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Autore: raffychan    04/12/2014    6 recensioni
A una settimana dalle sue nozze Gourry riceve una lettera da Lina “Ti aspetto nel luogo dove tutto ha avuto inizio”. Non c’era bisogno di altre spiegazioni, Gourry ricordava benissimo quel posto dove 5 anni fa, ricorsa da una banda di banditi, incontrò quella strana ragazzina dagli occhi grandi.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rischio tutto pubblicando questa piccola One-shot che ho in cantiere da parecchi mesi. Avrei voluto farla revisionare prima di pubblicarla visto che, come sempre, ho dei piccoli problemi di punteggiatura e di grammatica, mettiamo poi che non sono mai stata una grande scrittrice e quel poco che riesco a fare sono sempre piccole storielle autoconclusive. Ovviamente non posso appoggiarmi gli altri in eterno ed aspettare che arrivi l’aiuto dall’alto dei cieli quindi ho deciso di pubblicarla lo stesso, cercando di trovare da me quegli errori e rimediare da sola, spero di esserci riuscita almeno un po’. ^///^ Come sempre i vostri consigli sono preziosi per me quindi non fatevi alcuno scrupolo nel dire che fa schifo o dove ho sbagliato perché solo così posso crescere e migliorare. Vi lascio dunque a questa piccola storiella con l’augurio e la speranza di essere riuscita a raggiungere lo scopo che dall’inizio mi ero prefissata. 
 
 
Era l’alba di un nuovo giorno in quella città dove da quasi un mese Gourry aveva deciso di rimanere, ed era da una settimana che si svolgevano i preparativi per il suo matrimonio.
Scostando le tende della sua stanza poteva chiaramente vedere la figura di Amelia dare ordini a destra e a manca a tutti i vari addetti al “lieto evento” che da li a una settimana si sarebbe tenuto, mentre Zelgadis controllava una lista lunga un paio di metri che Amelia aveva stilato il giorno prima, cercando di eliminare alcune cose fin troppo fastose e per nulla utili, a detta di lui.
In fondo lo sposo aveva chiesto un matrimonio semplice ma, chissà perché, Amelia non era intenta a dargli ascolto.
Dopotutto si trattava del matrimonio di Gourry, il loro amico e compagno di tante avventure. Insieme a lui erano riusciti a sconfiggere innumerevoli nemici.
Già, avevano vissuto davvero un sacco di avventure loro tre anzi, loro quattro, visto che un’altra figura era sempre presente nelle loro avventure, un figura che in quel momento mancava all’appello.
Gourry chiuse la tenda avvicinandosi alla scrivania dove appoggiata vi era una lettera indirizzata a lui e che proprio quella mattina Zelgadis gli aveva recapitato. Non conteneva molte parole e nemmeno un mittente ma una sola e significativa frase “Ti aspetto nel luogo dove tutto ha avuto inizio” .
Per Gourry quelle poche parole furono sufficienti a farlo sorridere. Conosceva benissimo quella calligrafia, così come conosceva e ricordava perfettamente il luogo dove lei voleva incontrarlo.
Come poteva dimenticarlo?
Li, in quella foresta sperduta, cinque anni fa, aveva sentito la voce di una ragazza urlare, rincorsa da una banda di banditi, e lui che subito era intervenuto in suo soccorso convinto di salvare una dama di rara bellezza e nobili origini, ritrovandosi davanti una ragazzina dagli occhi grandi.
Sorrise a quel ricordo, infilandosi la lettera in tasca uscendo dalla sua stanza attento a non farsi vedere da nessuno: non era necessario che qualcuno vedesse lo sposo darsela ad una ipotetica fuga una settimana prima del suo matrimonio.
Uscendo di casa e allacciandosi il mantello, Gourry sgusciò via da tutti quei preparativi diretto al luogo dell’incontro.  
Fu verso il pomeriggio del secondo giorno di viaggio che finalmente riuscì a raggiungere il luogo prefisso.
Quella raduna era rimasta identica a cinque anni fa.
Gli alberi, la terra ricoperta mi erba e muschio, l’aria frizzante e carica dei profumi tipici dell’autunno.
Era come se quella raduna stessa volesse conservare  ogni gesto, ogni parola e ogni profumo di quel giorno.
Un giorno come tanti si potrebbe dire, ma che inevitabilmente aveva dato il via ad una grande avventura.  
Gourry si avvicinò lentamente nel punto preciso dove la vide per la prima volta e fu proprio li che lei lo stava aspettando,  girata di spalle, con il vento che muoveva leggermente quei capelli rosso fuoco .
“Sei in ritardo, cervello di medusa” la voce calma della maga ruppe il silenzio di quel momento mentre Gourry la raggiungeva  sorridendo.
“Le chiedo scusa madame, ma nella sua lettera si è dimenticata di specificare l’orario dell’incontro” disse scherzosamente, mentre la maga si voltava verso di lui incontrando gli occhi e il sorriso di Gourry.
Era cambiata, Lina, Gourry se ne rese conto non appena la vide.  
Il suo corpo non era più minuto come quando l’aveva conosciuta cinque anni fa, ma aveva assunto le classiche forme che caratterizzano una donna adulta, nonostante il seno continuasse a rimanere piccolo, e anche il suo viso era più maturo e più bello.
Dopotutto anche lui era cambiato in cinque anni. Ormai era un uomo fatto e finito e presto sarebbe diventato anche un uomo sposato, con le sue responsabilità e i suoi doveri da bravo marito.
Rimasero in silenzio alcuni minuti, fu Lina a spezzarlo mentre sia avvicinava lentamente allo spadaccino, parlando con il suo solito tono  di sfida
“Beh in ogni caso non è carino far aspettare così una signora, mi auguro che sarai puntuale almeno il giorno del tuo matrimonio, sempre se te lo ricorderai visto che non hai mai brillato di memoria”.
E già, Gourry Gabriev era ormai famoso per la sua memoria simile a quella di un mollusco, quasi quanto Lina era ormai famosa per le sue doti da grande maga.
“Non credo che potrò dimenticarmelo. Amelia sta tenendo il conto peggio di una suocera. Temo che quello che non arriverà intero al matrimonio sarà Zelgadis visto che sta svolgendo sia il compito di testimone che quello di tenere a bada le sfrenate idee di Amelia”.
Lina non poté fare a meno di ridere pensando al povero Zelgadis mentre tentava di far capire ad Amelia il concetto di “cerimonia semplice”, ancora si chiedeva perché Gourry aveva deciso di lasciare i preparativi in mano alle fantasie fin troppo romantiche di Amelia.
“Te la sei voluta Gourry, tu non sai mai dire di no agli amici e infatti eccoti qui.”
Sorrise dolcemente, felice di ritrovarselo davanti.
Non aveva scritto che poche parole in quella lettera, e nemmeno l’aveva firmata, ma sapeva che non ce n’era bisogno, dopotutto era sempre stato così fra di loro.
“Mi conosci Lina, sai che non sarei mancato per nessuna ragione al mondo” .
No, lui non sarebbe mancato, lei questo lo sapeva eppure, voleva divertirti ancora un po’ a prenderlo in giro, fino a che poteva ancora farlo.
“E si, sei qui, ma mi chiedo quanto sarà contenta tua moglie quando verrà a sapere che sei scappato per correre da un’altra”.
Lo stava provocando, ormai l’aveva capito, ma Gourry conosceva bene i suoi polli e conosceva bene lei, per questo non si scompose più di tanto davanti a quella minaccia da parte di Lina.  
“Beh… conosco la mia futura moglie e posso dirti che, a dispetto di tutto, non è poi così gelosa, anche se me ne ha fatte passare davvero tante.”
Bene a quanto pare anche lui voleva giocare e lei era pronta ad accettare la sfida.
Lina sorrise mentre allungava il passo superando Gourry, dandogli di nuovo le spalle.  
“Quindi devo dedurre che sei fermamente convinto della tua scelta? Non credevo che ti saresti accasato così facilmente, non eri il tipo”.
C’era qualcosa di  malinconico in quelle parole, lui l’aveva sentito, ma decise di non darci troppo peso, girandosi a sua volta seguendo i movimenti della maga ma  rimanendo dov’era.
“Le persone cambiano, Lina, e fanno gesti strani e anche inconsulti, tu più di tutti dovresti saperlo.”
Già, lei in quel campo era la maggiore esperta.
Il gesto di rischiare tutto, di cancellare l’intera umanità pur di salvare quell’unica vita. Quello spadaccino che ora era li, con lei, pronto a legare quella vita che lei aveva salvato ad una donna.
Forse era per questo che non riusciva più a guardarlo in faccia: la consapevolezza di aver perso la battaglia più importante, quella che forse più di ogni altro temeva di affrontare e da cui, già sapeva, sarebbe uscita sconfitta.
Aveva lottato però, eccome se l’aveva fatto.  Ogni giorno e ogni notte per evitare che quel giorno arrivasse. Per non doversi trovare li, in quel luogo, dove tutto era cominciato e ora dove tutto sarebbe finito.
Dire addio all’amico più caro che lei avesse mai avuto.
Strinse i pugni cercando di non mostrarsi a Gourry in quello stato, voleva che lui la ricordasse così: forte e libera, come lo era sempre stata.
Forte da sapersela cavare benissimo in qualsiasi circostanza e libera si, libera di continuare a viaggiare, di vedere posti a lei ancora sconosciuti, di imparare magie e incantesimi sempre più potenti, anche senza il suo migliore amico.
“Dovresti essermene riconoscente però, se non l’avessi fatto a quest’ora non ci sarebbe nessun matrimonio e il mondo avrebbe un cervello di medusa in meno”. 
Stava lottando contro se stessa e contro i suoi sentimenti pur di non far vedere cosa celasse in quel momento il suo cuore.  
Dentro di lei però si stava dando della stupida.
Era Gourry quello da cui voleva nascondersi.
Da quell’amico che ormai la conosceva meglio di chiunque altro, che non l’avrebbe mai voluta diversa dalla persona che era, pronto a legarsi in eterno ad una donna.
Sorrise.
Non era il caso di fare la bambina proprio in quel momento, lei l’aveva chiamato per …salutarlo.
Per dirgli addio.
Per dirgli che gli anni passati insieme erano stati fantastici e lasciarlo …si.
Salutare quel caro amico che, proprio in quel momento, mentre lei iniziava a formulare nella sua mente le giuste parole da dire, la prese tra le braccia, stringendola a se, premendo il naso contro quella cascata di lava e Lina che teneramente si abbandonava a quell’abbraccio, chiudendo gli occhi, stringendo le mani di Gourry, intrecciando le dita alle sue.
“Gourry, se inizi già da ora a tradire tua moglie te lo dico subito, meglio se te la dai a gambe perché temo che potrebbe vendicarsi visto che lo verrà a sapere”.
Gourry aumentò al stretta al corpo di Lina, lasciandosi scappare una piccola risata.
“E come potrebbe venire a saperlo? Qui ci siamo solo io e te”.
“Appunto”
Rispose Lina in un sussurro, senza riuscire a sottrarsi a quell’abbraccio.
“Quindi tu, Lina, la mia migliore amica, saresti pronta a gridare ai quattro venti quello che sto facendo pur di non farmi sposare?” .
Adesso era lui che teneva il coltello dalla parte del manico e si stava divertendo a provocarla.
 Ma lei era pur sempre Lina Inverse, e Lina inverse sa sempre uscire vittoriosa da qualsiasi situazione.  
“Visto che ti ostini a fare il cascamorto con le altre, dopotutto conosco la sposa meglio di chiunque altro e posso dirti che non è contenta che tu abbracci a tradimento una povera e indifesa fanciulla come me”.
Gourry a quel punto lasciò la presa dal corpo di Lina, mentre lei finalmente si girava, incontrando ancora una volta lo sguardo limpido di Gourry.
“E chi sarebbe la fanciulla indifesa qui?”.
Era più forte di lui.
Prenderla in giro, farla arrabbiare, vedere quella scintilla nei suoi occhi mentre si preparava a tiragli un pugno nello stomaco.
Per altri questo poteva essere inteso come una sorta di perversione, ma per Gourry quella specie di routine era diventata indispensabile come l’aria, come lo era ogni gesto della maga nei suoi confronti.  
E infatti arrivò, puntuale come un orologio svizzero, quel “pugnetto”, come ostinatamente lo chiamava Lina, sul suo stomaco.
“Ancora non hai perso questo tuo brutto vizio, vedo”.
“Ehehehehehe….”
Rise Gourry mentre portava le mani al suo stomaco ferito.
Anche Lina rise perché dopotutto anche lei amava quei momenti insieme a lui.
Dopo pochi secondi Gourry si riprese, chiedendo a Lina per quale motivo voleva incontrarlo proprio li e a pochi giorni dal suo matrimonio.
Ecco, il momento era giunto, doveva dirglielo o non avrebbe avuto altre occasioni.
Prendendo un lungo respiro alzò lo sguardo incatenando gli occhi a quelli dello spadaccino.
Voleva imprimersi quel volto e quegli occhi  nella mente per non dimenticarli mai .
Non era mai stata un tipo romantico e non voleva esserlo nemmeno in quel momento, altrimenti la sua reputazione da grande maga genico, terrore dei ladri, sarebbe andata a farsi benedire, ma per una volta, per quell’unica volta, poteva benissimo lasciarsi andare.
“Ti ho chiamato per salutarti, per dirti che sei stato un amico, il più caro amico che potevo desiderare. Per dirti che sono stata felice di averti conosciuto e che ringrazio quei banditi che cinque anni fa mi hanno seguita perché ho avuto la fortuna di essere salvata dal più stupido e dal più dolce cervello di medusa. “
Era uscito tutto di getto e in modo spontaneo dalle sue labbra, come se finalmente un grosso ed enorme nodo che da giorni aveva allo stomaco si fosse finalmente allentato, lasciando dentro di se soltanto la consapevolezza che stava dicendo addio alla persona più importante per lei per intraprendere una nuova vita, una nuova avventura.
E sorrise, Lina.
Sorrise di gioia e di felicità, continuando a guardare il suo migliore amico.
Gourry sospirò, felice di sentire quelle parole che ormai erano stampate nel suo cervello, guardando il volto radioso della maga, della sua migliore amica, di quella ragazzina dai grandi e bellissimi occhi grandi.
 Allungò una mano e prese delicatamente quella di Lina, portandola alla bocca, baciandole il palmo.
 “Anche io sono felice di averti conosciuta, sei stata una persona importante per me, la mia famiglia, e  la ragione per portarmi dietro una spada che per me non era altro che un inutile fardello, anche se hai cercato di rubarmela non so quante volte. Ti ringrazio, Lina, grazie per essere quello che sei.”
Come in un tacito accordo si rifugiarono ognuno tra le braccia dell’altro, assaporando quel momento fino in fondo, chiedendo al tempo di fermarsi proprio li, in quella raduna, dove cinque anni prima era nata la loro amicizia e dove proprio li, adesso, erano pronti a risanare quel legame, a renderlo più unito che mai.
Nonostante sapessero che pochi giorno dopo sarebbe cambiato tutto a loro non importava, in fondo era questo che rendeva il loro legame così unico: la consapevolezza che nonostante tutto, nonostante le varie battaglie e anche i giorni lontani sarebbero rimastati sempre loro, Lina e Gourry.
Amici inseparabili.
Il sole stava ormai calando su quella giornata fatta di ricordi e di parole tenute nascoste per troppo tempo e finalmente venute alla luce, mentre un’ultima e dolce promessa avrebbe per sempre legato quelle due figure.
“Promettimi, Gourry, che verrai a cercarmi ogni qualvolta avrai qualche problema con tua moglie, che si tratti di una semplice litigata o di come fare per cambiare un pannolino”.
“E da quando sai cambiare pannolini tu?”
“Che ne sai, magari ho delle doti nascoste” .
Risero entrambi, senza sciogliere il loro abbraccio.
“Te lo prometto. E tu promettimi che resterai sempre Lina, la mia Lina, e che mi chiamerai se uno stupido ti farà arrabbiare. Anche se non ho più con me la spada di luce conosco altri metodi per insegnare l’educazione ai maleducati”.  
“Te lo prometto”
Disse Lina, affondando il viso nel petto dello spadaccino.
La notte calò come una tendina silenziosa mentre due mani piano piano si allontanavano per poi lasciarsi silenziosamente.
“Ciao migliore amico”
“Ciao migliore amica”
Due figure percorrevano ora una strada diversa con nel cuore una nuova promessa e la certezza che un giorno si sarebbero rivisti.
 
Il grande giorno era finalmente arrivato.
Ormai tutti erano impazienti di vedere la felice coppia sull’altare pronti a scambiarsi quelle promesse di amore eterno.
Ovviamente, più dello sposo e della sposa, la più emozionata era Amalia che continuava a correre da una parte all’altra per accettarsi che fosse tutto perfetto proprio come LEI l’aveva programmato, e curandosi di sistemare nel migliore dei modi l’entrata in scena della sposa, sua migliore amica da sempre.
Fu proprio la sposa che in quel momento, mentre tentava di non arrostire con uno dei suoi incantesimi quella pazza di una principessa, si stava vedendo allo specchio agghindata a dovere per l’occasione, con un abito che almeno rispecchiava la SUE esigenze e non quelle di Amelia.
Già non era riuscita a mettere mano o comunque voce sulla cerimonia, ma sulla scelta del vestito era riuscita a decidere da se –per fortuna- pensò la sposa, mentre si sistemava il velo aiutata dalla madre che non smetteva di singhiozzare, intanto che aiutava la figlia a prepararsi.
“Mamma ti prego smettila, non è proprio il caso di fare tutte queste moine” .
L’ultima rosa bianca venne fissata sull’acconciatura mentre la madre lisciava con le mani il candido velo.
“Oh su figlia mia, non puoi negarmi queste lacrima di gioia, in fondo stai pur sempre per sposarti.”
Lei sbuffò quasi scocciata, non per la cerimonia certo .
Anche se avrei preferito una cosa più intima, e non tutta questa gente
Ecco, forse era più per lo sfarzo della cerimonia in sé che le dava fastidio, ma ormai era tutto pronto e non si poteva certo mandare tutto all’aria per i capricci della sposa.
Fu l’entrata in scena del padre della sposa nella stanza che lei si sentì come tutte le spose si sentono quando sanno che stanno per compiere il “famoso passo”: rigida come un blocco di ghiaccio.
Eppure si era ripromessa di non sentirsi assolutamente così, non era da lei, ma diavolo, si stava pur sempre per sposare, era normale dopotutto.
Prese il braccio che il padre le offriva e insieme alla madre e Amelia si incamminava verso l’altare.
Gourry era li, pronto ad aspettarla, come sempre.  
Era una vita che l’aspettava perché lui non voleva darle fretta. La conosceva fin troppo bene per sapere che lei aveva bisogno dei suoi tempi per prendere da sola quella decisione e lui l’avrebbe aspettata, forse per sempre.
Le campane della piccola chiesa suonavano per annunciare l’arrivo della sposa e il cuore di Gourry prese a martellare furiosamente non appena la vide entrare.
Bellissima, come lo era sempre stata.
L’aveva pensato anche quel giorno di cinque anni fa, con quei capelli di fiamma arruffati e lo sguardo imbronciato e quei grandi occhi da bambina.
In un lampo vide davanti a sé passare tutti i momenti trascorsi insieme: le battaglie, le cene che si trasformavano in vere e propri scontri , gli amici, i nemici, le ferite , il loro sostenersi a vicenda, gli sguardi ricchi di mille parole, l’inseguirla nel mare del caos, gli abbracci e i baci che non riuscivano più a negarsi e la loro promessa.
Era lei che lui stava aspettando, da sempre, forse da prima di nascere.
Era lei che era diventata la sua migliore amica, e lo sarebbe per sempre stata.
Era lei che lui avrebbe protetto per sempre, nel bene e nel male, fino alla fine dei suoi giorno.
Prese quella mano sul quale tintinnava il braccialetto con il cristallo verde identico al suo.
Quella stessa mano che tante volte l’aveva aiutato e curato e la guardò estasiato, mentre anche lei guarda quell’uomo che non voleva per niente ala mondo che la seguisse quel giorno, perché lo considerava soltanto un fastidio.
Che possedeva una spada leggendaria che però aveva ceduto in cambio della sua vita.
Che l’aveva sempre protetta e sostenuta.
Che la portava su quelle grandi e forti spalle quando lei si feriva e che aveva mantenuto la sua promessa di restarle accanto, per tutta la vita.
Erano cresciuti insieme, da amici.
Erano diventati adulti insieme e insieme, ora, si promettevano di amarsi e rispettarsi per tutti i giorni della loro vita.
Lina guardò il suo migliore amico ora diventato suo marito.
Anche Gourry guardava quella ragazzina dai grandi occhi, la sua migliore amica, ora divenuta sua moglie.
Avvicinandosi a lei, abbracciandola forte, proprio come quella sera in quella raduna, divenuta teatro di quell’incontro.
Dove sarebbero ritornati se mai un giorno ognuno avesse avuto bisogno di rivedere il proprio migliore amico nei momenti di difficoltà o anche solo per stare insieme come semplici amici.  
Le campane suonarono ancora una volta in quella piccola chiesa nella città di Zelphiria e tra le lacrime di gioia di Amelia e della madre di Lina , gli applausi di Zelgadis e di tutti i loro amici, Lina e Gourry suggellarono il loro amore eterno con un bacio! 
   
 
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