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Autore: mask89    06/12/2014    0 recensioni
Dal famoso bacio sulla spiaggia sono passate diverse settimane ma Sarah continua a non ricordare, Chuck decide di partire in missione solitaria per trovare i piani di costruzione dell'Intersect così da riottenere la sua vecchia vita ma qualcosa va male. Il team Bartowski riunito si ritroverà a incrociare la strada di un uomo dal passato misterioso, che per vendetta dichiara guerra a diversi governi.
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IN REVISIONE 02/2021
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sarah stava finendo di leggere gli ultimi rapporti sulle missioni che negli ultimi cinque anni aveva affrontato con Chuck e Casey, ma il suo cervello continua a non ricordare. Chiuse gli occhi nella speranza che una maggiore concentrazione potesse aiutarla in qualche modo, niente. Quella full immersion nulla sua vita dimenticata non stava dando i sui frutti.Sospirò, si alzò dalla sedia e andò verso l’ampia vetrata che donava una splendida vista sulla strada principale di Washington, da li poteva godersi la splendida vista del Campidoglio illuminato, sperava che quella vista la distraesse un po’. Da più di due mesi aveva lasciato Burbank, pensava che lasciandosi dietro di sé le macerie della sua vecchia vita l’avrebbe aiutata, sparava di poter guardare avanti, ma ben presto si era accorta che le cose non stavano così, non stavano affatto andando così. Ogni giorno che passava sentiva sempre di più la pressante necessità di sapere ogni cosa di quei cinque anni passati in quella città, ma ciò che più le premeva era il voler sapere come un nerd di nome Chuck Bartowski l’avesse trasformata. Come avesse fatto a trasformare la gelida e imprevedibile spia Sarah Walker in una donna capace di provare sentimenti. Come avesse fatto a renderla capace di amare profondamente un uomo.Scosse la testa, a quanto pare neanche la vista della cupola illuminata riusciva a distrarla da quei pensieri. Decise di andare a correre, magari un po’ di attività fisica mista all’aria frizzantina di quella serata di fine primavera le avrebbero fatto quell’effetto.Correva da più di un’ora lungo la riva del fiume Pontiac e il suo corpo sentiva la necessità di riposarsi, decise di assecondare quella necessità. Si diresse verso un ponte riservato al traffico pedonale, era quasi deserto tranne per il fatto che una coppia sta amoreggiando proprio li sopra. Gli passo accanto erano davvero una bella coppia, giovani, innamorati, stranamente si ritrovò a sorridere e poi all’improvviso nel suo cervello si formarono delle immagini: due persone, un ponte, una torre ma sopratutto un cartello che indicava il luogo: Parigi.Ebbe una scarica di adrenalina mista a sensazioni che non pensava di non poter più provare. Quelle immagini che si erano formate nella sua testa non erano casuali o inventate ne era sicura. Si guardò intorno, vide un taxi che era fermo a poca distanza da lei, la fortuna le stava sorridendo, si precipitò verso l’auto, diede il suo indirizzo all’uomo che stava al volante e poi entrò dentro.Una volta arrivata all’appartamento si precipitò al PC, freneticamente controllò i vari voli che collegavano Washington a Burbank, prenotò il volo che sarebbe partito di li a tre ore, si fece una doccia preparò le valigie e partì per l’aeroporto. L’uomo di quel flash e il resto dei suoi ricordi e di quelle sensazioni erano a meno di sette ore di distanza.

Morgan Grimes stava vivendo il periodo migliore della sua vita, aveva un lavoro soddisfacente ma sopratutto aveva trovato in Alex la ragione della sua esistenza, ogni giorno da quando si chiedeva come avesse fatto a vivere prima di conoscerla. Nessuna storia che aveva avuto in precedenza la si poteva paragonare a quella che stava vivendo, per intensità, per emozioni o per tutte quelle cose che solo la donna giusta riesce a dare ad un uomo. Era felice, molto felice. L’unica pecca in quel quadro idilliaco era il suo migliore amico. Stava vivendo il periodo più duro nella sua vita e lui era incapace di tirargli su il morale o magari di distrarlo un po’. Aveva visto il suo amico chiedersi sempre più in se stesso e lui non era stato in grado di evitarlo, si sentiva in colpa, inoltre da qualche giorno non aveva sue notizie, cosa che lo stava facendo preoccupare enormemente.Stava pensando a tutto questo quando sentì bussare alla porta, si chiese chi potesse essere visto che non aspettava visite quel giorno, Aprì la porta e quando vide chi aveva bussato rimase sorpreso, molto sorpreso.

“Sarah” esclamò il piccolo uomo barbuto “Che ci fai qui?!?! Cioè…perdonami, sono solo molto sorpreso nel vederti qui, entra pure!”

“Grazie, Morgan” rispose con un sorriso la bionda.

Sarah entrò nell’appartamento, si sentiva strana in quell’ambiente viso che le doveva essere molto familiare eppure si sentiva una estranea, scacciò quella sensazione della sua testa poi invitata da Morgan si sedette sul divano.

“Morgan sono venuta qui per incontrare Chuck, ho bussato alla sua porta ma non mi ha risposto, poi ho provato a chiamarlo sul suo telefono ma anche li niente. Sai per caso dove sia?”

Il volto di Morgan si fece scuro, dopo un lungo silenzio finalmente si decise a parlare ”Sarah non ho notizie di Chuck da diversi giorni ormai, ho provato a contattarlo in tutti i modi possibili ma non ci sono riuscito. Sono molto preoccupato, lui non si è mai comportato così!”

“Cosa?!?!” urlò incredula la bionda. Guardava l’uomo d’avanti a se con occhi sgranati. Sentiva dentro di se nascere una strana agitazione. All’improvviso sentì la sua gola farsi secca. Chiuse gli occhi e respirò profondamente, si impose di tornare calma.

“Hai provato a chiamare Casey”

“Si, ma anche lui non riesce a contattarlo”

“La Beckman?”

“Ha detto che ha messo all’opera i suoi migliori uomini, ma ad oggi non ha fatto sapere ancora nulla”

“Ma prima di sparire almeno ti ha detto dove andava?”

“Sarah mi dispiace ma non so nulla, ultimamente era molto silenzioso, passava molte ore chiuso in casa.” Detto questo l’uomo tirò fuori un mazzo di chiavi e lo consegnò alla donna. 

“Sono le chiavi del suo, vostro, appartamento. Magari trovi qualcosa che possa ricondurci a lui.”

Sarah entrò in quello che doveva essere il suo appartamento ma che in realtà non sentiva affatto tale. Notò che era tutto in ordine, poi la sua attenzione venne catturata da delle foto che stavano sul camino, erano le foto del suo matrimonio, evento di cui non ricordava nulla. Si ritrovò a maledire Queen per tutto il male che gli aveva e ancora stava procurando alla sua vita.Represse qui cattivi pensieri e si impose di comportarsi da spia, la colpì lo strato di polvere che ricopriva il tavolo, dalla quantità depositata non doveva avere più di dieci giorni, per il resto quell’ambiente non aveva nulla che potesse aiutarla in qualche modo. Si spostò nel corridoio, notò una porta dischiusa, si avvicinò e l’aprì. Anche questa stanza era in ordine, si sentiva il ronzio delle apparecchiature elettroniche in funzione, si guardò intorno su una parete vi erano affisse delle fotografie con sotto dei nome che a primo impatto non le dicevano nulla. Accanto a queste foto vi erano delle foto satellitari di alcuni luoghi che non riusciva a identificare, poi la sua attenzione fu attratta dal PC che era ancora in funzione. Cominciò a frugare nelle varie cartelle che stavano sul desktop, quando gli capitò una con un nome che le ricordava qualcosa, aprì il file, e man mano che scorreva le pagine di quel file sentì quella vaga sensazione di ansia che aveva provato poco prima nella casa di Morgan tramutarsi in paura.

   
 
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