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Autore: ciabysan    05/11/2008    6 recensioni
Seguito di "MSN: My Sweet Noise" con la protagonista interpretata dalla popstar giapponese Ayumi Hamasaki :D - Una conduttrice televisiva, dopo aver girato un servizio su un fatto di sangue (lo stesso avvenuto alla fine del primo romanzo MSN), comincia ad essere tormentata da strane visioni e incubi, nonchè da un misterioso persecutore che la minaccia su MSN. Per sopravvivere dovrà risolvere il mistero.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Asami è stanca, la giornata di lavoro l’ha quasi uccisa

Asami è stanca, la giornata di lavoro l’ha quasi uccisa. È appena passata, come ogni giorno, dopo il lavoro, a fare qualche compera. Oggi, ad esempio, regge una borsa di plastica contenente delle banane, un melone, delle pere e delle videocassette vergini. Cammina barcollando sui suoi tacchi alti e si sente ubriaca senza aver bevuto nulla.

Manca poco e sarà a casa. Controlla l’orologio. Sono le cinque del pomeriggio. Dietro di lei sente improvvisamente dei passi, ma la strada e deserta.
Qualcosa di spettrale le alita sul collo, qualcosa che non la abbandona da quando ha finito quel dannato servizio su quella casa maledetta. Per la tredicesima volta si volta di scatto si volta dietro di sé e questa volta, vede qualcuno. È un’ombra scura, che si avvicina sempre più. Asami torna sulla sua strada e comincia a correre. Il suo fiato è un mostro che le si annida nell’ugola e la sta rincorrendo. Quella cosa scura la vuole prendere.

Cerca le chiavi sul fondo della borsa. Dannazione! Dove cazzo le ha messe?

La paura la sta costringendo a piangere. Quella strana ombra dalle movenze femminili si sta avvicinando sempre più. Ecco le chiavi! Asami al cuore in gola, le infila con fretta ed impulso nella seratura, spinge. È spaventata. Entra. È salva. È viva.

Si lascia andare in ultimi orgasmanti sospiri di sollievo, e si libera del cappotto. Ha bisogno di respirare.

“Probabilmente quella strana ombra non era altro che una persona” pensa tra sé, andando in cucina a prendersi una pillola. Da piccola, infatti, Asami soffriva spesso di allucinazioni visive ed uditive, che le impedivano di svolgere una vita normale.

Tutto inziò dalla morte di sua nonna. Il giorno dopo la veglia funebre, ella disse alla madre di riuscire a vedere la nonna morta parlarle, le diceva di tagliarsi un dito e di darlo in dono alla sua tomba.

Asami, così, prese un coltello, ma mentre stava per mutilarsi la falange, la madre riuscì a fermarla in tempo. Aveva sei anni.

Dieci giorni dopo, Asami ammise che il cugino ancora in vita la venisse a visitare in sogno “senza chiudere la porta che separa i sogni dalla realtà: ha perso la chiave chissà dove”. Era praticamente convinta, che il cugino fosse in realtà prodotto della sua fantasia, ma che non riusciva a restare chiuso nella sua testa. Aveva appena compiuto sette anni.

È stato in quel momento che cominciò ad imbottirsi di antiallucinogeni.

Nonostante lo facesse in continuazione, le allucinazione spesso apparivano come se nulla fosse ad intervalli irregolari.

Le fa male la testa. Ingoia la pillola amara.

 

Il suo ragazzo sta controllando la registrazione allo studio televisivo. Qualcosa di strano appare sotto gli occhi dell’uomo. Una faccia. Una faccia cerulea è affacciata alla finestra, davanti alla quale Asami sta parlando con il suo indefinibile sorriso di sempre. Pause.

Zoom.

Il cuore gli batte forte. C’è qualcosa di strano in quella casa. È spaventato, ma intento a scoprire qualcosa: quella casa dovrebbe essere deserta, nessuno dovrebbe esserci dentro. Si arma dunque di videocamera e inizia a pregare.

 

Mimiko si sta truccando, si guarda allo specchio, osserva i suoi lineamenti perfetti, i suoi occhi a mandorla incisi con inchiostro nero e tedioso, le sue labbra rosse che spuntano in tutto quel bianco ancestrale. È bellissima non c’è che dire. Ammira ogni suo particolare sulla soglia luminosa chiamata specchio, quando nota che qualcosa è sulla sua spalla: un braccio bianco ed ossuto, che la stringe sin sotto il collo. Mimiko scatta in piedi, lasciando cadere a terra il suo rossetto preferito.

La ragazza si guarda intorno, con il cuore in gola, ha paura.

Si volta indietro, più volte, paurosa di qualcosa in procinto ad accadere qualcosa. La stanza ruota intorno a lei, finchè nella vasca da bagno vede muoversi qualcosa di scuro. Si avvicina, con il terrore che pulsa nel sangue. Ansima, il terrore si ciba di lei.
La paura ha fame.
tocca il bordo della vasca e lo sente freddo, le punge le dita.

Avvicina lo sguardo al suo interno e vede delle gocce di sangue, che si susseguono una all’altra, in una macabra composizione lunare, sino allo scarico.

  
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