Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Shiori_Ai    11/12/2014    1 recensioni
Anna è convinta che i suoi coetanei siano divisi in due gruppi, il Gruppo A e il Gruppo B. I primi sono estroversi, simpatici, alla moda, sempre pronti ad uscire da qualche parte. I secondi, invece, tendono a vivere con più tranquillità. Lei è nel gruppo B insieme ai suoi amici Fiore e Marco. Quando però un ragazzo del Gruppo A, scoprendo il segreto che Anna si porta dentro, si offre di diventare suo amico, le cose iniziano a sfuggirle di mano.
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

E poi puff – Capitolo 1

 

Oggi guardo solo fuori dalla finestra.
Questo perché sono sempre stata convinta di una cosa. Che il mondo adolescenziale sia diviso in due gruppi, uno il contrario dell'altro. 
Da un lato c'è la gente estroversa, aperta a tutti, simpatica e alla moda, dall'altra quella un po' più timida, che si veste come vuole e che passa i giorni nella normalità più totale. Gruppo A e Gruppo B. Io faccio parte del Gruppo B.
I Gruppi sono mescolati in tutte le classi, e di solito sono sempre quelli del gruppo A ad animare la situazione, soprattutto nei cambi d'ora o a ricreazione.
Io sono seduta vicino alla finestra, alla sinistra di Marco, Gruppo B, e dietro a Fiore, Gruppo B. Stanno insieme da 5 mesi. La loro storia è iniziata quando Marco è scappato di casa ed è andato a vivere in una stanza dell'albergo gestito dai tutori di Fiore, loro hanno insistito che andasse a vivere nella loro casa,e poi puff, si sono innamorati.
Io cerco sempre di non mettermi troppo in mezzo fra loro due, per questo se devo parlare con loro lo faccio quando siamo da soli, lo faccio per lo più con Fiore. Marco è per lo più delle volte costretto a seguire i ragazzi del Gruppo A della classe in una delle loro passeggiate in giro per la scuola, soprattutto perché ha il difetto di non saper dire di no. Ci ha raccontato che vanno soprattutto in altre classi a salutare gente, dopo vanno in un altra e ne salutano ancora. Dopo parlano di cose futili, e quando tirano fuori cose più interessanti come problemi fra due persone o con un esercizio non capito ci ridono su. Sempre.
Trovo già irritante il fatto che non si preoccupino del loro andamento scolastico, ma ancora di più il fatto che non abbiano alcun sentimento di compassione nei confronti della gente. Non capiscono mai quando qualcuno parla veramente. Magari uno vuole parlare di un suo problema familiare, ma non può fare affidamento sui ragazzi del Gruppo A. Superficiali. Rozzi. Volgari.
Ecco perché, oggi, quando Davide è stato costretto a sedersi al posto di Marco per ordine della nostra professoressa di italiano, guardo solo fuori dalla finestra. Mi rifiuto categoricamente di degnare di uno sguardo una persona volgare e priva di un qualsiasi tatto emotivo. Inoltre, penso che finirei per affezionarmici. Nella loro superficialità si fanno voler bene, anche involontariamente. Ma io sono solo una compagna di banco, nella loro vita privata avranno altri amici, e fra questi una ragazza di cui sono innamorati.
Al cambio d'ora Davide si mette a guardarmi mentre parlo con Fiore, ma io lo ignoro. Prima regola, evitare il contatto visivo. Seconda, risposte monosillabiche. Fiore mi parla del film che ha visto la sera prima con Marco, I passi dell'amore. Io ho letto il libro, perciò passiamo il tempo a parlare sulle nostre impressioni personali e su quanto possa essere triste il finale. "Che figo, voglio vederlo anch'io!" Lo sento esclamare. Lo ignoro. "Perché mi ignori? Che cattiva che sei..."  Allunga la mano verso il mio codino destro, e non capisco più niente.Gli tiro uno schiaffo sulla mano, inizio a tremare.
Hai dei capelli bellissimi, posso toccarli? Ah, come sono morbidi.. Sei bellissima, Anna. Risento la sua voce. Echeggia nella mia testa e mi intrappola il cuore in un morso al gusto di fiele. No, non di nuovo. Cerco di scacciarla, ma ritorna, insistente.
Posso baciarti? Ti amo tanto, Anna.
"No!" mi esce un gemito dalla bocca. Me la tappo e mi alzo di scatto, respirando a fatica. E lo guardo. I suoi occhi nocciola mi guardano stupiti, pronti a prendermi in giro.
Gli occhi mi bruciano e trattengo i gemiti stringendomi le mani alla bocca, fino a farmi male, e corro in bagno. Mi chiudo nel primo a destra dell'entrata e mi siedo sul freddo pavimento di piastrelle.
Parlo ad alta voce, mi dico cose senza senso, faccio di tutto per non sentire quella che mi urla in testa parole di falso amore. Sulle guance cadono copiose calde lacrime di dolore. Di un cuore spezzato. Lacrime che ho pianto in passato e che continuano ad uscire. Questo perché lo amavo, anche se era un mostro. Quel ragazzo tanto innocente del Gruppo B.
Inizio a chiedermi se effettivamente esistano davvero questi gruppi. Sono sempre stata convinta che solo quelli del Gruppo A fossero superficiali e meschini, ma lui è la prova che tutti lo siamo. Alcuni peggio di altri.
"...Anna?" Sento la voce di Fiore fuori dalla porta. Le apro e la faccio entrare, e subito mi abbraccia. "Tranquilla, ci sono io qui." sussurra. La stringo forte, rinchiusa nelle sue braccia,e lascio andare tutti i singhiozzi.

 

Ho aspettato un po' prima di tornare in classe, giusto il tempo di riprende fiato e aspettare che gli occhi si sgonfiassero, e quando mi avvicino al mio banco gli occhi di Davide si scontrano con i miei. Non dico niente, sposto lo sguardo sulla ragazza del Gruppo B dietro di me e mi siedo. Il prof non mi dice nulla, probabilmente Fiore gli ha spiegato il motivo della mia assenza.
Apro il quaderno di matematica, quando Davide mi passa un biglietto. Che vuole ora? Prendersi gioco di me perché l'ho respinto in malo modo quando le sue amichette lo riempiono di abbracci? Sto al gioco e apro il biglietto con indifferenza, e infatti, come volevasi dimostrare, mi ha chiesto di poter parlare in privato dopo le lezioni.
Gli scrivo che va bene. E mi va bene, effettivamente. Potrà dirmi tutto quello che vuole, ma lui la mia storia non la conosce. Ho imparato a rispondere a tono a questa gente, e alla fine di questo pomeriggio sarà lui a vergognarsi di esistere.

 

Mi aspetta davanti il cancello d'entrata della nostra scuola, e io gli vado incontro. Saluto Fiore e Marco, che mi lasciano andare con lui. Sanno cosa voglio fare, e non me lo impediranno.
Andare in giro con uno del Gruppo A mi infastidisce, soprattutto perché parla di cosa da Gruppo B, i problemi di matematica, la verifica di storia, l'interrogazione di fisica e latino che abbiamo domani... insomma, non fa lo stupido come quando è con i suoi compagni, ma anche questa è una cosa trita e ritrita. Se vuole farsi vedere come quello che finge per essere accettato, beh ha sbagliato persona. Ne ho già visti.
Ci fermiamo al bar in centro, ci sediamo uno di fronte all'altro. Io non prendo niente e continuo a guardarlo mentre beve con calma il suo caffè lungo. Poi, appoggiando delicatamente la tazzina quasi come se non volesse far rumore, alza lo sguardo e mi dice: "Volevo chiederti scusa. Si insomma, mi sono messo volontariamente a fare domande stupide e volevo punzecchiarti, non credevo potessi reagire così."
"Non c'è bisogno che ti scusi, tanto lo so che non l'hai fatto apposta. Non che tu faccia qualcosa al di fuori dello scherzo, apposta. E' questo il tuo problema. Credi che tutto sia sempre e solo uno scherzo, non capiresti mai cosa voglia dire provare emozioni al di fuori dell'eccitazione sessuale e del divertimento."
La voce mi si spezza a fine frase e sembra tremolante. Per un attimo ho creduto di essermi rivolta a lui, ma poi mi sono ricordata di aver davanti Davide.
"E' questo quello che pensi di me? Pensi davvero che io sia un maiale che pensa solo a scopare e a divertirsi?" Appoggia la testa sulla mano sinistra e mi guarda.
"Proprio così. E non credere di riuscire ad intenerirmi, lo so che sei uguale come una fotocopia ai tuoi amici." Incrocio le braccia.
"Temo che ci sia un qualche problema fra noi."
"Lo credo anch'io. E non ci tengo a risolverlo." Sto per alzarmi e andarmene, quando mi interrompe.
"Hai conosciuto Cristian?"

Un groppo alla gola. Il cuore che batte più veloce. Ho perso ogni capacità di muovermi e reagire al suono del suo solo nome. Fiore gli ha raccontato tutto? No, non è possibile. Di sicuro, fra tutti i falsi amici che ha Cristian deve averlo per forza. Vorrei non girarmi, ma so che devo farlo. So che devo parlare. Devo scoprire dove vuole andare a parare.
"...Ci sono stata insieme. Perché?" Ritorno a sedermi e mi mordo la guancia per non mettermi a piangere di nuovo.
"
Sai, lui aveva sempre parlato di una certa ragazza con cui usciva, ma non ci ha mai detto il nome. Ricordo che diceva sempre cose sui suoi capelli color miele e sul suo viso innocente. Ne parlava con insistenza, la descriveva come qualcosa di perfetto che non non avremo mai potuto avere. Poi però qualcosa è cambiato. Ci disse di averci fatto sesso, di farlo due volte a settimana e che era lei a volerlo, soprattutto. Così-"
"Non dire altro. Non ne ho bisogno. Se vuoi raccontare la storia della nostra relazione dal tuo punto di vista allora fallo da solo, io non ne voglio più sapere." Ho gli occhi bassi e non mi degno di guardarlo, provo solo disgusto.
Ma certo, lui lo aveva capito. E ha pensato che il modo migliore per divertirsi fosse rinfacciarmi tutti i miei errori. Ma non glielo permetterò. Piangerò a casa, da sola. Non gli lascerò il gusto di vedermi soffocare nelle mie lacrime di pentimento.
Mi alzo e, a passo rapido, esco dal bar in direzione di casa mia. Tengo la testa alta per non piangere. Non qui, Anna, non qui. Sono quasi alla fermata dell'autobus di fronte al bar quando sento la forte presa di Davide. Mi tiene per il polso, in una stretta calda e decisa. Non lo guardo. Ho paura che se lo facessi, mi metterei a piangere.
"Ti prego, lasciami finire." Nel suo tono non sento divertimento.
"Capisco perfettamente che tu non ne voglia parlare, anzi, scusami ancora per la mia irruenza. Però non posso fare a meno di pensarlo. Tu credi che gli uomini siano tutti uguali a Cristian perché lui ti ha trattato come un oggetto?"
No. Non lo penso affatto. Marco è uno dei ragazzi più protettivi e dolci che mi sia mai capitato di incontrare dopo la mia rottura con Cristian, e lui mi ha fatto cambiare idea su tutti. So che ci sono ragazzi dolci e sinceri, là fuori. Ma se vuole andare a parare dove penso io, devo stare al suo gioco.
"E se anche fosse?"
"Voglio farti capire che non tutti sono stronzi. A cominciare da me. Permettimi di diventare tuo amico." Molla la presa sul polso e mi stringe la mano. E'...calda.
Lo guardo, stupita. I suoi occhi nocciola sono diventati improvvisamente un mare profondo e denso, quasi ipnotizzante. Per la prima volta ho la certezza che non sta scherzando. Ma non ci posso cascare. Non così facilmente almeno. Mi rendo conto di essere orribilmente calcolatrice, ma non mi farò prendere in giro così.
"Stravolgimi la vita, allora."

 

**Spazio autrice**
Ciao a tutti! :3 Ecco il primo capitolo della fanfiction. Ora, dico subito che è la primissima volta che mi metto a scrivere fanfiction, e ho il perenne terrore di aver sbagliato qualcosa xD Mi impegnerò al massimo per pubblicarla con costanza, poi sarò contentissima se qualcuno si offre di esprimere le sue opinioni con una recensione, così magari capisco se sto sbagliando qualcosa ^^ Ci vediamo al prossimo capitolo :3

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Shiori_Ai