Love Hunt Me Down
 
 
Erano troppi.
Minacciosi, le si stringevano intorno… Davina non poteva che attaccarne uno alla volta, e la sua magia non era abbastanza, lei non era abbastanza… Mentre costringeva un licantropo a terra grazie alle sue doti di strega, gli altri avanzavano. Uno le sì lanciò contro con un latrato gutturale, scaraventandola a terra. La ragazza rotolò di lato, ma ne venne un altro, e tutti, ringhianti, rendevano chiaro quanto la situazione fosse senza via di uscita.
Davina sentì lungo la schiena un brivido freddo, e per un attimo eterno si disse che non ne sarebbe uscita viva.
Era del tutto sola; Kaleb era stato scaraventato dietro il piano bar, e, se non era morto, era incosciente… Marcel e Eljah l’avevano con tutta probabilità presa in parola quando aveva detto loro di non cercarla lì, e comunque, anche se avessero deciso di fare un salto e controllare, non sarebbero mai arrivati in tempo.
La coscienza del pericolo mortale la rese frenetica: indietreggiò, ruppe sotto le suole cocci di bicchieri caduti a terra, rischiò di scivolare mentre un uomo-lupo le ghignava vittorioso, sicuro di averla messa all’angolo…
Il bracciale! Eccolo, sì: con le mani sudate sul metallo del talismano, Davina mise tutta la sua concentrazione nell’incantesimo. Sentì il suo potere fluire immediatamente, raggiungere la persona a cui era legato, operare il suo incantesimo e lanciare un ordine allarmato. Vieni qui, adesso. Sentendo chiaro nel sangue il nuovo ordine giuntogli dalla strega, Mikael, con un passo esitante che, compiuto, gli disegnò sulle labbra un mezzo sorriso ironico, uscì dalla sua prigione.
 
Davina deviò con la magia un licantropo che le si era lanciato addosso mentre la sua mano destra era tesa davanti a sé a palmo aperto nel tentativo di mettere k.o. tre ululanti assalitori alla volta. Era sull’orlo dello stremo, e il lanciare incantesimi le diventava sempre più difficile
Secondo per secondo. Non ce la faceva più, le ginocchia le tremavano, la testa le doleva…
Con un “ah!” di debole sgomento si trovò a terra, e si accorse che non avrebbe potuto in nessun modo rialzarsi prima che quel licantropo arrivasse a lei…
Ma l’assalitore non fece l’ultimo passo, che Davina vide un oggetto lanciato ad incredibile velocità colpirlo alla tempia destra e farlo cadere rovinosamente, con il sangue a coprirgli il viso.
Gli occhi della strega saettarono in direzione della porta, e là, nella sua solita aura di antico, minaccioso potere se ne stava Mikael. Davina non era mai stata così felice di vedere un Mikaelson.
Con immenso disprezzo Mikael, dopo una rapida occhiata al campo di battaglia, prima di entrare in azione sputò con rabbia: -Sporchi cani…- E si gettò nel gruppo di uomini-lupo, strappando cuori e lacerando gole a destra e a manca, con la sua furia primitiva di assassino che per la prima volta Davina vedeva al suo apice.
La strega si rialzò, e tornò a contribuire al combattimento con rinnovata forza, ma il grosso dei caduti nemici era da attribuire indubbiamente a Mikael. Davina non sapeva se sentirsi attratta o spaventata da questa sua disinvolta abilità omicida.
Ne rimanevano pochi, cinque o sei. Quattro tennero occupato il vampiro, mentre i due restanti circondarono Davina, sicuri di farcela. In effetti, la ragazza era ormai terribilmente sfinita, ma con un ultimo sforzo riuscì a mettere fuori gioco quello che le stava di fronte. Quando l’altro le si avventò addosso di slancio, Davina fu per un attimo sul punto di cadere, ma con tutta l’energia che aveva in corpo respinse a forza di strattoni anche quest’ultimo. Fu un momento fatale: mentre il licantropo si staccava da lei, la ragazza sentì che il bracciale magico le si sfilava brutalmente: un attimo dopo si udì il chiaro cozzare sonoro di questo sul pavimento, a qualche metro da lei. Mikael lasciò cadere a terra l’ultima vittima, e lentamente si girò verso di lei, che ricambiò il suo sguardo pietrificata. In un lampo, con un ghigno terribile, le labbra e il mento arrossati dal sangue, Mikael le si fece di fronte. Davina impallidì, tanto da sembrare un fantasma. Quell’errore l’avrebbe uccia.
E infatti il vampiro le strinse le spalle in una morsa d’acciaio, e poi la strega vide con orrore queii denti allungarsi e diventare zanne, le vene sugli zigomi scurirsi e gonfiarsi e le pupille farsi di un giallo ferino. Game over.
-Ah, questa sarà una gran soddisfazione, streghetta…-
Davina avrebbe voluto chiudere gli occhi, ma scoprì di non riuscirci.
Come al rallentatore, vide le zanne di Mikael scintillare e avvicinarsi a lei, puntate dritte alla sua gola, e le uscì un mugolio strozzato.
Le parve che Mikael sorridesse sadico, prima che si scagliasse su di lei… avventandosi furiosamente sulle sue labbra.
 
 
 
A/N: So che finirla così è un po’ brusco, ma tant’è… Questa one shot è più che altro un ozioso esperimento su un nuovo pairing che molti di voi classificheranno taboo, innaturale, etc (…)
 
Comunque, fatemi sapere nelle recensioni se sono l’unica a vedere qualcosa in questi due :)
 
Lou