-Sette anni-
 

Quanto era passato dal giorno in cui Fairy Tail aveva smesso di essere la gilda migliore di tutta Fiore?
Sette anni.
Erano bastati sette lunghissimi anni per farla crollare, far perdere le tracce dei loro membri più forti, erano scomparsi, o meglio, si amava credere che fossero dispersi, ma dopo tutti quegli anni la speranza ormai veniva meno.
E lui rimaneva lì, fissava il mare con occhi vuoti e ricolmi di tristezza, osservava il punto in cui un tempo sorgeva l'isola di Tenroujima, la dove si presupponeva fossero morti i maghi, ma nemmeno il loro corpo era stato ritrovato.
Sospirò passandosi una mano tra i folti capelli candidi come la neve.
Sentiva molto la mancanza di quella gilda, gli edifici che non crollavano più, e il suo lento disfacimento rendevano tutto estremamente complicato.
Ma chi altri mancava all'appello?
Quel ragazzo dai capelli corvini che per anni era stato per lui quasi come un fratellino, colui che aveva imparato l'arte della magia che plasmava il ghiaccio.
Era scomparso anche lui.
"Come Ur" pensò "Ora ho perso anche Gray".
Non c'era dolore più grande per il ragazzo se non quello di essere consapevole di aver perso un caro amico.
Certo litigavano spesso e volentieri, ma quante volte lui aveva salvato l'allievo più giovane e viceversa?
E quanto ancora assieme ai suoi compagni lo aveva cercato e ricercato, osservano ogni centimetro della superficie del mare e ogni antro di terra visibile, e niente.
E ormai aveva perso le speranze, aveva rinunciato a volerlo trovare.
Cercare qualcuno che non si trovava era più doloroso del saperlo morto, ed era quel pensiero che affollava la mente del giovane mago di Lamia Scale: Lyon Vastia.
"Dannazione Gray" pensò ancora "Possibile che tu sia veramente morto?".
Era davvero triste l'idea.
E spesso camminava per le strade di Fiore, e più volte passava innanzi alla gilda ormai in rovina, ridotta ad una catapecchia in cui nessuna persona sana di mente avrebbe osato sostare.
Eppure lui entrava, sperando in qualche vana e positiva notizia.
« Allora?» chiedeva ormai come di consuetudine.
« Nulla di nulla, Lyon» rispondeva il master provvisorio, Macao « Nessuna notizia».
E a quel punto non osava nemmeno proseguire la conversazione che subito si affrettava ad uscire.
« Sei in pensiero per qualcuno di loro?» domandò nuovamente una volta che arrivò all'uscio.
« Può darsi!» rispose evasivo « Non riesco a crederci che la gilda che sconfisse gli Oracion Seis sia diventata così».
E con quella mezza-verità se l'era cavata fin troppo bene, e si era concesso di uscire senza troppe domande dalla locanda.
Camminò ancora a lungo per le strade di Magnolia, sospirando e calciando qualche sasso di tanto in tanto.
E quel giorno, alle soffuse luci del tramonto, si era fermato al porto ad osservare il mare, seguendo con lo sguardo l'ipotetico percorso della nave salpata sette anni or sono e il probabile punto in cui quei maghi forti e valorosi erano dispersi.
Eccolo il mare, splendere radioso ai soffusi raggi del sole che si rispecchiavano sul velo dell'acqua.
Ora quel mare per lui rappresentava troppi ricordi di persone care.
Il mare era il luogo che conteneva lo spirito di Ur, la sua insegnante, che si era disciolta per il suo sciocco desiderio di superarla annientando il demone Deliora, e ora, conteneva probabilmente anche il corpo di Gray Fullbuster e degli altri maghi che aveva conosciuto: Natsu, Erza, Lucy, Wendy, erano tutti scomparsi in seguito a quell'incidente.
Alzò gli occhi al cielo, ignorando quei pensieri che ormai erano divenuti sempre più di compagnia e avviandosi tranquillamente come suo solito al suo appartamento.
"Inutile che ci pensi, Lyon" si impose mentalmente per autocovincersi "Non tornerà nessuno di loro".