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Autore: Switch    12/12/2014    7 recensioni
Sequel di "September in the rain." TMNT 2003
Sono passati otto mesi da quella lotta nel parco tra Gregor e Isabel-Raphael. New York è tornata alla normalità o forse no: che ne è dei Purple Dragons? Che cosa succede a Leo? E perché Raphael si comporta in quel modo?
A volte fare la cosa giusta è difficile e doloroso. A volte quando ti innamori capisci che un aspetto dell'amore è egoismo.
E la cosa più complessa è amare qualcuno così com'è.
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Heart's mutation'
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Nel silenzio che seguì l'affermazione di Donatello, quelle due parole sembrarono riecheggiare senza freno.
Mutante. Isabel. Mutante. Isabel. Mutante... Isabel.

Si inchinarono anche loro attorno alla donna, come in trance, come se i loro corpi stessero agendo di propria volontà, e fu subito chiaro che Donnie aveva ragione: anche se i tratti somatici si erano un po' modificati nella mutazione, -il naso si era accorciato e il suo ponte allargato e gli zigomi ispessiti,- riconobbero facilmente nel viso verde i tratti familiari di Isabel.
Trattennero il fiato. Una valanga di teorie li investì in pieno, e paure e dubbi. C'era quella domanda che tutti stavano pensando, ma che nessuno aveva il coraggio di pronunciare ad alta voce, perché avrebbe reso tutto reale.

La mano di Raphael si tese, senza che potesse in qualche modo controllarla, e toccò una guancia di Isabel, dolcemente, per sentire la consistenza di quella pelle sotto le dita: era di un verde tenue, lo stesso colore di una tenera fogliolina appena germogliata, la stessa consistenza vellutata al contatto, la stessa paura di poterla rovinare anche solo con un tocco esitante.
Isabel era bella persino da mutante, dannazione. E una parte di lui lottava per scuoterla e prenderla a schiaffi per ciò che credeva avesse fatto, l'altra per stringerla e amarla finalmente, senza più nessuna scusa che potesse fermarlo.
Ma non era giusto che finisse così. Assolutamente.

Infine, fu Michelangelo a prendere il coraggio e chiedere.
Perché è mutata?” soffiò guardingo, appena un sussurro, a Donatello che nel frattempo si era premunito di controllarla e visitarla, per quanto possibile.
Il fratello sollevò il capo dal torace di lei, dove aveva cercato di auscultare battito e respirazione, e concentrò lo sguardo su di lui.

È riuscita a sintetizzare il mutageno dai nostri campioni di sangue e pelle. Non so ancora come... Isabel è intelligente, ma non so fino a che punto possa aver capito da sola come lavorarli” rispose assorto, tornando a rivolgersi verso lei, sollevando le sue palpebre per controllare le pupille.

Nessuno si accorse dell'aria nervosa di Steve, che si torceva le mani con gli occhi sbarrati che non si staccavano dalla donna, pieni di spavento e orrore, pieni di comprensione e rimorso.

E poi il mutageno non può avere fatto tutto il lavoro. Deve averlo mischiato con DNA di tartaruga, ma diverso dal nostro... vedete queste?” continuò il genio, indicando delle macchie color ruggine che creavano uno splendido mosaico sugli avambracci e le gambe. “E questo” incalzò Don prendendo la mano di Isabel e aprendola davanti ai loro occhi, mostrando loro la sottile membrana quasi trasparente tra le dita.
Ha usato DNA di tartaruga marina, penso la specie Caretta caretta. Credo per non avere legami nemmeno alla lontana con noi, a livello genetico” finì di spiegare, col viso sempre più teso, ormai solo parzialmente conscio di loro.
Sembrava che più visitasse Isabel, più qualcosa non gli tornasse.

Ma perché? Come?” sbottò Raphael, che stava impazzendo sempre più ad ogni verità che Don gli sbatteva in faccia.
Nel silenzio si sentì un brusco respiro, qualcuno che tratteneva il fiato, vinto dalla paura e l'orrore di ciò che aveva fatto.

È colpa mia” pigolò Steve, fermo lì dov'era rimasto quando era entrato, immobile, colpevole, inorridito.

Gli occhi di tutti furono su di lui un secondo dopo e il nervosismo crebbe ancora di più e la voce gli morì in gola; deglutì a vuoto, indietreggiando inconsciamente.
Io... io non sapevo che cosa volesse farci. Mi ha detto che le serviva una mano coi campioni per prepararsi alle lezioni di Medicina, che dato che la chimica era il mio campo le sarei stato utile. Che doveva isolare il mutageno per poter capire come agisse e come usarlo per curarvi. Le ho creduto. È tutta la settimana che ci lavoriamo assieme e io non avevo capito...” provò a scusarsi il ragazzo, incurvandosi ad ogni parola, sotto i loro sguardi accusatori, sotto la colpa che sentiva nel cuore.

Raph si alzò di scatto e gli si avventò addosso, furioso. Aveva trovato il perfetto capro espiatorio, con chi prendersela per quello che stava accadendo, anche se sapeva benissimo che non era colpa sua, che Isabel riusciva a fare ciò che voleva, sempre, anche se era stupido, anche se feriva chi le stava attorno.
Steve indietreggiò spaventato, la voce di Leonardo esplose, quasi in contemporanea all'urlo di Mikey.

Raph, lascialo in pace! Non ha nessuna col...” disse severo il leader, prima che lo strillo del fratello lo interrompesse e attirasse l'attenzione di tutti.

Il corpo di Isabel aveva preso a contorcersi, scosso da convulsioni che le facevano tremare gli arti, e rendevano il respiro difficoltoso.
Con un'espressione terrorizzata Mikey si gettò sulle sue gambe per cercare di tenerla ferma, mentre Leo faceva lo stesso con il busto e Don cercava di impedire che si mordesse la lingua.

Che cosa le succede?” urlò Raph, che lasciato il proposito di prendersela con Steve, assisteva alla scena con paura e angoscia.

E sotto i loro sguardi preoccupati e attoniti, le ultime due dita delle mani si fusero e da quattro divennero tre, il piastrone, -che prima era solo un ispessimento della pelle come la parte della schiena,- sporse di colpo in fuori e le macchie di ruggine iniziarono a spargersi per tutto il corpo, in un perfetto mosaico.
Sta continuando a mutare!” esclamò con fatica Don, mentre cercava di farle rilassare le mandibole serrate dalle contrazioni muscolari.
Isabel stava diventando sempre più simile ad una tartaruga e meno ad un'umana e loro non sapevano come poter fermare il procedimento.

D'un tratto sembrò scemare d'intensità, sembrò quasi che le convulsioni fossero finite, un momento di pausa in cui si udirono i respiri pesanti e accelerati, in cui gli sguardi si cercarono per comunicare, per chiedere, per capire.

Don fece per aprire bocca, ma con un urlo disumano Isabel ricominciò a sussultare, i muscoli persino più tesi di prima, le scosse del suo corpo violente e incontrollate che sbattevano contro il pavimento con brutalità: la linea delle dita si spaccò di netto e si divise in due, dapprima carne viva che pulsava sanguinante, poi la pelle le ricoprì, come edera che si abbarbicava sulle nuove dita; le ossa del viso sembravano sciogliersi e risolidificarsi di continuo, come fossero di cera, e si formavano e squagliavano, prima il naso tornò alla dimensione normale, poi si riaccorciò, il mento si allargò e si restrinse; la pelle della schiena ritornò normale e rosea, per qualche secondo, prima di ispessirsi ancora e tornare come un carapace formato dai muscoli della schiena.

Ogni trasformazione era accompagnata da grida, grida agghiaccianti e sofferte, che Isabel si lasciava scappare anche in stato di incoscienza.
Don! Cos'ha?” urlarono anche loro, cercando di farsi sentire, preoccupati per il dolore che sapevano stesse provando, ma incapaci di fare alcunché per aiutarla.
Io... non sono sicuro!” strillò in risposta il genio, con fatica sempre maggiore. C'erano gocce che gli imperlavano la fronte, dallo sforzo di tenerla.
Credo che la sua magia stia combattendo il mutageno!” rivelò alla fine, allarmato.
Anzi, per essere più precisi, credo che la sua magia e il mutageno si stiano combattendo, per dominare nel suo corpo. E se continua di questo passo, Isabel morirà prima di poter raggiungere una forma definitiva.”

Un sottile gelo serpeggiò nella stanza, incredulità e paura si unirono, scuotendoli sin dal profondo.
Morirà? Perché...?” esalò Mikey, rafforzando inconsciamente la presa su di lei, per paura di perderla probabilmente.
Isabel strillava, strillava come se fosse divorata viva da un fuoco invisibile per loro, che la consumava dall'interno, e brividi di terrore corsero lungo la loro pelle, agghiacciati dal suo strazio.

Perché le mutazioni continue e senza sosta faranno collassare i suoi organi interni, a cominciare dall'apparato respiratorio” spiegò Don, con lo sguardo incollato su di lei, il cui viso, nonostante l'incarnato fosse ormai verde, era arrossito di dolore e fatica.

Cosa possiamo fare?” domandò Leo, in un sussurro teso, come se lo stesse chiedendo più a sé stesso, sconvolto da ciò che stava succedendo, a lei, che amava, amava e non poteva veder soffrire in quel modo.
Non possiamo fare molto dal di fuori: anche se riuscissimo a sintetizzare un antimutageno in una manciata di minuti, non so se il suo organismo non lo vedrebbe come un nuovo corpo estraneo da combattere e non so se interferirebbe o meno con la sua magia. Isabel è un po' come noi: non è esattamente normale, non so se la sua parte magica reagisca come farebbe un corpo umano al 100%. È dall'interno che dobbiamo agire!” spiegò Donnie, inchinandosi per prendere Isabel in braccio, mentre loro si guardavano confusi.

Le sue grida scemarono quando l'amico la strinse, come se trovasse momentaneo conforto in quel contatto; il genio fece strada verso la camera di Isabel e lì la poggiò sul letto, controllando immediatamente le sue condizioni.
Steve! La mia borsa, presto!” urlò spazientito, facendo trasalire il ragazzino.
Ci frugò freneticamente dentro, una volta che quello gliela porse, e ne tolse fuori un tubo trasparente, incurvato verso la fine.

Devo intubarla. La prossima trasformazione potrebbe compromettere il suo tratto respiratorio, irrimediabilmente” sussurrò assorto, preparandosi a fare una cosa che non aveva mai fatto prima e che sapeva essere pericolosa.

Il rischio di graffiare e lesionare la trachea era altissimo anche per una persona esperta, figurarsi per uno come lui.
Vuoi spiegarci cosa...” provò a domandare Mikey inorridito, prima che il fratello lo zittisse all'istante.
Silenzio! Mi serve assoluto silenzio!”
Doveva far presto e intubarla prima che potesse avere una nuova trasformazione o un attacco epilettico, ma le mani gli tremavano così tanto che non sapeva come avrebbe potuto riuscirci.

Ogni millimetro di tubo che cercava di infilare nella gola gli sembrava troppo ed eccessivo, un corpo estraneo che le avrebbe fatto male, lo sapeva.
Resisti, resisti!” le sussurrò, premendo ancora di più il tubo endotracheale, quando non trovò fortunatamente resistenza nella laringe.
Steve, passami la cannula sottile!” strillò poi, tenendo con una mano il tubo e allungando l'altra verso il ragazzino che teneva la sua borsa.
Con un gesto sicuro fece passare la cannula all'interno del tubo e poi sfilò quest'ultimo con un sospiro di sollievo.

Fatto!” annunciò, attaccando l'estremità della cannula alla sacca per la respirazione manuale. La passò a Steve, illustrandogli il ritmo da tenere per una corretta ossigenazione.

Adesso a voi. Dovete entrare nella mente di Isabel e aiutarla dall'interno. È una cosa lunga da spiegare, dovete solo sapere che quello che sta succedendo si sta ripercuotendo anche nella sua psiche ed è lì che agirete! Io rimango qua per controllare le sue condizioni, assieme a Steve. Muovetevi!”
Mikey fece per prendere parola, ma lo sguardo secco che Don gli mandò fece morire la sua voce in un balbettio indistinto, e anche lui si avvicinò ad Isabel, come i suoi fratelli.

Cosa dobbiamo aspettarci? E cosa dobbiamo fare?” si informò Leo, prendendo posto vicino alle gambe di lei, stabilendo un contatto fisico, poggiando la mano vicino alla caviglia.
Mikey era al suo fianco e Raph dall'altra parte.

Lo vedrete. Lo capirete” rispose il genio, assorto.

Ci fu un intenso scambio di sguardi, quello fiducioso di Donnie, quello spaventato di Steve, i loro tesi e confusi.
Poi chiusero gli occhi e respirarono a fondo, grossi respiri dapprima scoordinati, che poi pian piano si armonizzarono in un unico, calmo soffio ancestrale.
La mente si svuotò e si annullò, tanto da diventare solo una linea sottile per ricordare chi fossero, per indirizzarli verso la meta.
Entrare nella mente di Isabel fu diverso dalla volta precedente: se allora era stato quasi essere guidati per mano da lei, questa volta si sentirono come indesiderati, sentirono una spessa ostilità che cercava di tenerli lontani, di alzare barriere che impedisse loro di avvicinarsi; fu solo con un notevole sforzo che riuscirono infine ad arrivare al nucleo della sua mente.

E tra stupore e meraviglia, si accorsero immediatamente che non sarebbe stato facile, che niente sarebbe andato liscio come avevano pensato.
Non erano in un nulla grigio che potevano manipolare e immaginare come volevano, come la volta prima: con occhi stupiti si voltarono in ogni dove, scrutando con paura e un pizzico di riverenziale timore quella che sembrava la replica esatta della città di New York, in rovina e decadente, un cielo plumbeo che minacciava la fine del mondo; una tempesta di fulmini squarciava l'oscurità con folgori brillanti che facevano male agli occhi, seguiti da rombi che facevano tremare la terra.

Alcuni degli edifici erano crollati a terra in macerie polverose, trascinando giù con sé anche porzioni di quelli vicini, e quelli rimasti in piedi sembravano consumati e distrutti dal tempo, in rovina e ormai mangiati dalla vegetazione che cresceva ovunque, riappropriandosi dei suoi spazi. Le strade erano divelte da grosse voragini e radici di alberi che nella loro forza avevano spaccato ogni cosa sul loro cammino.
Non si sentiva un rumore. Quel mondo distopico creato nella mente di Isabel era disabitato. Le finestre oscure delle case mettevano soggezione e paura, come occhi che non li lasciavano un attimo, occhi vuoti e spettrali.

Nel silenzio riuscirono a sentire Mikey che deglutiva con apprensione.
E adesso?” chiese poco dopo, confuso come loro; “Dov'è Isabel?”
Era chiaro a tutti che non avrebbero potuto far comparire una strada che li conducesse da lei, perché sembrava che lei non volesse essere trovata, stavolta.

Una voce esplose dal cielo, facendoli trasalire, tutti sul chi vive.
Siete arrivati? Dovete trovare Isabel, anche se credo che ne troverete più di una” disse la voce di Don, chiara e limpida come se si trovasse lì al loro fianco.
Genio, dicci come diamine fare!” urlò Michelangelo con le mani ad imbuto attorno alla bocca, rivolto verso il cielo.

Dopo che il suo urlo si spense, ci fu solo silenzio. La cappa nera rimase ferma e stagnante, minacciando pioggia e fulmini. Mikey si voltò verso i suoi fratelli con un'espressione attonita, per la mancata risposta di Don.
Giusto perché so che tanto l'ha fatto: Mikey, io non posso rispondere alle vostre domande. Voi potete sentirmi perché i vostri corpi fisici sono qui e sentono quello che vi dico. Voi invece siete manifestazioni mentali, io non posso sentirvi!” esalò la voce del genio, leggermente spazientito.

Il fratello sorrise per l'imbarazzo, strofinandosi il collo a disagio.
Non so dove siate, né cosa vediate, ma se Isabel non è lì, di sicuro è da qualche parte non molto lontano. Quello che dicevo prima è che probabilmente non ce ne sarà una sola, ma una per ogni manifestazione della sua personalità che combatte contro le altre... è difficile da spiegare. Ma state attenti!” li mise in guardia Don, con tono spiccio.
Se ci sono novità vi contatterò!”

Non appena la voce di Donnie si spense, ritornò il nulla, solo il rumore dei tuoni in lontananza e un rombo ritmato che poteva essere il cuore di Isabel quanto il loro.
Senza una parola si incamminarono per le strade rovinate, con passo guardingo. Gli occhi scivolavano a destra e a sinistra, cercando un segno, attenti a scrutare nelle ombre più scure e nel silenzio, in cerca di qualcosa e con la paura di trovarcelo davvero.
I loro passi non facevano alcun rumore e la città deserta sembrava ancora più spettrale.

Non... non sentite qualcosa?” titubò Mikey con voce malferma, dalla fine della fila, cercando di non mostrare la paura che provava. Il suo sguardo saettava con frenesia, sbarrato.
Tesero le orecchie, in ascolto, e lo udirono anche loro: un tenue ronzio riecheggiava da qualche parte lì vicino, intensificandosi secondo dopo secondo, sempre più minaccioso.

Uno... sciame d'api?” domandò il più giovane, sempre più allarmato, cercando i loro sguardi.

Raph sembrava sul chi vive quanto lui, mentre Leo era in ascolto con gli occhi chiusi.
Io ho già sentito questo suono” rivelò in un sussurro, riaprendo gli occhi limpidi.
Si incamminò cautamente per la strada, trasversalmente, avvicinandosi ad un vicolo immerso nella tenebra più nera, quasi un buco nero nel nulla.
E poi videro i due occhi dorati scintillare come gemme in quel nulla, così luminosi in tutto quel buio, da fare quasi male a guardarli: era uno sguardo puro, uno di quelli che leggevano dentro, che trapassavano l'anima.

Attento!” esclamò d'un tratto Raphael, facendosi avanti mentre le mani correvano ai Sai, al vedere la figura scivolare in avanti e mostrarsi, anche se con passi lenti e titubanti: la leonessa dal manto ambrato quasi risplendette colpita dalla luce, fiera nella sua andatura elegante.
No, Raph!” urlò il leader per bloccarlo, muovendo dei passi incerti verso la belva, con un rinato sorriso in viso.
Io la conosco” disse, avvicinandosi a lei, sempre più velocemente.

La leonessa si bloccò e sollevò il muso e quando lui tese la mano verso di lei, allungò il collo per odorarlo; dopo qualche istante in cui Mikey trattenne il fiato e Raph non si era ancora deciso a lasciar andare i manici delle armi, la fiera si avvicinò al mutante e con un ronzio soddisfatto si strusciò contro la sua gamba. Leo si gettò in ginocchio all'istante e la strinse a sé, pieno di emozione, affondando il viso nella pelliccia ambrata del suo collo.
Come stai?” le domandò cortesemente, gioendo delle fusa di lei. Un lieve ruggito melodioso fu la sua risposta.

Ehm, Leo... bel momento, molto commovente, ma... ci vuoi spiegare?” si intromise Mikey, un po' imbarazzato dal comportamento del fratello con una bestia immaginaria.
Lei è Luce. È la manifestazione del Sè di Isabel” dichiarò Leo, lasciando andare la leonessa e rivolgendosi finalmente a loro. Gli bastò un'occhiata all'espressione stupida di Mikey per capire che non aveva capito.
È la parte più profonda della sua mente, che controlla e vigila su tutte le altre, tenendole in ordine” spiegò quindi, ripetendo la spiegazione che Isabel gli aveva dato mesi e mesi prima, quando nemmeno lui aveva capito cosa fosse Luce.

Lo sguardo di Raph scintillò, al capire che quella fiera altro non era che una manifestazione di Isabel, in fin dei conti, e al vedere come si strusciasse contro suo fratello con affetto: Leo era già stato nella mente di Isabel, lei aveva condiviso qualcosa di così profondo con lui.
Gli occhi dorati di Luce si accorsero del suo sguardo e lo fissarono, lucidi e brillanti, così puri, tanto che sentì di non essere degno di guardarli, tanto da voler abbassare il capo, quasi vergognandosi.

È ferita” affermò Michelangelo d'un tratto, puntando col dito verso gli arti posteriori della leonessa. C'era un lungo squarcio che dalla zampa sinistra saliva fin sulla coscia, sanguinante e dall'aria dolorosa.
Leo tolse la bandana dalla testa e la legò stretta attorno all'arto, stando attento a non farle male, mentre lei attendeva ferma e docile, con gratitudine.

È stata lei? Dov'è?” chiese poi, catturando l'attenzione di Luce.
La fiera abbassò il muso, come se annuisse, e staccandosi da lui iniziò ad incamminarsi verso Nord; fu subito chiaro che li stesse guidando e che dovessero seguirla.

Fu un viaggio silenzioso e cupo, molto strano: sfilarono in silenzio lungo le strade, la bestia ambrata ad aprire la fila, con la sua camminata elegante nonostante la ferita, e loro appresso con fiducia, anche se non tutti capivano, anche se di domande ce n'erano tante e senza risposta.
Non c'era tempo reale lì dentro, potevano essere passate ore come secondi, le gambe non dolevano, i metri sembravano manciate di centimetri e un'infinità di chilometri, contemporaneamente; arrivarono in fretta e nello stesso tempo dopo troppo, ma avevano già capito tutti dove erano diretti già da molto tempo: Central Park apparve in tutta la sua lussureggiante bellezza, eppure oscura e tenebrosa, come solo uno sterminato bosco immerso nel buio poteva essere; si incamminarono al suo interno seguendo Luce, che così come il suo nome suggeriva, emanava una lieve luminescenza, come se il suo manto ambrato riflettesse la luce di astri che loro non potevano nemmeno percepire.

Mikey sussultava ad ogni passo, occhieggiando con sospetto e tensione ogni albero oscuro, ogni tronco che poteva nascondere insidie e pericoli: la mano di Raph si schiaffò sulla sua nuca all'improvviso, facendolo trasalire.
La smetti? Sei nella mente di Isabel, non c'è niente tra quegli alberi, non sono nemmeno reali” lo sgridò sottovoce, superandolo poi con irritazione.
Lui sapeva dove stavano andando, sapeva perfettamente dove, in tutta quella replica di Central Park, lei si trovasse. Ci avrebbe scommesso la testa.

La vegetazione iniziò a diradarsi e i margini di uno grande spiazzo apparvero nel loro campo visivo, l'inizio della piazza per la Bethesda Fountain, nel silenzio e nella pace più assoluta. Lo scroscio dell'acqua si sentiva fin da lì, limpido e lieve.
Raph accelerò il passo automaticamente, superando Luce, guidando lui la fila verso il punto predefinito, verso di lei.
Sentirono i rumori di lotta prima ancora di vedere davvero, grida e tonfi possenti e imprecazioni e rombi di tuono, che riempivano l'aria con la loro violenza, che li allarmarono; un lampo scese dal cielo e cadde a pochi passi da loro, illuminando la notte e incendiando l'aria, ferendo le orecchie.

Corsero, più velocemente, e dopo aver superato un folto e basso gruppo di cespugli, riuscirono a vedere il lato della piazza che costeggiava la vegetazione, e lo scontro apparve in tutta la sua brutalità.
C'erano tre parti che si combattevano in una battaglia tutti contro tutti. Si fermarono con sorpresa, a poca distanza dal pioppo sotto il quale le tre donne si combattevano, con furia inaudita:
C'era una Isabel con gli occhi bianchi e splendenti, che si librava a mezz'aria e richiamava a sé folgori e campi di energia; una Isabel perfettamente normale, a poca distanza, che evitava gli attacchi con velocità, ma sembrava in difficoltà sempre crescente; e per finire, una Isabel mutante, la pelle verde tenue e la schiena ispessita simile ad un guscio incorporato, che combatteva con furore col ninjitsu, chiudendo il triangolo immaginario entro il quale tutte e tre si muovevano.

Cosa diamine...” esalò Mikey sconvolto, osservando le donne combattersi senza pietà con attacchi magici e fisici, tra scartate spettacolari e schivate all'ultimo istante, combo improvvisate tra due parti contro una, che poi si rivolgevano una contro l'altra, con alleanze che si stringevano e scioglievano in un battito di ciglia per conquistare la vittoria.

Dobbiamo fare qualcosa!” urlò Leo per sovrastare il rumore della battaglia, rivolto verso i fratelli.
La Isabel normale si accorse della sua voce e si voltò verso di loro, con un gran sorriso in volto, sereno, felice nella sua semplicità: durò solo un attimo, poi si congelò eternamente sul suo viso, mentre gli occhi si sbarravano di sorpresa e dolore; cadde in avanti, a terra, scomposta e immobile, colpita a morte da una delle altre due.

Isabel!” urlarono tutti e tre, sconvolti, gettandosi verso di lei, ma il corpo scomparve nel nulla, dissolvendosi sotto il loro sguardo smarrito.

La terra tremò e il cielo esplose, una tempesta di fulmini si abbatté con fragore nel parco, costringendoli ad accucciarsi e a cercare riparo, con le braccia sulla testa per proteggersi dai detriti che volavano nell'aria.
In mezzo al tornado che si andava formando, le due Isabel rimaste continuavano a combattere, ignare e incuranti.

Cosa sta succedendo? Qualcuno mi spieghi cosa sta accadendo, perché Isabel sta continuando a mutare, sempre più violentemente!” tuonò la voce di Don dall'esterno, sommandosi al caos e al rumore, piena di preoccupazione.
I tre mutanti si guardarono con apprensione da dietro il loro riparo, come se stessero decidendo con lo sguardo a chi toccasse, senza nemmeno battere le palpebre: gli occhioni di Mikey iniziarono a lacrimare per il fastidio e quando alla fine li strizzò, sbuffò di frustrazione, seccato.

Va bene, vado io! Ma state attenti!” sbottò, alzandosi in piedi.

Si concentrò intensamente, ma ripensandoci, prima di sparire corse verso Luce e la strinse in un abbraccio, una cosa che voleva fare da quando l'aveva incontrata.
La carezzò con gioia, passando la mano nel folto e morbido manto, con affetto.

Andrà tutto bene” le sussurrò, lui che solo aveva intuito la sua paura e il suo tremore, al vedere la guerra tra le altre parti di sé.
La lasciò andare con malincuore e si rialzò in piedi, per quanto il forte vento e la tempesta di folgori glielo permettesse.

Speriamo che il genio sappia dirci qualcosa!” esclamò, iniziando a concentrarsi.
I contorni del suo corpo iniziarono a sbiadire e diventare sempre più trasparenti, finché tutta la sua persona non scomparve nella pura aria, l'ultima parte a svanire il suo grosso sorrisone, come lo stregatto.

La loro attenzione si rifocalizzò sulle ultime due Isabel. Entrambe erano capaci, ognuna nel suo campo personale: quella magica stava letteralmente rivoltando la terra e il cielo, sconvolgendo le condizioni atmosferiche per attaccare la sua avversaria, mentre la mutante era un concentrato puro di ninjitsu e tecniche di lotta, con la stessa furia che mostrava Raphael quando si avventava contro un avversario.
Forse non ragionarono appieno, quando entrambi si gettarono in mezzo alla lotta, provando a separare le due donne, in attesa di sapere e capire cosa stesse accadendo.

Leo scattò a sinistra verso la Isabel magica, Raph a destra verso la Isabel mutante, parandosi di fronte a loro con uno stupido slancio di temerarietà, mentre un fulmine e un calcio volante caricavano.
Fu solo per pura fortuna che non furono colpiti: gli occhi delle due Isabel si aprirono di meraviglia nel scorgerli ed entrambe trattennero gli attacchi all'ultimo secondo: i sorrisi che si aprirono sui loro visi potevano sembrare felici e sinceri, ma non promettevano niente di buono.
La tempesta si placò lentamente e un gran silenzio scese attorno a loro.

Dovete calmarvi e ascoltarci!” esclamò Leo, alzando le mani , per mostrare loro che non avevano nessuna intenzione cattiva.
C'era uno scintillio poco promettente negli occhi brillanti della Isabel magica.

Leo” soffiò affabile, scendendo fino a toccare il terreno coi piedi, camminando poi verso di lui.

Isabel mutante era anche più inquietante: i suoi occhi castani creavano un gradevole contrasto con la pelle verde, risaltando ancor di più, e brillavano nel fissare Raphael, come una belva che fissa la sua preda. Poté quasi giurare di sentirsi in soggezione.

Ragazzi!” rombò la voce di Don, attirando l'attenzione delle due donne quanto la loro. Si agitarono e iniziarono a guardarsi con frenesia attorno, scrutando nelle ombre per capire chi fosse stato a parlare.
Mikey mi ha spiegato la situazione. Quelle che vedete sono manifestazioni delle due forze in lotta per il controllo del corpo: la magia e il mutageno. La Isabel che è morta era invece ciò che sarebbe rimasto se queste due forze si fossero annullate a vicenda: una normale umana.
Fatemi spiegare: quello che succede nella sua mente è una proiezione di ciò che succede nel suo corpo e viceversa; se una delle sue manifestazioni vince lì nella mente, automaticamente quella parte prenderà controllo del corpo.
E bisogna che ci sia una vincitrice al più presto, perché la vera Isabel non resisterà ancora a lungo alle mutazioni” li avvisò, con un tono che poterono quasi definire urgente.

IO! Io devo vincere!” strillarono contemporaneamente le due donne, sovrastando ogni altro suono.
Si fronteggiavano con occhiate malevole, pronte ad attaccarsi ancora.

Io sono la vera Isabel” disse quella magica, furiosa. “Io sola devo vincere!”
Era arrabbiata con l'altra sé stessa, che vedeva come un'intrusa, come un'usurpatrice che voleva eliminarla per prendere ciò che era e le apparteneva.

Ma quello che sei non va bene. Io vado bene. È questo che Raffaello vuole” affermò melliflua Isabel mutante, comprovando con le azioni le sue parole.
Si avvicinò a Raphael a grandi passi e gli si gettò praticamente addosso, e lui, preso alla sprovvista, forse, non si tirò indietro.

Io sono la risposta a tutti i problemi. Io sono perfetta. Solo io posso rendere tutti felici” soffiò, stringendo il mutante dalla benda rossa con passione, incurante di tutto il resto.

Raphael era come bloccato. Voleva prendere parola, ma in effetti non sapeva cosa avrebbe mai potuto dire. Lui amava Isabel per ciò che era, era perfetta così, ma non poteva evitare di pensare che anche la nuova lei mutante fosse stupenda.
E sarebbe stato tutto così semplice, senza remore e problemi, senza rimorso o ripensamenti. O no?
Cercò lo sguardo di Leo per chiedergli aiuto, ma l'espressione del fratello sembrava suggerirgli di cavarsela da solo e anche rimproverarlo per metterci così tanto.

Io non ti piaccio?” domandò la donna, accortasi della sua fredda immobilità, attirando la sua attenzione.
Sei bellissima” non poté evitare di confessare, davanti a quegli occhi feriti e in attesa, strappandole un sorriso felice.
L'abbraccio che ne seguì fu anche più sentito di prima, felice, euforico.

Hai capito? Non sei più necessaria” esalò spietata alla Isabel magica, sollevandosi sulle punte dei piedi per poterla guardare oltre la spalla di Raphael.
Sorrise davanti alla sua espressione ferita e sofferente, sorrise del suo strazio.

Addio, cara!”
Con una scivolata a destra e un gesto fluido, la mutante si scostò lievemente da Raphael e gli sfilò al contempo il Sai dal fianco, lanciandolo contro l'altra donna: sapeva che non avrebbe reagito per non colpire anche lui.
Rimasero tutti inerti, a seguire il volo dell'arma: Isabel non si scansò, non reagì; sorrise dolorosamente, quando il Sai la colpì al petto, e nemmeno per un secondo, il suo sguardo aveva lasciato lui.

NO!” urlò Raph, al vederla perdere la presa sul terreno, cadere ginocchioni e la sua magia scemare fino ad abbandonarla del tutto; i suoi occhi persero la sua luminescenza e l'ultima cose che vide, prima che lei si accasciasse al suolo, furono i suoi occhi scuri, che lo fissavano con amore.
No! Isabel!” strillò sconvolto, ma ormai il corpo stava svanendo nel nulla, come se non fosse importante, come se non contasse niente.

Io sono Isabel” lo corresse la mutante, correndo tra le sue braccia. E lo strinse, fin quasi a soffocarlo, ma l'orrore non lo abbandonò, né il dolore.
NO!” le rispose, fuori di sé, divincolandosi dalla sua stretta, con avversione e ferocia, mentre lei combatteva con tutta la sua forza il suo attacco di rabbia.

La terra rincominciò a tremare e scuotersi, mentre voragini si aprivano nel parco e il vento si sollevava il turbini violenti che schiaffeggiarono i loro visi con violenza. Il cielo divenne rosso sangue e si aprì in due, mostrando un nero senza fine, un buco nero che risucchiava ogni cosa: gli alberi si sradicarono dalla terra, e vorticarono nell'aria assieme ad ogni più piccola parte del parco, le sue panchine, i mattoni della piazza, la statua dell'angelo della Bethesda Fountain.

E nel caos, fu di nuovo la voce di Don a riecheggiare, con terrore.
Ragazzi, mi pare ovvio, ma voglio comunque ricordarvi una cosa: se moriranno tutte le manifestazioni, la vera Isabel morirà. State attenti!”

Isabel mutante si staccò da Raph, rivolgendogli uno sguardo tra il sorpreso e il ferito, il volto pallido: la mano corse verso lo stomaco, verso il Sai che lui aveva piantato nella sua carne; con incredulità e dolore lo strappò, con un gesto secco.
Lo guardò, con una domanda che premeva sulle labbra, ma che non trovò mai la forza di pronunciare: svanì a mezz'aria, congelata mentre cercava di alzare la mano per poterlo toccare un'ultima volta.

E il caos crebbe, crebbe a dismisura, inghiottendo ogni cosa e la verità.
Isabel era scomparsa, per sempre.




Note:
Buona sera a tutti!
Allora, qui scendiamo un po' nel metafisico, la lotta che accade nel corpo viene illustrata come una lotta nella sua mente, con più Isabel a combattersi.
Corpo e mente vanno a braccetto, per un guerriero.

E riecco Luce e la spiegazione del perché era stata introdotta... (va a guardare...) 25 capitoli fa! Certo che me la prendo comoda.
Ma c'è sempre un motivo per cui inserisco personaggi o situazioni, mai nulla è lasciato al caso. Addirittura c'è una cosa che ho messo velatamente nella prima storia che verrà spiegata solo a metà della quarta... sono malvagissima.

Anyway, Luce guida i nostri dalle Isabel, che si fanno spietatamente fuori una con l'altra, ma Raph, dopo un primo momento in cui era stato ammaliato da quella mutante, non ci sta che lei faccia fuori quella vera e la uccide a sua volta. E adesso?

Manca solo un capitolo! ç___ç
L'arrivederci è dietro l'angolo! Sì, c'è il continuo, ma la fine di una storia mi uccide, ogni volta!

Mi sono cresciute le braccia a furia di abbracciarvi tutte per il vostro affetto! Grazie da morire. Vi adoro!


P.s.: uno schizzo volante per farvi vedere come ho immaginato un ibrido umano mutante: i disegni di piastrone e carapace sono direttamente sulla pelle, che è solo un po' più spessa del normale e leggermente più dura.

Abbracciorso, ci vediamo alla fine!



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