Perché ci deve essere sempre qualcuno che mi porta via la felicità?
Ormai i miei occhi conoscevano troppo bene le lacrime. La vista si offuscava e iniziavano a scendere quelle maledette bastarde.
Sono stanco di essere paragonato a mio fratello, lui è bravo a cucinare, disegna bene, è sempre allegro. Io invece non so fare altro che restare in silenzio e subire il dominio di altre nazioni.
Sono stufo di questa vita.
Durante la notte un terrificante dolore al petto mi assale. Urlo, urlo con tutta l’aria che ho in corpo, ma per quanto io urli nessuno viene da me. Rimango solo in un angolo della stanza, raggomitolato tra le lenzuola.
 
Perché? Perché lui è così diverso? Perché lui mi sorride, anche se non ha motivo di farlo? Gli faccio pena? Sicuramente è così, tutte le nazioni che mi hanno dominato mi tenevano come trofeo. Io non sono un trofeo.
Smettila di sorridere! Lui, quel bastardo, non lo sopporto. Così luminoso, così solare, così raggiante. Tutto l’opposto di me.
 
Anche questa notte urlo per il solito dolore. Urlo e piango senza riuscire a smettere, poi ti vedo entrare, ti siedi vicino a me, tenti di abbracciarmi, ma io ti spingo via. Ti urlo contro. Ti odio. Perché sei qui? Perché ti interessi a me?
Anche se ti ho detto di andartene tu rimani vicino a me. Lentamente mi addormento senza accorgermi di aver appoggiato la testa sulle tue ginocchia.
Apro piano gli occhi. Caldo, sento del calore. Alzo lo sguardo e lo vedo. Pelle olivastra, capelli mori, maledetto sorriso, occhi verdi. Mi alzo di scatto e gli tiro un cuscino in faccia imprecando.
Dannazione! Perché?! Perché ti ostini di starmi accanto?! Avvicini la tua mano alla mia testa e mi accarezzi i capelli ribelli. Sento uno strano calore alle guance.
Hai davvero tanto da fare, però trovi sempre il tempo di stare con me. Mi suoni la chitarra, mi canti canzoni nella tua lingua. Dici che la musica può rendermi più allegro.
Perché fai tutto questo per me?
 
Ormai sono grande, ma continui a trattarmi come un ragazzino. A volte ti do del bastardo col sorriso facile. Smettila di preoccuparti per me, la tua nazione è messa molto peggio.
E’ colpa mia. Per mantenere me tu hai fatto molti sacrifici.
 
Dobbiamo separarci. Non sorridi più, ma guardi con ira chi ci sta allontanando. Guardi me in cerca di conforto, ma io distolgo lo sguardo.
Starai meglio senza di me. Non avrai più un peso attaccato le gambe.
Addio.
 
Saranno passati anni da quando non ti vedo. Sei dimagrito, ma il tuo sorriso è ancora li. Non è cambiato.
Vorrei trattenermi eppure qualcosa mi spinge ad avvicinarmi a te.
Ti saluto, tu saluti me. Non ci guardiamo.
Provo a sigillare tutto ciò che voglio dire, ma questo comporta la fuori uscita di quelle maledette lacrime.
Sono anni che non ti vedo, maledizione. Com’è possibile che mi sei mancato così tanto?!
Maledetto, maledetto spagnolo.
Mi  abbracci. Non me lo aspetto. Sgrano gli occhi. Le lacrime non smettono di scendere.
Ricambio l’abbraccio.
Senza di te mi sento tremendamente solo.
Tu mi dai uno scopo, so che vivrò per te.
Forse è questo quello che gli umani chiamano amore, ma probabilmente non te lo dirò mai.
Probabilmente ti amo.




Angolo dello sclero!

Okey! Sono risorta! Davvero mi dispiace tanto essere mancata per così tanto tempo.
Con questa storia mi rimetto in gioco! 
Lo so, lo so... devo aggiornare l'altra mia fan fic e giuro che lo farò al più presto!
Spero non mi odierete! <3 
Approfitto per dedicare questa fan fiction a Umi Ryan la mio mitica gemellina! <3 Ti amo mia scazzatissima Roma! Tsuki Kirkland Ryan