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Autore: VashappenedFede    05/12/2014    1 recensioni
“-Come faccio a piacerti?- mi domandò guardandomi negli occhi. -Io.. Sono sempre stato uno stronzo, mi facevo tutte per il gusto di farlo.. Non so.. Con me ti rovinerai solo.- Abbassò lo sguardo visibilmente dispiaciuto. Dio! Pensava davvero quelle cose?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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My universe.
 
-Come faccio a piacerti?- mi domandò guardandomi negli occhi. -Io.. Sono sempre stato uno stronzo, mi facevo tutte per il gusto di farlo.. Non so.. Con me ti rovinerai solo.- Abbassò lo sguardo visibilmente dispiaciuto. Dio! Pensava davvero quelle cose?
Tutto cominciò un giorno a scuola, come al solito era lì con la tipa di turno a parlarci. Il giorno stesso l’avrebbe sicuramente portata a letto. Tipico stronzo. Con tipi del genere non volevo averci niente a che fare. Ma non potevo comunque ignorarlo, un pò mi imbarazzava.. Era affascinante: capelli ramati, occhi azzurri e sorriso smagliante, pelle lucida e abbronzata. Potevo capire il perchè di tutta quella popolarità. Ma non poteva comunque piacermi. Era solo bello fuori! Tipico stronzo, ne ho conosciuti un sacco del genere. Le mie amiche, ovviamente, erano perse per lui. Non che mi importasse più di tanto. Cosa poteva importarmene se ero probabilmente l’unica verginella della scuola? 
-Ehi ragazze!- fece una nostra amica avvicinandosi a noi- Ho passato la notte con Jack!- E le altre in coro: -Brava, complimenti!- 
Ero contenta per lei quanto dispiaciuta. Ok, forse un pò me ne importava, di essere vergine. 
- E tu Rachelle? - chiese.
- Mh? -
- Non sei stata con nessuno? - 
- Hmm.. No.. - risposi. 
- Oh tranquilla, ne troverai uno presto. - Fu Emily a parlare, era la nostra leader.
Era ovviamente quella che se n’era fatti di più a scuola. E quindi deteneva il primato di “Reginetta liceale” ma per me era solo “La Troia Della Scuola” ovviamente non glielo dissi, nè lo feci sapere ad altre, siccome era comunque una mia amica, anche se poteva sembrare strano, lo so, ma riusciva sempre a tirarmi su il morale quando voleva, avevo bisogno di lei come le altre di noi.
Eravamo in cinque. 
Io, Rachelle, la seria e intelligente del gruppo ma solo, secondo loro, perchè tiravo sempre buone idee sul da farsi. Poi venivano la dolce Annabeth, tutta lentiggini e capelli rossi. La sportiva Sally, grintosa e bionda, non si dava mai per vinta. E infine Ashley, castana fissata con la moda. Faceva concorrenza a Emily. Quindi litigavano molto spesso. 
- Allora ragazze - ecco Emily che ci illustra i piani in giornata - Oggi uscirò con lui. - Ci girammo tutte, verso ciò che aveva indicato. Era.. Oddio!.. 
- Meravigliate? Uscirò con Trevis Thompson. - Che nome buffo, pensai. Anche se, ancora non ci credevo, sarebbe uscita con quello stronzo.. Quello che un pò mi piaceva. Mr Guarda-come-sono-gnocco-con-i-miei-capelli-ramati. Se li toccava sempre. Ma il mio dispiacere non era niente in confronto a quello che stavo veramente provando.
Mi venne un tuffo al cuore.
Andammo in mensa tutte e cinque,
parlammo di ragazzi, moda, tutte cose paranormali, (sì paranormali!), per me.
Tutto procedeva bene, fin troppo bene.. Infatti ecco avvicinarsi a noi un certo Trevis Thompson, Mr-capelli-da-urlo-me-li-tocco-quando-voglio, si sedette accanto a Emily che, ovviamente lo ignorò, nascondendo un sorriso. Era il suo modo di farsi notare. 
- Allora - cominciò lui - stasera vieni da me? -
Tutte rimasero allibite. Tranne me, sapevo che gli stronzi vanno dritti al punto.
- Trevis! - Lo ammonì lei - Non si dicono certe cose. - Certo come no, lo sappiamo che ti piacciono queste tipo di cose.
Chiacchierarono e chiacchierarono, io e le altre eravamo praticamente invisibili. Fin quando lui, mentre rideva si voltò verso di noi, scrutandoci.
Mi diede l’impressione che mi stesse osservando più delle altre fino ad arrossire. Ma sicuramente mi stavo sbagliando.

Il giorno dopo, se prima lo ignoravo, ora non lo guardavo nemmeno. Chissà come si saranno divertiti ieri notte loro due. Ma perchè reagisco così? Gelosa, forse? Ecco la mia vocina interiore che rompeva. No che non sono gelosa! Come potevo esserlo? Di un ragazzo che ho sempre guardato da lontano ma con cui non ho scambiato una parola. Che bel ragazzo però…. Ricomponiti! 
- Ehi Rachelle, tutto bene? - era Annabeth.
- Oh sì. -
- Sapevi che Emily e Trevis non sono usciti poi? - 
- Ah no? - Sì cazzo! - E come mai? -
- Non lo so, lui ha detto che non la vuole, vuole.. un’altra ragazza. Non è più disposto nemmeno ad andare a letto con altre. Dio! Ma ci crederesti? Che grande palla! Non mi sarei mai aspettata che qualcuno potesse inventare una scusa così banale per.. Anzi, rifiutare Emily è stato il mio shock più grande! -
- Sì, sembra strano anche a me.. Chi ti ha detto sta cosa? -
- Emily in persona, è venuta da me piangendo, credo che lei ne fosse proprio cotta. -
Ero veramente sbalordita. 
Chi sarà questa puttanella più speciale e bella di Emily? Sapere che ne esiste un’altra come lei che può tenerle testa mi fece rabbrividire. 
Ero ancora più rabbuiata, se prima ero triste nel vederlo con Emily, figurarsi ora che gli piace una ragazza di cui non so nemmeno l’identità.
Decisi di indagare.
Chiesi tipo a mezza scuola, ma non ricavai nulla. Tutti sostenevano che Trevis non avesse rivelato a nessuno l’identità della ragazza, né tanto meno averla solo anche nominata. Aveva solo detto ad Emily che c’era un’altra ragazza nei suoi pensieri, più di questo nessuno sapeva.
Grandioso! 
Credo che mi porterò nella tomba il rammarico dubbio di chi possa mai essere.

Le giornate passavano, senza che accadesse nulla di speciale, fin quando una lettera anonima cadde dal mio armadietto quando lo aprii.
- Ehi, guardate, Rachelle ha ricevuto una lettera. - Emily e le altre si avvicinarono.
“Ciao Rachelle. Non sono portato per le storie strappalacrime quindi sarò diretto. Vediamoci alle sette stasera a Long Park. Spero verrai. 
Tuo anonimo. <3”
- E brava Rachelle, na bella scopata pure per te, finalmente è arrivata hahahaha - Le altre risero con Emily.
- Ragazze - cominciai io portandole nella realtà - Chi mi dice che non sia uno scherzo? -
- Vuoi che ti accompagniamo noi? - fece Sally.
- No, non vorrei disturbare, andrò da sola. Se poi mi aspetta veramente qualcuno non vorrà vedermi accompagnata. -
- Ok, come vuoi tu. -

Quella sera mi truccai come non avessi mai fatto. Misi la mia camicia celeste preferita e un paio di jeans aderenti. 
Mi feci una bella coda che risaltava il mio biondo paglia e mi faceva sentire più grande e andai all’appuntamento. 
Ero agitatissima, un po’ perché sarebbe potuto essere uno scherzo e magari nell’ombra alcuni ragazzi avrebbero riso di me, un po’ perché se fosse stato veramente qualcuno sarebbe stata una persona che non conoscevo.
Mi sedetti sulla panchina, le gambe sulla pancia, le braccia conserte ed aspettai.
Aspettai.
Aspettai.
Aspettai.
Ed eccolo lì, un ragazzo uscire dai cespugli mi venne incontro, non sapevo se urlare o scappare, nel dubbio rimasi paralizzata. 
- Ciao - mi fece.
La panchina dove eravamo era illuminata solo dalla luce fioca di un lampione. Non capii chi fosse. Ma riuscii comunque a sbiascicare qualcosa.
- Ehi.. - 
Rise piano.
- Non ti ricordi di me? -
- Mh? Tu piuttosto come sai il mio nome. -
- Emily me l’ha detto. - 
- Ah, sei un suo amico. -
- Rachelle.. - venne avanti, la luce ora lo illuminava completamente, oddio! 
Ma ancora prima che potessi anche solo prendere fiato mi baciò.
Lo spinsi indietro.
- Trevis! -
- Scusami, non ho resistito. -
- So che tipo sei.. Cosa vuoi da me? -
- Volevo solo dirti che mi hai colpito fin da subito e che mi piaci. -
- Ma allora.. -
- Mh? -
- La ragazza che vuoi.. Per cui hai rifiutato Emily… -
- Sì, sei tu. -
Oddio!
- Beh, con me è una causa persa.. Non sono il tipo che la da facilmente, trovane un’altra. -
- Rachelle.. Proprio perchè non sei come le altre che ti voglio.. Vedi, con le altre mi divertivo solo, tu invece mi attiri davvero. -
- Wow.. -
Com’era possibile che un ragazzo talmente bello volesse una possibilità da me? Caso mai il contrario.
Quella notte parlammo del più e del meno e verso le undici dopo varie passeggiate mi riaccompagnò a casa. Wow, e io che credevo volesse portarmi a letto.. Sa aspettare! Mi resi conto che per troppo tempo l’avevo giudicato male.

Il giorno seguente a scuola Emily venne da me.
- Ehi.. - feci.
- E’ inutile che fai la simpatica con me! Troietta! -
- Co-cosa?! -
- Ieri sera eri con Trevis, brutta stronza! -
Le altre erano con lei. Quando sono sbucate? 
- Andiamocene ragazze, tzè, fai tutta la brava ragazza e poi stai con i ragazzi che voglio io. Non avevamo forse detto che tra amiche non ci si rubavano i ragazzi?! -
E le altre dietro - Come hai potuto, come hai potuto. -
- Io non ho rubato niente a nessuno, è lui che mi ha baciata! - Cazzo…
Rimasero allibite tutte. 
Se ne andarono.
- Ragazze, no, ferme. -
Cazzo! La mia lingua.
Mi voltai.
- Trevis! -
- E così hai detto alle tue amiche.. Di ieri.. Quindi alla fine sei come le altre, ti vanti di essere uscita con me?! - 
- Ovvio che no! Come puoi anche solo pensarlo, forse Emily ci avrà spiato! O ci ha visto qualcuno e gliel’ha detto, io non ne so niente! -
- Come vorrei crederti.. -
- È la verità! - 
Mi ignorò andandosene.
Perfetto! Ero rimasta senza amiche e sopratutto.. Senza il ragazzo .


Passò una settimana, avevo provato a contattare Trevis in tutti i modi. 
Ma non mi rispondeva al cellulare, ne agli sms.
A scuola mi evitava, ero esasperata.
Fin quando non mi feci coraggio e entrai nella sua classe.
Il professore mi guardò sgomento così come il resto degli alunni.
- E-ehm… Thompson Trevis.. C’è sua madre che è venuta con urgenza per parlargli. -
- Oh.. D’accordo.. Esca pure Thompson -
Ed eccolo dal fondo dell’aula alzarsi e venire verso di me. Sbattei le palpebre e uscii con lui appresso. Dio, se avessi incrociato ancora il suo sguardo altri due secondi in più sarei morta. 
Camminammo io davanti a lui per un pò poi mi fermai.
- Allora? Che stai facendo? Dove sarebbe mia madre? - 
- Non c’è nessuna madre qui, dovevo parlarti. -
Sbuffò.
- Wow, mi hai veramente stupito. -
- Senti, mi dispiace. Io non lo so come sia potuto succedere, il fatto che le mie amiche siano venute a saperlo ma.. -
- Io lo so invece - ci voltammo, era Emily..
- Vi ho spiato… Mi dispiace, è solo che ero curiosa di sapere chi fosse il primo ragazzo a voler Rachelle -
Trevis mi guardò come se cercasse spiegazioni, io guardai verso il basso, lui si addolcì.
- E quando ho visto che eri tu, non ci ho visto più. Scusatemi - 
Fece per andarsene quando le urlammo - Ti perdoniamo! - 
- Graziee! - fece lei dal fondo del corridoio. 
Ridemmo e appena fummo di nuovo soli…
- E così - fece lui - non è vero che l’hai raccontato in giro - 
- Già.. -
Finalmente l’aveva capito, non riuscii a trattenermi e piansi.
- No piccola, non piangere, scusami, non avrei dovuto dubitare di te. -
- Volevo solo che tu non mi odiassi.. -
- Io non ti ho mai odiato, ero solo dispiaciuto. Non volevo finisse così. Perdonami. -
- Certo che ti perdono! - alzai lo sguardo con le lacrime che mi rigavano il viso.
Si avvicinò piano e mi baciò.
Da quel giorno non ci siamo più separati.

E ora eccolo qui a farmi quella strana domanda.
- Come fai a volere uno come me? Io che sono sempre stato uno stronzo.. - 
Con tutta la calma che avevo gli risposi non capendo il suo dubbio.
- Lo so che è strano pensare che solo con te mi sento viva, che solo con te ho veramente cominciato a vivere, che solo tu mi dai la forza per continuare questa strana vita. 
Da quando ti ho visto, ti ho parlato, mi hai baciato mi sento viva. Mi sento come tutte le altre. Non posso stare senza te, ne morirei. 
Tu che mi hai fatto sorridere, ridere, piangere, farmi innamorare..dopo tanto tempo. Tutte emozioni che non credevo di possedere. Tu sei veramente la mia vita. Senza te io non vivo. Quindi ti prego, resta con me e non porti più queste domande. - 
Lui senza dire una parola, si avvicinò baciandomi appassionatamente sdraiandomi sul letto della mia stanza.
Avremmo fatto l’amore come nessun’altro saprebbe fare.
Veramente innamorati, non mi sarei data a nessun’altro.
Chissà forse un giorno ci saremmo sposati con tanti bambini intorno.
Ma è meglio che mi concentri sul presente, su di lui, il mio mondo, il mio universo.
  
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