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Autore: DrFlvke    12/12/2014    0 recensioni
"'Dammi una mano a portarlo alla Casa Grande, Ashton'
'Certo'
Sorresse il nuovo arrivato e lo aiutò a sedersi su una delle sedie sotto il portico della grande villa. Il Signor D osservava ma non faceva praticamente niente, se non bere la sua Diet Coke."

Lashton - Percy Jackson
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Luke Hemmings
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Cabina II

Era una mattinata come tante altre, al Campo Mezzosangue.
Al campo da pallavolo c'erano i satiri che giocavano a palla con un gruppetto di semidei. Chirone e il Signor D parlando accanto alla Casa Grande, il Vello D'oro era protetto dal drago che dormiva serenamente. 
Per Ashton quella giornata era fin troppo normale, e sapeva che dopo un lungo periodo di pace di solito accade qualcosa di catastrofico o che sconvolge la tua routine.
Si guardava intorno, pronto a prendere la propria spada per difendersi dal'attacco di uno dei suoi fratelli. Si stavano allenando nella scherma e nel combattimento in generale, dato che il giorno dopo ci sarebbe stata una partita di Caccia alla bandiera. 
Grazie ai suoi riflessi, appena sentì un rumore dietro di lui si girò e, spada contro spada, combattè per cinque minuti buoni contro Jake. Il fratello (o almeno fratello da parte di madre) era praticamente il contrario di lui. Alto, magro, capelli neri lisci e occhi azzurri.  Anche per il carattere erano uno l'opposto dell'altro. Prendete tutti i pregi possibili in tutte le lingue e uniteli, Jake era così, mentre lui era insicuro, non opportuno, ecco. Era sempre il terzo in comodo, per questo non voleva mai andare in missione. Aveva paura che, se fosse stato attaccato da un mostro, gli altri due avrebbero continuato a parlare e lui sarebbe morto. 
'E' andata bene questa prova, me lo sento, domani vince la nostra squadra'
'Speriamo' rispose Ashton, raccogliendo la sua roba e tornando alla cabina X.
Ebbene sì, era figlio di Afrodite, il che trovava del tutto inadeguato, data la sua scarsa autostima e il fatto che non trovava per niente eccitante il pensiero di fare shopping o qualcosa di simile.
Aprì la porta della Casa e vide le solite cose. Ragazze che si truccavano troppo pesantemente, ragazzi che si guardavano continuamente allo specchio. E poi c'era lui, a cui di queste cose non interessava. Eppure era davvero figlio della dea dell'amore, lo aveva riconosciuto due giorni dopo il suo arrivo al Campo!
Si avvicinò velocemente al suo letto e appoggiò al suo fianco la spada. L'aveva chiamata Andreia, la sua spada. Andreia in greco significa coraggio. Non sapeva perchè le avesse dato quel nome, dato che lui di coraggio ne aveva poco.
Passò forse mezz'ora a cazzeggiare, steso sul letto a immaginare cose che probabilmente non sarebbero nemmeno mai accadute. Il Sole scese e Artemide, con il suo carro, fece prevalere la Luna. E con l'arrivo della Luna arrivò anche il momento della cena.
Come al solito, un Satiro arrivò a chiamarli, dicendo a tutte le persone in cabina di recarsi alla mensa. Ashton si alzò svogliatamente e si sistemò la maglia arancione del Campo Mezzosangue.
Si sentiva come se qualcosa sarebbe successo in poco tempo.
Vide Chirone che correva incontro a un ragazzo che aveva appena varcato i confini del Campo, era inseguito da un mostro che non capì cosa fosse. Il centauro lo chiamò, e lui si avvicinò a loro correndo. 
'Dammi una mano a portarlo alla Casa Grande, Ashton'
'Certo' 
Sorresse il nuovo arrivato e lo aiutò a sedersi su una delle sedie sotto il portico della grande villa. Il Signor D osservava ma non faceva praticamente niente, se non bere la sua Diet Coke. 
Era stato tutto così dannatamente veloce.
Un secondo fa stava uscendo per andare a mangiare e ora era lì, in piedi, a guardare un ragazzo aspettando che Chirone tornasse dall'interno della casa.
'Cosa succede?' Chiese il nuovo. Aveva la voce roca, ma alle orecchie di Ashton quel suono giunse come il cinguettio di un usignolo. Capelli biondi ora leggermente spettinati, occhi azzurri che non aveva ancora avuto l'opportunità di osservare per bene. Non riusciva a spiegarsi il motivo, ma continuava ad guardarlo con la punta dell'occhio, mentre cercava distrattamente attraverso la porta semiaperta un segno che gli dicesse che il centauro stesse tornando. Quella situazione stava diventando leggermente imbarazzante per entrambi.
'Cosa succede?' chiese, con la voce un po' più alta rispetto a prima.
'Eh aspetta che arrivino' rispose lui. Se ne pentì subito, insomma non gli aveva fatto niente e non si meritava di essere trattato male.
Gli sussurrò un scusa.
'E di che'
Trovò abbastanza opportuno invece presentarsi.
'Comunque io sono Ashton, Ashton Irwin' disse, abbozzando un sorriso.
'Luke Hemmings, piacere'
'Tutto mio'
Si creò di nuovo una specie di barriera fatta di imbarazzo.
'Non so quanto ci metteranno ad arrivare' disse il figlio di Afrodite, sbuffando leggermente e indicando la porta ora chiusa.
'Puoi riassumermi brevemente la vicenda?' sembrava confuso 'Insomma, sono stato inseguito da non so cosa per quasi un chilometro, sono arrivato quì e mi ha accolto un centauro. E chi è quel tizio con la camicia leopardata? Dove mi trovo?' Okay, era confuso.
'Allora, risponderò a qualche tua domanda'
L'altro annuì, mentre il ragazzo prendeva una sedia e gli si sedeva di fronte.
'Noi siamo semidei, ovvero figli di un uomo e una dea, come nel mio caso, oppure di un dio e una donna. Ora non so dirti quale sia il tuo, di caso. Combattiamo contro i mostri, parliamo greco antico e cose così. il tizio con la camicia leopardata è Dioniso, lo so, è odioso, ma tu non metterti contro di lui o diventerai un delfino. Per il resto ti faranno vedere una specie di filmino e capirai tutto' si stupì da quanto Luke sembrasse calmo. Lui quando lo aveva scoperto era svenuto.
Mentre il silenzio stava per tornare, Chirone e il Signor D aprirono la porta.
'Grazie per l'aiuto, ragazzo. Puoi andare ora'
Ashton si alzò e mise a posto la sedia, salutò con un cenno del capo e tornò in cabina.
Si stese sul letto e si addormentò. Non sognò niente quella notte.


'Nella nostra vogliamo invece i figli di Afrodite, o, almeno, quelli che giocano' disse Travis Stoll, figlio di Ermes.
Il cuore di Ashton perse un battito, perchè in quella squadra ci sarebbe stato anche Luke dato che faceva parte della Cabina del dio dei ladri (non era ancora stato riconosciuto).
Dei, dal momento in cui lo aveva visto aveva solo lui in testa. Il perchè, poi, era un mistero. Ora indossava la maglia arancione del Campo, come tutti, del resto, ma il riccio pensò che gli stesse benissimo. Cazzo, gli stava splendidamente e basta sta per cominciare la partita. Si ritrovò a correre nel bosco che circondava le Cabine e si accorse di essere nello stesso gruppetto di Luke. L'attacco. La bandiera degli avversari era, logicamente, vicino al Pugno di Zeus. Del loro gruppo facevano parte anche Travis e Connor. Si misero d'accordo, Luke e Ashton avrebbero distratto i figli di Demetra che proteggeva il bottino mentre i due fratelli lo prendevano e scappavano via.
Andò tutto come previsto e, nonostante qualche semplice combattimento con la spada, fu davvero facile vincere. Chirone mise fine alla partita e tutti tornarono alle proprie Cabine. Luke salutò Ashton, che ricambiò. Ma no, non voleva semplicemente salutarlo. Avrebbe voluto abbracciarlo, stringerlo, e magari anche baciarlo. Ma a cosa sto pensando.
Ritornò alla Dieci e si mise a dormire. Quella notte sognò, anche se brevemente, Luke.


I due ragazzi non si rividero per due giorni.
E sì, ad Ashton Luke mancava, terribilmente.
Anche se come può mancarti qualcuno che non è mai stato tuo?
Stava passeggiando pensando al ragazzo quando si accorse di un mucchietto di persone radunate intorno a qualcuno.
Si avvicinò, curioso di sapere anche lui che cosa stesse succedendo, e fu a quel punto che lo vide. Emanava raggi, Luke. Chirone gli disse che era figlio di Apollo, il dio del Sole. Il che era dannatamente accurato, perchè il Sole non sa di illuminare tutti i giorni le nostre vite. Hemmings era un po' così, era il suo Sole. Seppur senza saperlo, illuminava la vita di Ashton. Sorrise, poi fece per andarsene, dato che anche gli altri mezzosangue stavano tornando alle loro normali attività. quando sentì qualcuno afferrargli il braccio.
'Hey' gli disse il biondo.
'Ciao, beh, congratulazioni' sfoderò una specie di sorriso.
'Grazie' abbassò lo sguardo.
'Non sei felice? Sei figlio di Apollo! Le mie sorelle dicono che sia il dio più figo. Ma sono ragazzine in preda agli ormoni'
'Il fatto è che, non lo so, non mi sento a mio agio. Insomma i figli e le figlie di Apollo sono tutti così belli e io'
'Stai dicendo che non sei bello? Insomma cazzo, apri gli occhi Hemmings. Ma ti sei visto? Tutti si girano a guardarti, quando passi tra la gente'
Lo vide arrossire e mordicchiarsi leggermente l'anellino che aveva al labbro.
'Che devi fare ora?'
'Boh, niente, tu?'
'Mostri'
'okay vengo anche io'
Passarono la mattinata insieme, a parlare di mostri insieme a Chirone e ad aiutare i figli di Ermes a fare scherzi alle figlie di Demetra. Avevano ricoperto tutta la Cabina IV con la carta igeinica, e, dei, si erano divertiti un casino. 
Già alle tredici erano sfiniti.
'Luke non ho voglia di andare a tiro con l'arco' si lamentò svogliatamente Ashton, quasi trascinandosi verso la sua Cabina affiancato dall'altro. 
'Potremmo saltarlo' 
Lo guardò.
'Cioè, solo se tu vuoi' rise. Cazzo, quella risata. 
Ashton gli regalò un sorriso sincero 
'Ovvio che voglio'
Ora l'unica domanda che rimaneva era Come?
Fu a quel punto che gli venne un'idea. Era banale, sì, e scontata, ma non avevano molte altre possibilità se non volevano essere scoperti.
'La Cabina Due'
'Di chi è?'
'Era, non ci va mai nessuno'
'Perfetto allora' 
Si incamminarono velocemente verso la Cabina. Era, in quanto dea del matrimonio, era fedele a Zeus e non aveva figli con gli uomini. Andare nella sua Cabina poteva essere pericoloso, sì, ma davvero Ashton non sapeva dove andare se non lì.
Almeno era sicuro del fatto che i suoi figli non sarebbero entrati, dato che di figli non ne aveva.
Raggiunsero la spoglia casa e, facendo un po' di pressione sulla porta, riuscirono ad entrare per poi chiuderla senza far rumore.
Quella di Era sì che era grande, di Cabina. O forse lo sembrava per il semplice fatto che non ci fossero letti o qualsiasi altro tipo di mobile. Infatti era completamente vuota, a parte una statua della dea che guardava severamente a nord.
Luke si sedette sul pavimento di marmo immacolato, e Ashton fece lo stesso, mettendosi alla sua destra.
'Allora' disse il biondo, fissando Era quasi come potesse voltarsi da un momento all'altro e cacciarli o magari ucciderli.
'Non ci ucciderà' rispose lui.
Non sembrava molto convinto, Luke. In realtà nemmeno Ashton lo era: quella statua era davvero inquietante e doveva ammetterlo.
'Ehm, come va alla Dieci?' 
'Tutto come al solito' disse. 
'Okay. Sai, devo proprio dirtelo. Non avrei mai detto che fossi figlio di Afrodite. Cioè, non perchè tu non sia bello, anzi, cioè niente' 
Ashton si ritrovò ad arrossire, mentre il biondo abbassava la testa imbarazzato.
Tralasciando quel discorso, i due si divertirono. Passarono tutto il pomeriggio alla Due, a cazzeggiare liberamente. Ashton si sentì felice. Come quando ti senti un po' come se potessi correre per chilometri, o volare, solo grazie a una persona. Ecco, Ashton si sentiva più o meno così, e il tutto era grazie a Luke Hemmings.
Aveva scoperto tante cose riguardo al figlio del Sole, tra cui che aveva 16 anni (un anno in meno di lui). Non glielo aveva detto, ma i loro gusti erano praticamente uguali. Dalle bands che ascoltavano al loro modo di vestire. 
Non aveva voglia di cenare, non in quel momento: era ancora in estasi per il pomeriggio trascorso e non riusciva a smettere di pensare a Luke che, in men che non si dica, gli aveva stravolto la vita. Si addormentò velocemente, e, come al solito, passò dal pensare a Luke al sognare Luke. 


Diventò un'abitudine, passare i pomeriggi nella Cabina Due insieme a Luke. Ovviamente non tutti i pomeriggi, ma la maggior parte. 
Un giorno erano seduti esattamente dove stavano qualche settimana prima. Il biondo con la schiena appoggiata al muro, Ashton alla sua destra.
'Sono ancora convinto che prima o poi quella statua ci ucciderà'
'Dici? E se le mettessimo tipo un sacchetto con su disegnata una faccina felice in testa?' rispose lui. Da dove gli fosse venuta quell'idea, poi, non lo sapeva, ma voleva divertirsi e passare del tempo con il figlio di Apollo.
'Ehm, non sono molto sicuro di ciò che sto per fare e so che tra poco ci fulminerà o ci trasformerà in pavoni, però yolo'
Presero un sacchetto di carta e fecero due occhi e una bocca sorridente, poi tentarono di metterlo in testa alla statua. 
Aston si allontanò per ammirare il capolavoro.
'Dimmi se non è la cosa più divertente che tu abbia fatto in tutta la tua vita!' disse ridendo.
Luke acconsentì e scoppiò a ridere. 
'Se potessi le farei una foto'
'A chi lo dici'
'Okay, ora non ci ucciderà più'
'La statua, ma la dea mi sa che ci farà fuori' disse il biondo ridendo in modo isterico.
'Come hai detto tu prima, si vive una sola volta' disse Ashton sedendosi di nuovo sul pavimento, sentendosi improvvisamente lo sguardo di Luke addosso.
La sera ormai era calata, e in poco tempo il Satiro sarebbe andato nelle Cabine a chiamare i semidei per la cena. 
'Già, si vive una sola volta' disse il biondo. Si stava avvicinando in una maniera del tutto strana e anormale a lui e il suo viso era vicinissimo e prima che Ashton potesse fare o dire qualcosa ecco che Luke lo stava baciando.
Come si è sentito in quel momento? Stava più o meno per sciogliersi, stava impazzendo, stava cadendo in mille pezzi ma lo stava facendo tra le braccia di Luke e quindi andava tutto bene. Andava tutto fottutamente bene. E no, non avrebbe mai e poi mai immaginato di sentirsi così grazie a un ragazzo di nome Luke Hemmings, ma andava così e andava bene. Benissimo. Si baciarono finchè non mancò il fiato ad entrambi, poi un Luke imbarazzato gli chiese scusa e uscì velocemente dalla Cabina II, lasciando Ashton confuso e senza parole.


'Chirone' Ashton chiamò il centauro, che si avvicinò trottando tranquillamente, ma il ragazzo non sembrava affatto tranquillo. Non lo era, infatti. Il cuore gli batteva in modo assurdo e non ci capiva più niente, ma il centauro si avvicinava tranquillamente, come se non si notasse. 'Chirone' disse nuovamente 'Chirone dov'è Luke?'
Non riusciva a trovarlo ed era sul punto di una crisi isterica. Lo aveva cercato ovunque, al Pugno di Zeus, al laghetto con le canoe, alla sua Cabina e alla Due, lo aveva cercato persino al campo di pallavolo anche se sapeva che Luke la detestava, la pallavolo.
Stava davvero andando nel panico, stava impazzendo, e per un attimo pensò di essersi immaginato tutto, di aver sognato tutto quella notte. Dal suo arrivo al Campo, quella sera, al bacio del giorno prima. Il centauro lo guardava abbastanza sconsolato, ma non uno sguardo del genere 'mi spiace, non conosco nessun Luke', uno sguardo che al ragazzo sembrava diverso. Ora doveva scoprire se quel 'diverso' era in senso positivo o negativo.
Magari era andato in vacanza con sua madre per qualche giorno, magari era semplicemente tornato un po' a casa per passare una settimana con i suoi cari.
'Allora?' non riusciva a sopportare tutta quell'attesa. Non era mai stato una persona paziente.
'Dunque, Ashton' cominciò Chirone 'Luke Hemmings? Il figlio di Apollo?'
'Esatto proprio lui' 
'Non te lo ha detto?'
'Non mi ha detto cosa?' 
Tutto ciò era abbastanza strano, si conoscevano da un pezzo ormai, si dicevano praticamente tutto, quando si trovavano alla Due.
'È partito per un'impresa, Ashton. A quanto pare è un semidio abbastanza potente ed è stato scelto per combattere contro Gea, nelle Antiche Terre. Facendola breve, è uno dei sette semidei della profezia'
'Ma' si sentì mancare il fiato, perchè non gliene aveva parlato? 'Tornerà, vero?' 
'Ragazzo' Chirone gli mise un braccio intorno alle spalle 'Gea, come tu sai è molto potente. Questa impresa è più rischiosa di tutte quelle compiute fino ad ora messe insieme. Devi solo allenarti e preparati nel combattimento perchè, chi lo può dire, magari lo scontro si sposterà anche qui, al Campo Mezzosangue. Non preoccuparti per lui, se è stato scelto significa che riesce a badare a se stesso'
A dire il vero, non si sentiva così rassicurato dalle sue parole. 
Non sapeva davvero a cosa pensare, anche se i suoi pensieri ora erano confusi e l'unica cosa che voleva fare era abbracciare Luke ma non poteva. 
Non sapeva neanche se l'avrebbe rivisto, prima o poi.
Voleva infilarsi sotto le coperte del suo letto e nascondersi da tutto e da tutti, si sentiva così fragile, ora che Luke non era con lui. Avrebbe voluto addormentarsi e svegliarsi giorni, mesi o anni dopo, sperando di essersi dimenticato forse la persona più importante della sua vita.
L'unica cosa che riuscì a fare in quel momento, però, fu correre, tentando di tirare indietro le lacrime, nella Cabina Due.
Chiuse il portone alle sue spalle con una mano tremante, si guardò intorno, cominciando a tornare indietro nel tempo con la mente. 
Eccoli lì, loro due, appoggiati alla parete a chiacchierare, a camminare in quella Casa senza mobili, vedeva Luke che lo stava baciava, per poi correre via imbarazzato. L'ultima volta in cui lo vide. Capì perchè lo aveva fatto, lui sapeva che il giorno dopo sarebbe partito, e quando parti, quando esci dai confini del Campo, non sei mai sicuro di riuscire a tornarci. Ecco perchè lo aveva baciato, perchè nemmeno lui era tanto convinto di riuscire a farcela. 
Il sacchetto con la faccina posto sulla faccia di Era lo guardava sorridente, come il giorno prima, come se nulla fosse accaduto.
I pensieri confusi, il cuore che batteva troppo veloce, Ashton si sedette proprio lì, dove di solito stava, con Luke alla sua sinistra. Solo che stavolta Luke, alla sua sinistra, non c'era.
Stette lì tutto il giorno, non si mosse nemmeno di un centimetro, non si sarebe mosso nemmeno se fosse scoppiata una guerra. L'unica cosa che fece fu sperare, un giorno, di poter essere di nuovo a scherzare e chiecchierare, con Luke al suo fianco, e magari di baciarlo pure, nella Cabina Due.



Buonasera

Sì, buonasera perchè è già sera e domani c'è scuola e uccidetemi.
Comunque, qualche settimana fa stavo allegramente leggendo La Casa di Ade quando BAM comincio ad immaginare, non so perchè, i Lashton al Campo Mezzosangue, aw. 
Ora, io shippo i Muke e li amo e tutto, ma quanto sono bellini i Lashton? Come si può non amarli? 
Quindi, eccomi qui, dopo ore e ore e ore di lungo lavoro (e che lavoro) con una specie di os Lashton che in teoria dovrebbe essere una Cross Over. 
Sinceramente non so cosa dire, mi spiace solo di aver spezzato il cuore al povero Ashton.
Però dai, non sono cattiva: all'inizio avevo pensato di ucciderlo, Luke. Poi però ho detto 'No mi spiace per Ash' e dopo anni e anni passati a riflettere, il mio lato buono mi ha detto 'Non uccidere Luke!' (O forse era la Brnn?), quindi diciamo che ho trovato una via di mezzo!
Mi spiace per l'altra mia long che ho messo un po' da parte e per le persone che la seguivano (sempre che ci fossero).
Come al solito, se volete potete lasciare una recensioncina e dirmi cosa ne pensate *lancia cuoricini e biscotti*
vvb
Ellen aka DrFlvke
   
 
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