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Autore: __Rachele__    08/12/2014    2 recensioni
Cole è posseduto dalla sorgente ma Phoebe non si arrende: c'è un modo per salvarlo, ne è sicura, e lei lo troverà. L'amore di Cole ha già vinto il demone in lui una volta: sarà di nuovo abbastanza forte?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cole Turner, Phoebe Halliwell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giornate di pioggia come quella erano la consuetudine nella nebbiosa San Francisco e Phoebe assisteva allo spettacolo meteorologico dalla porta-finestra del suo nuovo appartamento. Il piccolo parco del quartiere residenziale si vedeva bene, fiorendo alla vista dalla finestra del soggiorno. Al di là di quello si vedevano i palazzi grigi e i grattacieli del centro città e, in lontananza, la costruzione rosso acceso che era il Golden Gate Bridge.
Ma Phoebe non vedeva nulla di tutto ciò che le si apriva davanti, aveva troppi pensieri per la testa e non dei più piacevoli. Il suo portatile era aperto sul tavolo di vetro, una pagina di Word in attesa del nuovo pezzo per la sua rubrica, mentre lei stava in piedi, stretta in un grosso maglione caldo e morbido, presso l’ampia finestra. Aveva freddo e, lentamente, con mente assente, si spinse fino al divano lì vicino, raccogliendo le gambe e accovacciandovisi sopra.
Cole era a lavoro in quel momento, impegnato nei suoi casi e nei suoi processi, a difendere innocenti e a punire colpevoli per vie legali. Lavorava molto negli ultimi tempi, da quando si erano sposati, usciva presto la mattina e tornava tardi la sera, spesso portando a casa il take away del cinese o dell’indiano. Era sempre premuroso con lei, la chiamava spesso nel corso della giornata, era affettuoso come lo era sempre strato, ma era freddo, o almeno, più freddo del normale e Phoebe aveva una brutta sensazione. L’aveva avuta addosso da giorni ormai e, da strega, sapeva quanto il suo istinto fosse importante e non trascurabile. Sentiva che c’era qualcosa che non andava in Cole e da moglie, da strega e, soprattutto, da donna era sempre più convinta di avere ragione.
Guardandosi attorno nell’ampio appartamento vuoto, in quella che, dopo tanti anni nel maniero di famiglia, era ora la sua nuova casa, Phoebe prese in mano il suo telefono cellulare, osservando lo sfondo con una loro foto insieme: erano felici e sorridenti e si stavano abbracciando. Premette il tasto con il numero 1 sopra e poi il tasto verde, avviando la chiamata rapida.

“Phoebe?” chiese Cole, dall’altro capo del telefono, leggermente confuso dalla chiamata: solitamente la mattina non si sentivano, principalmente perché era uscito da sole un paio d’ore. Il suo tono preoccupato le fece capire che probabilmente temeva un attacco demoniaco e si affrettò subito a tranquillizzarlo.

“ Sì, ciao amore… Tranquillo, non ci sono demoni in vista..”

“ Oh, va bene, meno male!” rispose lui. “ Cosa volevi dirmi?

“ Io…” mormorò lei, cercando una scusa, un qualche motivo per la sua chiamata, ma non riuscì a trovarne, la sua mente bloccata dalle troppe preoccupazioni.

“ E’ tutto okay?” le chiese, nuovamente in ansia, sentendo il suo tono esitante.

“ Certo, sto bene, volevo solo sentirti…” disse lei. “ Mi serviva una pausa dal mio articolo, non mi viene in mente nulla!” aggiunse, cercando di darsi un tono.

“ Oh, capisco...” rispose lui, sembrando tuttavia occupato dall’altro capo del telefono. “ Sono sicuro che troverai qualcosa da consigliare…”

“Sì, come sempre.. Senti, non voglio distrarti dal lavoro, ci vediamo stasera.” Gli disse lei.

“ Certo, a stasera! Ti amo!” disse lui.

“ Sì, anche io..” rispose Phoebe, riattaccando il telefono, premendo il pulsante con la cornetta rossa. Sospirò, poggiando il cellulare sul tavolino vicino al divano sul quale si era accomodata poco prima. Si alzò in piedi, intrecciando nervosamente le dita delle mani tra loro e aggirandosi con inquietudine per le stanze vuote della casa, senza una destinazione o un motivo. La chiamata aveva fatto poco per tranquillizzarla, anzi, forse aveva peggiorato il suo stato d’animo. Sentirlo era sempre bello, le faceva ovviamente sempre piacere, ma di nuovo aveva sentito quella brutta e fastidiosa sensazione insinuarsi dentro al petto.
Tornata in soggiorno, si sedette di nuovo al tavolo di vetro sul quale il suo portatile la aspettava, provando a scrivere qualche frase in risposta al problema della sua lettrice, ma gettando in fretta gli occhiali da vista sul tavolo, con frustrazione. Si sfregò gli occhi, passandosi le mani sul volto. Come faceva a risolvere i problemi degli altri, quando si sentiva il cuore appesantito dai suoi? Recuperò il cellulare, chiamando il numero 3 della chiamata rapida. Fortunatamente rispose proprio chi stava cercando.

***

La pioggia era finita e un timido sole illuminava le strade della città. Piper aveva convinto Phoebe ad uscire da quell’appartamento vuoto e le due erano ora in un negozio di scarpe. Lo shopping, aveva detto la maggiore delle due, era proprio quello che ci voleva quando i pensieri si facevano troppo chiassosi. Piper non sapeva quale fosse il problema, ma era comunque lì, per la sorella, pronta a consolarla e ad ascoltare il suo sfogo.

“ Sono preoccupata per Cole…” iniziò Phoebe, mentre guardava un paio di sandali argentati con il tacco.

“ Come mai?” rispose Piper, che era pronta, in attesa solo che la sorella iniziasse a parlare.

“ Non lo so, è strano…” continuò la minore, poggiando la scarpa che aveva in mano e continuando il suo giro. “ Lo sento freddo, come se si stesse allontanando da me. Siamo appena sposati, non dovremmo ancora essere nella fase luna di miele?”

“ Forse ha qualche problema sul lavoro…” suggerì Piper. L’altra scosse la testa.

“ Me ne parlerebbe..”

“ Non è detto, gli uomini sono così, non amano parlare dei loro problemi, si sentono sminuiti.”

“ No, non Cole, lui non è così… Mi parla sempre di queste cose, di tutto…. O almeno lo faceva. Ora… non so.”

“ Scusa se te lo chiedo, ma pensi che possa essere qualcosa di demoniaco?” le chiese Piper, abbassando la voce per non farsi sentire dalle altre clienti che si aggiravano nel negozio.

“ No, come potrebbe essere? E’ umano ora!” le rispose Phoebe.

“ Magari la sua metà demoniaca è più forte di quanto noi tutti pensassimo.”

Phoebe non rispose, continuando il suo giro. Non voleva ammettere, nemmeno con se stessa, di star prendendo in considerazione quanto detto dalla sorella.

***

Quando Phoebe tornò a casa, uscendo dall’ascensore che portava all’appartamento, carica di borse contenenti i suoi acquisti, si ritrovò nel salotto buio, illuminato soltanto da due candele accese sul tavolo di vetro. La tavola era apparecchiata elegantemente e nei piatti erano disposte le sue preferite specialità cinesi. Cole, sorridente, era in piedi vicino al tavolo e evidentemente la stava aspettando.

“ Wow!” esclamò lei, sorridendo, poggiando per terra vicino all’ascensore le buste.

“ Ciao!” disse lui, andando a baciarla. “ Eri strana al telefono, ho voluto farti una sorpresa! Sei sorpresa?”

“ Molto!” rispose lei, dandogli un altro bacio. “ E’ bellissimo, davvero…” si incamminò al tavolo, sedendosi mentre Cole le tirava indietro la sedia. Lui si sistemò di fronte a lei, sorridendole, mentre entrambi cominciavano a mangiare. Lui era dolce, come sempre. La guardava con gli stessi occhi innamorati che aveva sempre avuto con lei, le sue parole altrettanto dolci, ma Phoebe poteva vedere tutto il suo corpo in tensione, il suo volto teso. Era più che sicura che le stesse mentendo.

Alla fine della cena, ormai raggiunto il punto di saturazione, non potendo più far finta di niente, Phoebe posò le posate nel piatto, togliendo il tovagliolo da sopra le ginocchia e alzandosi in piedi bruscamente. Lui la guardò da seduto, un’ombra di preoccupazione, forse di paura, negli occhi, seguendola con il capo mentre raccoglieva i piatti e li portava in cucina. Sospirando, si alzò, raggiungendola, poggiandosi allo stipite della porta e osservandola.

“ Che cosa sta succedendo?” le chiese, le sopracciglia increspate in un’espressione tesa.

“ Cosa non mi stai dicendo, Cole?” gli chiese, girandosi a guardarlo negli occhi. Lo vide contrarre i lineamenti, nascondendo subito i sentimenti e i
pensieri dietro una maschera impassibile. “ No, non provarci, non provare a negarlo, non farlo.”

“ Non lo farò, ti sto nascondendo qualcosa.” Ammise lui, contraendo la mascella rigidamente.

“ E non mi dici cosa?”

“ Non posso farlo.”

“ Come non puoi? Certo che puoi, dimmi cosa mi stai nascondendo!”

“ Non posso, non me lo permette.”

“ Chi non te lo permette?” insistette lei. “ Ti stanno minacciando?”

“ Ho già detto troppo.”

“ Non hai detto niente, Cole! Cosa sta succedendo?” esclamò lei, avvicinandosi a lui. Lui fece un passo in avanti verso di lei, prendendo le sue mani e stringendole forte, guardandola negli occhi.

“ Phoebe, aiutami.” La implorò, prima di lasciarla andare. In un attimo era sparito nel fuoco.

***

Piper odiava riordinare la cucina ma, in qualche modo, la incastravano sempre. Lei era una cuoca e adorava passare tempo tra i fornelli, ma ritrovarsi poi in cucina, da sola, con un lavello pieno di piatti da lavare e un tavolo pieno di ingredienti da rimettere a posto la metteva sempre di pessimo umore. Come ogni sera, si era perciò tirata su le maniche e aveva incominciato il suo lavoro, accendendo la tv per passare il tempo. Quando sentì la porta d’ingresso sbattere violentemente, capì subito che c’era un problema: era ovvio, nessuno sbatteva la porta in quella casa senza un motivo valido e non si sentiva particolarmente ottimista quella sera. Posò la pentola che aveva in mano, spegnendo la tv prima di uscire dalla cucina. Passò in sala da pranzo, superandola e trovando Phoebe, con aria sconvolta, a metà scala, intenta a salire. Chissà come mai aveva l’impressione che stesse andando in soffitta.

“Cos’è successo, stai bene?” le chiese Piper, iniziando a salire le scale dietro alla sorella. Phoebe scosse il capo, continuando velocemente a salire. “
Ti hanno attaccata i demoni?”

“ No, non mi hanno attaccata.” Almeno non l’aveva attaccata, questo no.

“ Perché stai andando in soffitta allora?” disse Piper, fermandosi nel corridoio del primo piano. Phoebe si girò, guardando la sorella maggiore.

“ Cole è un demone, di nuovo.”

“ Cosa?!” Esclamò Paige, uscendo dal bagno, già in pigiama. “ Dobbiamo eliminarlo!”

“ Non osare eliminare mio marito! Mi ha chiesto di aiutarlo ed è proprio quello che ho intenzione di fare!” rispose Phoebe, puntando un dito contro la sorella minore.

“ Ma è un demone, il suo compito è eliminarci e il nostro è eliminare lui!”

“ Penso che dovremmo dargli il beneficio del dubbio.” Intervenne Piper. “ Ci ha dimostrato molte volte di meritarsi la nostra fiducia.” Phoebe  la guardò, incurvando verso l’alto gli angoli della bocca, leggermente, per ringraziarla. Quindi riprese su per le scale, subito seguita dalle due sorelle.

“ Cosa ti ha detto? Come l’hai scoperto?” le chiese Piper, mentre le tre raggiungevano il leggio sopra al quale da generazioni sostava il libro delle ombre.

“ Gli ho chiesto cosa mi stesse nascondendo e lui mi ha chiesto di aiutarlo. Poi è sparito.” Rispose lei, sfogliando il libro.

“ Belthazor è tornato?” chiese Piper, guardando Phoebe, che teneva gli occhi sul libro. Raggiunse la pagina dedicata a Belthazor, guardando la spaventosa rappresentazione del demone.

“ Non lo so, c’era qualcosa di strano. Quando Cole era Belthazor, spariva dissolvendosi… Questa volta è sparito nel fuoco.”

“ Solo i demoni di livello superiore spariscono nel fuoco.” Intervenne Paige.

“ Lo so.” Disse Phoebe, con una vena di insofferenza verso la sorella.

“ Chissà da quanto tempo te lo nasconde, forse da prima del matrimonio!”

“ Non mi interessa, Paige!” esclamò. “ E’ Cole, è mio marito! E’ per metà umano e quella metà è l’innocente che dobbiamo salvare! E’ posseduto da un demone, ma ha ancora la forza di lottare e di chiedermi aiuto! Cole è l’innocente che dobbiamo salvare, che è nostro dovere salvare! Se non ti va bene e non sei disposta a superare i tuoi stupidi pregiudizi per fare la cosa giusta, puoi anche andartene.”

“ Stai sbagliando, Cole è un demone e dovrai smetterla di mentire a te stessa.” Rispose la minore, girandosi e uscendo dalla soffitta, lasciando le due sorelle dietro di sé. Se non volevano aiutarla a fare la cosa giusta, l’avrebbe fatta da sola.
Primissima fanfiction su Streghe, scritta per una mia cara amica che proprio non poteva sopportare - come me d'altronde - la fine che aveva fatto la storia tra Phoebe e Cole. Erano perfetti insieme e hanno rovinato tutto, sono ancora in lutto. Questa è la mia versione di come sarebbe potuto essere.
Rachele
   
 
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