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Autore: Despicable Meggs    03/12/2014    3 recensioni
Tony e Ziva sono sposati. Hanno una bella casa, il lavoro all'NCIS con i loro amici e anche una bella bambina di nome Becky. Tutto procede serenamente nelle loro vite finché un giorno un'oscura presenza dal passato si rifà viva minacciando la loro tranquillità.
Riusciranno i nostri agenti, la nostra squadra, a fermare questa minacciosa presenza? Cosa succederà alla famiglia DiNozzo e ai loro amici?
Ecco la mia nuova storia del mercoledì XD Spero vi piaccia... Anche se leggendo il primo capitolo potreste pensare il contrario, ci sarà molto TIVA! :D Anche perché, ho mai scritto qualcosa che non sia TIVA? XD Attenzione: molto ANGST in vista!! Buona lettura :D
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 24

Era passata una settimana da quando Ziva era tornata e adesso la cosa si stava facendo più reale per tutti.
Al lavoro di nuovo era tornata un'atmosfera più rilassata, Dorneget aveva conservato la sua nuova posizione perché Ziva, come aveva detto a Tony, per il momento non aveva intenzione di riprendere il lavoro.
Dopo il terribile anno che aveva passato voleva riposarsi e godersi la sua famiglia.

Ogni mattina rimaneva a casa con Becky mentre Tony andava al lavoro.
Avevano trovato così tante attività da svolgere assieme e Ziva l'aveva persino iscritta ad un corso di ginnastica artistica che sarebbe iniziato a settembre.
Nel week end avevano visto delle bambine far il saggio estivo e Becky era rimasta molto colpita, tanto che Ziva l'aveva portata alla palestra e dopo un'ora di prova aveva deciso di iscriverla.
Quel giorno quando Tony tornò a casa fu assalito da Becky che non faceva altro che raccontargli di quanto si era divertita e che Ziva l'aveva iscritta.

"Papà guarda, questa è la divisa che devo mettere e la mamma mi porterà alle lezioni" disse Becky.
"Wow e poi un giorno io ti porterò alle olimpiadi" rispose Tony.
"Che cosa sono le olimpiadi?" chiese lei.
"Una gara molto importante che si svolge ogni quattro anni" le spiegò Ziva.
"Ma sei ancora piccola, hai tempo" aggiunse.
"Io la voglio fare!" esclamò sorridendo.

Tony prese in braccio Becky e si mise comodo sul divano.

"Papà ti accompagnerà e tu sarai bravissima... E magari vincerai la medaglia d'ora e la mostrerai a tutti quanti all'NCIS" le disse.
"La vincerò per te, papà" rispose Becky.
"Tony non ha ancora iniziato il corso e tu già pensi alle medaglie che vincerà?" lo rimproverò Ziva.
"Scusa, ma io lo so già che la mia principessa sarà una campionessa" disse lui dando un bacio alla figlia.

Quella sera dopo aver messo Becky a dormire si ritrovarono in salotto a chiacchierare.

"Lo sai è bello riaverti qui con me... Poterti abbracciare prima di dormire, poter fare questo" disse Tony baciandola con passione.
"L'ho sognato tante volte, mentre ero sola" ammise lei.
"Ora non lo devi più sognare" le sussurrò stringendola a sé.

"Domani arriverà mio padre" disse lui dopo un po'.
"Lo so..." bisbigliò lei.
"Sarà un bella sorpresa per lui rivederti" commentò Tony.
"Non vorrei si arrabbiasse..." rispose.
"Oh, Ziva. Non credo proprio... Ha sofferto molto anche lui quando pensavamo che tu fossi morta" la tranquillizzò lui.

Qualche giorno dopo che Ziva era tornata, Tony aveva chiamato suo padre e gli aveva chiesto di venire a Washington per un saluto.
Ovviamente lui non aveva rifiutato, solo che non poteva subito quindi dovettero aspettare.
Tony non lo aveva avvertito di Ziva, voleva che fosse una sorpresa e tra l'altro non pensava che fosse bello dare una notizia del genere per telefono.

"Tuo padre è sempre stato così buono con me... Spero che il nostro rapporto non cambierà, gli voglio davvero bene" rispose lei.
"Vedrai che non cambierà. Non essere così preoccupata per tutto amore, andrà bene" disse Tony.

Rimasero sul divano a coccolarsi e chiacchierare per un bel po', finché Tony si accorse che Ziva stava cedendo.

"Occhioni belli, ti stai addormentando?" le chiese.
"Si" disse lei con voce assonnata.
"Allora andiamo nel letto dove potrò continuare a coccolarti e tu potrai addormentarti tranquilla" suggerì.

E infatti dopo pochi minuti che erano a letto Ziva si addormentò tra le braccia del marito.
Il mattino seguente rimasero tutti e tre a casa per aspettare Senior, erano tutti felici che arrivasse finalmente anche lui poteva sapere di Ziva.

"Abba, tra quanto arriva il nonno?" chiese Becky mentre facevano colazione.
"Dopo pranzo. Perciò dovrei essere molto brava e aiutarci a sistemare la cucina" rispose Tony.
"Va bene. Secondo te il nonno mi ha portato dei regali?" domandò ancora.

Ziva sorrise nel sentirla chiedere questo, anche prima della sua assenza Senior le portava sempre qualcosa ogni volta che andava a trovarli.

"Credo proprio di si, principessa. Il nonno ti vizia sempre" commentò Tony.
"Perché mi vuole bene" constatò lei.
"Si, te ne vuole molto" confermò lui facendole una carezza.

Il pomeriggio arrivò velocemente e Becky non stava più nella pelle, voleva che il nonno arrivasse e vedesse che Ziva era lì.
Anche Tony era entusiasta, l'unica preoccupata come al solito era Ziva.

Tony non le disse nulla, sapeva che la sua preoccupazione sarebbe svanita nel momento in cui Senior le avesse dimostrato quanto era felice che fosse di nuovo lì con loro.
Quando il campanello suonò, Ziva ebbe un sussulto mentre Becky gridò felice.

"È arrivato il nonno! Vado io!" disse scattando in piedi e correndo alla porta.

Ziva fece un respiro profondo, cosa che Tony notò.
Le prese la mano e le diede un bacio.

"Ricorda, andrà bene" le ripeté di nuovo.

Dal salotto potevano sentire Becky che accoglieva Senior.

"Nonno!" gridò saltandogli in braccio e facendogli cadere il borsone che aveva in mano.
"La mia nipotina preferita. Che bello vederti così felice, Becky" le disse.
"Nonno vieni, ho una sorpresa per te" rispose Becky.

Scese da un braccio a Senior e lo prese per mano guidandolo fino in salotto.
Si bloccò appena vide chi c'era.

"La mamma è tornata! Hai visto è tornata!" gli disse saltellando.

Ora non sapeva cosa dire.
Pensò di essere ancora sull'aereo e di stare sognando perché quello che vedeva non poteva essere reale.
Ziva davanti a lui, viva e vegeta di fianco a Tony. Quella era una scena che avrebbe visto un anno prima, ma per lui Ziva era morta.

Tony stava ancora stringendo la mano di Ziva e decise di prendere l'iniziativa e parlare perché all'apparenza a parte Becky erano tutti senza parole.

"Non stai sognando, se è quello che ti chiedi" gli disse.
"Tu sei viva?" chiese a Ziva.
"È quello che mi chiedono tutti... Si, sono più che viva in questo momento" rispose lei.
"Ma come è possibile? Tu eri... Morta" disse.

Ziva non rispose, si sentiva a disagio.
Si sentiva come se mentendo a tutti ora non avesse più la fiducia di nessuno e questo la stava facendo sentire male.

Senza dire nulla, Senior si avvicinò e l'abbraccio.
Fu un abbraccio pieno di amore, Ziva poteva capire che Senior era davvero felice di vedere che era viva.

"Ziva, tesoro. Quanto mi sei mancata, non hai idea" le disse.
"Anche tu" ammise lei emozionata.

Tony aveva ragione, Senior sembrava felice di vederla almeno per il momento. Ma era ancora troppo sotto shock per parlare.

"Questa è proprio una sorpresa" commentò riferendosi a quello che gli a aveva detto Becky.
"Te lo avevo detto" disse la bambina andando verso la madre.

Si sedettero tutti sul divano e Becky andò a mettersi sulle gambe della madre, per farsi coccolare un po'.

"Che cosa era successo, Ziva?" domandò Senior che voleva capire.
"Dovevo sparire, per evitare che qualcosa di brutto succedesse" rispose senza scendere nei dettagli.

Non erano discorsi da fare in presenza di una bambina, avrebbero spiegato tutto con calma quella sera dopo aver messo a letto Becky.

"È un sollievo rivederti qui, un miracolo. Quasi non ci credo" disse lui.
"Nemmeno io ci credevo, nonno. Ma papà ha detto che non sono pazza e la mamma è qui davvero" rispose Becky facendo sorridere tutti.

"Da quanto sei tornata?" domandò ancora.
"Una settimana" rispose lei.
"Ti abbiamo chiamato un paio di giorni dopo, ma non volevamo dirtelo per telefono" aggiunse Tony preoccupato che il padre si sentisse escluso.
"Oh, avete fatto bene. Non vi avrei creduto e poi mi sarebbe preso un infarto. A dirla tutta un infarto lo avuto anche ora vedendoti" commentò lui.

"Mi dispiace di aver creato problemi anche a te, non volevo. Cercavo solo di proteggere tutti" iniziò lei.

Il senso di colpa non l'abbandonava.

"Zee" le disse Tony toccandole il braccio.
"Ziva, non dispiacerti di nulla. Guarda, non mi interessa come sei tornata mi basta sapere che tu sei di nuovo qui per l'essere felice" la tranquillizzò Senior.

Ziva sorrise tirando un lungo sospiro di sollievo.

"Anzi sapete cosa? Credo sia il caso di festeggiare andando fuori a cena. Questa sera offro io" aggiunse lui.

Cenarono assieme come una famiglia, di nuovo dopo tanto tempo.
Era rilassante e bello poter tornare a fare quello che non avevano fatto da più di un anno.
Senior pensò che finalmente, quell'anno, Tony avrebbe potuto festeggiare di nuovo il suo compleanno con la moglie. Si ricordava bene come l'anno precedente fosse stato difficile.

Quando ritornarono a casa fu compito di Senior mettere a dormire Becky.
Le piaceva che il nonno la coccolasse sopratutto perché non lo vedeva spesso.

"Allora principessa, cosa leggiamo stasera?" le chiese mentre Becky si metteva sotto le coperte.
"Il libro nuovo che mi hai portato. E io leggo le parole difficili anche" disse lei.

Ma non fecero in tempo ad iniziare che Becky prese a parlare.

"Sei felice che la mamma è di nuovo qui, nonno?" disse.
"Molto amore e sono anche tanto felice di vederti di nuovo sorridere così" rispose Senior.
"Anche papà è felice. Lui non piange più ora" aggiunse Becky.
"Lo sai, tesoro... Sei stata molto brava con il tuo papà quando lui aveva bisogno" le disse.
"Io non ho fatto nulla. Papà invece mi faceva sempre sorridere anche quando volevo solo piangere" rispose lei sinceramente.
"E invece, anche se non lo sai, hai fatto tanto per papà" disse Senior dandole un bacio.

Lessero la storia. Becky si addormentò prima ancora di finirla così Senior scese in salotto dove lo stavano aspettando.

Gli spiegarono a grandi linee quello che era successo, per fare capire anche a lui che Ziva non era andata via per capriccio ma che aveva avuto una valida motivazione.

"Tony mi ha detto tutto quello che hai fatto per lui e nostra figlia e te ne sono davvero grata" disse Ziva sinceramente.
"Sapete che io ci sono sempre per voi, non vi avrei mai lasciati soli. Avrei fatto la stessa cosa se ad andare via fosse stato Tony" rispose.

Ed era vero, nonostante sembrasse pensare solo a sé, in realtà Senior era molto legato a loro. Erano la sua unica famiglia e sperava di redimersi per come si era comportato con Tony quando era piccolo.
In realtà a Tony ormai non interessava più, ma era molto felice di averlo nella sua vita.

Quando Tony si alzò per andare in cucina a prendere qualcosa da bere per tutti, Senior ne approfittò per parlare un attimo da solo con Ziva.
Aveva già visto che ancora non era perfettamente a suo agio.

"Ziva, stai bene ora?" le chiese.
"Meglio. Ma starò bene" ammise lei.
"Immagino sia stato straziante per te come lo è stato per noi" rispose Senior.
"Lo è stato e continua ad esserlo ora. Per il senso di colpa e per la paura che in fondo tutti voi mi odiate per ciò che ho fatto" disse sinceramente.

Lui si alzò e le si sedette accanto.

"Hey, io in questa casa vedo tutto tranne che dell'odio. E non penso Tony sia capace di odiarti. Tantomeno la tua bambina che non fa altro che parlare di quanto è felice che tu sia qui" spiegò lui.

Tony li sentì parlare e aspettò prima di rientrare in salotto.
Ascoltò quello che si dicevano e anche lui condivise quello che Senior le stava dicendo. Ma sapeva che a Ziva sarebbe servito molto tempo e non aveva fretta. Le sarebbe stato accanto per sempre.

Quella sera, nel loro letto, Tony prese Ziva tra le braccia e strinse.

"Hai visto, mio padre era più che felice di averti di nuovo" le sussurrò.
"Avevi ragione. È che sono così insicura in questo periodo" rispose.
"Non dovresti esserlo, sai? Prova a rilassarti, Zee" le disse.
"Non ci riesco, ho sempre tanta paura di trovarmi da sola. Ancora" rispose lei.
"Zee" le sussurrò.

Poi la sentì piangere.

"Hey, perché piangi?" le chiese subito abbracciandola più forte.
"Non lo so" rispose lei.

Si sentiva patetica, ma le veniva da piangere.

"È perché sei stressata e hai bisogno di coccole. E io sono qui per questo" le disse lui lasciandola sfogare.

In fondo ne aveva bisogno, Tony sapeva di come Ziva si chiudeva in sé stessa e immaginò cosa dovesse essere stato l'ultimo anno per lei senza nessuno che la facesse sfogare.
Lasciò che piangesse fino ad addormentarsi e sperò che il giorno seguente fosse migliore.

Senior passò quasi una settimana in casa loro, era così felice di avere la famiglia riunita che non poté non voler passare del tempo con loro.
Furono tutti tristi quando dovette tornare a casa, ma aveva del lavoro da svolgere e sarebbero andati presto a trovarlo.


Fine agosto:

Era ormai passata tutta l'estate.
Ziva si stava riambientando molto bene nonostante la fatica iniziale. Becky aveva passato tutta l'estate con la madre e Tony era anche riuscito a prendere qualche giorno di ferie per andare in vacanza assieme.

Avevano deciso di andare via prima che la scuola ricominciasse e Gibbs gli aveva concesso quattro giorni a fine agosto.
Non che Tony non avesse bisogno di vacanze ma nell'anno passato aveva dovuto prendere molti giorni di ferie e ora non poteva stare lontano dal lavoro più di tanto.

"Sveglia! Dobbiamo andare in vacanza!" gridò Becky la mattina alzandosi.

Era molto eccitata, come tutte le volte che dovevano andare via.

"Tateleh, sono le sei e un quarto" si lamentò Ziva guardando la sveglia.
"Oh, Becky è prestissimo. Tesoro torna a dormire" la implorò Tony.
"Ma no! Dobbiamo andare in vacanza! Non è mai troppo presto per partire" rispose lei.
"Principessa, stiamo andando solo al mare. Sono al massimo quattro ore di macchina per raggiungere la nostra meta. Non importa partire ora" le spiegò Tony.
"Ma io sono già sveglia" rispose lei sconsolata.

Aveva davvero voglia di prendere la sua piccola valigia e partire.
Da quando Ziva era con loro aveva ritrovato molta energia e ora si faticava a tenerla ferma.
Ziva, vedendola così felice non volle deluderla rimandandola a letto così decise di alzarsi con lei e lasciar dormire Tony ancora un po' visto che dopo doveva guidare.

"Becky, scendi di sotto. Ora vado in bagno e scendo a fare colazione con te" le disse.
"Si!" esclamò felice obbedendo alla madre.

"Un bel cambiamento dalla Becky senza voglia di fare nulla di quando tu non c'eri più" commentò Tony.
"Adesso ti da il tormento di nuovo" scherzò Ziva baciandolo prima di alzarsi.

Tony le aveva raccontato tutto quello che era successo con il passare del tempo. Di come Becky era diventata silenziosa e chiusa a quello che avevano fatto insieme.
E di come era felice che ora la figlia fosse di nuovo allegra e solare come prima.

Quando Ziva raggiunse la cucina, Becky era già seduta a tavola.

"Che mangiamo per colazione?" chiese vedendo la madre.
"Puoi scegliere tra yogurt e latte e cereali" le rispose.
"Latte e cerali" disse Becky.
"Ok, allora io mi mangio lo yogurt" commentò Ziva prendendo quello che serviva e sedendosi con la figlia.

"Mamma, quando non eri con noi hai fatto il bagno al mare?" le chiese.
"Un paio di volte amore, ma non è stato molto divertente da soli" rispose Ziva.
"Anche io e papà siamo stati al mare. E papà mi ha lanciato in acqua ed era freddissima" ridacchiò lei.
"Adesso facciamo il bagno tutti assieme?" aggiunse.
"Certo e questa volta ti lancio io" rispose.
"E io ti annego" disse Becky facendole la linguaccia.
"Ah si? Beh vedremo se sarò più veloce a scappare via" la sfidò Ziva.
"Sono sicura che vinco io, Ima. Papà dice sempre che sono un pesciolino veloce" disse Becky sicura di se.
"Oh, allora più che un pesciolino sei uno squaletto" rispose.
"Si! Però non ti mordo, non ti faccio male" ci tenne a precisare lei.

Un paio di ore dopo anche Tony aveva fatto colazione ed erano tutti pronti per partire.
Caricarono le valigie e sistemarono Becky sul suo seggiolino prima di iniziare il viaggio.

"E adesso, pensiamo ad un gioco divertente da fare mentre io guido" disse Tony.
"Io ne so uno!" esclamò Becky.
"Uno dice una lettera e bisogna dire tante parole con quella lettera senza mai ripeterle. Il primo che ne ripete una perde" aggiunse.
"Allora inizio io. Lettera B" disse Ziva.
"Becky!" esclamò la figlia.

Passarono almeno la metà del viaggio facendo quel gioco.
Durante l'altra metà Becky guardò un film dal suo Tablet mentre Tony e Ziva parlavano tra loro.
Stavano già progettando qualche cosa divertente da fare la sera. Visitare qualche paesino vicino e portare Becky al Luna Park sulla spiaggia. Volevano godersi quei giorni che avevano, era la loro prima vacanza da tanto.

Non appena arrivati lasciarono le valige in hotel e andarono in spiaggia. Becky non stava più nella pelle e loro volevano accontentarla.

"Abba, costruiamo un castello di sabbia?" chiese lei.
"Certo, uno grande e io sarò il re. Tu fai la principessa?" disse Tony.
"Esatto. Ora muoviti, alle principesse non piace stare senza il castello" rispose.

Costruirono il castello velocemente e Tony chiese a Becky di cercare delle conchiglie per decorarlo.
Andò sulla riva, ne raccolse alcune e torno dal padre.

"Papà ho trovato questo. Lui sarà il re del castello" gli disse.
"Un granchio?" chiese Tony.

Becky aveva trovato un piccolo granchietto e lo stava mostrando al padre felice.

"Si vedi, se lo mettiamo qui lui è felice e questa diventa la sua casa" spiegò lei posando il granchio.
"Mi sembra che questa casa gli piaccia. Gli facciamo una piccola porta così può anche uscire?" suggerì Tony.
"Si, così può anche lui andare a fare il bagno" approvò Becky.

Poco dopo Ziva arrivò silenziosa alle spalle di Becky e la sollevò all'improvviso.

"Ima! Che fai?" chiese Becky divertita.
"Ho pensato che è l'ora del bagno e voglio essere io a lanciarti" rispose andando verso l'acqua.

Becky non fece in tempo a lamentarsi, perché Ziva fu velocissima a lanciarla facendole fare un grande schizzo di acqua.
Tony le aveva appena raggiunte e guardava divertito la scena.

Passarono il resto del giorno in spiaggia e poi cenarono in Hotel.
Quella sera decisero per il Luna Park, il viaggio era stato lungo e non avevano voglia di fare passeggiate.
Non appena misero piede lì Becky si illuminò.

"Io voglio fare un giro su tutto, posso vero?" chiese felice.
"Potrai fare un giro su tutti i giochi per bambini, ma non quelli da grandi" le spiegò Ziva.
"Niente giro sulle montagne russe?" domandò un po' delusa.
"Sei ancora troppo piccola, non voglio che la mia principessa stia male mentre siamo al Luna Park" le disse Tony.
"Ma io non starò male. Non sto mai male quando mamma guida e lei guida peggio delle montagne russe" commentò lei.

Tony rise di gusto, mentre Ziva sul momento ci rimase male. Ma poi rise, sapeva anche lei che il suo stile di guida era alquanto alternativo.

Tuttavia Becky insistette molto e alla fine cedettero entrambi concedendole la possibilità di far un giro sulle montagne russe più piccole.
Si divertì come una pazza facendo il suo giro insieme a Tony, tanto che chiese di essere riportata lì un'altra sera prima di tornare a casa.

"Abba, mi prendi in braccio? Io sono un po' stanca" disse Becky mentre tornavano verso l'albergo.
"Vieni qui, principessa stanca" rispose prendendola in braccio.

Non arrivarono a metà strada che Becky dormiva in braccio al padre. Ziva le mise un golfino leggero sulle spalle per non farle prendere freddo.
Non appena in camera la misero nel lettino a fianco al loro e decisero di passare qualche momento assieme sul terrazzo, prima di andare a dormire.

C'era la luna fuori e il cielo era sereno, era una serata perfetta.

"Lo sai che sei molto sexy in bikini?" le disse abbracciandola da dietro.
"Lo sai che non avrai quello che vuoi stasera perché Becky dorme nella nostra stessa stanza?" rispose lei.
"Sei crudele" le disse.
"Sono realista" commentò.
"Ma questo non vuol dire che non ti bacerò fino a toglierti il fiato, sederino peloso ma sexy" rispose iniziando a baciarlo.
"Baciamo come se non ci fosse un domani, David" le disse.
"Non ti preoccupare, un domani ci sarà. E anche un dopo domani. Per sempre" concluse lei prima di riprenderlo a baciarlo.

La loro vacanza si svolse meravigliosamente, tutto fu perfetto.
Si divertirono da pazzi e furono davvero tristi di dover tornare a casa, ma ripartirono con la speranza di poter fare un'altra vacanza presto.
In fondo ora erano insieme e nulla li avrebbe divisi.





Note dell'autrice:

OMG questo è il penultimo capitolo. Tristezza :(
Mi mancherà questa storia, lo so già.

Però per lasciarvi con felicità ho deciso che questi ultimi capitoli sarebbero stati solo family e come potete vedere lo sto facendo.
La visita di Senior e obbligatoria e anche una loro piccola vacanza. Se la meritavano, no? Io dico di si XD

Ci vediamo venerdì, con il penultimo capitolo della storia del venerdì (tristezza anche qui)
A prestoooo

Baci, Meggie.
  
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