Gli alberi erano mossi dal vento mentre da lontano giungeva il rumore dei passi di un operaio che tornava a casa dopo estenuanti ore di lavoro, ma in quel momento Maria sembrava non fare molto caso al mondo che la circondava. Si trovava sola nei pressi del vecchio ponte che dava nome al paese, Puente Viejo. Avrebbe dovuto dare ascolto alla zia Mariana e non lasciarsi andare a dei sentimenti che erano proibiti ma invece aveva ceduto al grande amore e alla passione che provava per Gonzalo Valbuena, un seminarista che l'indomani si sarebbe ordinato sacerdote, lasciandola sola e disperata con un bambino in arrivo, di cui lui non avrebbe mai dovuto conoscere l'esistenza. Si sentiva una sciocca ragazzina che aveva creduto alla bontà di una persona che organizzava aste per i poveri disoccupati, che si impegnava per insegnare a leggere agli adulti analfabeti e che sembrava un paladino della giustizia sociale. Ed invece quando era giunto Don Celso, il mentore di Gonzalo nelle Americhe, non solo Valbuena si era dimenticato di averle promesso di sposarla e di abbandonare l'idea di ordinarsi, ma aveva anche iniziato a pianificare una futura carriera episcopale e un viaggio a Saragozza per mettersi a disposizione del Vescovo. La scuola sarebbe stata presto chiusa e il povero Don Anselmo sarebbe stato abbandonato su due piedi. E non solo lui, pensò Maria accarezzandosi il ventre. “Non preoccuparti” disse mentalmente al suo bambino. “Ce la faremo da soli, ti crescerò senza l'aiuto di quel codardo”.

Intanto Martin era solo nella sua stanza in canonica e stringeva tra le mani il rosario che gli aveva regalato Maria, per ringraziarlo per il suo operato in occasione dell'epidemia di febbre spagnola, che aveva colpito il paese qualche mese prima . “Signore, ti prego, abbi cura di lei al mio posto.” ripeteva mentre gli tornavano in mente le parole di Maria quando lo definiva un vigliacco. E anche i consigli di Don Anselmo e di suo padre Tristan, sulla possibilità che aveva di scegliere il suo destino senza condizionamenti, risuonavano nella sua testa. Ma anche la sua colpa e il segreto condiviso con Don Celso lo tormentavano: Gonzalo aveva permesso che Calvario morisse senza muovere un dito per salvarla e per questo aveva promesso al suo mentore di consacrare la sua vita a Dio. Ma il volto di Maria e il ricordo di tutti i momenti vissuti con lei non riuscivano a uscire dalla sua mente. Aveva avuto la fortuna di incontrare un angelo nel suo cammino e invece era stato solo capace di allontanarsene.

Maria si rese conto che era ora di rientrare. Una meravigliosa luna piena illuminava il fiume che scorreva nelle vicinanze, donando all'acqua un colore argenteo. Sentì dei passi veloci raggiungerla e si voltò piena di speranza e di timore. Gonzalo era davanti a lei e non indossava la tonaca. “Non ho fatto altro che pensare a te” le disse con la voce carica di emozione. “Ti amo più di quanto abbia mai amato nessuno al mondo e credo che Dio saprà comprenderlo” proseguì ma la giovane si precipitò tra le sue braccia e lo baciò con passione. Maria dimenticò il suo proposito di rientrare alla Villa, e si sedette con Gonzalo su una panchina posta nei pressi dell'argine del fiume. Fu allora che Maria posò la mano del giovane sul suo ventre. Il volto di Gonzalo passò dallo stupore alla gioia pura. Prese la ragazza tra le braccia e improvvisò una giravolta. Si sentiva l'uomo più felice del mondo. Una nuova vita attendeva loro tre lontano da Puente Viejo.