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Autore: _Akimi    08/12/2014    1 recensioni
England - Scotland
-Lo sai come sono fatto...Insomma, in un certo senso siamo simili. Ho lavorato per secoli per costruire un Impero come quello Britannico...e non posso negare che più di una volta mi sono ritrovato a pensare di arrendermi. Un po' ho sperato di non farcela, in quei momenti in cui le vittorie erano troppo poche per compensare i sacrifici fatti, ma non mi sono fermato.
Non mi sono fermato perchè le sfide più belle sono sempre le più difficili.-
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Kirkland's family, Scozia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era risaputo che England, più di tutti gli altri paesi, sapeva essere piuttosto ossessivo se si cominciava a parlare del vecchio Impero.
Non poteva farci nulla dal momento che l'intera Gran Bretagna era così patriottica, con tutti i suoi “Viva la Regina” e bandiere rosse,bianche e blu che oscillavano maestose al passare del vento freddo di Londra.

Il problema più grande sorgeva quando alla discussione si univa Scotland.
I due, per quanto fossero parenti, riuscivano raramente ad andare d'accordo, ritrovandosi troppo spesso a doversi allontanare l'uno dall'altro per non finire in una probabile rissa.
Tuttavia le cose avevano preso una piega diversa quando Allistor aveva detto seriamente di volersi dividere dal resto della famiglia.
Arthur, anche se era troppo orgoglioso per poterlo ammettere, aveva preso la notizia in modo piuttosto negativo. Non aveva intenzione di insistere, ma da una parte sapeva che per risolvere la situazione avrebbero dovuto parlarne, parlarne seriamente per una volta.

Si erano incontrati là, in Scozia, tra uno di quei vasti paesaggi delle Highlands dove, molto spesso, Scotland amava rilassarsi in solitudine apprezzando il clima freddo dell'isola.
Il vento gli scompigliava leggermente i capelli rossi e per un attimo socchiuse gli occhi, pensando a quanto sarebbe stato diverso senza Ireland e Wales.
Se doveva essere sincero, probabilmente avrebbe sentito anche la mancanza di England, o meglio, un po' lo sperava dato che non era completamente deciso su la scelta che stava per prendere. Non si trattava di un cambiamento semplice, ma era pur sempre vero che anni e anni di storia gli avevano fatto capire che tra di loro non poteva andare di certo bene. Forse erano entrambi troppo ambiziosi o in alternativa troppo stupidi, infatti Allistor era certo che Arthur non si sarebbe mai presentato per convincerlo a rimanere.

Stranamente, si sbagliava.

Arthur si era concesso un giorno libero per andarlo ad incontrare e così, senza preavviso, l'aveva raggiunto senza ancora salutarlo. Si era fermato ad osservarlo in silenzio, preoccupandosi di non essere visto e quindi senza attirare la sua attenzione.
Si avvicinò lentamente e non fece in tempo a parlare perchè, proprio nello stesso attimo, Allistor lo invitò a sedersi vicino a lui.
Non era stato così silenzio quindi, ma non se ne curò, appoggiandosi di fianco a lui e pensando subito a ciò che poteva dirgli per andare dritto al punto.

-Hey Rosso, avrei voluto evitare una supplica del genere, ma sai bene che non mi piace scherzare su queste cose...-
Arthur prese un respiro e si sistemò la divisa anche se non c'era nulla fuori posto nel suo abbigliamento.
-Ne abbiamo passate tanto, questo è vero, ma che United Kingdom saremmo..senza di te? Non parlo di rinunciare alle tue tradizioni, al tuo stupido kilt e a quella cornamusa...odiosa, sopratutto alla mattina. In ogni modo, non sono qui per criticarti.- Si passò una mano tra i capelli biondi e si fermò ancora, sapendo che sarebbero facilmente arrivati ad una rissa come tutte le altre volte.

-Grazie dello sforzo, ma non lo faccio per te, England. E' vero, c siamo combattuti per anni, ma ti sei ma chiesto il perchè?-
A quella domanda Arthur non riuscì immediatamente a trovare una risposta che lo soddisfacesse del tutto. Ci pensò e ci ripenso ancora e l'unica cosa che gli venne in mente fu l'Impero Britannico, il suo tesoro, quello di cui si vantava spesso.
Infondo sapeva che tutta quella storia non era altro che un insieme di guerre e spargimento di sangue, ma era anche il simbolo della sua ambizione e del suo orgoglio. Non era riuscito a rinunciare ad averla vinta su tutti i suoi fratelli eppure ora si ritrovava a pregare per non dividersi da uno di loro.

-Il fine giustifica i mezzi...Non sono qui per essere biasimato, ma tutte le battaglie che ho fatto.Che abbiamo fatto, ci hanno portato comunque ad un'unificazione e-
Allistor lo interruppe prima che potesse proseguire nel discorso. Non voleva sentirsi dire che tutti quei sacrifici erano stati fatti per la Nazione. Era certo che non fosse così.
Arthur era troppo egoista, troppo ambizioso per avere pensato minimamente a tutte le altre regioni e sì, sapeva bene che anche lui, proprio come England, aveva diritto di seguire i suoi obiettivo, avere la sua indipendenza.
Eppure, nonostante fossero così simili, nonostante avessero una storia comune, non riuscivano mai a trovare un punto di incontro.
Forse era quell'unione forzava che li rendeva così astiosi reciprocamente. Essere così vicini non doveva far parte dei loro piani, Allistor sembrava esserne certo.
Ma non si trattava solo di quello. Sapeva anche che Arthur aveva paura di rimanere solo e che si sarebbe ritrovato a rimuginare sui propri errori proprio come aveva fatto secoli prima.

-Hai solo timore di aver sbagliato di nuovo.Come avevi fatto con Alfred anni fa. Ma sai cosa?
Io non sono un americanotto che vuole giocare a fare l'eroe, non ho bisogno di spettatori come una diva di Hollywood. Io sono - -Britannico. Britannico come me,Ireland e Wales-

I loro sguardi si incontrarono e gli occhi verdi di Arthur non nascondevano più nulla. Nessuna patina di orgoglio nelle sue pupille, nessun sorriso beffardo. Solo England.

Sì,aveva paura e con questo? Lo sapevano tutti che era forte, sicuro di sé stesso, ma voleva bene alla sua famiglia, voleva bene a suo fratello proprio come ne voleva all'intera Nazione.
Se per convincerlo a rimanere avrebbe dovuto mostrasi almeno un po' empatico...beh, l'avrebbe fatto.
Sarebbe stato in silenzio e avrebbe ascoltato suo fratello fino a quando non sarebbero arrivati ad una conclusione. Una conclusione che comprendeva una riappacificazione, non altro.

Sospirò un'altra volta e proseguì di nuovo, insistendo sul fatto che la Gran Bretagna non avrebbe fatto a meno di un suo figlio proprio come lui che non aveva intenzione di dimenticarsi di un fratello.
Come si poteva dimenticare di tutti i momenti sorrisi, dei pianti condivisi e degli sguardi cupi che si lanciavano spesso durante convegni? Sì,anche quelli erano bei ricordi.

-Allistor, sei libero di prendere qualsiasi decisione tu voglia, ma prima ascoltami, almeno per una volta.-
Arthur aspettò in silenzio una qualsiasi risposta vedendo come l'altro si limitava a sorridere per poi accendersi una sigaretta.

-Almeno questa me la concedi?-
Il rosso sdrammatizzò non volendo, nonostante tutto, vedere un suo fratello in quello stato.
In più si stava parlando di England, il paese più narcisistico esistente di tutto il globo. France e Spain avrebbero pagato oro per vederlo così abbattuto.

-Temo di doverti lasciare libero almeno in quello.-
Arthur esclamò, mentre cerchi di fumo si innalzavano non appena Scotland socchiudeva la bocca.

Non aveva intenzione di fargli uno di quei lunghi discorsi pressoché inutile, ma dato che né Dio né la Regina gli avevano donato l'abilità di riassumere, Scotland dovette subirsi uno dei suoi sermoni peggiori.
-Lo sai come sono fatto...Insomma, in un certo senso siamo simili. Ho lavorato per secoli per costruire un Impero come quello Britannico...e non posso negare che più di una volta mi sono ritrovato a pensare di arrendermi. Un po' ho sperato di non farcela, in quei momenti in cui le vittorie erano troppo poche per compensare i sacrifici fatti, ma non mi sono fermato.
Non mi sono fermato perchè le sfide più belle sono sempre le più difficili.-

 

Scotland accennò un sorriso divertito anche se stava prendendo sul serio quelle parole.
-Mi stai dicendo che sei un masochista.-

Davanti a quella frase Arthur increspò le labbra non tanto per accontentarlo, ma perchè, infondo, non aveva neppure tutto i torti.
Era così ormai da decenni. Testardo anche quando sapeva di sbagliare, quando sapeva che si sarebbe fatto del male per nulla. Eppure i risultti ora c'erano e ne andava orgoglioso.

-Arthur...- Allistor si alzò e buttò la sigaretta finita in un cestino lontano dal punto in cui poco prima era seduto. -Beh, non vieni?-
Alzò la voce quel tanto che bastasse per farsi sentire e l'altro, senza nemmeno domandare dove volesse andare, a passo veloce lo raggiunse, proseguendo in quelle lande isolate.

-La Scozia appartiene agli Scozzesi, però... è pur sempre vero che la Regina sembra orgogliosa di queste terre.-
Il biondo accennò un sorriso, pensando di aver interpretato correttamente quelle parole, anche se non ne era ancora certo.
Scotland passò affettuosamente una mano tra i suoi capelli dorati,arrufandoglieli un po'. Poi la fece scivolare sulla sua spalla, stringendolo con gli occhi socchiusi.

-Puzzi di tabacco.-
Parlò Arthur, rovinando l'atmosfera come solito.
-Non fare il difficile, sir.-
I due si guardarono scambiandosi un sorriso. Era difficile dover rinunciare ad essere una famiglia, ma l'inglese avrebbe rispettato i desideri di Allistor senza lamentarsi. Eppure non lo vedeva ancora sicuro, almeno non del tutto.

Il rosso si perdeva spesso ad osservare l'orizzonte. Quell'orizzonte che nascondeva dopo chilometri e chilometri tutte le città inglesi,compresa l'amata capitale.
-Promettimi una cosa.-
Allistor lasciò la presa dalla spalla dell'altro così da poter incontrare meglio il suo sguardo.

-Non voglio più mangiare il tuo pudding di Natale.-
Arthur lo guardò stranito, convinto che come solito avesse cominciato a scherzare per evitare il discorso.
-No alle tue magie strane.- - Ma...- Scotland gli fece cenno di stare in silenzio, mentre nel frattempo era piuttosto ovvio che cercasse di trattenere una risata divertita.
-I biscotti li porterò io...e.- - Ho capito, ho capito.-England agitò le mani ormai certo che avrebbe dovuto rinunciare a molto per non farlo andare via. Non che gli importasse, visto che quello che contava era stare insieme, tutti, come una vera famiglia.

Il rosso interruppe i suoi pensieri dandogli una lieve spinta così da farlo inciampare in un sasso in realtà inesistente.
Arthur si lasciò cadere nell'erba fresca, scostandosi un paio di ciuffi biondi dalla fronte.
Poteva vederlo sorridere mentre la sua ombra copriva completamente il punto in cui si era sdraiato, rendendolo ancora più freddo.

-Rimarrò, ma non farmene pentire,ok?-
Disse con indifferenza, anche se i suoi occhi erano decisamente più sinceri delle sue parole. Non era certo che England sarebbe arrivato per chiedergli di restare, ma non appena l'aveva sentito arrivare si era sentito sollevato, pensando che non era così solo come spesso si sentiva. La sua presenza era importante e Arthur glielo stava dimostrando anche ora. Lo poteva vedere, lì, sdraiato ancora sull'erba con gli occhi un po' umidi, quasi prossimo ad un pianto.

-Non vorrai essere un frignone,eh? -
Allistor gli tese la mano e Arthur si drizzò sulla schiena per poi lasciarsi aiutare per alzarsi. Per quanto fosse felice di quella decisione, non avrebbe mai ammesso chiaramente di essersi preoccupato. Era ovvio che lo era, ma nessuna delle sue parole l'avrebbe mai detto direttamente.
-No, è solo questo maledetto fumo che mi da fastidio.-
Scotland rise di gusto, pensando che tra le tante cose, Arthur era persino un pessimo bugiardo, ma andava bene così, visto che tra di loro non dovevano esserci segreti, almeno non più.

-Ma se ho finito di fumare un paio di minuti fa.-
England ricambiò quelle parole incrociando le braccia e dipingendosi sul volto un broncio non molto convincere. Sapeva essere dolce, a modo suo e quando voleva, ma Allistor gli voleva bene anche per quello. Poi, infondo, anche lui sapeva essere fin troppo testardo e lo sapeva bene.
Si avvicinò a lui e lo abbracciò, lasciando che l'altro provasse a divincolarsi da quella morsa affettuosa senza ottimo risultati.
Non erano tipi da abbracciarsi spesso, ma in quel caso ci voleva, Allistor ne era certo.
Appena si staccò da lui, si allontanò lentamente lasciando che Arthur lo ricuperasse con passo spedito.

Entrambi si lasciarono alle spalle il paesaggio incontaminato scozzese, ma non solo, anche tutti i loro conflitti e fraintendimenti, pensando solamente al nuovo futuro che li avrebbe attesi d'ora in poi.

-E' bastato poco però.-
-Poco per cosa?-

Allistor accennò un sorriso divertito e gli diede un buffetto, pensando che qualcosa tra di loro infondo non sarebbe mai cambiato.
Probabilmente non avrebbero mai raggiunto l'idea di due fratelli perfetti, ma il bello stava proprio in tutto quel caos chiamato...Famiglia.

* * *

Arthur : Viva la regina!
Allistor : Beh,adesso non esageriamo...



 

Angolo dell'autrice
Ed eccomi con un'altra storia, una one-shot di Hetalia visto che è da mesi che avevo programmato di scriverne un paio.
Non è nulla di impegnativo, per di più storiella scritta durante le ore di scuola. Beh, che dire, se vi è piaciuta ne troverete altre a breve! (E il mio breve è sempre molto relativo)
Indizio :  Austria x Turchia

 

  
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