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Autore: cin75    11/12/2014    11 recensioni
WARNING!!!! SPOILER DECIMA STAGIONE. EPISODIO 09.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'Momenti, silenzi e poche parole!'
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Dopo aver visto la 10 x09, avrei dovuto scrivere qualcosa da inserire nella serie che sto portando avanti sulla decima, ma onestamente, la rabbia disperata di Sam e quella dolorosa confusione di Dean, negli ultimi minuti o forse secondi del finale d’episodio, non mi lasciavano molto spazio. In quei momenti, secondo me, c’era tutto quello che c’era bisogno di sapere su ciò che provavano i due fratelli.
Così, la mia mente sclerotica ha acceso le luci su un qualcosa che non vedremo mai, che non accadrà mai almeno che io non sia connessa telepaticamente con qualcuno degli sceneggiatori di SPN. Cosa altamente improbabile!!!
Ecco che cosa ne è venuto fuori!!
 

Sam corse, anzi quasi volò, verso la casa che avevano appena abbandonato, rimproverandosi con tutte le forze di non essersi reso conto che Dean non era dietro di lui. I rumori che avevano attirato la sua attenzione, quelle grida di dolore, non erano giustificate, dato che il piano era un piano alla Randy: Entri veloce, esci veloce!!

Quando entrò nella casa, lo scenario che si trovò davanti era decisamente raccapricciante , anche per quelli come lui, che avevano vissuto l’Inferno o l’Apocalisse: parte terza.

Dean era inginocchiato al centro della stanza, ricoperto di sangue, il pugnale ancora stretto tra le mani, grondante sangue, viscoso, rosso, dall’odore pungente che arrivava fin dentro il cervello.
Sam, non si curò di altro, nemmeno del grido di terrore della povera Claire che trovò rifugio tra le braccia di , un comunque sconvolto, Castiel.
 

POV di Sam

Mi fiondo nella casa, stringendo tra le mani la pistola e credendo di doverti tirare fuori dai soliti guai in cui vai ad invischiarti.
Ma quando entro, quello che vedo mi sconvolge.
 
Ti corro accanto e ti prendo il viso, stravolto e confuso, tra le mani. “Dimmi che sei stato costretto a farlo!” ti urlò con la paura della risposta.
Tu mi guardi quasi assente, sembri quasi sconnesso e balbetti: “Non….non volevo!
 
Ma non mi basta, perchè per il casino che c’è in questa casa, non può bastarmi e allora, cercando di farti capire quello di cui ho bisogno disperatamente di rendermi conto, grido ancora più duramente: “Dimmi che lo hai fatto perché era: o tu o loro!!
Ed è allora che tu mi guardi e non rispondi e a me crolla il mondo addosso. Ma ora non ho il tempo di pensare a quello che provo , a come  o cosa devo provare.
 
Ti alzo da terra, lo faccio quasi di peso, perché sembra che tu non abbia più forze. Ti trascino via da quel luogo di morte e sangue. Continuo a chiamarti per farti reagire, ma tu non sembri ascoltarmi. Arrivo alla macchina, con te che quasi trascini i piedi. Castiel e Claire sono già lì, che ci aspettano. Anche loro sconvolti. Specie Castiel.
“Falla sedere davanti. Prendi le chiavi e guida. Torniamo al bunker. Io sto dietro con lui!” dico a Cas.
“Ma cosa..”
“Non lo so, Cas. Non lo so. Ma andiamo via di qui, al più presto!” e così dicendo, ti appoggio piano alla fiancata dell’Impala,  apro lo sportello e facendo attenzione a che tu non urti la testa, ti abbasso e ti faccio entrare. Ti spingo piano verso l’altro lato e mi siedo accanto a te.

Nel tragitto verso il rifugio, ti sento farfugliare qualcosa o forse stai solo respirando affannosamente. Non lo so, ma mi avvicino a te. Ti metto una mano sulla spalla e con l’altra ti costringo a guardarmi. “Dean!?” ti richiamo, ma tu, anche se prima provi a fare resistenza alla mia presa sul tuo volto, piano, poi, mi guardi e io vedo i tuoi occhi rossi, angosciati. Spaventati.
Non ricordo di averti visto mai con uno sguardo del genere! Mai!!
“Dean!” dico ancora, cercando di portati una specie di inutile conforto e in quel momento tu abbassi la testa. La tua fronte è sulla mia spalla ed è un peso così doloroso per me, che mi riporta in quella fabbrica in cui mesi fa ti ho perso.

“Sam?!” mi richiama Cas, da quel terribile ricordo. “Controllalo.” Mi avverte preoccupato.
“Cosa?!” chiedo ancora un po’ confuso.
“Il suo respiro, è strano. E’ diverso. Controllalo. Credo che sia svenuto!”

Mi riprendo completamente ed in effetti sembri improvvisamente calmo. Ti alzo la testa, ma i tuoi occhi sono aperti. Ti chiamo , ti chiamo ancora. Ti chiamo di nuovo. Ma tu non rispondi . Non sembri nemmeno vedermi. Sembri...perso.
“Che cosa c’è?” chiede Cas allarmato da quello che succede alle sue spalle e che lui può solo vedere in parte, dallo specchietto retrovisore. “ Che succede!?
“Non è svenuto, Cas. Io…io credo…credo che sia sotto choc!”, gli dico e poi comincio a chiamarti ancora. Ti do’ anche qualche leggero schiaffo per cercare di farti rinsavire. Ti scuoto per le spalle.
Ma tu, niente. Lo sguardo perso nel vuoto, le labbra leggermente socchiuse e sempre, sempre quel silenzioso bisbiglio che non comprendo.
“Veloce, Cas. Accelera!” faccio, decisamente preoccupato.
 
Tre ore dopo, siamo al bunker. Dico a Cas di sistemare Claire da qualche altra parte. Non la voglio nel bunker, non fin quando non capisco che cosa è successo e Cas comprende la mia preoccupazione.

Ti tiro fuori dalla macchina e devo ancora sostenerti per permetterti di scendere le scale del rifugio ed arrivare alla tua stanza. Tu ti muovi seguendo i movimenti che ti indicano le mie mani, come se fossi una sorta di sonnambulo. Ti faccio sedere sul bordo del letto, vado nel bagno e prendo uno straccio umido per ripulirti il viso ancora sporco di sangue. Ti guardo e decido di toglierti di dosso anche quei vestiti luridi di quello stesso sangue.
Per un attimo mi fermo. E ti fisso e mi rendo conto di quello che sto facendo.

Dio!! quante volte ho fatto questa cosa. Ripulirti e metterti degli abiti puliti.
E con terrore , ricordo che ogni volta era perché stavo per seppellirti. Il trickster, i cerberi e poi stavo per farlo anche dopo che Metraton ti aveva ucciso. Ma allora Crowley fu più veloce di me!!!

Deglutisco e reprimo il senso di nausea che mi sale dallo stomaco.
Questa volta è diverso, mi dico. Tu sei vivo. Quello che è successo è assurdo, terribile , raccapricciante, ma tu sei vivo e io devo aiutarti a venirne fuori, costi quello che costi.
Ti metto giù, ti aiuto a sdraiarti. Forse riposarti, servirà a riattivarti la mente. Forse se riesci a dormire….

Ma quel tuo bisbigliare continua…continua…continua.

Spengo la luce, sperando che la penombra della stanza ti aiuti e ti lascio solo.
Ma non vado via.
Resto nel corridoio, mi siedo al lato della porta, così se tu avessi bisogno di me, non sarei lontano.
Non possiamo andare avanti così. Tu non puoi andare avanti così. Quel marchio ti sta facendo più male di quanto l’Inferno stesso te ne abbia mai fatto.
Lì, eri tu a soffrire, a patire colpe che non ti appartenevano, a subire torture che non avresti dovuto, a provare un dolore che non avresti dovuto provare.
Ora, invece sai di essere tu il carnefice. E io non oso immaginare che cosa stai provando adesso. Quanta paura hai di ciò che provi quando uccidi, di quello che sai di poter fare senza provarne rimorso. So che ti stai odiando e che se non trovo una soluzione, arriverà il giorno in cui non sopporterai più di essere così.
E quel giorno mi terrorizza e mi terrorizza quello che potresti fare. Che potresti fare a te stesso.
 
 
POV di Dean

“Non volevo…non volevo farlo. Non ….non volevo farlo. Non volevo…non volevo farlo…..”

 


N.d.A.: Lo so! E’ strana. Ma da una mente strana, la stranezza è quella che viene fuori meglio. Ditemi che ne pensate e se non vi è piaciuta, immaginatemi come Dean.
“Non..non volevo farlo. Non volevo…”
Bacioni, C.
   
 
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