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Autore: Letizia25    07/12/2014    14 recensioni
Ogni persona ha dei mostri dentro di sé che ha paura ad affrontare.
Tra queste ci sono quattro ragazzi alle prese con i loro piccoli e grandi problemi.
Calum è il classico donnaiolo.
Michael cerca quella parte di sé che ha perso ma a cui non ha mai rinunciato.
Ashton è perdutamente innamorato di una persona che forse non potrà mai avere e non sa più dove battere la testa.
Luke ancora non riesce a capire i propri sentimenti.
Una storia che parla di come superare le proprie paure, di come sconfiggere i mostri insidiati dentro, anche solo per la persona che si ama.
*
Trailer: http://youtu.be/pclPEe9vuBM
*
Storia a quattro mani con Hazel_
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Per cortesia, leggete le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
Chapter eight – Be loved.
 
 
 
Calum sospira e fissa la strada di fronte a sè senza mai distogliere lo sguardo, ed è così da un'ora, da quando sono partiti quella mattina presto per andare all'aeroporto internazionale di Sydney.
Leah, al suo fianco, ha lo sguardo basso, la testa poggiata al finestrino e le canzoni più tristi sparate a tutto volume nelle cuffie dell'iPod, mentre le gocce di pioggia scendono impertinenti sul vetro, e le ricordano il mare di lacrime che ha versato fino a ieri.
La Edith Cowan di Perth l'ha accettata prima del previsto, quando le mancavano ancora tre mesi alla fine del liceo, e di certo Leah non se lo aspettava, è stato come un getto d'acqua fredda gettato addosso nel bel mezzo di una dormita: scioccante e inaspettato.
Cal si ferma alla vista del semaforo rosso, sospira un'altra volta e distoglie lo sguardo dalla strada, puntandolo stavolta verso la sua ragazza e prendendole la mano, mentre lei lo guarda e gli accenna un lieve sorriso, spento e pieno di malinconia.
Proprio a lui non va giù, questa cosa. Sono passate tre settimane da quando lei gli ha detto della sua partenza, da quando tutto ciò che si era stabilizzato era crollato all'improvviso, come un castello di carte buttato giù dalla potenza del vento: eppure a lui sembrano minuti, addirittura secondi.
Si sente come se gli avessero strappato Leah via dalle braccia, come se non fosse stata abbastanza con lui, come se invece che quattro mesi, stessero insieme da qualche ora, come se non se la fosse goduta per niente.
Eppure loro speravano in quel “per sempre”, o almeno in qualcosa di più duraturo, di più stabile, non di così tanta fragilità e sofferenza, perchè sì, questo fatto li ha proprio devastati, tutti e due.
Grazie a Leah, Calum è cambiato veramente tanto, si è innamorato di lei in così poco tempo riuscendo a  dimenticare il suo passato così tempestoso; mentre Leah, grazie a Calum, ha imparato a fidarsi delle persone, ad essere più sicura di sè stessa, a non avere più paura dei pregiudizi e dei commenti negativi sul suo conto: sono entrambi così diversi da ciò che erano prima di conoscersi.
«Stai bene?» le domanda tentando d'ingoiare quel fastidioso groppo che ha in gola, mentre lei si toglie le cuffiette e le attorciglia all'iPod, che poi rimette dentro alla borsa con tutta la calma del mondo.
«No che non sto bene - gli dice finalmente quasi in un sospiro, nello stesso momento in cui Calum preme sull'acceleratore per ripartire, dato che il semaforo adesso è verde - è successo tutto così in fretta.»
Il moro socchiude gli occhi per un attimo e stringe così forte il volante da farsi venire le nocche bianche, mentre Leah si lascia scappare un singhiozzo disperato.
Gli si restringe il cuore a sentirla piangere, quel magone che ha sullo stomaco sembra ingigantirsi sempre di più ogni volta, e non può fare niente per farlo sparire.
«Sai cosa? - gli dice d'un tratto passandosi i palmi delle mani sotto agli occhi per asciugare il trucco colato - Io non ci vado, Calum. Non ci vado.»
Calum accosta ad una piazzola e spegne l'auto, poi si slaccia la cintura e si volta verso di lei, infine sospira ed inizia a parlare.
«No Leah, questo proprio non te lo concedo. - le dice con un tono autoritario, l'espressione seria e le mani sopra a quelle della sua ragazza - Piacerebbe molto anche a me che tu restassi, davvero, sarebbe la cosa più bella di tutte! Però non voglio che tu perda questa occasione, non voglio che il tuo stesso sogno ti scivoli dalle mani per causa mia, mi sentirei in colpa come non mai. La Edith Cowan è perfetta per te, e pure tu lo sai! È l'università dei tuoi sogni, mi hai detto tante volte che vuoi andarci sin da quando avevi undici anni, e ora che sono passati otto anni, ora che il tuo sogno si è realizzato tu non puoi tirarti indietro, seriamente. Noi ci sentiremo, ci vedremo, io verrò a trovarti e pure tu tornerai a Sydney durante le vacanze, non ci libereremo così facilmente l'una dell'altro.»
Leah sorride e lo abbraccia, con le lacrime che le scorrono sulle guance, ma questa volta il suo pianto esprime la felicità, è commozione, perchè le parole del suo ragazzo le hanno toccato l'anima, si sente già meglio ed è tutto grazie a Calum.
«Ci volevano le tue parole Cal - gli dice ridacchiando - cosa aspettavi?»
Il moro ride e posa dolcemente una mano sulla sua coscia, mentre Leah gli lascia un bacio sulle labbra.
«Dovremmo muoverci, rischierò di arrivare tardi e perderò l'aereo!» gli ricorda allontanandosi di colpo.
«Sei ancora più bella quando sei agitata - le confessa accarezzandole una guancia e poi mettendo in moto - ti amo così tanto.»
La bruna sorride e una lacrima le sfugge e le riga la guancia velocemente.
«Anche io, grazie davvero di tutto.» gli risponde intrecciando la sua mano con quella più grande del ragazzo.
«Grazie a te per avermi dato il meglio quando io volevo solo il bene per me stesso.»
 
È sabato, ed altre tre settimane sono passate dalla partenza di Leah. La sua assenza si fa sentire in tutto il gruppo. Mike, Spence, Luke, Ash, tutti quanti si erano affezionati a lei. Ed ora che la mora non è più con loro, c’è un po’ di malinconia, di nostalgia da affrontare.
Mike ha un’idea già da parecchio tempo, un’idea che potrebbe tirare veramente su il morale a Spence. Ma il chitarrista non vuole metterla in atto solo per risollevare il morale della sua ragazza, vuole metterla in atto semplicemente per dare un significato vero e proprio, più serio, più vero, più profondo, a quello che li unisce, che li lega in un modo che lui non avrebbe mai creduto possibile.
Ecco perché adesso si ritrova con la mano di Spencer nella sua, davanti ai loro genitori, a casa della bionda. Michael ha organizzato tutto un po’ di fretta, spera solo che vada tutto bene. È così agitato, così in ansia. È la prima volta che gli capita una cosa simile e, sinceramente, non sa proprio come comportarsi.
Prende un respiro profondo, e punta i suoi grandi occhi verdi sui presenti, stringendo un po’ di più la mano della sua ragazza, che ancora non capisce cosa diamine stia succedendo.
Michael si permette di guardarla e di sorriderle per un istante, mentre il suo cuore diventa preda dei battiti più sfrenati. Poi parla, e lascia che le parole gli fluiscano fuori dalle labbra come se avessero autonomia propria.
«Mamma, papà, signori Dallas… Io... Avrei una cosa da dirvi.»
I genitori si guardano tra loro, un po’ preoccupati. Ed anche Spencer lo osserva, confusa più che mai, perché proprio non capisce cosa il suo ragazzo abbia in mente.
Mike prende un altro respiro, riuscendo a mettere da parte la sua ansia e la sua preoccupazione, e ricomincia a parlare. E stavolta non si ferma.
«Lo so che pensate che a volte sia uno scapestrato, un irresponsabile di prima categoria, uno particolarmente testardo quando mi ci metto, un poco di buono. Lo so, e ve ne do ragione. Ma se c’è una cosa che farei per Spencer– e qui si volta puntando i suoi occhi bellissimi in quelli di Spencer, spalancati per la sorpresa – sarebbe cambiare ogni singola cosa di me, solo per poter stare con lei. Perché lei merita solo il meglio. Ed io voglio diventare quel meglio di cui ha bisogno.»
Ed un silenzio di tomba cade su tutti loro, pesante come un macigno.
Michael osserva tutti i presenti, sperando in una loro possibile reazione. Ma stanno tutti in silenzio, con bocca ed occhi spalancati per la sorpresa.
Spencer adesso ha capito cosa vuole fare Michael. Il problema è che non se lo sarebbe mai aspettato da uno come lui, proprio no. Questa sì che è una sorpresa!
«Voglio solo farvi capire che per me Spencer è veramente troppo importante. Voglio che sappiate che, qualunque cosa accada, io sarò sempre con lei.»
E a quel punto anche i loro genitori stanno iniziando a farsi un’idea più chiara.
Ma è solo quando Michael si inginocchia, quando prende la mano sinistra di Spencer, quando infila delicatamente un fine cerchio d’oro al suo anulare, quando la guarda dolcemente negli occhi, che tutto diventa più chiaro.
«Spencer Dallas, vorresti farmi il ragazzo più felice della terra diventando ufficialmente la mia fidanzata?»
E la ragazza si porta la mano libera alle labbra, colta completamente dalla sorpresa. Perché avrebbe potuto veramente aspettarsi di tutto da Michael – veramente di tutto – ma non avrebbe mai immaginato una cosa simile.
Ed il fatto che il ragazzo voglia rendere ben noto che lui è solo suo e lei è solo sua – aumentando a dismisura tutta quella felicità che il piccolo cuore della bionda non riesce a contenere - le fa battere così forte il cuore, che lei non ci pensa neppure un istante ad abbracciarlo fortissimo e baciarlo dolcemente, facendo cadere entrambi per terra.
«Sì, sì, sì! E mille volte ancora sì!»
Ed i loro genitori si ritrovano a sorridere, soddisfatti dei loro ragazzi che pian piano stanno crescendo, con la certezza che affronteranno insieme tante, tantissime cose.
«Ti amo, Michael.» sussurra Spencer sulle labbra del suo ragazzo.
«Ti amo anch’io, Spencer.» risponde lui, sorridendole felicissimo.
 
Ed intanto un altro mese è passato.
Quel pomeriggio di inizio inverno Ashton e Luke sono usciti, ed ora eccoli lì, sulla spiaggia deserta, a camminare mano nella mano, rabbrividendo lievemente a causa della brezza leggera che soffia a quell’ora tarda.
Il biondo sospira, ha troppi pensieri per la testa. Pensieri causati dal fatto che lui ed Ashton stanno diventando sempre più intimi, giorno dopo giorno. Sta pensando al fatto che i loro baci stanno iniziando a non bastargli. Sta pensando al fatto che cerca sempre qualcosa di più, quando si abbracciano, quando si accarezzano, quando si baciano. Pensa, riflette, ma i dubbi non vanno via.
Ed il riccio l’ha notato, perché anche lui prova le stesse sensazioni, le stesse incertezze. Solo che Ash sa quale potrebbe essere il modo per spegnerle del tutto, ma ha paura che Luke non sia ancora pronto. Quindi per adesso preferisce aspettare, e si accontenta. Si accontenta dei loro baci sempre più frequenti, sempre più intensi; delle loro mani che non fanno altro che cercarsi, costantemente; dei loro abbracci, che trasmettono sempre più calore e sempre più voglia di appartenersi.
Ashton ha notato tutto questo, come l’ha notato anche Luke. Solo che per adesso lasciano il discorso in sospeso, cercando di non dargli troppa importanza.
Continuano a camminare, in completo silenzio. Perché loro due sono così, non hanno bisogno di troppe parole, stanno bene anche in silenzio, un silenzio rotto solo dai loro respiri, dai loro sguardi, dai loro sorrisi, dai loro baci timidi.
Solo che ad un tratto il rumore di un tuono che spezza l’aria li fa sobbalzare.
Immediatamente Ash sposta lo sguardo sul cielo all’orizzonte.
«Meglio tornare a casa, che dici?» propone il biondo, togliendo le parole di bocca al riccio, che gli sorride complice ed aumenta un po’ la stretta delle loro mani.
Iniziano quindi a fare la strada a retroso, con passo un po’ più veloce. Ma non abbastanza, perché ben presto una pioggia fine inizia a cadere, e la macchina del maggiore è ancora parecchio lontana. Allora iniziano a correre, mentre l’acqua scende sempre più veloce diventando in pochi minuti un forte temporale, che inzuppa i loro vestiti e li fa rabbrividire. Pochi minuti dopo riescono a vedere una vecchia stalla, non molto lontano da dove sono. Le loro mani intanto si sono divise, ma continuano a cercarsi, a sfiorarsi come se proprio non riuscissero a farne a meno.
«Chi arriva prima là è etero!» dice Luke, per sfidare il riccio, sapendo che al ragazzo dia fastidio quell’aggettivo, specialmente se detto da Luke, che infatti ottiene l’effetto desiderato.
Ed i due iniziano a rincorrersi, a chiamarsi, a ridere, proprio come bambini. Perché loro due sono soltanto due bambini cresciuti troppo in fretta, due bambini che solo adesso stanno entrando veramente nel mondo dei grandi, costellato da emozioni così intense e così profonde che un bambino può provare, ma che non riuscirebbe mai a capire.
Luke arriva per primo alla porta della stalla, appoggiandocisi con le mani per riprendere fiato.
Ashton arriva poco dopo, e si ferma a pochi centimetri di distanza dal biondo, osservandone rapito la schiena che si alza e si abbassa, le mani affusolate che poggiano sul legno della porta; schiena che vorrebbe sentire su di lui, mani che vorrebbe tenere nelle proprie. E tutto questo per il semplice fatto che il riccio senza Luke proprio non riesce a stare.
Come se il suo cuore le sue emozioni avessero preso il controllo, il maggiore si lascia guidare.
E ben presto la schiena del biondo si ritrova a contatto con il petto del riccio; e ben presto le mani del più piccolo si ritrovano nella stretta dolce e forte del maggiore.
È un abbraccio forte, gentile, dolce, quello di cui sono vittime. E nessuno dei due potrebbe chiedere di meglio del calore che si stanno dando, nonostante il freddo che provocano i loro vestiti bagnati ed i brividi che li invadono.
Restano così, vicini, per qualche minuto, beandosi di quelle fantastiche sensazioni.
Poi Luke si volta ed intreccia per bene le sue dita a quelle di Ash, che gli sorride felice e gli si avvicina, facendo scontrare inconsapevolmente i loro bacini. Ed il contatto li coglie così di sorpresa, che sussultano ed arrossiscono violentemente. Ma non si allontanano, anzi. Quella vicinanza tutta nuova, da scoprire, li incuriosisce, li fa stare maledettamente bene. Ed i loro occhi che si incontrano per un istante, quel tanto che basta per far traboccare quel vaso ormai troppo pieno.
Luke avvicina un po’ il suo viso a quello del riccio, che non ci pensa due volte ad unire le loro labbra, in un bacio dolcissimo. Solo che ad un tratto scatta qualcosa, un qualcosa di così inaspettato che nessuno dei due aveva previsto.
Perché è una novità che le loro labbra stiano esplorando il collo dell’altro, assaporandone la pelle ed il profumo che li manda ancora di più in confusione; perché non era mai successo che Ashton portasse la sua gamba in mezzo a quelle di Luke, sfiorandone le parti intime; perché i gemiti che escono dalle loro labbra troppo impegnate a baciarsi sono troppo forti.
Perché tutta quella situazione è sfuggita loro di mano, ma entrambi non se ne preoccupano minimamente, si lasciano semplicemente guidare da quello che sentono dentro di loro così prepotentemente, fin dentro le ossa, fin dentro l’anima, fin dentro l’angolo più remoto di loro stessi.
Quasi senza rendersene conto, le loro mani ancora intrecciate vanno ad aprire la porta della vecchia stalla ed entrano, senza dividere le loro labbra.
E non danno segno di volersi separare, quando le mani tremanti di Luke vanno ad aprire i bottoni del cappotto del riccio, quando Ash toglie il cappello al minore ed inizia a passare la mano tra i suoi capelli, quando i loro respiri si fondono completamente.
Senza smettere, si tolgono di dosso anche i maglioni completamente zuppi, restando a petto nudo. E quando le loro mani arrivano a sfiorare la pelle bollente dell’altro, rabbrividiscono al tocco, mentre i loro cuori non riescono ad avere un battito regolare.
Ashton indietreggia piano, e Luke non ci pensa nemmeno a lasciarlo andare. E si ritrovano stesi su un letto di paglia, soffice, che non buca. Le mani del maggiore esplorano senza sosta la schiena ampia e calda del più piccolo, che invece si diverte a passare le dita tra i ricci dell’altro, facendolo gemere forte. Senza aspettare oltre, le loro mai vanno ad aprire le zip dei pantaloni. E ben presto si ritrovano con solo il sottile strato dei boxer a dividerli.
Luke, con un solo movimento del bacino, fa scontrare le loro intimità, rendendo entrambi prede di brividi lunghi ed intensi. In risposta, Ashton inarca la schiena, aumentando il contatto e destabilizzandoli del tutto.
E allora anche i boxer se ne vanno, lasciando posto alle loro pelli che si scontrano; alle loro mani che si cercano, giocano, si accarezzano; alle loro labbra che si assaporano ad ogni bacio, che gustano ogni millimetro della pelle dell’altro; ai loro respiri che sfiorano le loro labbra, i loro volti; ai loro cuori che battono forte.
«Luke, non devi farlo se non vuoi.» dice il più grande, tra un bacio e l’altro, cercando invano di rimanere lucido almeno quanto basta per non perdersi completamente.
A quelle parole, il biondo si ferma un istante, e punta i suoi occhi blu - blu come il mare, come il cielo la mattina presto, come il ghiaccio – in quelli dorati del riccio, sorridendogli.
«Voglio farlo con te, Ashton. Solo e soltanto con te.» gli sussurra, con gli occhi lucidi e con il cuore che non riesce più a darsi una controllata, il cui battito si fonde a quello già fortissimo del maggiore, che sorride a sua volta.
Luke intanto si perde ad osservare i lineamenti del riccio, le fossette sulle sue guance, i suoi occhi così vivi e così intensi. Si perde Luke, e sa per certo che non vuole ritrovare la via di casa per quello che sta per dire.
«Ti amo.»
Ed ora tutto è perfetto, tutto è come deve essere, senza sé e senza ma, senza sbavature, senza macchie. Tutto è limpido, bellissimo, unico, prezioso, meraviglioso. Ogni tassello è al posto giusto.
E quelle parole non fanno altro che rendere reale tutto questo, con una semplicità tale da destabilizzarli del tutto. Ed ecco perché si lasciano completamente andare, senza nessun freno, senza problemi, senza paure. Perché Ashton è con Luke, e Luke è con Ashton. E questo basta.
Nuovamente le loro labbra si uniscono, dolci, morbide, delicate, in un bacio così intenso benché semplice, da far capire ad entrambi che nessuno dei due potrebbe mai stare senza l’altro. Perché è solo quando sono insieme, che tutto va per il verso giusto, nonostante le difficoltà ed i problemi, nonostante le paure ed i dubbi.
Si amano, Luke ed Ashton, con una dolcezza ed una tenerezza mai viste sulla faccia di questa terra.
Si amano, Luke ed Ashton, come se non fossero in grado di fare altro.
Si amano, Luke ed Ashton, ed il mondo trova finalmente una senso.
Si amano, Luke ed Ashton, per dimostrarsi quanto contino l’uno per l’altro.
Si amano, Luke ed Ashton, nel modo più semplice e giusto di questa terra.
Si amano, Luke ed Ashton. Ed è questo quello che conta.




Lezel
Ciaoi bellissimi! Come state? Speriamo bene ;). Ormai le vacanze e Natale si stanno avvicinando, e non potrebbe essere mneglio di così! *^*
Per quanto riguarda il capitolo, quante cosine accadono qui!!!!! Calum e Leah che vanno all'aeroporto, mi oouiange il cuore per loro due :'(
In compenso, Michael ha dimostrato di tenere moltissimo a Spencere, ed ecco che fa una sorpresona sia a lei che a noi ;).
Ed i Lashton, beh, si sono dimostrati di volersi, tanto, di volersi completamente *^*.
Speriamo che vi sia piaciuto, perchè questo è il penutlimo capitolo :/.
L'ultimo non so se riesco a postarlo in tempo. Hazel_ ha già scritto la sua parte, quindi siamo a buon punto. Il problema sono io. A causa della scuola non riesco a toccare il PC per scrivere. Cioè, lo uso per ascoltare la musica quando studio e tenere aperto Facebook ed Efp, ma stop. Word praticamente non l'ho toccato in questi giorni :'(. Spero comunque di finire in tempo, anche se non vi garantisco niente :/.
A presto bellissimi! Buona giornata! <3
Un bacione, Lezel <3
   
 
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