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Autore: Lumik Lovefood    08/12/2014    1 recensioni
Dal capitolo IV:
Zacky sorrise, anche se non era tanto rassicurato. Più volte, aveva tentanto di auto-convincersi che verso Effie era una cotta passeggera, dettata più dalla novità che per altro, ma quando guardava le altre ragazze, si era ritrovato a paragonarle all'amica o, peggio ancora, a trovare i tratti caratteristici della ragazza nei volti e nei corpi delle altre, rimanendo sempre con un pugno di mosche o con la sgradevole sensazione che loro fossero una brutta copia dell'originale. Era in quei momenti che capiva che il sentimento era meno superficiale di una semplice “conoscenza” o “della ragazza che gli passava i compiti in classe”, ed addirittura più profondo di una semplice “amica”. Perché Effie, per lui, non era una semplice amica, e lo capiva sempre di più col passare dei giorni. Ed ora, ci si era anche messa di mezzo la sua idea di andare al college a Los Angeles, allontanandola definitivamente da lui. Non poteva seguirla, perché lui non era adatto per il college e voleva campare di musica, quindi era inevitabile la separazione.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimerchemenedimenticosempre: le persone citate in questa storia esistono realmente (ma dai!) ed i loro caratteri o modi di fare sono frutto della mia fantasia, perciò spero di non offenderli in alcuno modo; questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Se i Sevenfold mi appartenessero, sicuramente li avri rinchiusi in una teca di vetro e li farei suonare solo per me.







Undisclosed Desires



- Prologue of a Life -



5 Novembre 1999

No.
“Ma dai! Non c'è nulla di male...” si lagnò una ragazza biondo platino, alzando gli occhi al cielo.
“No!”
“Non farci usare la forza...” continuò un'altra, coi capelli più scuri della prima.

Ho detto di no! Io quella roba non la metto!”
Effie era irremovibile. Aveva assunto la sua posa di dissenso, incrociando le braccia al petto, come se volesse tenere i suoi seni lontano da qualche pervertito, e guardava le due DiBenedetto con astio.
Sopportava tutto di loro: il loro entusiasmo alla potenza di due, la loro mania-barra-follia-barra-pazzia per lo shopping sfrenato, la loro forza d'animo e la loro simpatia. Ma se c'era una cosa che non sopportava delle due, era quella brutta abitudine di costringerla a mettere inutili vestiti da femminuccia.
Non era un maschiaccio, Effie, ma non era nemmeno quel genere di ragazza devota a shopping, vestiti e borsette. No, lei preferiva il buon vecchio abbinamento jeans più felpa, con delle immancabili Converse ai piedi. Dopotutto, le Converse erano un simbolo californiano, no?

Oh, andiamo... Il tempo di metterlo e toglierlo!” esclamò la bionda, ovvero Valery, affiancata dalla sorella bruna, Michelle, che annuiva vigorosamente. Le due DiBenedetto erano gemelle, ed avevano avuto la brillante idea di tingersi in modo differente i capelli. Per Effie, che era la sbadata numero uno di Huntington Beach, era una manna dal cielo e le distingueva grazie a ciò. Anche se, ora che le conosceva meglio, avrebbe potuto riconoscerle dal tono di voce o dai comportamenti.
Valery aveva una voce calma e tranquilla, che infondeva serenità all'istante (al contrario del ragazzo, che ti spaventava solo come apriva bocca), ed i modi di fare erano discreti e gentili. Michelle, era un altro paio di maniche: era un concentrato di vitalità, con una voce forte e squillante, e sempre attiva, non riusciva a stare un attimo ferma, peggio di un cagnolino. Ed il suo di ragazzo, era identico. Quando c'erano loro nei paraggi, non si riposava!
Effie si era ritrovata in mezzo a quelle due per un buffo destino (leggasi anche avverso). Frequentavano la stessa classe di chimica, ed un giorno il loro professore aveva chiesto di fare dei gruppi da tre per un progetto che poi avrebbero consegnato due settimane più tardi. Le due DiBenedetto, erano intenzionate a prendere un buon voto, dato la loro grande mancanza in quella materia ed avevano deciso di affiancarsi a Effie Meadows, la più brava della classe, per non dire di tutto l'istituito. Effie, dall'alto della sua grande loquacità, era rimasta una delle ultime a non essere accoppiata con qualcuno e le gemelle si fecero subito avanti, tranquillizzandola con le parole di Val e rincoglionendola con la parlantina di Mich.
Da lì, il passo a diventare amiche non fu molto lungo, e si era ritrovata spesso a parlare con loro del più e del meno, a sentire le lamentele che le due avevano sui rispettivi ragazzi, ad uscire ogni tanto per dei gelati, ma che alla fine si tramutavano al saccheggio più selvaggio in uno dei nuovi negozi di abbigliamento di HB, con Effie che sedeva su un pouf, cercando di tenersi la testa con una mano. Avevano anche iniziato a pranzare insieme.
Il problema però, non era pranzare insieme alle DiBenedetto, ma era pranzare insieme alle DiBenedetto in compagnia dei loro due ragazzi, più tre amici al seguito. E lì, le cose diventavano più difficili.
Se era riuscita un po' ad aprirsi con loro, a volte lo trovava davvero difficile con quella banda scatenata di cinque ragazzi, che impegnava la loro maggior parte di tempo libero a strimpellare qualche strumento, fare qualche rissa di poco conto, dopo aver bevuto quantità industriali di Jack Daniel's, ad insultasi a vicenda o a rubarsi cibo nel piatto. Però, quando s'insultavano, ammetteva a se stessa che erano simpatici.
Matthew Sanders era il ragazzo di Valery. Era un ragazzone alto e pompato, con le spalle larghe e le braccia gonfie e colme di tatuaggi. Nonostante l'aspetto poco rassicurante e decisamente da avanzo di galera, era tra i cinque quello con un po' di sale in zucca (il che è tutto dire sugli altri quattro), ed aveva una voce potente e roca. Era stra-cotto di Val, no che adesso non lo sia, e guai a chiunque la guardasse per più di un nanosecondo. L'unico aspetto “tranquillo” di lui, erano due fossette che gli si formavano quando sorrideva. Il resto, no.
Poi, c'era Brian Haner. Se Effie avesse potuto, avrebbe riempito una enciclopedia solo per enunciare tutti i difetti di questo individuo, ma sapeva che gli avrebbe dato ancora più importanza, dato che già si considerava un dio sceso in Terra, e non voleva incoraggiarlo ulteriormente. Brian era il ragazzo di Michelle, ed Effie ancora riusciva a capacitarsi di come erano riusciti a prendersi, ma si rispondeva che avevano entrambi l'indole da “star” e che in futuro avrebbero sicuramente litigato per lo specchio in casa. Era un tipo massiccio (nessuno dei cinque, ora che ci pensava, era privo di qualcosa che non fosse abbondante in muscoli e spalle), con braccia piene di tatuaggi (cosa di cui anche gli altri non mancavano), ed una zazzera di capelli scuri, spesso sparati in aria disordinatamente.
Tra i pazzi, c'era anche il più pazzo, James Sullivan. Il ragazzone alto più di un metro ed ottanta, armato sempre di un sorriso sghembo sul viso e con la battuta sempre pronta. Capace di fare tutto quello che gli passava per la testa, come uccidere un piccione con una mazza da baseball (non si nota che odia i piccioni?), buttarsi da una scogliera oppure venire espulso da varie scuole per aver allagato i bagni o rubato qualcosa, James Sullivan era questo e molto di più: era il fulcro centrale del divertimento del gruppo. Effie si chiedeva spesso cosa nascondessero quegli occhi più azzurri del cielo, che sembravano tanto felici quanto tristi.
Ovviamente, tra i ragazzi ci doveva essere qualcuno che non superava il metro e settanta, e questo era Johnathan Seward. Spesso deriso dagli altri riguardo la sua altezza, ma prontamente difeso da Effie, in quanto compagna degli Hobbit della Contea, era uno dei più attivi e giocosi del gruppo, riceveva e faceva battute da tutti e su tutti, sempre col sorriso sulle labbra e mai per cattiveria. Nonostante avesse anche lui l'aspetto da delinquente (ma chi, la in mezzo, non ce l'aveva?), nascondeva un carattere estremamente dolce e sensibile, sempre pronto a dare una mano agli amici.
Infine, c'era lui. Zachary Baker. Per Effie, era sempre difficile da interpretare, ma a volte si rendeva conto che anche lei si chiudeva nel suo mondo e gli altri dovevano cercare di sbucciarla, strato per strato, come una cipolla. Zachary era un ragazzo tranquillo, a tratti anche timido, finché non si trattava di vendicarsi. In quel caso, il ragazzo diventava un vero demonio, tanto da superare teste diaboliche come Sullivan e Haner, mantenendo però l'espressione dolce del viso tondo che aveva. La prima cosa che aveva notato Effie, quando se l'era trovato di fronte la prima volta, erano i suoi occhi: erano trasparenti come l'acqua marina. Una calamita per altri occhi, in sostanza. A volte, pensava che quegli occhi rispecchiavano questo lato del suo carattere: Zachary difficilmente riusciva a mascherare quello che provava.
Tra di loro, quei cinque ragazzi, più le due DiBenedetto, erano ben assortiti, ma Effie continuava a chiedersi sempre come ci era finita in quel buco di matti, che sembrava non le appartenesse. A volte, si sentiva fuori posto, come se lei stesse in una cupola di vetro e loro le parlassero, ma non riusciva a capire nulla. Ovviamente, non era così.
Tra Haner che le faceva battutine idiote, James che tentava di fregarle le patatine dal piatto, Mich che la rimbambiva di chiacchiere a base di vestiti e shopping, Val e Matt che le stappavano le orecchie coi loro baci a ventosa e Johnathan che rispondeva stizzito ad una battuta sulla sua altezza da parte di Zacky, si sentiva a suo agio. Si sentiva a casa.
No che una casa non ce l'avesse, eh!
Anzi! Effie viveva con suo padre, Edward Meadows, in una piccola villetta a schiera, poco lontana da casa Baker, come scoprì in seguito. Edward era un padre single, ed aveva cresciuto Effie come meglio poteva, anche se non era tutta questa femminilità. Di giorno, faceva l'operatore ecologico guidando il camion che raccoglieva l'immondizia, di notte faceva il vigilante, controllando che i negozianti chiudessero a dovere i loro locali.
Il discorso “Mamma” in casa Meadows era tabù, ma lei non si lamentava affatto.
Edward cercava di non far mancare nulla alla sua bambina, ed Effie lo adorava per ciò. Nonostante si vedevano poco (la mattina il Sig. Meadows aveva appena il tempo di fare colazione, che già attaccava a lavorare, nonostante fosse appena rientrato dal suo giro di controllo, ed il pomeriggio lo passava a dormire, mentre Effie la mattina andava a scuola, ed il pomeriggio faceva i compiti o si incontrava coi suoi amici), c'erano l'uno per l'altra ed non avevano bisogno di parole per capirsi all'istante o sapere che umore avesse l'altro. Certo, suo padre le faceva vedere le partite di football, piuttosto che qualche film romantico, oppure da piccola le regalava un pallone da basket piuttosto che una bambola o un orsacchiotto, o le insegnava a guidare la macchina a quattordici anni, invece che dirle che le donne erano incapaci a guidare... Ma lei non si lamentava.
A volte, l'orribile pensiero che suo padre la considerasse un maschio, invece che una ragazza o che, peggio ancora, era rimasto terribilmente deluso dalla nascita di una femmina piuttosto che il tanto agognato maschio, e che cercava di eludere questa mancanza trattandola diversamente da quello che era in realtà, le era passato in testa più di una volta, specialmente quando era più piccola, ma suo padre le rispondeva sempre che era una cretina a pensare quello e che lui voleva un figlio, indipendentemente che fosse stato maschio o femmina.
Certo, ammetteva che con un maschio sarebbe stato più semplice, venendo lui da una famiglia con solo fratelli, specialmente quando si era ritrovato ad affrontare il primo ciclo di Effie, cercando di calmarla, oppure quando avevano intrapreso il discorso sul sesso, dopo che venne a scoprire che sua figlia tredicenne aveva una “fidanzatino” e si erano scambiati un casto bacio, ma era soddisfatto di lei, al di la del sesso.
Effie si ritrovava a sorridere, ogni volta che suo padre o lei tiravano fuori quel discorso. Si ritrovava a sorridere, illuminando i suoi occhi nocciola, increspando un po' le quarantaquattro lentiggini che aveva sulle guance e sul naso, ricordando per sempre chi era stato il primo fuori di testa a contargliele.
Una ad una.


Ho detto di no! Non insistere Valery, per favore...” esclamò spazientita Effie.
Facciamo i capricci, bambina?”
Brian Haner era il solito e patentato idiota, e più di una volta Effie si era chiesta se avesse qualcos'altro dentro il suo cervello che non fossero la sua chitarra, Michelle e la sua stupidità al limite del normale.
Lui e gli altri quattro si erano affacciati al negozio in cui si trovavano le tre ragazze, e sembravano cinque scimmie dentro una casa delle bambole per quanto fossero fuori luogo. Effie sorrise nel vederli guardarsi intorno, non sapendo di preciso cosa guardare, se le ragazze, le commesse oppure gli scaffali pieni di reggiseni, mutandine e perizomi.
James e Johnathan si dileguarono tra gli scaffali, sogghignando sotto i baffi con aria cospiratoria, mentre Matthew, Brian e Zachary rimasero insieme alle ragazze.
Matt si mise immediatamente affianco a Val, scoccandole un lieve bacio sulle labbra “Vi ci vuole ancora molto?”
La bionda fissò la sorella, che aveva in mano ancora il reggiseno rosso di pizzo che volevano appioppare all'amica “Credo che abbiamo finito.” sbuffò, fulminando con uno sguardo la ragazza presa in questione, che fece un enorme sorriso.
Effie si appuntò mentalmente di ringraziare i ragazzi uno ad uno.
Brian prese tra le mani di Michelle il reggiseno, e se lo rigirò per osservarlo meglio “Uao! Addirittura una seconda porti, Elizabeth? E dire che sembrava una retromarcia!”
Ok, forse ne avrebbe ringraziato solo quattro.

Lieta di sorprenderti, Haner.” sorrise la ragazza, mettendosi la tracolla sulle spalle “E non chiamarmi con quel nome, grazie.”
Zacky le sorrise “Potresti anche provarlo...”
Lo fulminò con un'occhiataccia “Non iniziare anche tu, per favore...”
Il ragazzo rise, alzando le mani in segno di resa, e si beccò un sorriso da Effie.

Jimmy e Johnny dove sono?”- Brian si era appena staccato dalle labbra di Michelle, e si guardava intorno, cercando di scorgere la testa del suo amico spilungone, dato che quella di Jonhathan era difficile da individuare dagli scaffali più alti di lui.
Non si vede la testa quadrata di Jimmy...” disse Zacky, mettendosi sulle punte per osservare meglio.
Effie sbuffò “Ce l'avete sempre con Johnny per la sua altezza...”
Le si affiancò Brian, scompigliandole i capelli “Solidarietà tra Hobbit. Noi esseri comuni non possiamo comprenderla.”
Si scacciò la mano dell'antipatico dalla testa, cacciandogli di rimando la lingua.

Dalle pace, ogni tanto.” intervenne Matt, in sua difesa.
Ehi!” si lamentò Brian, beccandosi un pugnetto sul petto da parte di Michelle “Oggi non si è fatta vedere a pranzo perché doveva studiare per il compito di francese... Devo recuperare!”
Piuttosto, cerchiamo quei due.” si intromise Val.
Così decisero di separarsi, ma non fecero molta strada divisi, dato che la loro attenzione venne catturata dalla voce arrabbiata di una delle commesse del negozio, che gridava come una matta.

Cosa state facendo?”
Zacky si voltò all'istante, agguantando per un polso Effie, dato che era finito in coppia con lei a cercare quei due pazzoidi, e costringendola a voltarsi ed a seguirlo. Si incrociarono con gli altri quattro e raggiunsero la commessa, che continuava a gridare cose contro qualcuno, che rideva come un matto.

Possono essere solo loro...” mormorò Matt.
Ed infatti...
Davanti ai loro occhi, una commessa agitava una mano in aria, mentre con l'altra cercava di raccogliere quantità industriali di intimo sparsi a terra, che sembravano dei batuffoli di cotone colorati multicolore. Affianco alla commessa c'erano due delle persone più strane a pazze che HB avesse potuto vedere. Jimmy, che già si vestiva di per se in modo eccentrico, aveva indossato un perizoma rosa acceso sopra ai suoi pantaloni color cachi a zampa, e sul petto aveva legato un reggiseno bianco con due coppe enormi, dove ci sarebbe potuta stare una testa intera. Sul capo, aveva un perizoma leopardato di nero e fucsia, mentre ad entrambe le orecchie pendevano delle mutandine bianche.
Johnny, sarà stato anche più basso e si era divertito anche lui con una bomba a mano di mutandine e perizoma, ma nonostante ciò aveva appeso ad entrambe le orecchie due reggiseni rosso fuoco pieni di brillantini ed un altro lo aveva indossato come se fosse un paio di occhiali da sole.
La commessa continuava a gridare, cercando di sovrastare le risa dei due presi in causa e dei sei amici che si godevano la scena.

Andatevene immediatamente fuori di qui!” aveva gridato infine, ed i due si limitarono a spogliarsi dell'intimo ed a seguire i loro amici, che si dirigevano all'ingresso, cercando di trattenere le risate, riuscendoci a stento.


Oh andiamo, mica c'era da prendersela così tanto...” borbottò Jimmy, davanti alla sua birra fresca.
Si erano spostati al Johnny's, il locale che erano soliti frequentare ed in cui i ragazzi si esibivano solitamente con la loro band, gli Avenged Sevenfold. Avevano occupato un tavolo intero, cercando di stringersi il più possibile gli uni con gli altri, peggio delle sardine. I ragazzi avevano ordinato delle birre, e le stavano sorseggiando come se fossero nettare degli dei, mentre le DiBenedetto sorseggiavano il loro aperitivo alcolico. Effie li osservava attraverso la sua limonata. Si era sempre chiesta come facessero ad ingurgitare alcol già da metà pomeriggio. Lei tollerava appena il caffè, dato che la rendeva più nervosa di una iena.

A cosa pensi?” - Valery le era seduta di fronte e si accorse che era sovrappensiero.
Effie scosse la testa, poggiando il suo bicchiere sul tavolo e prendendo una patatina dalla ciotola che gli avevano servito assieme alle bevande, prima che Jimmy potesse finirle “A nulla.”

Andiamo Pulce!” intervenne Matt, sorridendole con le sue fossette “Cosa ti turba?” - Pulce era il soprannome che le avevano dato i ragazzi, tranne Brian che la chiamava Hobbit o bambina ogni tre per due.
Scosse di nuovo la testa “Davvero, nulla.” e tirò un sorriso.
Jimmy, che le era seduto affianco, si chinò verso il suo orecchio “Smettila di tirare sorrisi.”
“Non sto tirando nessuno sorriso.” mormorò di rimando Effie, agguantando l'ultima patatina della ciotola “Ti sei finito tutte le patatine, Sullivan!” esclamò poi, sgranando gli occhi nocciola.

Si chiama fame!”
Jimmy sei sempre il solito...” si lagnò Brian, finendo a schioppo la sua birra “Vado ad ordinarne altre. Tu cosa vuoi, bimba? Un bicchiere d'acqua frizzante?” - il ragazzo sfotté Effie, che gli rispose col terzo dito della sua mano destra, facendo scoppiare a ridere tutti.
Effie cacciò il suo cellulare, o come preferiva chiamarlo Vice-Papà, dato che suo padre vi si attaccava per ogni minima cosa, e guardò l'ora. Erano quasi le sei del pomeriggio. Finì la sua limonata e cacciò dall'altra tasca degli spicci, posandoli sul tavolo ed alzandosi da esso.

Devo andare.” mormorò, agguantando la sua borsa e mettendosela su una spalla.
Jimmy prese gli spicci e li infilò velocemente nella tracolla della ragazza “Prova a cacciare un'altra volta dei soldi in nostra presenza, e ti taglio le mani. Quando sono con noi, le ragazze non pagano!” ed indicò gli amici, che annuivano.
Alzò gli occhi al cielo “Potevi almeno mettermeli in mano...”
“Na! E' più divertente vederti armeggiare con quella stupida borsa per cercarli.”
Effie tirò un sorriso “Devo proprio andare. Domani c'è il compito di francese, e devo finire di studiare...”
Brian sbiancò “Stai scherzando, vero? Dimmi che stai scherzando!”
Lui ed Effie partecipavano alla stessa classe di francese, anche se il primo sapeva a malapena dire “Bonjour”. La ragazza scosse il capo, cercando di trattenere il sorriso divertito che si stava impadronendo del suo viso.
“Cazzo! Cazzo! Cazzo!” iniziò ad imprecare Brian, correndo verso Effie ed agguantandola per le spalle, strattonandola un po' “Domani devi aiutarmi assolutamente!”

Haner, hai mai provato il brivido dello studio?”
Matt scoppiò in una risata crassa, battendo una mano sul tavolo e contagiando gli altri. Effie non era solita fare battutine sarcastiche o cattive, ma quando ci si metteva, sapeva bene dove pungere, rimanendo sempre educata e gentile nei modi e con un tono dolce nella voce.

No, e non ci tengo! Ma devi aiutarmi!” cercò di fare la faccia da cucciolo indifeso, facendo luccicare gli occhi castani.
Brian...” - il ragazzo iniziò a sorridere: se lo chiamava per nome era un buon segno!
Farò tutto quello che vuoi! Mia madre mi ammazza se torno a casa con una nuova F nella mia pagella.”
Effie alzò un sopracciglio “Tutto-tutto?”

Attento a quello che prometti!” gridò Jimmy, battendo poi il cinque con Johnny, che rideva come un matto.
Tutto-tutto.” ripeté Brian, ignorando gli amici che lo prendevano in giro alle sue spalle.
La ragazza sorrise soddisfatta, togliendosi di dosso le mani del ragazzo e salutando gli altri con uno sventolio di mano “Domani, mettiti affianco a me e segui tutto quello che ti dico.” e, dopo aver salutato nuovamente i ragazzi, sparì.


Brian andò al bancone, prese altre birre e si sedette soddisfatto affianco a Michelle.
Mi sono scampato una bella F!” esclamò, felice.
Ogni tanto potresti anche studiare, sai?” lo rimbeccò Valery “Effie mica studia per la fama e per la gloria.”
Lo so Val, ma francese lo odio proprio mentre lei è un genio!” poi si affrettò ad aggiungere “Non ditele che l'ho detto!”
Parliamo di cose serie!” esclamò improvvisamente Jimmy “Tra un po' è il suo compleanno...”
“Siamo già a novembre?” chiese Johnny, riprendendosi da un sorso di birra.

Sì.” continuò Michelle “Cosa le possiamo fare?”
Brian si strinse le spalle, guardando Zacky, che scosse il capo e prese parola.

Non è tipo da festini come noi. Al limite, lei non berrà e sarà costretta a riportare noi a casa.”
Matt annuì alle parole dell'amico “Dovremo farle qualcosa di più tranquillo ma non troppo... Qualcosa tra noi e lei.”
I ragazzi rimasero in silenzio, cercando di pensare a cosa farle, chi più chi meno.

Forse ho un'idea.” esclamò Valery “In che giorno capita il venticinque?”
Mercoledì.” disse distrattamente Zacky, rigirandosi la bottiglia di birra tra le dita.
Brian fischiò “Come siamo informati...”
“Piantala!” replicò questi.

Il padre lavora, giusto?” continuò Val, chiedendo con lo sguardo conferma dalla sorella, che annuì.
Il mercoledì Effie ha il corso d'arte a scuola...”
Zee, mi chiedo come mai tu sia così informato...”
“Piantala anche tu, Jimmy!”

Perfetto!” gridò entusiasta la bionda, battendo le mani euforica “Ho un piano ed un'idea che sicuramente farà al caso nostro.”
Ovvero?” chiese preoccupato Johnny. Se conosceva abbastanza bene Valery, si sarebbe sicuramente trattato di qualcosa femminile e che aveva poco a che fare con birre e Jack.
Fidati di me, Seward!” lo rimbeccò la ragazza, sfregandosi le mani pregustando già la sua soddisfazione ed immaginandosi la faccia che farà Effie.
Altro problema!” gridò Matt, richiamando l'attenzione di tutti “Cosa le regaliamo?”
Si guardarono tutti in volto, scuotendo il capo, incapaci di pensare a qualcosa che fosse adatto alla loro amica.

Album e cosa per disegnare?” propose Brian, spremendo un poco le meningi.
Michelle, al suo fianco, scosse il capo “No, la sua stanza è piena di quella roba.” e guardò la sorella, per cercare conferma.

E' vero! Il padre la minaccia spesso di cacciarla fuori per far spazio a colori, vernici e fogli.”
Libri?”
No, Matt.” disse Jimmy, prendendo una manciata di arachidi tostati “E' piena anche di quelli. E quello che vuole lo ha già ordinato alla libreria vicino Central Park.”
Beh, possiamo comprarglielo noi, no?” domandò Johnny.
Il ragazzo scosse il capo “L'ho accompagnata io ad ordinarlo. Ha già dato un acconto.”
Zacky sbuffò “Ci manca ancora un po' al suo compleanno, nel frattempo organizziamoci e pensiamo a cosa possiamo regalarle.”

Mi sembra l'idea più sensata che sei riuscito a cacciare dalla tua testa, Zee.” lo prese in giro Jimmy.
Piantala!”
Valery li guardò “Certo, non c'è bisogno di Effie per farvi passare per degli stupidi.”

Non iniziare anche tu, Val...” sbuffò Zacky.
Michelle si mise a ridere “Vi ricordate quando vi ha fatto brutto, spiegandovi le fasi lunari, in meno di cinque minuti?”

E chi se l'ho scorda!” esclamò Matt “Non mi sono sentito mai così stupido in vita mia!” e guardò gli amici, che annuirono scoppiano a ridere.
Cazzo! Però io ho preso la mia prima ed unica B-, grazie a lei!”
“E' vero Bri!” rise Jimmy “Tua madre voleva incorniciarla!”
E scoppiarono tutti a ridere.







LuMiK's NdA

Ok, ho avuto il coraggio di pubblicare questa cosa! Non chiedetemi il perché ed il per come, ma l'ho fatto! E' da un po' che questa storia gira per il mio computer, ovviamente incompleta, e mi saltava spesso fuori dal nulla, come per dirmi "Ehi! Ci sono anche io!"... Rileggendola, ho capito che dovevo assolutamente concluderla e pubblicarla, perché ogni scritto merita di uscire allo scoperto, e non solo i miei... Dunque, eccolo qui!
Ammetto di non averle dato un titolo fino a due secondi prima di scrivere questo sproloquio, per cui si è beccata la prima canzone che mi è capitata all'orecchio, grazie a mia sorella che la sparava a tutto volume nella stanza affianco, ovvero Undisclosed Desire dei Muse, gruppo che io e mia sorella adoriamo, ma questa è un'altra storia.
Non so nemmeno come definire questa cosa... Rileggendola, mi sono ricordata di voler inserire una "brava ragazza" nel nostro gruppo di delinquenti preferito, ed ecco qui il risultato, credo a dir poco scabroso!
I capitoli saranno un altanelare tra presente e passato, così da poter spiegare come questa ragazza sia capitata in quel manicomio chiamato Avenged Sevenfold, e l'evolversi dei vari rapporti che avrà coi ragazzi e le ragazze (sì, ci aranno anche loro, nonostante quasi tutte odiano Michelle!)... La data è a scopo puramente indicativo!
Lo so, ho ancora un altra storia da continuare, su un altro fandom (quello dei MCR), ma non potevo non pubblicarla! Capitemi (Ma anche no!)!

Non so quanto ci risentiremo... In un pronostico positivo (per me, dato che per voi sarà più che negativo), conto di aggiornare settimana prossima, salvo imprevisti  dell'ultima ora dovuta alla connessione che rifiuta di collaborare, peggio del codice HTML! In caso vogliate avere mie notizie, vi lascio i mie contatti... Ma potete anche usarli per offendermi eh, non mi arrabbio mica!

Vostra, Lu







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