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Autore: ManuFury    13/12/2014    4 recensioni
"Cosa vorresti fare da grande?"
Una domanda che tutti, prima o dopo, hanno dovuto affrontare nella loro vita... una domanda cui un bambino come tanti altri al Distretto 12 riuscirà a trovare una risposta.
Dal Testo...
"Quel giorno, sul Prato, c’era un bambino che era un po’ più sorridente di tanti altri: perché era convinto di aver trovato un lavoro vero e qualcosa di bello in cui credere e per cui vivere."
(Settima Classificata al Contest: "My fictional crush" indetto da Giuns)
Genere: Generale, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Haymitch Abernathy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno il cielo era di un blu profondo e cupo, lasciava presagire brutto tempo e rendeva il Distretto ancora più scuro di quanto già non fosse.
Quel giorno, sul Prato, sedeva un bambino che era come tanti altri al Giacimento: con il viso smagrito dalla fame, gli occhi grigi, i vestiti sgualciti e la polvere di carbone a sporcargli la pelle solitamente chiara. Forse, di diverso, aveva solo che era un bambino un po’ più arrabbiato di altri suoi coetanei.
Guardava con occhi velati dalla tristezza il foglio bianco e un po’ stropicciato che reggeva sulle ginocchia grazie al fondo di una cassetta di cartone raccatta al mercato; lì, al centro, torreggiava il titolo del tema che avrebbe dovuto consegnare per il giorno dopo: “Cosa vorresti fare da grande?” Recitava.
Il ragazzino ci aveva riflettuto a lungo a casa, il mozzicone di matita in mano, pronto a scrivere, ma ogni volta che ne appoggiava la punta smussata sul foglio, l’idea che si era presentata nella sua testa spariva come uno sbuffo di fumo in un giorno di vento.
E lui si arrabbiava per quello: a casa pestava i piedi dall’ira, si poggiava le mani sulle tempie a spremerle per far uscire un’idea e alla fine correva fuori, rifugiandosi sul Prato, ad accarezzare l’erba e a farsi sfiorare il viso dal vento.
Quel foglio, però, lo accompagnava sempre ed era ancora sulle sue ginocchia, la matita stretta in pugno, la mente aperta a cercare quell’idea che non arrivava.
In quel momento i suoi occhi grigi da Giacimento si alzavano alla recinzione, al bosco che vi stava dietro e a quello che stava ancora più in là: a quei luoghi selvaggi e inesplorati che raggiungeva solo nei suoi sogni. Laggiù il cielo era sempre blu, ma era più limpido, più vivo, là la luce giungeva forte a illuminare ogni cosa e non era smorzata come al Distretto, perfino l’aria doveva essere più pulita lì.
O almeno, così sognava.
Ed erano in quei momenti che accadeva: se una matita era tra le sue dita, queste prendevano a muoversi da sole, la mano scorreva abile sul foglio a fissare sulla carta sempre un po’ ingrigita dalla polvere ciò che lui sognava a occhi aperti.
Il bambino guardava oltre la recinzione e ci vedeva la vita e tutto ciò che c’era di bello al mondo.
Mentre fantasticava, corpo e mente si scindevano: lo sguardo un po’ si spegneva e un po’ s’illuminava, rincorrendo sogni che solo lui poteva vedere, e allo stesso tempo la sua mano si muoveva e disegnava.
Era così anche quel giorno dal cielo cupo, quando un’anziana signora l’aveva visto lì tutto solo, a guardare fisso la recinzione e si era avvicinata, commentando la sua opera con un: “Oh, ma è un bellissimo disegno il tuo!
Il bambino, che quando sognava chiudeva il mondo fuori dalla sua mente e oscurava le immagini davanti agli occhi, si era ripreso, voltandosi verso la signora che gli sorrise dolce, prima di avviarsi. Guardò allora il foglio stropicciato dove era apparso un disegno, rappresentava uno dei sogni cui era più affezionato, quello che faceva più di sovente: il cielo era limpido e senza nubi, il bosco si estendeva a perdita d’occhio e non c’era nessuna recinzione che li costringesse lì, in gabbia come animali. Forse non era il disegno più bello del mondo: c’erano sbavature ovunque, alberi stilizzati e dai contorni tremolanti e montagne come sfondo un po’ troppo a punta per essere simili a quelle reali, ma nel complesso si poteva dire soddisfatto della sua opera.
Sorrise e guardò di nuovo il titolo del tema: “Cosa vorresti fare da grande?”, sotto al quale lui aveva disegnato un Distretto senza barriere, senza confini prestabiliti che gli urlava a gran voce una risposta.
Prese la matita e tracciò poche parole, scritte a grandi lettere: “Vorrei fare il Disegnatore di Sogni” e ciò che v’era sotto spiegava il suo pensiero e il suo desiderio più di mille parole. Non sapeva se esistesse un lavoro simile, ma l’avrebbe inventato; perché voleva fare del suo sogno una realtà per tutti.
Quel giorno, sul Prato, c’era un bambino che era un po’ più sorridente di tanti altri: perché era convinto di aver trovato un lavoro vero e qualcosa di bello in cui credere e per cui vivere.
 
Anni dopo, quello stesso bambino vide il suo nome – Haymitch Abernathy – venir estratto alla Mietitura per i Cinquantesimi Hunger Games e scoprì che i sogni esistevano, ma che prima o poi bisognava svegliarsi e affrontare la realtà.
 
 
***
 
HOLA! ^_^
 
Dopo pochissimo tempo sono tornata a infestare anche questo Fandom, con una botta d’ispirazione che mi ha fatto scrivere questa storia in pochissimo tempo (mentre preparavo la cena, per essere precisi).
Non so cosa mi sono fumata per far uscire una cosa del genere, ma sono mediamente soddisfatta del lavoro svolto.
I toni della storia sono un po’ fantastici e fiabeschi, anche se talvolta semplici, perché dovrebbero adattarsi all’età di Haymitch (no, non è vero, semplicemente perché mi piaceva com’era e ho voluto lasciarla così! :P).
Ci sono forse più virgole di quante ne necessita, ma mi piacevano la pause che si creavano in quei punti e quindi ho deciso di lasciarle lì dov’erano.
In poche parole la storia è nata e mi è piaciuta per com’è, fine della questione… u_u
Haymitch forse sembrerà un po’ OOC, ma è solo un bambino e ho pensato che un carattere un po’ più allegro potesse adattarsi bene a quel periodo della sua vita, spero di averci imbroccato… ^^’’
Cercherò di approfondire questa fissa del disegno anche in futuro (spero) e di inserire altri personaggi per lui importanti.
Chiudo ringraziando Giuns e il suo Contest: “My fictional crush” che mi ha letteralmente obbligato a scrivere su questo personaggio che adoro, in un contesto Pre – Saga … e anche la Challenge: “Sulle Ali Della Fantasia” di Dark_Wolf > Arcobaleno > Set Blu > Sogno … che mi ha dato l’imput giusto.
Dovrebbe essere tutto, ci si sente presto, spero! ;)
ByeBye
 
ManuFury! ^_^
 
 
  
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