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Autore: Harlequeen    06/12/2014    4 recensioni
John Murphy, ovvero Richard Harmon! Fan-fiction nata un po' per caso in un momento di euforia. Chi non è mai stato, almeno una volta nella vita, in fissa con qualcuno?!? E se questo 'qualcuno' fosse un attore del telefilm "The 100"?
Questa è la 'breve' storia di una ragazza che ha la possibilità di incontrare il suo idolo e cerca di non lasciarsi sfuggire l'occasione.
E se poi dovesse succedere anche altro.. ben venga!
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Murphy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Richard Harmon è uno di quegli attori che rientra perfettamente senza errore alcuno nella categoria speciale dei: “all’iniziononhomancofattocasoallasuafacciapoivolevoprenderloapugnieorasonopazzadilui”.
E questo è proprio quello che è successo a me: nella prima puntata di “The 100” non mi aveva proprio detto nulla, anzi, forse davvero non avevo proprio fatto caso al suo viso; nella seconda puntata invece l’avevo notato già di più, un viso particolare, dei lineamenti quasi ‘strani’ e quindi una faccia da prendere a schiaffi (anche a causa del personaggio stronzo da lui interpretato nel telefilm) e per finire dopo la terza puntata ero completamente cotta di lui.
Niente team Flarke, niente team Bellarke, io sono per il team John Murphy!
All’università di certo i commenti non si sprecano, intere giornate a commentare le puntate con le amiche e durante la settimana a cercare spoiler, anticipazioni e gossip sul personaggio preferito.
Io ho anche cominciato a seguire Richard su Twitter, ed è grazie ai suoi tweet e commenti che ho scoperto che una parte del cast e degli autori di “The 100” sarebbe stato ospite al “Comic-con” di luglio. In America.
E per pura coincidenza, proprio in quel periodo io sarò in viaggio verso gli Stati Uniti con la speranza di riuscire ad incontrare anche Richard alla convention, un ragazzo così tenero e coccoloso (e un po’ pure dannato visto che non ha mai risposto ai miei tweet… però una volta ne ha retweetato uno e io mi sono sciolta come burro).
Ma, tornando al motivo principale del mio caso fortuito (e fortunato) della gita in America: mia cugina si sposa, e si sposa con un americano! E rimanendo poi a vivere nella casa del suo futuro marito ovviamente anche il matrimonio sarà celebrato là. Non solo sono invitata io (e la mia famiglia, eh), ma anche la mia migliore amica Giorgia che conosce mia cugina dall’infanzia, quasi tanto quanto me.
Ed ovviamente anche Giorgia segue i 100, non poteva essere altrimenti. Così siamo ancora più eccitate e non vediamo l’ora di partire per il Nuovo Mondo (il Nuovo Mondo con Richard s’intende! E anche per il matrimonio di mia cugina, dai).
 
Così i mesi passano tra esami e studio, senza mai smettere di fangirleggiare per le serie tv, cercando notizie sul cast dei 100 e passandoci tra amiche le foto dei nostri idoli. Ne ho raccolte così tante di Richard grazie al loro aiuto che ora la sua cartella mi occupa qualche giga sul pc; contando anche tutti gli screen fatti per ogni puntata, viste e riviste almeno due o tre volte!
E poi è arrivato luglio e siamo tutti partiti per l’America.
Mia cugina è un genio e ci ha organizzato tutto il soggiorno tra trasporti, cose da visitare, cibo da provare e alloggio (siamo ospiti a casa sua perché il suo futuro marito è un riccone e quindi, avendo una casa enorme, hanno la possibilità di tenerci tutti lì per più giorni); e dopo che le avevo accennato di voler provare ad andare al Comic-con di San Diego, se possibile incastrarlo tra tutti gli altri impegni, mi ha anche organizzato il trasporto per arrivarci! Fortuna che per il matrimonio le abbiamo fatto un mega regalo, altrimenti non avrei saputo come potermi sdebitare di tutto.
Ma, ovviamente, era andato tutto troppo liscio fino a quel momento e lo sanno tutti che ogni tanto ci vuole anche una buona dose di sfiga per pareggiare il conto con il karma. Ed io presi l’influenza proprio il giorno prima di prendere l’aereo, ma non bastò perché il giorno seguente ci spostarono il volo e così attendemmo per sette ore in aeroporto mentre io mi imbottivo di aspirina e sonnecchiavo sui divanetti. Insomma, non male per cominciare la mia prima esperienza negli Stati Uniti e nemmeno ero arrivata, anzi non ero neanche partita!
Quando finalmente arrivammo dopo un volo di ore ed ore e mettemmo piede nella terra di Obama, il fuso orario ci stroncò di brutto e dormimmo tutti fino al giorno dopo, quando constatai con sommo piacere che fortunatamente mi era passata l’influenza!
Forse la ruota della fortuna ricominciava a girare dalla mia.
 
Il matrimonio andò stupendamente bene, mia cugina era bellissima e mia zia non smetteva più di piangere. Facemmo festa tutto il giorno e tutta la notte con cibo, musica, balli e gente ubriaca (pure in piscina). Un tipico matrimonio all’italiana, ma festeggiato in un altro Stato. Una festa davvero bella e poi gli sposi erano così teneri che facevano venire voglia a tutti di sposarsi o risposarsi.
Nei giorni seguenti visitammo invece un sacco di monumenti, parchi, musei, città, paesi, ristoranti e (purtroppo) fast-food, mentre io e Giorgia facevamo il conto alla rovescia dei giorni che ci separavano da Richard e gli altri membri del cast.
Mia cugina e Jonathan, ora suo marito, erano stati carinissimi ad ospitarci per qualche settimana, poiché sarebbero partiti per la luna di miele solo tra un mese a causa degli impegni lavorativi di lui. E noi eravamo lì solo da cinque giorni, sentivamo che sarebbe stata una vacanza indimenticabile e avevamo ancora così tante cose da fare!
 
Il giorno in cui siamo finalmente partite per il Comic-con non stavamo più nella pelle. Non solo perché sapevamo che di lì a poche ore avremmo incontrato i nostri idoli, bensì perché sarebbe stata una delle esperienze più belle della nostra vita, tra cosplay fantastici, autori, fumetti, sceneggiatori, manga, videogiochi, attori e quant’altro. Eravamo anche indecise su cosa indossare, proprio come due ragazzine al primo appuntamento! Alla fine io optai per delle “All star” classiche, jeans, canotta nera e sopra una camicia leggera a quadretti rossi e neri simil boscaiolo insomma. Misi anche un paio di orecchini di SpongeBob (e non per far vedere a tutti che anche io sono nerd, ma per il semplice motivo che seguendo Richard sui social network ho scoperto che a lui piace un sacco quella piccola spugna gialla… quindi sì, l’ho fatto proprio per attirare la sua attenzione, lo ammetto!).
Una volta pronte prendemmo una specie di corriera, gli autobus che in Italia si usano per andare in gita insomma, e dopo un’ora e mezza di strada in cui abbiamo chiacchierato e sonnecchiato siamo finalmente arrivate a San Diego!
Uno spettacolo.
Io ero fuori di me dalla gioia, non ho parole per descrivere quello che ho provato andando a quella convention, so solo che mi sentivo perfettamente a mio agio, quello era il mio mondo.
Tralasciando, però, tutta la parte relativa a quello che abbiamo visto o fatto prima della conferenza, passo subito a raccontare del meeting con il cast e gli autori dei 100, in fin dei conti eravamo andate lì proprio per quello!
Fu un’esperienza bellissima. Prendemmo posto tra le sedie disposte poco sotto un palco dove invece erano seduti tutti gli sopiti presenti: Jason Rothenberg ideatore e sceneggiatore, Eliza Taylor che era bellissima, una ragazza veramente stupenda, Bobby Morley, Henry Yan Cusick (il mio adorato Desmond di LOST), Isaiah Washington che abbiamo capito tutti ancora vivo vista la sua presenza alla conferenza, Linsdey Morgan, Christopher Larkin e per finire il mio bellissimo Richard. Ammetto di averlo fissato per quasi tutto il tempo della conferenza! Hanno iniziato benissimo, gasando tutti noi fan presenti perché hanno proiettato sul maxi schermo dietro di loro il trailer della seconda stagione e così ci siamo beccate delle scene che ancora nessuno aveva visto! Poi hanno un po’ parlato dell’aspetto tecnico del telefilm, della loro esperienza come attori sul set e per finire hanno risposto alle domande dei fan. Io e Giorgia abbiamo capito tutto, o comunque un buon 90% e mi ritrovo a dover ringraziare la mia università di Interpretariato e lingue, mai stata così utile prima d’ora!
Quando tutti poi hanno terminato con le domande è cominciata la sessione di autografi ed è così arrivato anche il mio momento. Ero emozionatissima e respiravo in modo affannoso, lo ammetto. Mi ero preparata qualche domanda da fare a Richard, ovviamente nella speranza che mi avrebbe cagato e che si sarebbe degnato di rispondermi altrimenti sarei morta. Proprio lì, davanti a lui. Così tutti avrebbero saputo che la colpa era sua. Ma per mia fortuna, essendo qui a scrivere tutto ciò, non accadde nulla di brutto, anzi.
Era una cosa abbastanza semplice da fare: tutto il cast era sceso dal palco e si era spostato su un tavolo vicino, così i fan potevano mettersi in fila e cominciando dal primo attore (Isaiah Washington) si andava avanti fino all’ultimo (proprio il mio Richard) e volendo ci si poteva fermare per qualche secondo con ognuno per chiedere l’autografo e scambiare due parole veloci. Come organizzano loro le sessioni d’autografi non lo fa nessuno e qui l’adorato Lucca Comics & Games avrebbe molto da imparare.
Io e Giorgia ci mettemmo in fondo alla fila perché avevamo bisogno di concentrarci e io soprattutto dovevo farmi passare l’ansia, sembro una persona sicura di sé, ma in realtà non lo sono per niente. Ma proprio per niente, è solo apparenza. Così potemmo anche osservare cosa facevano tutti i ragazzi in fila prima di noi, come si comportavano con i nostri idoli e anche di cosa parlavano con loro.
E poi venne il nostro turno. Giorgia cominciò per prima, passammo da un attore all’altro senza troppi problemi, facemmo i complimenti ad Eliza per la sua bravura e bellezza (ammetto che se fossi stata un uomo le sarei saltata addosso senza troppi problemi) e quando arrivai da Henry Yan Cusick quasi mi vennero le lacrime agli occhi. Gli confessai che in LOST era stato uno dei miei personaggi preferiti, l’avevo amato e adorato come pochi altri; poi invece mi spostai più sul discorso dei 100 e gli feci i complimenti anche per questo telefilm, nonostante nell’altro avesse reso molto di più. Lui mi ringraziò tanto per quello che gli avevo appena confessato, era serio e mi aveva ascoltato davvero con attenzione, disse anche che tutto ciò era molto importante per lui. Poi mi chiese da dove venivo e dopo avergli risposto “Italia” cominciò a ringraziarmi in italiano e spiccicare due o tre parole che aveva imparato chissà dove. Io mi misi a ridere e gli risposi nella mia lingua madre e lui sembrò ancora più contento.
Poi spostai un attimo lo sguardo sul prossimo attore del cast che mi sarebbe toccato e vidi che Richard mi stava guardando. Che imbarazzoooo! Distolsi subito lo sguardo, spostandolo nuovamente sul mio caro Desmond che per salutarmi volle darmi un bacio sulla guancia. Altro momento che non dimenticherò mai in tutta la mia vita. Mi salutò chiamandomi pure per nome, un tesoro. E’ davvero una persona gentile e alla mano, sono contenta che voglia così bene ai suoi fan!
Ed ora arriva il momento fatidico.
Prima di spostarmi da Richard, oltre al cuore che batteva all’impazzata, cercai Giorgia con lo sguardo e la vidi oltre il tavolo, quasi dietro gli attori del cast che mi guardava e teneva il suo blocchetto degli autografi abbracciato in grembo. Era curiosa di sapere come sarebbe andata e nel frattempo riusciva anche a farmi forza solo con lo sguardo. Io presi un bel respiro e mi avvicinai a Richard (dal vivo è ancora più bello che in foto, è il caso di specificarlo ancora) e stavo per morire perché l’ossigeno aveva smesso di arrivarmi al cervello.
[*nda: i seguenti dialoghi si sono svolti in inglese, ma verranno tradotti in italiano per facilitarne la comprensione].
-Emh, cia…
-Sei molto carina quando ridi.
Non ero nemmeno riuscita a salutarlo del tutto e già lui mi aveva fatto un complimento, OMIODDIO.
-Grazie. Anche tu sei carino. Emh, sì… e anche bravo a recitare. Mi piaci… come attore intendo.
-Ahaha grazie. Parli bene l’inglese. Ho sentito che vieni dall’Italia.
-Sì, studio all’università di Interpretariato e lingue straniere, per quello me la cavo abbastanza bene.
E lui mi sorrise. Dovevo andare avanti con il discorso, non potevo permettere che si interrompesse tutto così!
-Posso chiederti un autografo?
-Certo! Che nome devo mettere?
-Giulia.
-Julia?
-Sì, più o meno, lo pronunci un po’ strano.
-Julia e Jiorgia, la tua amica di prima.
-Sì, esatto.
-Sono nomi un po’ difficili.
-In Italia Giulia è uno dei nomi più comuni.
-Perché è un bel nome.
-Grazie…
E nuovamente le mie guance andarono in fiamme. Sono sicura al mille per cento che lui se n’era accorto. Stavolta, però, non sarei più riuscita ad andare avanti con il discorso se non l’avesse fatto lui, cosa che mi stupì parecchio.
-Sei venuta in America solo per il Comic-con?
-No, in realtà sono venuta per il matrimonio di mia cugina, poi io e Giorgia abbiamo colto l’occasione e siamo venute qui a San Diego per incontrare voi.
-Che onore! E vi piace l’America?
-E’ completamente diversa dall’Italia, ma… direi di sì! E’… spettacolare. Ci sono tantissime cose da vedere, troppe quasi! Tu sei mai stato dalle mie parti invece?
-No, ma mi piacerebbe visitare Roma per vedere il Colosseo. Tu sei di Roma?
-No, io abito a Milano, ma Roma è una bellissima città! Spero tu la riesca davvero a visitare prima o poi.
E gli sorrisi. Lui ricambiò dolcemente ed io mi sciolsi nuovamente come burro. Poi, non so con che coraggio, gli chiesi:
-Emh, possiamo fare una foto insieme?
-Volentieri!
Allora feci un cenno a Giorgia che si trovava ancora dietro di lui ad osservarmi e si avvicinò per scattarci una foto con la mia macchina fotografica che le avevo dato precedentemente proprio per questa occasione.
-Grazie, sei stato davvero gentile.
Ma lui mi sorprese ancora una volta, dicendomi:
-Aspetta, adesso facciamo una foto con il mio cellulare. Così anche a me resterà un ricordo del nostro incontro.
Io lo guardai stupita e quando ne riparlai con Giorgia più tardi lei mi disse che sembrava mi fosse venuta una paralisi al viso, non smettevo più di sorridere!
Così feci un selfie con il cellulare di Richard Harmon. Omioddio, omioddio!
-Non penserai di postarla su Twitter o Instagramm, vero?
-Sei una mia follower?
-Su Twitter, sì. Ti ho anche scritto qualche volta, ma non mi hai mai risposto…
-Davvero? Dimmi subito qual è il tuo account così comincio a seguirti! E ti taggo nella foto.
-Mi stai prendendo in giro? Tu sei tutto matto ahahah
E così gli dissi anche il nome del mio account Twitter. In quel momento avrei voluto sommergerlo di cuoricini, ma mi trattenni. Dovevo continuare ad apparire sana di mente.
Poi si avvicinò a noi un uomo vestito tutto di nero. All’inizio pensai fosse un cosplayer, ma poi capii che non era proprio così. Disse qualcosa nell’orecchio di Richard e solo in quel momento io ricominciai a guardarmi intorno e a tornare con la mente alla realtà. Al tavolo non c’era più nessuno, eravamo rimasti solo noi due e Giorgia che pazientemente mi stava ancora aspettando un po’ nascosta per non disturbarci.
Poi lui mi guardò con espressione dispiaciuta e mi disse:
-Scusami tanto, ma adesso devo andare.
-Figurati, immagino sarai pieno di impegni. Grazie del tempo che mi hai dedicato!
-Grazie a te, spero di rivederti presto Julia.
E per salutarmi mi diede anche lui un bacio sulla guancia come aveva fatto Henry prima di lui.
Non avevo più parole e il respiro mi si era strozzato in gola, così rimasi immobile a guardarlo mentre se ne andava accompagnato dal tizio vestito di nero. All’improvviso, però, si girò indietro e, facendomi il segno dell’OK con il pollice alzato, mi disse:
-Molto belli i tuoi orecchini!
Io allora scoppiai a ridere.
 
Non avevo parole, non sapevo più che dire. Guardavo Giorgia con occhi sbarrati e sorriso da ebete sul viso. Era andata anche meglio di quanto avrei mai potuto immaginare! Ma non dovevo pensarci troppo, perché probabilmente lui faceva così con tutte, non dovevo costruirmi nessun castello in aria, non dovevo starci male. Solo prenderla così, com’era andata. Erano stati dei bei momenti e stop.
Ma non ce l’avrei mai fatta, già lo sapevo.
-E’ andata meglio del previsto, eh Giu?
Mi girai verso di lei e la guardai con la stessa espressione di prima. Le feci cenno di sì con la testa e lei si mise a ridere.
-Dai, riprenditi! Non voglio continuare a girare per questi enormi padiglioni parlando da sola ahah
-Sì, scusami Gio, è che sono ancora… sorpresa? Boh, non lo so nemmeno io! Mi sembra tutto un sogno, ti prego dammi un pizzicotto!
E senza farselo ripetere due volte la mia migliore amica mi lasciò un livido violaceo sul braccio.
-Ahi! Grazie, ha funzionato. Quindi è successo tutto veramente? Oddio mi stavo quasi dimenticando, fammi vedere com’è uscita la foto!
E così ripresi in mano la mia Nikon per vedere lo scatto con Richard. Trattenni il respiro e poi lo lasciai andare. Fortunatamente non ero uscita cessa, evvai! Un bel traguardo visto che solitamente nelle foto esco con la bocca aperta, gli occhi chiusi o una ghigna degna da film horror. Stavolta invece ero uscita quasi normale per fortuna. Poi guardai lui. Bellissimo. Sorrideva, con la testa piegata leggermente di lato verso di me, i suoi lunghi capelli gli coprivano una parte del viso, ma gli occhi azzurri risplendevano. Inoltre mi aveva messo un braccio intorno alla vita e ancora mi sembrava di sentire il suo calore.
Il resto della giornata lo passammo a comprare schifezze da mangiare e fumetti, fare foto ai cosplayer più belli o più ridicoli e a ridere e chiacchierare.
Ammetto, però, che continuavo anche a guardarmi intorno nella speranza di rincontrare Richard o Henry o Eliza o chiunque altro di loro.
Nel tardo pomeriggio, prima che la fiera chiudesse, riprendemmo la nostra "corriera" per tornare a casa a Newport Beach, visto che la strada non era poca. Durante il ritorno Giorgia si addormentò con la testa sulla mia spalla, mentre io guardai fuori dal finestrino per tutto il tempo, continuando a ripensare all’incontro del pomeriggio. Nella mia mente ripassavo gesti e dialoghi all’infinito.
Non mi era mai capitato prima d’ora, nemmeno in Italia, di incontrare qualcuno di famoso che mi piaceva così tanto e di poter scambiare qualche parola con lui. Finalmente uno dei miei sogni si era avverato.
Continuavo anche a controllare il cellulare, aspettavo la notifica di Twitter da parte di Richard, ma non mi arrivò nulla, nemmeno una volta giunte a casa.





~~
Buona sera!
Se siete giunte fin qui vuol dire che avete deciso di leggere questa pazza e insana storia... che ne pensate? Spero che almeno a qualcuna sia piaciuta e che non abbia fatto proprio solo schifo, eh!
Solitamente non scrivo in prima persona, ammetto che è stato un poco difficile, perdonate tutti gli strafalcioni che ho fatto. Ma spero (e credo) di avervi immerso e fatto partecipi di questa storia un po' più del solito.
La prossima volta aggiornerò con il secondo (e ultimo) capitolo, ma nel frattempo fatemi sapere che ne pensate! C'è qualcuna che è in fissa come me per Murphy/Richard? O siete tutte solo per il team Flarke/Bellarke? (Non che io non abbia preferenza anche tra quelle coppie, ovvio)!

A presto,
Harlequeen

  
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