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Autore: Ali_Chan23    05/12/2014    1 recensioni
Mi chiamo Clove ho 16 anni...
Dal testo:
-Clove, come ti senti?- mi chiede Cato.
-A meraviglia!!-dico sarcastica. Da quando siamo qui, tutti siamo cambiati.
-Ne sei sicura?-chiede
-No.-rispondo
-Che hai?-chiede
-L’arena ci cambierà, sempre se usciremo di qui...-rispondo.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono Clove, ho 16 anni e mi sono offerta volontaria per i settantaquattresimi hunger games. Mi hanno sempre detto che appena sarei stata pronta sarei potuta andare nell’Arena e vincere. Ci proverò! Ce la farò, io sono Clove e non mi fermo davanti a nulla!! L’unica cosa... Cato. Mi piace, anche tanto. Non so, ma quello che provo per lui è qualcosa di molto forte, come faccio? Sono una cretina.
Mi sento toccare le spalle, le sue mani grandi, calde e morbide. No so chi sia, se sia Brutus, Marvel o Cato. Mi giro. Si, è proprio lui, la causa dei miei problemi, della mia infatuazione, già,  Cato.
-Ti ho spaventata?-chiede
-No.-rispondo semplicemente. –Perché sei qui?-chiedo. Come se non fosse ovvio, siamo nella palestra.
-Devo dirti una cosa...-dice, tirandomi nell’ascensore, per salire al nostro piano. Io lo guardo, con le braccia incrociate al petto, è molto strano quel ragazzo e io non ne capisco il motivo, non si è mai comportato così.
-Che dovevi dirmi?-chiedo impaziente.
-Beh... sono appena iniziati gli allenamenti e...-dice.
-Cato... dacci un taglio e parla.-dico
-Okay, okay... volevo solo vederti, tutto qui.- dice. Eh? Vedermi?
-Ma... tu mi vedi tutti i giorni...-gli faccio notare.
-Ma...io...-dice avvicinandosi a me. –Ma io volevo vederti da sola.- dice. Mi avvolge i fianchi e mi guarda, giocherellado con un ciuffo ribelle dei miei capelli. L’ascensore sale lentamente e nel tempo che ci guardiamo negli occhi, arriva al piano1. L’ascensore continua a salire però. Continuiamo a guardarci e poi sento le sue labbra sfiorare la mie, fino a quando non arriviamo al nostro piano e, prima che le porte si aprino, ci allontaniamo lentamente, come se non fosse successo nulla. Quando usciamo, ci guardiamo e lui mi fa un sorriso. Corro in camera mia e, dopo aver fatto una doccia bollente e dopo essermi vestita, mi butto sul letto con la testa nel cuscino. Bussano.
-Chi è?-chiedo con la testa ancora nel guanciale. Pare non sentirmi. Non voglio alzarmi. Che bussi per tutta la vita, non me ne frega, io rimango qui.
La porta si apre, non mi curo neanche di sapere chi sia... i passi felpati e le sue mani dicono tutto. Mi siedo sul letto e mi ritrovo davanti Cato, bello come sempre, con i capelli biondi umidicci e gli occhi azzurro ghiaccio che mi guardano.
-Hai fatto la doccia con una gallina?!-chiede Cato. Lo guardo interrogativo e lui continua, toccandomi i capelli –Dico... sei piena di piume in testa...-dice mostrandomene una.
-Oh... comunque.-dico prendendo un cuscino e tirandoglielo. –Puoi farmi compagnia!-dico.
-No.- dice lui. Si avvicina a me, lentamente, come in ascensore e, facendomi alzare, mi avvolge i fianchi. Siamo tornati alla situazione di prima, solo che qui, siamo in una camera, non in una scatola.
-No. Io non voglio lottare ora.- dice. Si avvicina ancora, lo guardo negli occhi, quegli occhi così belli, così... profondi che solo Cato ha. Mi bacia con passione, un bacio così lo detti solo una volta nella mia vita, e sapendo che è Cato, il ragazzo che mi sta baciando, lo desidero ancora di più. Gli avvolgo il collo e lui mi stringe a se, forte. Cavolo se lo amo. Inciampiamo non so neanche io dove e cadiamo sul letto, lui mi guarda negli occhi e mi sorride, riprendendomi a baciare. Non voglio ucciderlo, non voglio lasciarlo
 
***
Siamo qui da un pezzo, il bagno di sangue è andato bene, diversamente dagli altri giorni, la gallina che muore, Marvel... lui era un mio amico, mi è dispiaciuto lasciarlo. Cato. Cato è cambiato appena siamo entrati qua dentro, è più spietato, ma io lo amo lo stesso siamo uguali ma diversi. Siamo entrambi spietati, ora più che mai, dobbiamo uccidere una cretina in fiamme no? Possiamo tornare a casa insieme e io non posso perdere Cato, non ora!
Sono seduta contro il freddo metallo della cornucopia, domani ci sarà il festino e li si che attuerò la mia vendetta.
-Clove, come ti senti?- mi chiede Cato.
-A meraviglia!!-dico sarcastica. Da quando siamo qui, tutti siamo cambiati.
-Ne sei sicura?-chiede
-No.-rispondo
-Che hai?-chiede
-L’arena ci cambierà, sempre se usciremo di qui...-rispondo.
-Che dici?! Noi usciremo!-dice Cato.
-Ne sei sicuro?! Prendi la ragazza del 5. Si è nascosta per tutto il tempo e sa orientarsi, è anche molto intelligente e sa come vincere... fidati.-dico
-Che ti prende?!-chiede
-Il mondo non gira attorno a noi!-esclamo
-Qui si tratta delle nostre vite Clove!-Dice lui alzando la voce.
-Senti Cato, non è colpa mia se ci hanno mandato qua dentro! E poi vallo a dire tu agli strateghi, loro sono la causa di tutto questo! La causa di più di 100 o forse anche 1000 morti, non i favoriti, non i tributi, perché anche se noi siamo i favoriti, se siamo i più forti, siamo tributi! Siamo tutti uguali, dei ragazzi mandati a morire, per un capriccio successo 74 anni fa!!-Dico tutto d’un soffio. Cato rimane a bocca aperta, è sorpreso dalla mia reazione. Si avvicina a me e mi abbraccia.
-Non credevo lo avessi mai detto..-dice.
-Lo dico perché lo penso Cato. Anche noi abbiamo un cuore...-dico. Mi alzo e urlo.
-AVETE SENTITO? ANCHE NOI FAVORITI ABBIAMO UN CUORE E ORA? ANCHE NOI SIAMO RAGAZZI! CHE NE DITE? EH? SE QUI... CI VENGONO I BAMBINI DI CAPITOL, BELL’IDEA EH?- dico sera e fredda. Cato mi tira giù e con un gesto inaspettato mi bacia.
 
***
 
Sono qui adesso, sdraiata davanti alla cornucopia, la testa mia fa male e Thresh se ne è appena andato. La stavo per uccidere, stavo per uccidere la ragazza in fiamme! Dannata. La vista inizia a oscurarsi, lo so, sto per morire, ben venga, io lo sapevo tanto. Siamo tributi infondo. Solo uno resta vivo. E’ per questo che hanno fatto il festino, per uccidere almeno un favorito, sapevano che Cato ed io avevamo un rapporto di reciproca amicizia che va oltre questa e la semplice alleanza. E’ certo, se avessero ucciso un favorito, l’altro sarebbe diventato più vulnerabile e quindi più debole. Ma se Cato perde qualcosa, Cato la riprende, lo conosco troppo bene. Non mi salverà, questo è certo, ho i minuti contati, ma lui ucciderà, ucciderà tutti.
-Clove!-esclama in lacrime accanto a me.
-Ciao.-gli dico con un fil di voce
-Mi dispiace.-dice
-Non è colpa tua. Sono loro che ci hanno costretti.-dico alludendo a Capitol City.
-Ti amo Clove.-dice.
-Anche io. Uccidi Thresh, uccidilo, esaudisci il mio ultimo desiderio.-dico tossendo
-Lo farò!-dice. Mi bacia molto forte, io ricambio con la poca forza che mi rimane, prima che finisca tutto. Sapevo che sarebbe successo. Io ho combattuto con tutte le mie forze, io ci ho provato. Sono una favorita, una ragazza. Quei giochi non sono serviti, tutti prima o poi muoiono. Perché?! Solo per un capriccio? Vago nel buio, mi sento tirare, sono ancora viva, sento ancora la voce di Cato, apro gli occhi per un istante e lo guardo intensamente..
-Mi dispiace- sussurro. Prima che le braccia di Morfeo mi avvolgano, per sempre
Sono Clove, ho 16 anni e sono morta ai settantaquattresimi hunger games.
 
Angolo autrice:
Ciaoo! Ecco a voi un’altra Clato story, non so dove abbia trovato il tempo, ma l’ho trovato. Se va sull’OOC, e credo che ci vada molto sull’OOC, mi dispiace, ma io una Clove nei suoi pensieri spietata non la vedo. Anyway, se vi è piaciuta ne sono contenta e se volete recensite. Ciao!
Ali.
   
 
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