Your
sister, your responsability
Ventidue
anni prima …
Quando
Fiamma era nata Rico l’aveva presa tra le braccia,
osservando come quegli occhi color ghiaccio scrutassero attorno a
sé con aria
incuriosita. La manina paffuta si era stretta attorno al suo pollice e
non
aveva voluto saperne di mollare la presa. Poi gli aveva rivolto uno di
quei
sorrisi sdentati tipici dei neonati, capaci di portare
l’allegria in qualsiasi
circostanza, e lui si era ritrovato a sorriderle di rimando con la
stessa
espressione che aveva il loro papà mentre la guardava. Era
così piccola e
indifesa. Si sarebbe preso cura di lei come facevano tutti i bravi
fratelli
maggiori.
[100
parole]
Vent’
anni prima …
In
piedi davanti al seggiolino, mostrò alla sorella il suo
regalo di compleanno.
-
È troppo piccola per un pugnale, Rico – rise
Cassius,
scompigliando con affetto i capelli corvini del figlio.
Rico
si imbronciò leggermente, accigliato.
Aveva
pensato che un pugnale fosse una buona scelta,
qualcosa con cui si sarebbe potuta proteggere da chi le dava fastidio
…
soprattutto dai ragazzi.
-
Quando sarà più grande potrò darglielo
però? –
-
Sì, ma non prima dei cinque anni, okay? –
Annuì,
chinandosi a scoccare un bacio sulla guanciotta della
sorella.
-
Vorrà dire che fino a quel momento lo terrò per
te. –
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parole]
Diciassette
anni prima …
-
Rico, aspettami. –
Mentre
correva lungo il giardino ai confini con il villaggio
dei vincitori, si voltò lanciandole un’occhiata
con la coda dell’occhio.
La
vide arrancare, la pelle chiara arrossata e il fiato
corto per lo sforzo di cercare di stare al passo con lui.
Rallentò nel momento
stesso in cui Fiamma inciampava e cadeva a faccia in giù.
La
raggiunse, esaminando il ginocchio ferito.
-
Niente di grave, adesso torniamo a casa e ti sistemo. –
La
prese in braccio e, notando che sorrideva, gli rivolse
uno sguardo interrogativo.
-
Mi piace che tu ti prenda cura di me – spiegò.
[100
parole]
Quattordici
anni prima …
Era
il primo giorno al centro d’addestramento del Distretto
per Fiamma, e Rico, mentre schivava i colpi dell’istruttore,
gli lanciava
occhiate per accertarsi che stesse bene.
Si
muoveva bene, era agile e veloce, e provò un guizzo
d’orgoglio
mentre la vide impugnare con presa sicura l’elsa di uno dei
coltelli da lancio.
-
Perché sprechi tempo dietro a quella ragazzina? Che
cos’avrà
mai di tanto speciale? – chiese Aaron, sbuffando mentre
evitava l’ennesima
finta.
-
Quella ragazzina è mia sorella e, tanto per la cronaca,
chiunque si azzardi a prendersela con lei se la vedrà con
me. Sono stato chiaro,
idiota? –
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parole]
Dieci
anni prima …
Rico
era appena uscito dallo spogliatoio quando li vide.
Fiamma
era accanto alla parete per l’arrampicata e Aaron le
stava davanti a braccia incrociate. Non aveva bisogno di vederlo in
faccia per
sapere che il ragazzo sorrideva ed era ovviamente intento a flirtare
con lei.
Quando
lo vide posare una mano sui fianchi della sorella e
attirarla leggermente a sé, si schiarì la gola.
Aaron
sobbalzò, rivolse un sorriso di scuse a Fiamma, e si
allontanò.
Fiamma,
invece, lo osservò con aria di sfida.
-
Stavamo solo parlando. –
-
Sì, certo, come no. Sei troppo giovane per avere un
ragazzo. –
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parole]
Nove
anni prima …
-
È vero? –
Fiamma
lo fissava tenendo le braccia incrociate sotto il
seno. Era cresciuta molto in quegli anni e sembrava essere diventata la
sua
fotocopia al femminile. Lo stesso sguardo intimidatorio, persino le
stesse
espressioni e movenze. Era come guardarsi allo specchio. Chi non avesse
saputo
dei due anni di differenza li avrebbe scambiati facilmente per gemelli.
-
È vero, questo è il mio anno –
confermò, cercando di
rifarsi il nodo alla cravatta.
-
Faccio io – sbuffò, annodandola con precisione e
tornando
a guardarlo negli occhi, - Tornerai da me, vero? –
-
Tornerò. Devo prendermi cura di te, no? –
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parole]
Sette
anni prima …
La
vide muoversi attorno al ragazzo del Quattro con l’andatura
agile e sinuosa di una pantera a caccia. Ne studiava ogni minima mossa
e non
lasciava mai il fianco scoperto, proprio come le aveva insegnato in
quegli
anni.
Era
il suo secondo anno da Mentore, ma quella era l’edizione
dei Giochi più difficile che avesse mai affrontato, compresa
la sua. La consapevolezza
di essere completamente inutile e totalmente inerme lo riempiva di
frustrazione.
Poi
il colpo di cannone … il ragazzo a terra in un mare di
sangue.
La
vide battersi il pugno sul cuore.
Gli
aveva dedicato la vittoria.
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parole]
Sei
anni e sei mesi prima …
Aveva
aperto la porta del bagno quasi senza pensarci,
desideroso di una bella doccia calda che lo aiutasse a liberarsi della
stanchezza post allenamento, ma quello che si trovò davanti
gli fece desiderare
di non averlo fatto.
Fiamma
era avvolta in un piccolo telo da doccia bianco, i
capelli tirati su con
una crocchia
ancora umidi, e rideva mentre Gloss la tratteneva per i fianchi.
-
Il mio migliore amico e mia sorella?! –
Gloss
borbottò, mentre Fiamma sorrideva divertita, -
Bè,
questo è un po’ imbarazzante. –
-
Ti dico solo questo: spezzale il cuore e io ti spezzo il
collo. –
[100
parole]
Un
anno
prima …
Sapeva
della rottura tra lei e Gloss, l’ennesima in quegli
anni passati insieme, ma doveva ammettere che sua sorella sapeva
recitare.
Adesso, mentre camminava avanti e indietro per il centro
d’addestramento e
incitava Cato a muoversi con maggiore imprevedibilità, aveva
lo sguardo duro e
impassibile che non lasciava trapelare la sofferenza interiore.
-
Che te ne pare? – chiese, tornando da lui.
-
Saresti quasi credibile se non ti conoscessi più di me
stesso. –
-
Non capisco cosa intendi – replicò, inarcando un
sopracciglio.
-
Lo so che stai male per Gloss. Se vuoi l’offerta di
spezzargli il collo è ancora valida. –
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parole]
Sei
mesi prima …
Fiamma
era acciambellata sulla poltrona in pelle come un
gatto e sfogliava pigramente una rivista di moda capitolina per giovani
spose.
-
Ancora niente con quel vestito? –
Scosse
la testa.
-
Vorrei che Cinna non fosse tanto occupato con Katniss e
potesse realizzarne uno anche per me. Guarda questi, non sono stupendi?
–
rispose, mettendogli sotto gli occhi la foto della ragazza del Dodici
con
indosso vari modelli.
-
Hai scelto un brutto momento per sposarti, proprio in
concomitanza con la “ragazza di fuoco” –
ironizzò.
Sbuffò,
indispettita, soffiando via una ciocca ribelle.
-
Sarai comunque una sposa fantastica, ne sono sicuro. –
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parole]
Due
settimane prima …
Snow
aveva appena annunciato il programma per la terza
edizione della memoria. E il sangue nelle vene gli si era gelato.
Avrebbe dato
qualsiasi cosa per non tornare nuovamente in quella maledetta arena, ma
allo
stesso tempo si sarebbe sacrificato volentieri se ciò avesse
garantito che
Fiamma non sarebbe stata estratta. Purtroppo non c’erano
sicurezze e, anzi,
probabilmente avrebbero combinato le estrazioni perché due
fratelli impegnati
in una lotta all’ultimo sangue alzavano l’audience.
L’immagine
di altri due fratelli, decisamente più biondi di
loro, lo folgorò.
Non
poteva permettersi di perdere Fiamma né Cashmere o
Gloss.
Ormai
era tempo di agire.
[100
parole]
Dodici
giorni prima …
Fiamma
gli aveva stretto la mano in una morsa implacabile
mentre la Capitolina aveva annunciato l’estrazione di
Cashmere. Ma lui non ci
aveva neanche fatto caso, troppo preso nell’osservare il
volto della donna che
amava mentre sbiancava ma si costringeva a sorridere comunque.
E
poi, momentaneamente troppo frastornato, seppe che Gloss
era stato estratto perché Fiamma affondò le
unghie nel dorso della sua mano.
Poco
importava che non sarebbero entrati nell’Arena,
perché solo
uno dei loro compagni sarebbe uscito di lì vivo.
-
Dovremmo essere lì anche noi – sussurrò
Fiamma.
-
Per ora mi basta sapere che sei al sicuro. –
[100
parole]
Sette
giorni prima …
Erano
lì ufficialmente per assistere Brutus ed Enobaria, in
realtà perché il pensiero di non poter vedere
Gloss nei giorni precedenti l’ingresso
nell’Arena stava letteralmente facendo uscire di testa
Fiamma.
E
lui, come al solito, quando la sorella chiedeva qualcosa
non era in grado di rifiutarle nulla.
In
realtà passare quelle ultime giornate con Cashmere era la
cosa migliore che potesse desiderare, ma fingere di essere
lì per assecondare
le richieste della sorellina lo aiutava a sentirsi più
forte, a non sembrare
debole.
-
Vai da lei, io starò bene. –
Per
una volta era Fiamma a prendersi cura di lui.
[100
parole]
Quattro
giorni prima …
I
Giochi erano iniziati e con essi gli attacchi di panico,
le crisi isteriche, l’ansia. Era un po’ come se
anche loro fossero tra i
Tributi, concentrati sugli attacchi, sulle schivate, sulle mosse e
contromosse
da adottare a seconda dei casi.
La
notte però era il momento peggiore.
Arrivavano
gli incubi e Fiamma puntualmente si svegliava
urlando e tremando, le lacrime agli occhi.
Anche
quella notte non fece eccezione.
Nell’appartamento
riservato ai Mentori, Rico percorse in
fretta il corridoio e aprì la porta della sua stanza.
-
Ehy, sorellina, è tutto okay. Ci sono qui io, va tutto
bene – sussurrò.
[100
parole]
Un
giorno dopo …
Gloss
e Cashmere erano morti da poco più di
ventiquattr’ore,
minuto più minuto meno, e Fiamma era chiusa nella sua stanza
da allora.
Non
aveva avuto la forza di andare da lei prima, aveva avuto
bisogno di recuperare un minimo di barlume di lucidità
perché sapeva che farsi
vedere distrutto e in lacrime non sarebbe servito ad aiutarla ad
affrontare il
lutto.
La
trovò seduta sul freddo pavimento del suo bagno
personale, una lametta in mano e un polso insanguinato.
La
fasciò alla svelta, stringendo delicatamente, e la
suturò
con attenzione.
-
Dovevi lasciarmi andare – sussurrò flebilmente.
-
Mai, sorellina. –
[100 parole]