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Autore: LaMusaCalliope    13/12/2014    1 recensioni
Gea è stata sconfitta. Percy e Annabeth si sono lasciati e sono amici. Nico accompagna Percy in una passeggiata (suggerita da Jason) e Percy decide di dirgli una cosa importante. Cosa? Leggete e recensite!
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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~~Percy e Nico passeggiavano per New York tranquillamente. Per la prima volta non c’erano mostri in agguato che cercavano di ucciderli. Jason aveva detto a Nico, con l’ atteggiamento di chi sta tramando qualcosa, di portare Percy lontano dal Campo Mezzosangue per tutta la mattinata. Nico era stato ben contento dell’incarico, ma ora che era lì con Percy non aveva la più pallida idea di cosa fare. Erano ormai ore che giravano senza fare niente e a mala pena si rivolgevano la parola. Erano a Central Park, poco lontano si vedeva l’Empire State Building, l’Olimpo. Percy era quasi tentato di andare lì, a fare una visitina agli dei, ma non era di certo un’idea saggia, dato che almeno un paio volevano ucciderlo. Atena era ancora arrabbiata con lui perché non aveva nessuna intenzione di lasciare Annabeth, figlia della dea. Per non parlare di Ares … al dio della guerra non era andato giù che un semidio di dodici anni (dodici? Era passato così tanto tempo?) lo avesse ferito e sconfitto. E poi c’era Dioniso che aveva minacciato più volte di trasformare il ragazzo in delfino pazzo. No! Meglio rimanere a New York. – ehi, Nico! Che ne dici di un hotdog? Comincio ad avere fame – in effetti, era già mezzogiorno e avevano camminato tanto. Nico annuì e andarono alla ricerca di un chiosco nel grande parco.
- Non mi piacciono gli hotdog. Il cibo-spazzatura non fa per me – si stava lamentando Nico, mentre addentava con insicurezza un panino pieno di salse colorate. Percy rise – ma come? E gli Happy Meal? – Nico, indignato per la battuta, rispose acido – quelli sono per i morti. Io non li ho mai mangiati – il più piccolo si chinò in avanti appena in tempo che una goccia di ketchup cadde sul prato verde. Sbuffò sonoramente e incartò i resti del panino. Intanto Percy se la rideva, divertito dalla tenerezza di Nico. – Aspetta – annunciò. – hai … - non finì la frase, ma passò un dito all’angolo della bocca del più piccolo per togliergli dei residui di salsa. Inutile dire che quest’ultimo arrossì, scansò la mano di Percy e si allontanò. Il più grande lo seguì, parecchio confuso. Succedeva spesso che ogni volta che lui provasse ad aprirsi un po’ con l’amico, questi si chiudeva in se stesso, mostrando ancora di più il suo lato scontroso; lato che Percy aveva capito di amare. Si era lasciato con Annabeth poco dopo la fine della battaglia contro Gea, quando finalmente era riuscito a venire a capo che sì, lui aveva una cotta per quel ragazzino tenebroso. Annabeth l’aveva presa con filosofia, accettando la cosa. Al Campo lo sapevano tutti, beh tutti a parte Nico. Si era messo d’accordo con Jason per aiutarlo a farli uscire insieme quel giorno . Percy aveva intenzione di parlare a Nico dei suoi sentimenti, ma non era sicuro che fossero ricambiati. Perso tra questi pensieri, non si accorse che Nico si era fermato poco prima e seduto all’ombra di una quercia. Davanti a loro c’era un laghetto con delle papere che nuotavano o mangiavano delle molliche dalle mani dei passanti. Il piccolo osservava la scena passivamente, i la testa fra le mani. Percy si sedette accanto a lui, seguì il suo sguardo, che era puntato dritto sulla distesa d’acqua. Percy sorrise. – ehi! Tutto bene? – gli chiese, cercando di capire a cosa stesse pensando. Nico annuì, senza staccare gli occhi dal lago. Rimasero così, fermi, per quelli che parvero i minuti più tranquilli che avesse mai avuto. Lui era iperattivo e non riusciva a stare calmo per più di qualche secondo, eppure la vicinanza di Nico placava il suo essere eternamente irrequieto. – Quando ero piccolo, mia madre mi portava spesso qui. Forse era per mio padre, non lo so, ma ogni finesettimana mi portava qua per un’oretta o due. – perché aveva detto una cosa del genere? Percy non lo sapeva, ma voleva condividere con Nico quel suo ricordo. Il più piccolo sorrise e Percy ne rimase affascinato. Adorò le fossette che andarono a formarsi agli angoli della bocca, e il luccichio negli occhi neri come la pece. Per la seconda volta, la sua mente si perse. Contemplò l’immagine di Nico che guardava il lago, studiò gli occhi pieni di malinconia, seguì le volute dei suoi capelli lunghi, la forma del naso, la mascella e si fermò sulle labbra. Erano piccole e rosa, e una parte di se desiderò ardentemente baciarle, scoprirne il sapore. Distolse lo sguardo quando senti le guance accalorarsi leggermente, ma il pensiero di quelle labbra ritornava insistentemente nella sua mente, e il fatto che erano poco distanti gli faceva perdere la testa. Prese un grosso respiro, deciso a dire la verità. – Nico – lo chiamò. Questo si voltò e puntò le sue iridi nere in quelle verdemare del più grande. Percy si perse, di nuovo. La concentrazione non era il suo forte, quel giorno. – io … devo dirti una cosa – annunciò. Ecco, e ora? Ringraziò gli dei che fosse seduto perché sentì le ginocchia farsi molli. Nico era nervoso quasi quanto lui, ma non seppe spiegarsi il perché. Sperò solo che Jason non avesse parlato. – cosa? – chiese impaziente il più piccolo. Nico non sapeva cosa aspettarsi. Percy era imprevedibile, era vero, ma lui lo conosceva bene. Eppure quella sua espressione gli fu nuova. Non lo aveva mai visto così … agitato. Avevano affrontato di tutto insieme e mai Nico aveva visto Percy agitarsi per qualcosa, doveva essere grave. Ma non molto, quando gli aveva detto di Bianca aveva un’espressione tra il dispiaciuto e il triste. Intanto Percy non parlava, stava là a fissarlo e questa cosa gli piacque ancor meno. – Per gli dei, Jackson, vuoi dirmi questa cosa? – sbottò. Percy, che non aveva ancora deciso come iniziare il discorso, si fece guidare dall’istinto. E l’istinto portò le sue labbra a poggiarsi su quelle del minore che, dopo un primo attimo di sorpresa, ricambiò il bacio. Percy scoprì che le labbra del più piccolo erano morbide e che sapevano ancora di hotdog.
Nico era incredulo, Percy lo stava baciando.  Si dimenticò di ogni cosa; di essere in pubblico, delle sue paure. Contavano solo quelle labbra che sapevano di mare, poggiate sulle sue. Quando il più grande si staccò, quasi se ne dispiacque. – Nico. – lo fece tornare alla realtà la voce calda di Percy. – tu mi piaci. Da un po’. E … - Nico alzò la mano, per farlo smettere di parlare. – Lo so. Non c’è bisogno che tu continui. Anche tu mi piaci. – Percy pensò che fosse il giorno più bello della sua vita. Sorrise e riprese a baciare il più piccolo.

       ANGOLO AUTRICE: Buonsalve! CHe dire di questi due? Nico è OOC, ne sono sicura al 90%. Comuuuuunque... PERNICO IS THE WAY! So, se volete, lasciatemi una recensione per farmi sapere se vi è piaciuto o se c'è qualcosa da sistemare. 
 
   
 
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