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Autore: Alley    09/12/2014    4 recensioni
“Ho trovato mia madre” dice, e dalla fretta con cui mette in fila le parole Bobby capisce quanto gli siano costate.
“Suppongo che la cosa non ti renda felice.”
“È una strega.”
“Beh, non è che tu sia uno stinco di santo. Non so che tipo di figlio sei stato, ma in generale--”
“È
davvero una strega.”
“Oh.”

[pre-slash] [decima stagione] [spoiler sul finale di "Girl, girl, girl"]
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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Bobby non sa cosa l’abbia convinto ad accettare.

Forse il fatto che, dopo la caduta degli angeli, il numero degli Ave Maria giornalieri da recitare è stato raddoppiato per scongiurare il rischio di altre calamità (per Bobby era già troppo alto prima) o, semplicemente, l'insofferenza che nutre verso la gang degli psicopatici alati, ma la verità è che né queste né le altre opzioni vagliate sono peggiori di Crowley.

Niente è peggiore di Crowley.

Eppure, quando il demone gli ha proposto di farlo evadere, Bobby non ha avuto bisogno nemmeno di un attimo di riflessione per dire di sì.

*

“Dove mi hai portato?”

Tutto si aspettava fuorché di ritrovarsi in una casa – una casa molto carina e ospitale, per di più. È ben arredata e piena di libri, e il modo in cui somiglia a quella in cui ha trascorso gli ultimi anni della sua vita gli fa stringere il cuore nel petto.

Bobby sta per chiedere dove sia la fregatura quando Crowley prende la parola. “Dove alloggerai” dice, come se fosse la cosa più ovvia del mondo, e la risposta non fa altro che acuire i suoi sospetti.

“Non è l’Inferno.”

“Lo preferivi?”

Bobby non risponde e Crowley accoglie il suo silenzio con palese compiacimento. “Goditi la permanenza. Verrò a trovarti ogni tanto.”
 
*
 
Quando Crowley riappare – dopo nemmeno un’ora, il che gli fa supporre che il demone abbia una concezione di ogni tanto parecchio diversa dalla sua – Bobby lo trascina nella sua stanza e punta il dito verso il comodino posizionato accanto al suo letto.
 
“Come diavolo ti è venuto in mente?!”
 
“Lo so, nemmeno a me la cornice convince molto, avevo pensato di cambiarla ma--”
 
“Non è la cornice il punto, Santiddio!”
 
“Non è esattamente l’esclamazione che userei in mia presenza.”
 
Bobby si vieta di roteare gli occhi al soffitto. “Toglila.”
 
“Perché non l’hai fatto tu?”
 
“Perché non ci riesco.”
 
Ha passato l’intera giornata a cercare di rimuovere la foto di lui e Crowley che…quella cosa, insomma, ma senza ottenere risultati. Deve averla fissata al legno con qualche diavoleria delle sue, il figlio di puttana.
 
“Oh, ma davvero?” domanda Crowley, divertito, e Bobby non sa chi o cosa gli stia impedendo di strangolarlo seduta stante “Allora forse è lì che deve stare.”
 
“Falla sparire o giuro che--”
 
“Perdonami dolcezza ma sono il re dell’Inferno, la mia agenda è fitta d’impegni. Devo andare.”
 
Un attimo dopo, Bobby si ritrova ad imprecare contro il vuoto.
 
Ecco dov’era la fregatura.
 
*
 
“Sono tutti degli imbecilli!”
 
Bobby non stacca lo sguardo dal libro e finge di non aver sentito.
 
“Aprire bordelli a nome mio. Idioti.”
 
Volta pagina con un gesto distratto, sperando che ostentare indifferenza convinca Crowley a lasciarlo in pace.
 
“Non ci sono più i demoni di una volta.”
 
Ovviamente, sa che è una speranza vana.
 
“Devi per forza essere così melodrammatico?”
 
“Certo. Amo essere teatrale, ormai dovresti saperlo” replica il demone, e Bobby sbuffa prima di rassegnarsi a chiudere il libro.
 
“Come stai?”
 
È piuttosto…strano, sentirselo chiedere da Crowley, tant’è che Bobby ha bisogno di qualche momento per metabolizzare la domanda e formulare una risposta. “Per essere uno che deve sopportare le tue incursioni, abbastanza bene” dice, ma suona molto meno acido di quanto avrebbe voluto.
 
“So che adori la mia compagnia.”

“Certo. Come si può adorare un calcio nel culo.”
 
“Allora perché non mi hai mai mandato via?”
 
Bobby ripercorre mentalmente le volte in cui Crowley si è presentato lì e constata con orrore che, in effetti, non ce n’è stata una in cui gli abbia detto di andarsene.
 
Riapre il libro e torna a leggere, irritato e vagamente – ma solo vagamente – imbarazzato; malgrado abbia il capo chino, riesce comunque a cogliere il sorrisetto compiaciuto che curva le labbra di Crowley.
 
*
 
Dopo quella volta, Crowley non si fa vedere per un’intera settimana e Bobby si ritrova a pensare che sia strano non avercelo intorno ad imprecare o a lagnarsi.
 
Solo strano, eh. Non è che ne senta la mancanza – di Crowley che impreca o si lagna o di Crowley in generale.
 
Assolutamente no.

*
 
Passano altri cinque giorni prima che Crowley riappaia. Quando lo vede comparire, Bobby ignora volutamente la sensazione di sollievo che gli invade il petto - insomma, si tratta di Crowley, perché rivederlo dovrebbe farlo sentire sollevato?

“Che fine avevi fatto?”  
“Ti serve qualcosa? Hai finito il whisky?”
 
“I fantasmi non bevono.”
 
C’è qualcosa di anomalo nel tono di Crowley – non è petulante come al solito e vi risuona un’impercettibile nota d’angoscia che Bobby non sa nemmeno come abbia fatto a notare.
 
“Cos’è successo?”
 
“Altri libri?”
 
“Non mi serve niente. Mi dici--?”

“Bene.”
 
Crowley sparisce e, questa volta, Bobby non ha per niente voglia di imprecare.
 
*
 
Bobby passa metà delle proprie giornate a preoccuparsi per Crowley e l’altra metà a provare a convincersi del fatto che non si sta preoccupando.
 
È così surreale che riderebbe, se non fosse così maledettamente preoccupato.
 
*
 
Quando Crowley ricompare, Bobby ha già deciso che lo legherà da qualche parte e non lo libererà fino a quando non gli dirà cosa accidenti gli è preso; fortunatamente, non si rivela necessario.
 
“Ho trovato mia madre” dice, e dalla fretta con cui mette in fila le parole Bobby capisce quanto gli siano costate.
 
“Suppongo che la cosa non ti renda felice.”
 
“È una strega.”
 
“Beh, non è che tu sia uno stinco di santo. Non so che tipo di figlio sei stato, ma in generale--”
 
“È davvero una strega.”
 
“Oh.”
 
Bobby pensa che questo spieghi molte cose, ma non è il momento di mettersi a fare dell’ironia sull’albero genealogico di Crowley. “Capisco” si limita a dire, poi prosegue cercando di fare appello a tutto il tatto di cui dispone “E…è un problema?”
 
“Certo che no. Il problema è che riapparsa dal nulla dopo essersene andata senza motivo.”
 
Una parte del suo cervello pensa a quanto sia assurdo il fatto che stia parlando con Crowley delle sue carenze affettive, l’altra gli suggerisce che dovrebbe dire qualcosa di carino.
“Anch’io avevo problemi col mio vecchio.”
 
Non è esattamente qualcosa di carino, ma è quello che si sente di dire. Forse perché crede di non essere in grado di consolare Crowley o, forse, perché è una cosa che ha bisogno di buttare fuori. Forse – probabilmente - per entrambi i motivi.
 
“Mi diceva che non valevo niente.”
 
Crowley increspa la fronte, perplesso, come se avesse appena sentito qualcosa di difficile da comprendere.
 
“Allora era un idiota anche lui.”
 
Bobby non sa se sia peggio il fatto che Crowley gli abbia fatto qualcosa di simile ad un complimento o che lui si senta lusingato – cosa che, naturalmente, si premura di tenere per sé.
 
“Lo era” conferma “Forse lo è anche tua madre. O forse ha avuto dei validi motivi per andarsene.”  
 
Crowley non pare particolarmente convinto ma, in compenso, sembra molto meno atterrito di quanto non fosse qualche minuto prima.
 
“Potresti…restare.”
 
Bobby è sicuro di non aver mai ordinato al proprio cervello di elaborare quella proposta, ma ormai la frittata è fatta e l’unica cosa che vorrebbe è essere ancora vivo per potersi ammazzare.
 
Attende con rassegnazione il ghigno che, ne è sicuro, comparirà di lì a breve sul volto di Crowley, ma inaspettatamente l’unica cosa che si fa strada sul viso del demone è un’espressione sorpresa. Non entusiasta né appagata, solo stupita, come se non si fosse mai aspettato un invito del genere da parte sua.
 
In effetto nemmeno Bobby se lo sarebbe aspettato, ma vedere Crowley spiazzato fa comunque un certo effetto. Se è un modo così efficace per metterlo a tacere, dovrà provare a sbalordirlo più spesso.
 
“Sarei rimasto comunque-”
 
“Non avevo dubbi.”
 
"-ma sei stato gentile a chiederlo.”
 
Bobby non sa ancora cosa l’abbia convinto ad accettare l'offerta di Crowley ma, forse, non è stata un’idea così pessima.  




















Note
Credito la zia Alki per l'espressione "psicopatici alati." Non potevo di certo essermela inventata io una definizione così bella e calzante **
  
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