Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |      
Autore: Macy McKee    09/12/2014    3 recensioni
Fannie | Catching Fire | Missing Moment
Annuisce. ‹‹Ti aspetterò›› mormora. ‹‹Sarò coraggiosa. Posso essere coraggiosa.››
Finnick sorride, scostandole una ciocca di capelli dal viso. ‹‹Lo sei già. Più di chiunque altro.››
‹‹Hai il mio cuore›› gli sussurra, avvicinando le labbra al suo viso.
‹‹E tu il mio.››
Finnick dice addio ad Annie dopo la Mietitura dell'Edizione della Memoria.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Scritta per il prompt Finnick/Annie, ‹‹I can be brave.›› / ‹‹You already are.››” del Fichaton su questo Livejournal: http://kolms.livejournal.com/18020.html?page=13
 
Coraggio è avere paura (e continuare a lottare)
 
È surreale essere di nuovo lì, fra quelle mura.
Non avrebbe più dovuto rivederle, mai più: queste erano le regole. Se vinci, sei escluso dai giochi per sempre. O almeno, così avrebbe dovuto essere.
Appare più chiaro che mai che per Capitol City le regole non sono altro che qualcosa da raggirare in modi sempre più fantasiosi, sempre più artistici, e le promesse sono solo fili nelle mani di Snow, burattinaio che tiene fra le dita le sorti di Panem. Tutto il mondo è il palco del suo personalissimo spettacolo di marionette.
Marionette proprio come i Tributi.
Proprio come lui.
Finnick sente le voci dei Pacificatori oltre la porta, lo scalpiccio leggero di passi che si avvicinano. Piega le labbra nel suo migliore sorriso smagliante, e ha la sensazione di impugnare un’arma.
In effetti, è esattamente ciò che sta facendo, perché è così che vincerà, se vincerà: con il suo viso e con le sue parole. 
Rivolge il sorriso verso l’entrata, pronto ad accogliere i visitatori e le telecamere. “Che i Giochi abbiano inizio”, pensa, mentre la porta si muove sui cardini. 
Si aspetta di vedere di fronte a sé i visi vagamente noti di concittadini che gli hanno rivolto la parola solo e soltanto quando è stato estratto per i suoi primi Giochi, e che vogliono confermare il loro opportunismo con un ultimo saluto. Ce ne sono già stati altri, quel giorno. Sconosciuti impazienti di mostrare alle telecamere quando fossero distrutti dalla sua seconda, imminente corsa verso la morte, di quanto li addolorasse dovergli dire addio di nuovo.
Si sbaglia: il volto che fa capolino oltre lo stipite è il più familiare che possa presentarsi ai suoi occhi.
Annie scivola all’interno, chiudendosi la porta alle spalle con un tonfo quasi impercettibile.
Finnick tiene lo sguardo incollato al suo viso, con quel sorriso esagerato congelato sulle labbra. Per un momento, la sua mente riesce a concentrarsi solo sull’unico, inutile pensiero che quella scena certamente non verrà trasmessa: non vorranno mostrare al mondo che Finnick Odair può avere affetti personali all’infuori dell’intera Capitol City. Qualcuno potrebbe addirittura cominciare a considerarlo un essere umano, e questo Snow non può permetterselo.
Quando il pensiero si affievolisce e scompare, la vista di Annie gli crolla addosso con la forza di un’onda del mare in tempesta. Annie che trema di fronte ai suoi occhi, con il viso così pallido che pare sul punto di dissolversi, come se potesse essere dispersa da un momento all’altro dalla brezza sottile che l’ha seguita dentro alla stanza.
Ma non si dissolverà. È forte, Annie. Più forte di chiunque altro.
Finnick deve trattenersi per non correre verso di lei.  
Avanza con passo sicuro: questo può farlo. È bravo, in questo. Il migliore, forse, a fingere che nulla al mondo possa intimorirlo: è questa la sua forza, la sua garanzia di sopravvivenza.
Solo che questa volta potrebbe non essere sufficiente.
Annie scivola fra le sue braccia prima che lui riesca a raggiungerla, stringendosi a lui.
Ha l’espressione di un naufrago che si aggrappa a uno scoglio, aspettando che i flutti lo strappino dal suo appiglio e lo trascinino nell’abisso.
‹‹Tornerò›› le sussurra. “In un modo o nell’altro”, aggiunge silenziosamente. Ma questo lei non deve saperlo.
La sente tremare fra le sue braccia, e gli sembra quasi di udire i pensieri che si infrangono nella mente di Annie, devastandola. Sente i ricordi ruggire dentro di lei, facendo a brandelli l’equilibrio che tanto faticosamente riescono a conquistare insieme, e l’odio per Capitol City torna a bruciare nel suo petto.
Non dovranno mai più essere marionette nelle mani di Snow, fili nelle trame che vengono tessute attorno a Panem.
Mai più.
‹‹Cambierò le cose. Tu dovrai solo aspettarmi, d’accordo?››
Anne alza lo sguardo, e i suoi occhi sono lontani, così lontani da sembrare morti. Finnick appoggia le mani sulle sue guance, avvicinando il viso al suo.
‹‹Annie, guardami›› le sussurra con fermezza. ‹‹Dovrai solo aspettarmi per qualche giorno, intesi?››
Annie rabbrividisce fra le sue braccia, e i suoi occhi tornano lentamente alla vita. Sbatte le palpebre, confusa, e si agita debolmente contro il suo petto. Cerca di avvicinarsi di più, ma quando si rende conto che non potrebbero essere più vicini i muscoli contratti del suo viso si rilassano.
Lentamente, i tremiti si spengono.
Annie alza lo sguardo verso di lui, e non è più lontana, alla deriva fra i suoi pensieri: è di nuovo accanto a lui.
Annuisce. ‹‹Ti aspetterò›› mormora. ‹‹Sarò coraggiosa. Posso essere coraggiosa.››
Finnick sorride, scostandole una ciocca di capelli dal viso. ‹‹Lo sei già. Più di chiunque altro.››
I passi dei Pacificatori che tornano rimbombano oltre la porta. Per un istante, Annie sente il suono del cannone che scandisce le vite che si spengono nel tonfo degli stivali sul pavimento, ed è scossa da un tremito.
Ma deve essere coraggiosa. Gli ha detto che sarebbe stata coraggiosa.
‹‹Hai il mio cuore›› gli sussurra, avvicinando le labbra al suo viso.
‹‹E tu il mio.››
Annie socchiude le labbra per replicare, ma cambia idea. Appoggia la testa sulla spalla di Finnick, e il ragazzo sente il fruscio del sorriso che sorge contro la sua pelle.
‹‹Vincerò›› esclama lui, mentre la porta si apre. ‹‹Tornerò.››
Quando il suo sguardo incrocia quello dei Pacificatori, il suo sorriso è così brillante che pare non essersi mai affievolito.
"Saremo coraggiosi entrambi. Non ci spezzerete", sembra dire il suo viso. "E questo non è qualcosa che potrete portarci via."

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Macy McKee