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Autore: JonS    08/12/2014    0 recensioni
La storia è il susseguirsi di vicende che vede come protagonisti vari personaggi delle fiabe, tolti dal loro contesto "fiabesco" e rivisitati in chiave "moderna". La storia di Emilia, la nostra protagonista, si intreccia tra amori, intrighi, patti e pegni da pagare. Una storia che ci porterà fino alle vette più alte tra torri e isole tra le stelle e più in basso dove dimorano i demoni, che poi non sono tanto malvagi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Passato, Lanterne e Paure

milia si ritrovò a fissare il soffitto della sua stanza, la schiena poggiata contro il legno scuro della porta, unico sbarramento tra lei e il resto del mondo. 
Ormai erano dieci anni che non usciva di lì. 
Emilia ricordava a stento l’ultima volta che aveva toccato l'erba e sentito il rumore delle strade e della vita, che continuava il suo ciclo perenne fuori dalle mura della sua dimora nelle campagne londinesi. 
La casa di cura Mary Goldfree era situata in una posizione strategica: a nord est di Londra, in un luogo che molti credevano essere un toccasana per curare i mali della mente. E forse avevano pensato che Emilia sarebbe potuta guarire dalla sua paura, che un giorno sarebbe tornata a camminare per le strade, a conversare nei salotti dell'alta società e a trovarsi un buon marito. Ma così non era stato e più tempo Emilia passava in quel posto, più le sue paure crescevano.
Tutto era iniziato nel luglio del 1940, durante la prima serie di bombardamenti che colpirono la città di Londra. 
Emilia era solo una bambina quando le bombe cominciarono a piovere dal cielo, in una notte calda. Una pioggia di lanterne che volavano per lei, per festeggiare il giorno del suo nono compleanno, per farla sentire speciale: fu questo che pensò all’inizio. Ed invece una di quelle si infranse sulla casa dei Peterson, distante solo pochi isolati dalla sua. 
Il rumore era assordante, le ville si sgretolavano sotto il peso delle esplosioni, interi castelli di mattoni e pietre cadevano come carte al vento; dalla finestra della sua camera, situata all'ultimo piano in una stanza mansardata, la più alta rispetto alle altre, poteva vedere le persone correre in fiamme, come lucciole che si inseguono nel buio della notte.
Ricordava che sua nonna era entrata in camera sua, piangendo, e l’aveva tenuta stretta finché non cessarono i bombardamenti e la notte tornò priva di luce e piena delle grida disperate dei superstiti. Solo allora Adeaide, sua nonna, si era alzata tremante ed era andata verso la porta. 
"Resta qui dentro Emilia, non uscire per nessun motivo, mi hai capita?" aveva detto, ed Emilia aveva annuito piangendo.
Sua nonna non era più tornata. Era morta in seguito al crollo di una parte della casa, sotto il quale erano sepolti anche il padre e la madre di Emilia, rimasta ormai unica erede di una notevole fortuna e di un ampio terreno. 
Ad occuparsi dei suoi beni fu un suo zio prete, mister Binghelly, del Sussex. Fu lui a trasformare la dimora di Emilia nella casa di cura dove ella stessa era andata ad abitare. L'edificio era stato ricostruito e ammodernato tutto a eccezione dell’ultimo piano, dove risiedeva Emilia. Lassù, un’intera ala era interamente occupata da calcinacci e macerie, che attendevano solamente i fondi necessari per il restauro. Poche stanze erano ancora agibili, e non avevano nulla di salutare. 
Poi c’era la scala, integra come lo era stata prima dei bombardamenti, che serpeggiava oltre il tetto e su, nella torretta lasciata a vedetta: quella era la stanza dove Emilia aveva abitato negli ultimi dieci anni. L'ingresso era nascosto ai più da un quadro che ritraeva i genitori di Emilia; solo in pochi sapevano della sua esistenza, e perfino il personale ospedaliero era incuriosito da chi o cosa abitasse la torre.

Emilia era ormai stanca dei continui tentativi dello zio di farla uscire dalla stanza: lì si sentiva al sicuro. 
Finché non fosse uscita sarebbe certamente rimasta in vita. Non come sua nonna.
  
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