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Autore: lapoetastra    09/12/2014    2 recensioni
Quel giorno Tyrion era particolarmente agitato.
Perchè di lì a poco avrebbe incontrato per la prima volta, da quando era nato, suo fratello maggiore Jaime.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jaime Lannister, Tyrion Lannister
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Tyrion guardava fuori dalla finestra, triste e solo, come sempre.
Non riusciva a capire perchè non potesse uscire a giocare con gli altri bambini.
Il lord suo padre, Tywin Lannister, gli ripeteva continuamente che lui era un nobile, un principe, e che non poteva permettersi di perdere il suo tempo stando con quegli insulsi plebei.
Ma Tyrion, che pur essendo ancora molto piccolo non era affatto stupido, era convinto che il vero motivo di quella proibizione fosse un altro.
Lui infatti non era bello come gli altri, lo sapeva benissimo, lo vedeva guardandosi nello specchio.
Era più basso di quanto avrebbe dovuto essere alla sua età, e le gambe erano corte e deformi, tant'è che a volte gli risultava difficile camminare.
Anche il viso era strano, in particolare gli occhi, di due colori diversi: uno marrone e l'altro viola.
"Sei orribile! Un mostro!", le parole, o meglio gli insulti, di sua sorella maggiore Cersei ogni volta che lo vedeva gli bruciavano come ferri roventi nel cervello, facendolo ardere di rabbia e dolore.
E, per quanto non lo dicesse apertamente, Tyrion era convinto che anche il padre pensasse le medesime cose di lui.
Non poteva fare niente, però, per cambiare se stesso.
Quel giorno era particolarmente agitato.
Perchè di lì a poco avrebbe conosciuto per la prima volta il fratello maggiore Jaime, il gemello di Cersei.
Nei sei anni in cui era vissuto, Tyrion non lo aveva mai visto, in quanto il giovane, il prediletto di loro padre, era sempre impegnato in qualche missione su al Nord ed era trascorso molto tempo da che ritornasse a casa, prima ancora della sua nascita.
Ma a momenti lo avrebbe finalmente incontrato.
Tyrion era agitato ed impaurito per questo.
Era convinto infatti che Jaime, come Cersei e come tutti coloro che lo vedevano, l'avrebbe preso in giro per la sua deformità.
Ma non avrebbe potuto sopportarlo ancora, e soprattutto non da lui, che non considerava semplicemente un parente, ma anche il suo più grande eroe, grazie a tutte le mirabolanti imprese nelle quali si era trovato coinvolto che gli descriveva con orgoglio Tywin.
Qualcosa però gli diceva che non doveva avere buone speranze e che anche Jaime lo avrebbe deriso e trattato male.
La porta della sua piccola stanza si spalancò di colpo, distogliendolo dai suoi dubbi e dalle sue preoccupazioni.
Nell'ambiente fiocamente illuminato dalla luce delle candele entrò un giovane che sembrava molto più adulto dei suoi quattordici anni.
Aveva i capelli biondi e fluenti, al contrario di quelli di Tyrion, castani e crespi, ed era alto, e bello, e forte, con occhi grandi e verdi, come quelli del padre e della sorella.
Era identico in tutto e per tutto a Cersei, e Tyrion sperò, pregò, che non le somigliasse anche di carattere.
Jaime lo squadrò in silenzio, sollevando di poco le sopracciglia perfette, con un'espressione indecifrabile sul volto delicato.
Il fratello più piccolo non riuscì a sostenere il suo sguardo e, preso dallo sconforto per quella freddezza, chinò il capo, fissando un punto imprecisato del pavimento lucido e preparandosi mentalmente a ricevere altri insulti e scherni.
< Non sei poi così brutto come pensavo, sai? >, disse d'improvviso Jaime, con voce gentile e ferma, senza la benchè minima traccia di derisione.
Per un attimo regnò il silenzio.
< Io... davvero? >, chiese poi Tyrion, titubante, convinto che stesse scherzando.
< Sì, assolutamente. Da quanto mi aveva descritto Cersei pensavo tu fossi un mostro! E invece no, affatto. Sì, sei un po' bassino, ma in te vedo qualcosa della bellezza tipica di noi Lannister >, sorrise Jaime, sincero.
Tyrion sentì, per la prima volta da quando era nato, il cuore riempirsi di gioia e di affetto.
Avrebbe voluto abbracciare il fratello, il suo eroe, l'unico che lo avesse fatto sentire accettato, uno di famiglia.
< Ehi, però non montarti la testa. Rimango sempre io il più bello ed affascinante della nostra casata, intesi? >, rise poi Jaime, stringendo forte il piccolo Tyrion tra le sue braccia possenti.
Quest'ultimo si abbandonò a quella manifestazione d'affetto - la prima - così dolce e tenera e cercò con tutto se stesso di trattenere lacrime di felicità.
Non voleva che il fratello pensasse che fosse una femminuccia, e che iniziasse a prenderlo in giro per la sua debolezza.
Ma il sollievo e la gioia nel suo giovane cuore erano troppo forti, e si riversarono all'esterno sotto forma di un pianto a malapena soffocato.
Jaime, però, invece di deriderlo, lo tenne solo più stretto a sè, facendolo sentire per la prima, vera volta, a casa.
   
 
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