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Autore: Charlie Winchester    11/12/2014    1 recensioni
Thomas si prese un paio di secondi per osservare attentamente Newt in quell’istante.
Aveva la testa leggermente piegata all’indietro mentre rideva, i suoi denti erano perfettamente bianchi, i suoi occhi erano socchiusi, e la sua risata era limpida.
Sul suo collo si notava il pomo d’Adamo e la vena del collo era appena accentuata quando rideva.
Anche se non ricordava niente della sua vita precedente, Thomas pensò che quella fosse la cosa più bella che avesse mai visto.
[NewtxThomas]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Newt, Thomas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: You're a mess
Words: 2056
(se vi rompete prima vi capirò)
Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di James Dashner; questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
Note: Ciao a tutti! *agita la manina*
è la prima volta che scrivo nel fandom di The Maze Runner, ed è anche la prima volta che pubblico una One Shot slash! 
Le coppie su cui scrivere non mi mancano, però non ho mai la giusta ispirazione per scrivere.
Anyway, Newt e Thomas sono diventati la mia otp da quando ho letto il primo libro, sfortunatamente non ho ancora letto gli altri (diciamo grazie alla scuola che mi tiene occupata), ma so cosa succederà al mio povero piccolo Newt *piange in un angolino*
Forse è proprio la sua fine che mi ha spinto a terminare questa storia, si merita un po' di felicità :'(
Comunque per favore non spoileratemi niente, so solo cosa succede a Newt, ma non so altro.
Quindi shhh please <3
L'idea mi è venuta mentre guardavo il video di Dylan O'Brien e Thomas Sangster che facevano finta di baciarsi, giuro che ho pianto dalla gioia.
Fatemi sapere se ci sono errori, spero che vi piaccia :D
Se vi va lasciate una recensione e ditemi cosa ne pensate, le critiche sono gradite (sì, sono strana), ma ho bisogno del vostro aiuto per migliorarmi..
buona letture c:


 
You're a mess



A Thomas piaceva molto stare nel bosco, quell’angolo della radura dove nessuno andava mai.
Era un bel posto per pensare, regnava il silenzio e il ragazzo ultimamente era solito a dormire là.
Era l’ultimo, si corresse, il penultimo arrivato, e da quando aveva varcato la soglia di quella scatola, non erano successi altro che casini.
Voleva capire il perché, voleva capire perché gli sembrava di conoscere Teresa, perché aveva sentito la sua voce, ma soprattutto voleva ricordare.
E quello era il posto che meglio conciliava i pensieri di Thomas.
La prima notte che ci aveva dormito, qualcuno gli aveva messo una coperta sulle spalle, la mattina quando si svegliò trovò Chuck,  gli disse che era stato Newt a trovarlo, probabilmente aveva fatto lui da ‘mamma della Radura’.
Improvvisamente Thomas cominciò a pensare a Newt.
Newt che era sempre stato gentile con lui da quando era arrivato, nonostante avesse dato di matto, lui non gli aveva urlato contro, gli aveva sorriso.
Thomas era ancora troppo scosso da tutte quelle nuove emozioni per notare il sorriso di Newt quel giorno ma ora che era solo e poteva riflettere si ritrovò a pensare proprio al biondo.
Pensava al suo sorriso e ai suoi capelli biondi, ai suoi modi gentili, al suo altruismo.
Si ricordò di aver pensato al suo sorriso più di una volta dopo che lo shock iniziale era scomparso, lo faceva sentire rassicurato, come se avesse scoperto che nel mondo andava di nuovo tutto bene. [1]
Newt era forse il ragazzo migliore di tutta la radura, ovviamente anche Chuck, ma Thomas lo vedeva ancora come un bambino.
Era qualcosa che non poteva controllare, nel suo stomaco si formò un nodo.
 
Perché sto pensando a Newt come se fosse una ragazza?
Perché sto pensando a Newt come se fosse una ragazza che potrebbe piacermi?
Lo corresse il suo cervello.
 
Forse mi piace già.
 
Thomas arrossì improvvisamente, ben felice che fosse solo e che nessuno al buio avrebbe potuto vederlo.
Forse era quella la risposta a tutto quello che provava quando vedeva Newt.
Forse Newt gli piaceva davvero.
Ultimamente pensava spesso a lui, soprattutto quando era nel labirinto con Minho, pensarlo rilassava Thomas in un modo incredibile.
Era veramente stanco, aveva corso per tutto il giorno e le gambe gli facevano male, nel giro di pochi minuti si addormentò.
 
 
* * *
 
Si risvegliò nel cuore della notte, con la fronte sudata e il viso bagnato.
Aveva avuto un incubo.
Thomas inspirò profondamente per cercare di calmare i suoi battiti.
Nel sogno era con Newt nel labirinto, si tenevano per mano e stavano cercando una via d’uscita, quando ad un tratto era comparso un dolente.
Newt non poteva scappare, la sua gamba non era più come quando faceva il velocista, e Thomas non voleva lasciarlo indietro, non lo avrebbe mai fatto.
Ed era proprio quando il dolente li aveva raggiunti, agitando in aria i suoi pericolosi bracci metallici,  che si era svegliato.
Scosse la testa e si accorse di aver cominciato a tremare, aveva le guance bagnate, quell’incubo sembrava così vero…
Ci fu un improvviso rumore di rami spezzati.
Thomas si tirò in piedi il più velocemente possibile, poco dopo in lontananza scorse una luce che si faceva sempre più vicina.
Quando ormai era a pochi metri da lui, Thomas vide la testa bionda di Newt e si lasciò ricadere contro il suo angolino, sollevato che quest’ultimo stesse bene e che non fosse un altro raduraio venuto ad ammazzarlo.
Si asciugò in fretta e furia  gli zigomi per non far preoccupare Newt.
–Tommy. Sei sveglio.– osservò Newt, che aveva in mano due coperte.
Thomas alzò un sopracciglio, allora era stato veramente Newt a portarli le coperte la prima notte.
­–Non riuscivo a dormire.– mentì lui.
–Neanche io. Ho visto che ultimamente dormi spesso in questo posto.
–Sì. È molto tranquillo.
–Scusa se ti ho disturbato. È che… pensavo che avessi freddo – si guardò i piedi –E ho pensato che.. insomma… Niente Tommy, lascia stare. Me ne vado.– Newt scosse la testa e lanciò le coperte a Thomas, fece per andarsene.
–Resta. – disse Thomas, quasi supplicando.
Gli occhi di Newt brillarono per un momento.
–E va bene. – rispose.
Posò la lanterna davanti a loro, poi si lasciò cadere alla sinistra di Thomas, le loro spalle che si toccavano.
Thomas giurò di aver sentito una scossa elettrica percorrergli il corpo quando si sfiorarono.
–Avanti Tommy. So che ti piace dormire e che hai corso per tutto il giorno oggi. È impossibile che non avessi sonno.
A Newt non si riusciva a nascondere niente, qualunque cosa potesse essere lui l’avrebbe capito.
Era in grado di leggerti dentro.
Forse era per questo motivo che Thomas aveva sempre paura di deluderlo, perché se avesse mentito, Newt l’avrebbe capito immediatamente, e lui non voleva mentirgli.
–Ho fatto un incubo.– disse abbassando lo sguardo, si sentiva una femminuccia, ma non provava vergogna davanti a Newt.
Quando Thomas rialzò lo sguardo incontrò gli occhi di Newt e il suo sorriso.
Quel fottuto sorriso.
Nella sua mentre probabilmente stava pensando: che pive.
–E tu perché sei venuto a cercarmi?– chiese Thomas, che tuttavia non aveva ancora capito cosa ci facesse Newt nel bosco, del resto lui aveva un letto dove dormire, non aveva motivo di starsene in giro per la radura in piena notte.
Newt scosse la testa ridendo.
–Volevo vederti.– Thomas giurò quasi di averlo visto arrossire, ma il biondo aveva subito scosso velocemente la testa, quindi non ne era sicuro.
–Intendevo dire che volevo vedere che fossi comodo. Pensavo che dormissi al freddo o comunque su delle pietre.
Thomas non poté fare a meno di sorridere.
Nessuno si era mai preoccupato per lui da quando era arrivato nella radura, o ti adatti o muori.
Non c’era il tempo per essere preoccupati secondo Alby.
Newt sembrava un po’ imbarazzato e cominciò a guardarsi i piedi.
–Allora Tommy, raccontami. Com’è stato il tuo primo giorno da Velocista?
–Doloroso direi. E soprattutto stressante. Quasi più di quando io e Minho siamo rimasti tutta la notte fuori. Quella volta correvo per salvarmi, oggi invece… abbiamo corso e basta.
Il mestiere di Velocista stava perdendo il suo fascino.
–Tu corri sempre per salvarti. Perché non devi salvare solo te stesso, devi salvare tutti noi. È per questo motivo che avevo scelto di fare il velocista. Perché volevo salvare i radurai portandoli fuori da questo caspio di labirinto.
Newt rialzò lo sguardo e sembrava improvvisamente triste, forse era meglio non parlare del labirinto.
Thomas non poteva neanche immaginare le terribili esperienze che doveva aver vissuto Newt per ricavarne danni permanenti come quello alla gamba.
Istintivamente allungò un braccio e sfiorò la gamba di Newt, che lo guardò confuso.
Poco dopo però gli sorrise, evidentemente neanche il biondo aveva qualcuno che si preoccupasse per lui.
Magari si sarebbero preoccupati l’uno per l’altro.
–Non mi va di ricordare gli orrori del labirinto Tommy – disse Newt sbadigliando un poco –Parliamo di qualcos’altro.
Tommy.
Thomas adorava quando era Newt a dire il suo nome, lo faceva sembrare quasi più bello, ma quando lo chiamava Tommy…
Era anche meglio, si sentiva come un bambino, gli ricordava un nomignolo che sua madre avrebbe potuto dargli quando ero piccolo.
–Potremmo fare un gioco.– propose Thomas.
–Senti Tommy, non giocheremo a farci le treccine a vicenda. Mai e poi mai. Nemmeno nelle tue fantasie più malate.
Entrambi scoppiarono in una fragorosa risata e Newt ricevette una gomitata sul braccio da parte di Thomas.
–Zitto testa di caspio. Da quando sono qui provo sempre ad immaginare come sia il mondo fuori dal labirinto. Non ci hai mai pensato?– chiese il più piccolo rivolto a Newt.
–Certo che ne fai di domande stupide Tommy. Ovvio che ci ho pensato. Ci penso continuamente.
–Secondo me, è un po’ come qua nella radura. Forse solo con più ragazze.
Entrambi risero.
Thomas si prese un paio di secondi per osservare attentamente Newt in quell’istante.
Aveva la testa leggermente piegata all’indietro mentre rideva, i suoi denti erano perfettamente bianchi, i suoi occhi erano socchiusi, e la sua risata era limpida.
Sul suo collo si notava il pomo d’Adamo e la vena del collo era appena accentuata quando rideva.
Anche se non ricordava niente della sua vita precedente, Thomas pensò che quella fosse la cosa più bella che avesse mai visto.
Improvvisamente nello stomaco di Thomas si scatenò un inferno, era come se avesse una guerra nucleare dentro.
Le sensazioni che provava erano davvero forti, avrebbe tanto voluto sfiorare con i polpastrelli il collo di Newt, poi avrebbe sfiorato le sue labbra, sottili e rosa.
Boom.
Il suo cervello era completamente andato.
–Le ragazze portano solo guai. Non so se hai notato, ma da quando la ragazza è qui, succedono solo fottute cose strane.– aggiunse Newt incrociando le gambe.
Thomas pensò per un attimo a Teresa, ma con Newt così vicino era difficile concentrarsi su un pensiero fisso.
Thomas amava quel sorriso, e non aveva vergogna di ammetterlo.
–Secondo me, anche i ragazzi portano guai. Sono quasi sicuro che le ragazze pensino lo stesso di noi.
–Hai ragione. Anche i ragazzi portano guai. Tu, per esempio. Prima tu e poi lei il giorno dopo. Poi Ben che ha cercato di ucciderti. Poi sei entrato nel labirinto per salvare Minho e Alby. Poi tu e Gally che litigate come cane a gatto.
–Stai cercando di dirmi che sono un problema ambulante?– chiese Thomas, che improvvisamente si sentì ferito.
Tutte le cose erano successe non erano colpa sua.
E poi che avrebbe dovuto fare?
Lasciare Alby e Minho a morire?
E bisognava ammettere che Gally era uno stronzo.
Thomas s’irrigidì, aveva sempre pensato che Newt lo ammirasse per quello che aveva fatto, o comunque che lo rispettasse.
Cominciò a fissare un punto a caso davanti a lui, come se ci fosse qualcosa di estremamente interessante.
Newt si accorse del comportamento di Thomas, così incominciò a fissarlo con un sorriso tenero sulle labbra.
–Sì Tommy. Sei un problema ambulante. Tuttavia oltre ad essere un idiota sei anche un casino totale, ma sei il mio casino. E non ti cambierei per niente al mondo.
Quando Thomas incrociò di nuovo gli occhi di Newt, nel suo sguardo vide tenerezza e passione, e altre mille emozioni.
Si rilassò e sorrise.
Non sapeva né come né quando, ma i due si erano avvicinati.
Ora Thomas poteva vedere perfettamente il viso di Newt, il suo cervello incominciò a mapparlo, in modo che non se lo dimenticasse mai.
Ne era sicuro, Newt gli piaceva.
Gli piaceva tanto.
Il più grande socchiuse gli occhi, stava ancora sorridendo, la sua mascella ebbe un guizzò strano quando deglutì.
Thomas si segnò mentalmente di baciarlo in quel punto, se si fosse presentata l’occasione.
Lui non chiuse gli occhi, voleva osservare Newt in tutta la perfezione di quel momento.
Dapprima le loro labbra si sfiorarono, poi anche Thomas chiuse gli occhi, il bacio si fece sempre più irruento.
Era uno scontro di bocche e lingue, un vortice che sembrava non avere fine.
Thomas si trovò a domandarsi se avesse mai baciato qualcuno in quel modo.
 
Se fosse stato così bello, me lo sarei ricordato di sicuro.
 
 
Newt stringeva la maglietta di Thomas in un pugno, e le sue nocche erano quasi bianche, Thomas invece aveva una mano poggiata sul collo dell’altro, mentre l’altra si insinuava tra i selvaggi capelli biondi di Newt (che Thomas avrebbe voluto toccare dalla prima in cui si erano visti).
Entrambi persero la cognizione del tempo, non sapevano da quanto erano fermi lì a baciarsi, era un continuo scambio di baci, e nessuno dei due aveva voglia di smettere.
Dopo molto, molto tempo, entrambi si fermarono.
Non avevano più fiato nei polmoni, e quell’esperienza era stata così intensa che l’ossigeno nell’aria intorno a loro non sembrava bastare mai.
–Newt io...– tentò di dire Thomas dopo che aveva ripreso a respirare in modo normale-
–Stai zitto. – disse Newt, ma non uscì minaccioso, in quanto fu seguito da un sonoro sbadiglio.– Sì, mi piaci. E sì, lo rifaremo. Ora fai silenzio. Domani ti aspetta una lunga giornata di corsa. Notte Tommy.– il biondo appoggiò la testa sulla spalla di Thomas e pochi secondi dopo era già addormentato.
Thomas non si azzardò a guardarlo, per paura di fare movimenti bruschi e svegliarlo.
Quella notte, per la prima volta da quando era arrivato nella radura, Thomas era felice.


[1] frase presa dal libro.
Anche Dashner shippa Newt e Thomas *-*








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