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Autore: ChicaFeliz    12/12/2014    0 recensioni
Breve racconto su un incontro immaginario tra due persone molto speciali che sono:....
Beh per scoprirlo leggete la storia. Spero vi piaccia
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Notte fonda, un giovane uomo dormiva beatamente. Il giovane si trovava in uno strano luogo completamente bianco, non c’era niente tranne quel bianco, talmente bianco da soffocare e quel silenzio innaturale. Non riusciva proprio a capire dove si trovasse, quando ad un tratto udì una voce in lontananza chiamare il suo nome, era una voce femminile, dolce e ammaliante. Avrebbe riconosciuto quella voce tra mille, era lei, ne era sicuro. Si voltò nel tentativo di vedere la donna a cui apparteneva quella voce, e non poté fare a meno di sorridere al trovarsela davanti dopo tutto quel tempo. Voleva parlarle dirle tante cose, ma sembrava aver perso la voce. Insomma Lei era lì e gli sorrideva, con quel suo sorriso da bambina, nonostante i suoi ventiquattro anni. Peter aveva sempre amato quel sorriso, sincero, spontaneo, come quello dei bambini, fin dal primo istante in cui l’aveva incontrata, ed allora era poco più che una bambina. Quel sorriso che non era mai cambiato e che oggi riusciva ancora a riscaldargli il cuore. Ingoiò la saliva, e con un filo di voce sussurrò –Ciao- ad averla così vicina gli tremavano le ginocchia, si sentiva così strano gli sembrava di avere di nuovo quindici anni e di essere alle prese con il primo amore –Come stai? – chiese lei con la sua voce melodiosa.
-I-io bene, credo… ma tu, che ci fai qui? Anzi dov’è qui? –
Lei sorrise ancora, ma stavolta si era addolcita, quasi come se quella fosse una domanda tanto semplice da rispondere che le aveva fatto tenerezza che glielo avesse chiesto. Peter si sentì un po’ stupido, ma d’altronde quando era con lei si sentiva sempre un po’ rimbambito, visto che lei con un solo sguardo, un solo sorriso era capace di mettergli le ali e farlo volare fino in paradiso.
-Siamo nel tuo sogno Peter-
-Cosa? Io ti sto sognando, tu non sei reale? Sei un fantasma del mio passato?
-Si, sono reale, sono un desiderio profondo che nascondi a tutti   anche a te stesso, sono il desiderio più reale che sia ma esistito- disse lei mettendo il broncio per essere stata paragonata ad un fantasma, a qualcosa di non reale. Peter rise di gusto, era da molto che non rideva così, amava vedere Lali mettere il broncio perché lui era l’unico che riusciva a cambiarlo in un sorriso. Già, era, perché ora lui non contava più niente nella sua vita, non era più lui a farla ridere anche quando era arrabbiata. Ora c’era un altro al posto suo, Benjamin, quanto lo odiava, ma doveva ammettere che lui non aveva colpe, era sempre stato dalla sua parte si era comportato bene e a poco a poco l’aveva avvicinata a sé mentre lui con i suoi modi infantili non aveva fatto altro che allontanarla sempre di più, fino a perderla per sempre. Per sempre, quella parola gli faceva ancora male, perché il per sempre esisteva solamente con le cose brutte come gli addii, la morte… mentre per quello che faceva veramente bene all’anima esisteva solo il temporaneo? Un’ amore così grande era stato temporaneo, ora era seppellito sotto una montagna di cenere e chissà se un giorno sarebbe mai tornato alla luce.
-Perché sei qui? Chiese lui, ma non con cattiveria, solo perché gli sembrasse strano che lei fosse lì con lui, erano di nuovo insieme, anche se era solo un sogno erano pur sempre insieme.
-Ancora? Ma allora non capisci sono un tuo desiderio, sei tu che vuoi che io stia qui- rispose la bionda in tono leggermente seccato era possibile che il ragazzo non capisse.
-Sai ti ricordavo più sveglio- continuò lei
-E io più gentile-
Scoppiarono a ridere entrambi, ma poi Lali divenne di nuovo seria   e disse- Peter, perché sei cambiato così tanto? - Lui smise subito di ridere, quella domanda lo aveva spiazzato.
-Sono cambiato molto? – rispose facendo il finto tonto. Lei si limitò ad annuire, e rimasero per qualche secondo in silenzio a guardarsi dritto negli occhi. Sembrava che la donna stesse leggendo la sua anima come si fa con un libro, pagina dopo pagina lo sfogliava e capiva tante cose di lui, che molto probabilmente neanche lui stesso comprendeva ancora bene. Peter non riusciva a smettere di guardarla, se lei era un suo desiderio questo stava a significare che ne Martina ne nessun’altra era mai riuscita a fargliela dimenticare del tutto, ma in fondo questo lui, lo sapeva già. Il problema era ammetterlo, prima di tutto a se stesso e poi agli altri. Come avrebbe reagito la sua attuale fidanzata se avesse scoperto che lui non era più innamorato di lei, che in realtà non lo era mai stato, e che nonostante tutto quel tempo non avesse mai smesso di amare Lali. Di sicuro le avrebbe spezzato il cuore, e anche se glielo avesse confessato a che sarebbe servito? Lali non sarebbe mai tornata da lui, ora lei era felice e lui non aveva nessun diritto di rovinarle tutto, qualsiasi cosa avesse fatto sarebbe stato troppo tardi e avrebbe rovinato la vita a troppe persone, Martina, Lali, Benjamin… beh a dire il vero di lui non gli importava molto, ma comunque non aveva il diritto di distruggere quell’apparente felicità che tutti si erano costruiti per sfuggire alla realtà.
-Ci rivedremo? – Ecco lo aveva fatto, le aveva fatto quella domanda che tanto temeva di farle e ora stava tremando aspettando la risposta. Lei gli sorrise con infinita dolcezza
-Te ne sei dimenticato sciocchino? Io sono un tuo desiderio finché mi vorrai io ci sarò-
-Io ti vorrò sempre- lo disse tutto d’un fiato, aveva trovato il coraggio che da sveglio tanto gli mancava e glielo aveva finalmente confessato.
-E allora io ci sarò sempre- Peter sorrise felice gli brillavano gli occhi
-Posso toccarti? chiese come un bambino chiede alla madre di dargli una caramella poco prima di cena. Lali sorrise e gli tese la mano, lui la tese a sua volta per afferrarla, ma proprio un attimo prima che si sfiorassero un fastidioso e assordante rumore strappò Peter via da Lali, trascinandolo in un vortice oscuro, per poi ritrovarsi sveglio e sudato nel suo letto. Si asciugò la fronte con la mano, era stato davvero tutto un sogno, un bellissimo e struggente sogno. Si girò verso la sveglia che non smetteva di suonare e la lanciò per terra con rabbia era colpa sua se si era svegliato. Ora la sveglia era muta, priva di vita si era rotta. Ma se lo meritava pensò Peter. D'altronde lui aveva sempre odiato le sveglie.
   
 
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