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Autore: Hasunohana    09/12/2014    6 recensioni
Solangelo- spoiler BoO
Direi che questa è una delle coppie più nuove del fandom, non potevo non scriverci sopra una fanfiction.
one shot, +3k words
''Nico riuscì a malapena a sentire i ragazzi delle varie case urlare, perché era ancora troppo confuso da quello che era appena successo. Improvvisamente capì cos’avevano fatto quei tre per tutto il giorno e perché si fossero resi così introvabili. Ancora una volta, si ritrovò indeciso sull’uccidere o abbracciare i suoi due amici.''
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: summertime
capitoli: 1/1 – one shot
genere: romantico, fluff, sentimentale
coppia: slash, yaoi
personaggi: [ will solace, nico di angelo ] percy jackson, jason green
disclaimer: non possiedo /purtroppo/ nessuno dei personaggi, che sono tutti dello zio rick. Se fossero stati miei, le cose sarebbero andate moooolto diversamente.

Summertime.
 
Che Nico di Angelo fosse diventato un bel ragazzo, nessuno poteva metterlo in dubbio. Nei mesi dopo la guerra, costretto a non poter utilizzare il viaggio-ombra, era decisamente migliorato. La sua pelle, seppur ancora pallida, aveva ripreso colorito, segno che il ragazzo aveva finalmente cominciato a prendere un po’ di sole. Era diventato più alto, magro ma allo stesso tempo più muscoloso. L’addestramento al campo mezzosangue gli stava facendo bene. Una volta  Jason giurò di averlo sentito perfino ridere.
In quegli ultimi mesi, Will Solace aveva passato più tempo con il figlio di Ade che con i suoi fratellastri. La compagnia del ragazzo era diventata per lui indispensabile dopo quei tre fatidici giorni in infermeria. Non c’era giorno in cui il figlio d’Apollo non andasse a svegliare il moro di prima mattina, solo per passare qualche minuto di più insieme, e se inizialmente Nico aveva tentato di strangolare con le sue stesse mani il biondino, dopo pochi giorni ci aveva fatto l’abitudine, provando anche una punta di piacere quando l’altro veniva a bussare alla sua porta e urlava ‘’buongiorno raggio di sole!’’ ridendo come un’idiota.
Il tipo di rapporto che Nico aveva con Will non l’aveva mai avuto con nessun altro. Nonostante l’avrebbe negato perfino davanti a Zeus in persona, il più piccolo – Solo di qualche mese, come teneva a precisare- andava ancora matto per la Mitomagia, per i cosplay e tutte quelle cose che l’avrebbero definito un nerd. L’unico lato positivo? Will ne era a conoscenza, ed era anche più ossessionato di lui. In uno di quei giorni troppo caldi ed umidi per stare fuori, i due si erano rintanati nella cabina numero tredici ed avevano guardato tutti gli episodi di varie serie tv, tra cui  Sherlock. Si rividero così tanto nei due personaggi principali, che decisero un giorno di sgattaiolare fuori dal campo mezzosangue per partecipare alla fiera del fumetto di New York, travestendosi come il brillante Sherlock Holmes e il suo biondo assistente, John Watson. Fu proprio in quel giorno che Solace si rese conto di quanto bello fosse Nico.  Con quel lungo cappotto scuro, la sciarpa blu e i capelli neri liberi di muoversi mentre correvano da uno stand all’altro. Dovette fermarsi per qualche secondo, incapace di camminare. Non era da lui rimanere così ammaliato dalla bellezza di qualcuno. Certo, aveva già avuto dei ragazzi prima, ma nessuno lo aveva colpito così tanto come aveva fatto un certo figlio dell’oltretomba. Stava sviluppando una cotta per un suo paziente.  Inconsciamente, si disse che forse avrebbe avuto qualche speranza con il moro, visto che gli aveva raccontato della sua cotta per Percy. Quindi, che Nico fosse attratto dai ragazzi era ormai stato constatato. Nonostante fosse tutto passato tra i due, Will si sentiva però in competizione con il figlio di Poseidone, non poteva farne a meno. C’era qualcosa in lui che continuava a non farlo sentire all’altezza di Jackson, non abbastanza per  Nico.
Nonostante questo, lui e Nico erano diventati praticamente una cosa sola.
Quella mattina aveva deciso di non svegliarlo, lasciandolo riposare dopo la serata al falò del giorno prima. Will aveva provato a farlo cantare, ma Nico aveva rifiutato e non aveva aperto bocca se non per lamentarsi insieme ad Annabeth di quanto Percy fosse stonato. Non gli aveva quasi rivolto la parola. Non si sapeva spiegare perché il ragazzo odiasse tanto le canzoni e le melodie del campo, erano alcune delle cose più belle al mondo! Probabilmente il suo parere era poco affidabile, essendo il figlio del dio della musica, ma comunque non riusciva a spiegarsi come non potesse piacergli cantare insieme ai suoi amici. Eppure, ogni tanto l’aveva sentito discutere con Jason su una certa band che Nico adorava e che il romano aveva semplicemente definito  “incredibilmente emo”.
In ogni caso, oggi avrebbe lasciato che dormisse. O almeno, questa era la scusa che il suo cervello gli aveva imposto. In realtà, stava ancora un po’ male per il fatto che il ragazzo non gli avesse praticamente parlato il giorno prima. Andò in spiaggia, sdraiandosi sulla sabbia e si mise a guardare il cielo, in quel momento ricco di mille sfumature dell’alba: dal giallo, al rosso, all’arancione fino al rosa. Era semplicemente meraviglioso.
« Ma guarda un po’ chi si vede, Will! »
Il biondino quasi lanciò un urlo dallo spavento. Non aveva programmato di poter trovare qualcuno in spiaggia a quell’ora, generalmente i semidei non si alzavano alle cinque e mezzo del mattino, nemmeno in una bella giornata come quella che si prospettava essere quel giorno. Eppure, mettendosi a sedere, si rese conto di trovarsi davanti un Percy Jackson bagnato dalla punta dei capelli fino ai piedi, probabilmente appena uscito dal mare. Decisamente l’ultima persona che si aspettava d’incontrare.
« Oh, hey Percy. Come mai già sveglio? » Disse, senza lasciar trasparire il suo stupore nel trovarlo lì. Il ragazzo sorrise, scuotendo la testa e lasciando che le gocce d’acqua salata inzuppassero la maglietta arancione dell’altro. Infine si sedette di fianco a lui, fissando l’orizzonte. « Ogni tanto mi alzo presto per fare una nuotata. Mi fa sentire meglio, riesco a schiarirmi le idee.  In più, Jason arriverà a breve, abbiamo indetto una piccola sfida su chi riuscirà a correre prima dalla spiaggia fino alla collina mezzosangue. Tu, piuttosto? Come mai sei qui da solo? Non dovresti essere con Nico a nerdare o qualsiasi cosa facciate? » Al solo sentir pronunciare il nome  Jason Grace, Solace si sentì male. I due più grandi amici di Nico, insieme, e lui in mezzo. Sapeva che le cose non sarebbero finite bene, aveva una specie di sesto senso per certe cose.  Come a sentirsi nominato, Grace arrivò volando sulla spiaggia, dirigendosi immediatamente verso lo strano duo.  « Will! – salutò il ragazzo con evidente entusiasmo- Percy. » fece un cenno del capo all’altro, facendo percepire a tutti l’aria di sfida. Quei due ormai erano diventati grandi amici, ma non potevano fare a meno di sfidarsi continuamente su qualsiasi cosa. Come se avessero bisogno di dimostrarsi l’un l’altro chi fosse il migliore. Era così ogni volta che Jason veniva in visita da  Nuova Roma. In quel caso, era così dall’inizio dell’estate, quando il figlio di Giove aveva deciso che avrebbe passato l’estate insieme alla sua ragazza ed i suoi amici al campo mezzosangue.  Will lo salutò semplicemente sorridendogli, per poi tornare a sdraiarsi sulla sabbia. Anche Grace si sdraiò, di fianco a lui. Si trovava tra due fuochi.
« Quindi…» cominciò l’ex pretore, togliendosi gli occhiali da vista e infilandoli distrattamente in una delle tasche dei jeans. « Dov’è Nico? »
Per poco non si strozzò. Prima Percy, ora Jason. Perché erano tutti convinti che passasse la sua intera vita in compagnia di Di Angelo?  “Perché, in effetti, è così.” Gli rispose una voce nella sua testa. Cercò di zittirla, ma inutilmente. Aveva ragione. « Io, uhm.. l’ho lasciato dormire. Sai, ieri era molto stanco…» cercò di iniziare il figlio d’Apollo, ma un’occhiatina scettica lanciata dai due semidei lo fece bloccare per qualche secondo. Ma che diavolo stava succedendo?
Jason si mise a sedere, invitando il figlio d’Apollo a fare lo stesso. Lui e Jackson si girarono leggermente, in modo da guardarlo entrambi negli occhi, improvvisamente seri. « Will, dobbiamo parlare. »
Oh, merda. Le cose non si stavano mettendo affatto bene. Non riusciva a spiegarsi il perché, ma il fatto che i due più potenti semidei della loro generazione lo stessero fissando in quel modo lo metteva tremendamente a disagio. Jason prese per primo la parola, come se si fosse preparato un discorso già da tempo, e qualcosa gli disse che probabilmente era così. « Penso che sia arrivato il momento della famosa chiacchierata in cui ti mettiamo in guardia che se torci anche un solo capello a Nico finirai molto, molto male.» Si fermò un’istante, come per dare il tempo all’altro di comprendere di cosa stesse parlando. «Sì. – proseguì Percy, forse anche più determinato dell’altro- sappiamo che tra te e Nico c’è qualcosa, quindi ci teniamo ad avvisarti. A Nico piaci veramente tanto, se lo farai stare male… beh, diciamo che non saremo poi così clementi. Ne ha già passate abbastanza. »
Credette di non aver sentito bene. Se ne avesse avuto l’occasione, avrebbe registrato quella conversazione e l’avrebbe riascoltata, giusto per avere la conferma che le sue orecchie non l’avessero tradito.  « I-io piaccio a Nico? Pensavo che mi odiasse, ultimamente. Insomma, ieri non mi ha praticamente  parlato… » Come poteva essere possibile? Lui, Will Solace, piaceva a Nico di Angelo. Probabilmente i due si erano resi conto prima di lui dei suoi sentimenti e lo stavano semplicemente prendendo in giro, per divertirsi un po’. Non ci credeva, non poteva.
« Odiare? Parliamo dello stesso Nico di Angelo? Pensavo te l’avesse detto ormai… Percy. – Si girò di scatto, furioso come non mai- mi avevi detto che ormai stavano insieme! » Jason lanciò un’occhiata in grado d’incenerire l’altro, seriamente confuso.  « No, io ho detto che si guardano come se fossero una vecchia coppia sposata e che ci sarebbe voluto veramente poco perché si mettessero insieme! » Ribatté il figlio del dio del mare, restituendo l’occhiata al ragazzo. Iniziarono a discutere su chi avesse detto cosa, dimenticandosi di Will, seriamente confuso e decisamente non in grado di formulare una frase. Giusto un secondo prima che i due venissero alle mani, Jason rinsavì. Si fermò, passandosi una mano sul viso sconvolto. « Ok, ok, calma. Noi, faremo finta di non aver mai invaso la privacy di Nico e tu, Will, ti darai una mossa e finalmente gli chiederai di uscire, giusto? »  Poi si fermò, come preso dal panico. « Perché a te piace Nico, giusto? Cioè, è palesemente ovvio che a te piaccia, ma ho giusto bisogno di sentirlo dire, sto iniziando a dubitare di qualsiasi parola esca dalla bocca di Jackson. »  Will esitò. Certo, era venuto a patti con la sua cotta molto tempo prima, ma non l’aveva detto a nessuno. Tantomeno pensava di essere così evidente da averlo fatto notare sia  a Jason che a Percy, che da come ne parlavano sembravano averlo capito con gran facilità. In ogni caso, non erano cose che a loro due sarebbero dovute interessare. Non dovevano mettersi in mezzo agli affari suoi e di Nico, tantomeno alle cose così importanti. « Con tutto il rispetto, ma non credo siano fatti vostri, ragazzi. » Sapeva di avere le guance ormai rosse per l’imbarazzo, ma era comunque dell’idea che i due non si sarebbero dovuti impicciare.
« E… lo prenderò come un sì. Solace, con tutto il rispetto, ma fai veramente schifo nel cercare di nascondere i tuoi sentimenti, sei quasi peggio del tuo futuro ragazzo. » Concluse Jason, alzandosi in piedi e scrollandosi la sabbia dai pantaloni.  Anche Percy si alzò, dando una mano anche al biondino rimasto per terra a mettersi in posizione eretta. « Credo sia arrivato il momento di quella corsetta, Grace. Dopo che ti avrò stracciato, comunque, torneremo da Will e vedremo di sistemare le cose tra lui e Nico. » « Vuoi dire dopo che io ti avrò stracciato, Jackson. Ci vediamo dopo, Will. » E dopo essersi mesi in posizione di partenza, i due cominciarono a correre, diretti verso la collina mezzosangue.
Will rimase immobile, sulla spiaggia, semplicemente troppo confuso da tutto quello che era appena successo.
Nico non aveva visto i suoi due migliori amici per tutta la giornata. Li aveva cercati per tutto il campo quel giorno, ma sembravano essersi dissolti nel nulla. Con loro, purtroppo, era scomparso anche Will. Era rimasto deluso quando si era svegliato rendendosi conto di quanto tardi fosse. Il figlio d’Apollo non era venuto a svegliarlo, e non riusciva a trovarlo in nessuno dei soliti posti in cui andavano insieme. Aveva cercato dalle parti della sala grande, in infermeria, alla cabina numero sette, perfino al lago, ma non aveva trovato traccia del ragazzo. Se all’inizio non ci aveva dato molto caso, giunta la sera iniziò a preoccuparsi. Com’era possibile che nessuno si fosse accorto della loro mancanza? Sbuffò, lasciando il piatto contenente la cena praticamente intatto. Stava raggiungendo quello stato d’agitazione così non tipico suo. Non era da lui preoccuparsi per le persone, non era da lui stare in ansia per qualcuno che non vedeva da tempo, non era da lui sentire la mancanza di un certo sorriso e di una parlantina tipica da dottore.
Ok, forse era decisamente da lui sentire la mancanza di Will Solace. Ma non che fosse una cosa che avveniva spesso, nient’affatto. Gli era semplicemente capitato qualche volta di guardare una serie tv e rendersi conto che senza i commenti dell’altro era meno divertente, oppure che duellare con la spada non fosse entusiasmante senza il biondino. Ma ovviamente, lui non sentiva spesso la mancanza di Will. Se Jason avesse potuto sentirlo in questo momento, avrebbe ridacchiato dicendogli quanto era triste il fatto di non riuscire a convincere nemmeno sé stessi. Però Jason non commentò proprio un bel nulla, visto che era scomparso dalla faccia della terra dopo la sera precedente. Con questi pensieri si recò al falò, pronto a sorbirsi un’altra maledettissima serata karaoke. Il giorno prima era stato un supplizio. Sentire Percy cantare quella tremenda serenata ad Annabeth gli aveva dato il voltastomaco. Non perché provasse ancora qualcosa per il figlio di Poseidone - grazie agli dei era decisamente andato oltre – ma perché il ragazzo era davvero stonato. Avrebbe voluto lamentarsene con Will, ma l’altro stava emanando una tale aura di malinconia nel guardare il più grande dedicare una canzone d’amore alla sua amata, che Nico si era sentito male. Immaginava che il suo amico avesse una cotta per una ragazza ma che non avesse il coraggio di Percy per fare un tale gesto, per questo stava così. E il figlio di Ade non potette non sentirsi triste a quell’idea.
A risvegliarlo da tali pensieri, fu la voce di un certo romano di sua conoscenza. « Signore e signori, semidei e satiri, ninfe, centauri e chiunque oggi sia qui a questo falò... buonasera! Il mio nome è Jason Grace e vengo dal Campo Giove.- un applauso scoppiò tra i presenti a quella serata. Nico inarcò un sopracciglio, indeciso se lasciar finire il discorso del suo amico o strangolarlo e chiedergli dove si fosse cacciato per tutta la giornata- Sono qui questa sera insieme al mio amico Percy Jackson per presentarvi l’intrattenimento della serata.» Anche Percy sbucò da in mezzo alla folla, con una chitarra in mano. Nico deglutì. Percy e gli strumenti musicali erano due universi che andavano tenuti il più separati possibili, non era definitivamente un buon segno. « Sì, lo so che non vedete l’ora di sentirmi cantare di nuovo ragazzi,- metà del gruppo intorno al falò scoppiò a ridere, l’altra metà fece dei versi disgustati o cominciò a chiedere pietà agli dei, sotto lo sguardo glaciale di Annabeth-  ma questa sera abbiamo in mente una cosa un po’ diversa. Diciamo solo che due nostri amici e compagni del campo hanno qualche problema ad ammettere i sentimenti che provano l’un per l’altro, quindi oggi siamo qui per aiutarli.»  Nico diventò ancor più pallido di quanto già non fosse. Non gli piaceva dove stava andando a parare il suo amico, soprattutto perché solo pochi giorni prima aveva ammesso a Jason di provare qualcosa per il suo medico preferito. « Facciamo tutti un bell’applauso per Will Solace!» Concluse Jason, prima di scendere dal pezzo di tronco sul quale era salito per parlare e lasciare il posto al biondino, adorabilmente imbarazzato dallo sguardo di tutti puntato su di lui. Percy gli lasciò la chitarra, prima di andarsi a posizionare proprio tra lui ed Annabeth, mentre Jason prendeva posto dall’altro lato di fianco all’ormai quasi-cadavere-di Angelo. Will si sedette, iniziando a strimpellare con la chitarra.
« Quindi, uhm, buonasera. Un certo figlio di Giove mi ha riferito che questa è una delle tue canzoni preferite, quindi questa sera te la dedico, Nico.» Disse semplicemente, prima di iniziare a cantare.
«When the lights go out
Will you take me with you?
And carry all this broken bones
Through six years down in crowded rooms
And highways I call home
Is something I can’t know till now
Till you picked me off the ground
With brick in hand, your lip gloss smile
Your scraped up knees and »
Nico era indeciso se lanciare nel Tartaro Jason oppure ringraziarlo ed essergli debitore a vita. Non stava succedendo sul serio, Will non gli stava dedicando una canzone davanti a tutti. Non gli stava dedicando quella canzone.
« If you stay
I would even wait all night
Or until my heart explodes
How long?
Until we find our way
In the dark and out of harm
You can run away with me
Anytime you want »
Will si era alzato, continuando a suonare la chitarra. Alcuni ragazzi di Apollo avevano cominciato ad improvvisare l’accompagnamento battendo le mani contro il legno o facendo dei piccoli cori durante il ritornello.  Ormai il ragazzo si trovava davanti a lui, paralizzato ed incredulo di ciò che stava succedendo.
« Terrified of what I’d be
As a kid from what I’d see
Every single day
When people try
And put the pieces back together
Just to smash them down
Turn up my headphones real loud
I don’t think I need them now
Cuz you stop the noise »
Quella strofa lo rappresentava più di qualsiasi altra, e Will lo sapeva. In quei mesi gli aveva raccontato tutto della sua infanzia, della sua permanenza al Hotel Lotus e delle avventure con Percy, inclusa la morte di Bianca. C’era un motivo per il quale il ragazzo si era avvicinato così tanto per cantarla, ormai ne era certo: Will voleva fargli capire che lui c’era. Nico non poteva che essergli grato. Sorrise, riprendendo a cantare con lui. Era un gesto assurdo, sconsiderato e così poco tipico suo, ma in quel momento sembrava l’unica cosa giusta da fare.
« Don’t walk away,
Don’t walk away,
Don’t walk away
‘Cause if you stay
I would even wait all night
Well or until my heart explodes
How long?
Until we find our way
In the dark and out of harm
You can run away with me
You can write it on your arm
You can run away with me… »
Nico si fermò, Will posò la chitarra per terra e si mise in piedi,  faccia a faccia con il moro.
« ...Anytime you want. »
Nico riuscì a malapena a sentire i ragazzi delle varie case urlare, perché era ancora troppo confuso da quello che era appena successo. Improvvisamente capì cos’avevano fatto quei tre per tutto il giorno e perché si fossero resi così introvabili. Ancora una volta, si ritrovò indeciso sull’uccidere o abbracciare i suoi due amici.
« Beh, pare proprio che io l’abbia fatto sul serio. » Disse il più grande dopo aver ripreso fiato. Il figlio di Ade si rese conto solo in quel momento di quanto fossero vicini l’uno all’altro ed arrossì visibilmente. Abbassò lo sguardo, cominciando ad imprecare e maledire Jackson e Grace. Poi alzò lo sguardo, carico di rabbia verso il biondino. « Tu. Tu non puoi fare una cosa simile! Non puoi arrivare qui, sorridere come un’idiota e cominciare a cantare e farmi sentire..così. » Ormai aveva perso il senno della ragione ed aveva cominciato a parlare a vanvera. « Non puoi semplicemente farlo. Io te lo prometto, ti giuro che ti picchierò prima o poi, Solace. » Will lo zittì, prima di baciarlo. « Non fare promesse che non puoi e non vuoi mantenere, di Angelo. »


Note dell'autrice:
Beh, diciamo che questa fanfiction è stata un po' un esperimento, ero molto indecisa sul postarla o meno su efp, più che altro insicura del fatto che qualcuno avesse già letto Blood of Olympus. In ogni caso, i Solangelo sono l'amore e ho sentito il bisogno fisico di postare una one shot. Le recensioni sono sempre gradite, fatemi sapere se vi è piaciuta ^^
   
 
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