Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
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Autore: xjileytwerk    06/12/2014    0 recensioni
L'estate è iniziata, feste, concerti, lunghe passeggiate alla cazzo che non portano mai da nessuna parte.
Tia con il suo skate, sua sorella gemella Liz che la segue sulla bici e il fratello maggiore Seth sul retro della bici con la sorella che è già tanto se sa pedalare. Poi ci sono le prove con la band nel garage di Daniel, le serate passate a bere, l'erba, il sesso con gente a caso conosciuta la sera stessa...
Questa è l'idea di "estate perfetta" per le gemelle Martin.
Ma che succede se il loro fratello maggiore portasse a casa dei suoi amici, che tra l'altro resteranno lì per ben tre mesi?
Che poi non sono amici qualunque, sono i 5 seconds of summer, una delle band preferite di Liz, Calum è la sua celebrity crush per intendersi.
E Tia? Non ha mai provato un sentimento di quel tipo quando parla con Luke, è strana, non si riconosce nemeno più.
E che succderà?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3.

Saranno state circa le due di notte, fuori non faceva molto freddo e qualche lampione illuminava il parco.
In giro non c'era anima viva, oltre a Tia, che come ogni notte non riesce a dormire ed esce.
Su una spalla teneva l'eastpack in cui all'interno c'erano bombolette e cibo, con una mano messaggiava a Tom, il suo migliore amico, e con il piede destro spingeva lo skateboard. 
Arrivò lì delle rampe, esattamente al centro del parco, e vide Tom seduto su una di esse mentre mangiava un panino. 
Tia frenò e salì da lui. Era un ragazzo parecchio nerd; sul naso regnavano un paio di rayban decisamente troppo grandi, aveva i capelli castani e ricci tenuti corti ai lati e più lunghi sulla parte superiore della testa, come va tanto di moda adesso. Indossava una felpa rossa, in tinta con le vans e dei jeans tutti strappati.
«Ei puffa» la salutò lui con la bocca piena
«Ei gay» rispose lei sorridendo e sedendosi accanto a lui.
Lui finì il panino, si alzò e prese in mano la sua vecchia tavola
«Quando la smetterai di "scappare" di casa a queste ore costringendomi ad uscire?»
«Io non ti costringo, ti dico "ei, sono fuori" poi sei tu che esci, non dare la colpa a me» rispose lei un po' scocciata alzandosi. Però non aveva voglia di discutere con lui per l'ennesima volta, quindi cercò di evitare il discorso. «Devi dirmi qualcosa piuttosto?» incalzò dopo.
Lui inarcò il sopracciglio facendo finta di non capire, anche se sapeva benissimo dove Tia voleva andare a parare.
«Dai cazzo, Tom. L'hai detto a tutti e a me no. Sei il mio fotuttisimo migliore amico, dovresti dirmele certe cose.»
«Non la trovo una cosa importante» si difese lui cercando di stare il più calmo e pacato possibile, facendo innervosire ancora di più Tia.
«Non è importante?!»
«Ok, sono gay, contenta?»
«Si.»
Ci fu un silenzio interminabile, poi Tia parlò «Avrei preferito me l'avessi detto senza che io ti costringessi. Sai che mi sento un merda adesso? Ti ho sempre sfottuto chiamandoti 'gay' e tipo ieri scopro che lo sei veramente. Ceh, fanculo.»
«Ok, avrei dovuto dirtelo, ma non sapevo come dirtelo, sai non è elegante andare da una e dire "ei, mi piace il pene, mangiamo qualcosa al Mc?" Cerca di capirmi... Andiamo al Tunnel?» disse infine lui sorridendole come se nulla fosse. Lei annuì.

Il Tunnel era un vecchia galleria abbandonata dove un tempo passava la metropolitana.
Adesso i ragazzi la usavano come "tela" per i loro graffiti. Lei e Tom ci andavano spesso, sopratutto la notte, quando erano sicuri che la polizia non sarebbe passata di lì.
Arrivati lì Tom si sedette e comincò a rollare erba, mentre Tia cominciò a tirare fuori bombolette e a scrivere sulle pareti.
«Sono arrivati gli amici di tuo fratello?»
«Si..»
«E ovviamente hanno qualcosa che non ti convince, come ogni singola persona che vedi»
Lei lo guardò male ma accennando un sorrisetto
«Oppure..» ricominciò lui dopo essersi acceso la canna «..c'è qualcuno che ti ispira» 
Lei non rispose e continuò a disegnare. Avrebbe voluto dirgli "No, sono solo quattro sfigati" ma non riuscì a dire niente, le parole le morirono in bocca.
«Oddio, Tia. A te piace uno. E non come al solito, vero?» disse lui quasi sorpreso alzandosi e andando verso di lei.
«Ma no dire cazzate» gli disse lui rubandogli la canna dalle labbra «Per prima cosa l'ho conosciuto oggi, seconda cosa, ci avrò parlato si e no due volte n tutta la giornata»
«Vabbeh.. Descrizione?» 
«Alto, biondo, occhi azzurri, il solito dai» disse facendo spallucce.
«Dai, sii seria» le disse sorridendo
«Ok, ok... Allora, è alto, biondo, con gli occhi azzurri, le gambe stupende, ogni tanto gioca con il piercing che ha sul labbro, suona la chitarra, ha una voce assurda, ti fa venire i brividi quado ti parla e ... che cazzo sorridi?» disse rivolta all'amico
«"Ti fa venire i brividi"» disse lui facendo una vocina alquanto fastidiosa. Lei gli diede una leggera spinta che lo fece barcollare appena e tutti e due risero come bambini.
«Comunque» cominciò lui «Sembra Luke Hemmings dei 5 seconds of summer da come l'hai descritto» e rise. Tia invece diventò seria di colpo e lo guardò un po' torva. «Aspetta. Mica è lui, no?» lei non rispose.
«Perchè tutti conoscono 'sti 5 seconds of nonsochecazzodistagionefosse e io no?»
«Oh cazzo.» 
 
***
 

Il sole cominciava a sorgere facendo entrare parecchia luce nel salotto di casa Martin,  facendo svegliare Luke, che non riesce proprio a dormire se c'è la stanza in cui dorme è illuminata.
Guardò i suoi amici con gli occhi socchiusi e gli scappò un sorriso alla vista della scena che gli si presentava.
Erano tutti in mutande (compreso lui, ma dettaglli) e con le coperte sul pavimento; Micheal, che dormiva con Ashton per terra, aveva la bocca aperta e si stava sbavando sulla mano, il riccio invece russava fortissimo, mentre Calum, su un divano, stava abbracciando il cuscino. Ovviamente non riuscì a trattenersi dal scattare qualche foto da postare su vari social.
Dopo lo sputtano, si diresse in cucina a mangiare qualcosa, quando sentì la porta scattare e subito dopo una figura femminile fece la sua apparizione in cucina, era Tia.
Aveva delle occhaie asurde sotto gli occhi rossi, i capelli azzurri erano scompigliati, più del solito, e camminava strascicando i piedi.
«Buongiorno» disse lei con la voce roca e il più gentilmente possibile
«'Giorno» rispose lui sorridendole «Non hai una bella cera, lo sai?»
Tia fece spallucce prendendosi del latte dal frigo per poi metterlo in una tazza e sedersi al tavolo con Luke.
«Non voglio farmi gli affari tuoi» cominciò il biondo «Ma come mai sei tornata così tardi?»
Lei non aprezzò la domanda ma cercò di trattenersi dal lanciargli la tazza in mezzo alla fronte e cominciò a versare dei cereali nel latte.
«Fatico a prendere sonno» disse poi ficcandosi un cucchiaio in bocca
Lui annuì alzandosi per tornare in salotto 
«Alzabandiera» disse Tia prima di superare Luke e uscire dalla cucina
«Cosa?»
«Nah, niente» gli rispose sorridendogli e guardando verso il basso.
Lui fece lo stesso e avvampò all'improvviso 
«Non è colpa mia, succede a tutti!» cercò di difendersi e coprirsi 
Tia scosse la testa ridendo mentre saliva le scale che portavano alle camere, erano le sei del mattino, e un po' di sonno lo aveva.
«Buonanotte» disse a Luke prima di scomparire


Lui sospirò, quella ragazza gli piaceva sempre di più.
   
 
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