Serie TV > The Vampire Diaries
Ricorda la storia  |      
Autore: Strawberry07    14/12/2014    2 recensioni
"E chi se lo sarebbe aspettato che a Stefan mancasse Damon?
Dopo tutto quello che ha combinato, dopo tutti i guai in cui ha cacciato etrambi..
Eppure il più piccolo dei Salvatore sente un vuoto nel cuore, un vuoto indescrivibile, un vuoto che se non lo provi non sai mai come ci si sente."
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note Autrice:
Well, well, well...(?)
Buonsalve piccoli esserini viventi e non che siete malauguratamente capitati a leggere questa piccola storiella abbastanza fluff :D.
Sono Strawberry07 nonchè una grandissima DelenaDefanForwood - seh, io ci credo ancora - ma questo a voi non interessa; mi sono dedicata questo spazio per avvertirvi di un paio di cosette:
 1: E' la prima storia che scrivo su EFP e in particolare sui Salvatore, quindi vi prego di essere clementi con me;
2: Sono consapevole che faccia un pochetto schifo, ma come ho già detto sopra sono ancora inesperta, però cercherò di migliorare il più possibile uwu;
3:La storia è narrata dal punto di vista di Stefan principalmente, e non vi sconvolgete se trovate qualche parola grammaticalmente scorretta o inesistente, pensavo rendesse mini-Stef più dolce, coccoloso e meno ammazza conigli :33. Inoltre non sapendo in che stagione sia effettivamente la Season Five, ho tirato ad indovinare, per questo mi scuso in anticipo;
4: So che molte cose non si sono svolte esattamente così nella serie, ma no one cares, io volevo che accadesse questo T-T
5:In ultimo volevo ringraziare tantissimo chiunque leggerà questa storia, sappiate che mi renderete la persona più felice di sempre.
Detto questo vi lascio alle riflessioni del più piccolo dei Salvatore, che sembra devastato dalla scomparsa del suo fratellone.
Buona lettura :)


Strano come gli ultimi raggi del sole colorano quel cielo così grigio, come le tue giornate, e triste che ormai caratterrizza il periodo invernale di Dicembre. Non capita molto spesso, anzi.
Sono passati cinque mesi; cinque mesi dalla distruzione completa dell'Altro Lato, cinque dannatissimi mesi dalla perdita della persona più importante della tua vita - e non esageri quando lo pensi o quando Care te lo tira fuori con le pinze.
Damon.
Un nome, mille sfumature, proprio come i raggi solari che variano dall'arancione fino al rosa chiaro; Damon per te significa arrogganza, superficialità, egoismo e sarcasmo.
Ma non puoi non voltare la testa  e sorridere amaramente quando senti pronunciare il suo nome da qualcuno, per le strade della piccola cittadina di Mystic Falls; tuo fratello, il Salvatore bastardo, ribelle e disobbediente, ti manca.
Ti manca la sua ironia pungente; ti manca quel suo modo di fare strafottente e menefreghista, ma più di tutto ti mancano quei litigi così frequenti e molto spesso seri, ma erano proprio quelli che rendevano il vostro rapporto speciale. Non li dimenticherai mai.
Pensi a questo quel pomeriggio freddo, mentre le lingue di fuoco delle fiamme nel camino scoppiettavano e rendevano il salotto della pensione molto più allegro – in qualche perverso modo
Il bourbon che lui tanto amava, e che non aveva potuto finire, giace sul fondo del bicchiere di vetro tra le tue mani, e i tuoi occhi sono fermi a fissare un punto impreciso fuori la finestra.
Persino la casa, prima movimentata e sempre colma di persone/esseri soprannaturali è rimasta in silenzio per troppo tempo, e solo Elena, Alaric e Caroline vengono per cercare di distrarti e di
distrarsi; infatti, i tre, erano rimasti molto sconvolti dalla 'scomparsa di Damon' e anche se Care era quella che cercava di rincuorare tutti, anche alla bionda mancava quel brutto bastardo.
Ogni tanto la sentivi piangere quando rimaneva a dormire a casa tua – principalmente le sere in cui lo sceriffo Forbes era di turno, e lei era troppo stanca per tornare a casa – e non potevi far altro che cingerle la vita e stringerla contro il tuo petto.
Un fiocco di neve si posò all'improvviso sul vetro della finestra, facendoti sbattere più volte le ciglia e quasi automaticamente ti fece alzare dalla poltrona in pelle e ti teletrasportò nel lontano 1851, la notte prima di Natale.


24 Dicembre, 1851.
Un bambino sui quattro anni correva per casa, su e giù per le scale, con svariate palline dell'albero e decorazioni di Natale tra le manine piccole e cicciotelle.
Stefan era certosicurissimo che quel giorno sarebbe stato superspeciale per tutta la famiglia – persino per quella cacca della zia Annabeth, che ogni volta lo riempiva di baci e pizzicotti, che gli facevano rossare le guanciotte morbide -.
«Stef!»
Una voce più matura di quella stridula del bambino risuonò per la villa grande e spaziosa, facendo zittire le cameriere tutte emozionate per l'evento di quella sera, e fermando anche quell'uragano di Stefan, che continuava a saltellare per tutte le stanze.
«Stefan Giuseppe Salvatore dove hai messo il burattino di legno che c'era in camera mia?» Tuonò suo fratello maggiore Damon, scendendo le scale di fretta e furia, e parandosi davanti al piccolo, che stava cercando di appendere una decorazione natalizia sul camino in soggiorno.
Oh, oh.
Non era affatto un buon segno quando Damon lo chiamava con il
suo nome completo e lo era di meno quando i suoi occhi color ghiaccio lo scrutavano con quell'aria cattiva, che solo suo padre sapeva utilizzare.
«Io e Tata Mary l'abbiamo regalato a Robert il nostro vicino, mi sembrava così vecchio» Rispose Stefan cercando di non balbettare e di tranquillizzare il maggiore, ma non ebbe il risultato sperato, infatti il ragazzino di undici anni si arrabbiò ancora di più e gli mollò uno scappellotto dietro la nuca; erano rare le volte in cui suo fratello alzava le mani su di lui, e quando lo faceva doveva per forza essere una ragione megaiperimportantissima.

Il pomeriggio, il piccolo Salvatore, era sgattaiolato in camera di Damon per prendere il burattino rovinato e sostituirlo con un altro più nuovo e bellissimissimo, che aveva comprato insieme alla tata, con i soldi raccimolati dal topolino dei dentini.
Pensava di fare qualcosa di giusto e buono per suo fratello, e invece lui si era innervosito parecchio.
A Stefan si riempirono gli occhioni verdi di lacrime e una di esse gli scivolò piano piano sul viso; solitamente alla vista dei gocciolini che cadevano a fiotti sulle guance del fratellino, Damon si scusava e gli regalava uno dei suoi giochi di quando era piccolo lui, ma non fu così.
«Sai quanto era importante per me quel burattino?» Continuò superarrabbiato il fratello maggiore, avvicinandosi lentamente a lui e con uno strano luccichio negli occhi chiari.
«Io..io» provò a dire il piccolo, ma le parole gli morirono in un singhiozzo sommesso.

«Tu non capisci Stefan» Disse il bruno puntando un dito contro il petto di Stef, che aveva ormai lasciato andare il festone a cui si stava dedicando.
«Io ti odio» Gridò rabbioso rivolgendogli un ultimo sguardo diverso dagli altri, e correndo nuovamente di sopra, sotto lo sguardo preoccupato delle servitrici.
Quelle parole arrivarono dritte dritte al cuoricino piccolo e fragile di Stefan, che subito scoppiò a piangere, non tanto per lo schiaffo ma per le parole uscite con disprezzo dalla bocca del fratello.
Cosa aveva sbagliato? Non gli piacevano i regali?.
Ma era impossibilmente impossibile: i regali piacciono a tutti!.
Alcune ore dopo l'accaduto, Damon non si era ancora deciso a scendere e intanto gli invitati della cena erano già arrivati; per tutta la serata Stef aveva tenuto il muso lungo, e nemmeno le tre caramelle che gli aveva regalato quel barbuto del nonno Albert lo avevano reso felice.

«Padre» Chiamò il piccolo Stefan che era seduto sulla sedia più piccola che c'era nella sala da pranzo. L'adulto, con la sua solita razionalità e calma che manteneva solo con il figlio minore, si voltò verso di lui.
«Potrei andare in camera mia? Quel tacchino mi ha strariempito» Chiese il bambino, il padre acconsentì con un gesto del capo, e poi tornò a parlare con i grandi di cose difficilissime da capire.
La verità era che Stefan sarebbe subito corso in camera di Damon, per farsi perdonare, o per lo meno di accerttarsi che fosse sano e vivo; i suoi piedini scattavano veloci su ogni scalino e lo portarono velocemen
te davanti ad una porta mooolto più alta di lui e tutta bianca.
«Damon?» La mano chiusa a pugno del bambino bussava sulla lastra di legno immacolata con frenesia e anche un pò di ansia poichè era la prima volta che mentiva al padre, non come suo fratello che diceva sempre bugie.
Nulla.
Un altro colpo servì per far aprire la porta al ragazzino, che alla vista di Stefan fece per richiudergli la porta in faccia, ma lui lo bloccò appena in tempo.
«Dam aspetta!» Esclamò il piccolo sventolando le mani.
Il maggiore lo guardò impassibile e con voce fredda e piatta gli domandò:
«Cosa vuoi Stefan?»
Il bambino rimase deluso da come suo fratello si era rivolto a lui; pensava che l'arrabbiatura gli fosse passata, e invece non era così.
«Mi dispiace di aver regalato a Robert il tuo burattino» Disse Stefan abbassando lo sguardo e guardandosi i mocassini neri lucidi, che gli erano all'improvviso diventati interessanti.
Damon squadrò il fratellino da capo a piedi, soffermandosi sulle bretelle troppo grandi e larghe che cercavano di tener su i pantaloni color marroncino; una smorfia - che doveva essere un accenno di sorriso - gli incurvò le labbra.
«Ne riparliamo domani fratello, ora...» Ma non ebbe il tempo di concludere la frase che Stefan era già corso nella sua camera e si era arrampicato sul suo letto a baldacchino, evidentemente attirato dal quadro appeso sopra di esso.
Erano poche le volte in cui era permesso a Stefan di entrare nella camera del fratello, e quando lo faceva doveva assicurarsi di lasciare sempre tutto in ordine; era una stanza largha e con le pareti bianche - non come le sue che erano di quel verde pisello scolorito - decorate da qualche fantasia antica.
«Chi è quella bella signora?» Chiese con ingenuità il bambino puntando il dito indice contro il quadro, raffigurante una donna dai capelli castano chiaro e gli occhi azzurri.
Il maggiore si sedette sulle coperte blu scuro accanto a lui e sospirò pesantemente, passandosi una mano tra le ciocche corvine; era troppo piccolo, troppo ingenuo, per ricordarsi di lei.
«Quella bella signora...» Ripetè con un pizzico di malinconia che maimai Stefan aveva sentito nella voce di Damon.
Insomma, lui era Damon, il suo fratellone senza paura, non poteva piagnucolare come una femminuccia!.
«E' la nostra mamma, si chiamava Vivienne..»
Un altro sospiro solcò le labbra del maggiore, ripensando alla notte in cui sua madre aveva per sempre chiuso i suoi occhi celesti e aveva pregato Damon di occuparsi di Stefan.
«Sembra gentile» Osservò il piccolo voltandosi verso il fratello maggiore, che gli mostrò un debole sorriso.
«Lo era» Annuì il bruno ricordando a malincuore quei pomeriggi passati a giocare insieme a sua mdare fuori in giardino; lei era l'unica donna che era riuscita a fargli indossare quelle maledette scarpe strette e Damon era sicuro che nessuno ci sarebbe ruscito più.
«Sai è stata lei a regalarmi il burattino» Continuò il bruno girado la testa in direzione di Stefan, che si era subito reso conto dello sbaglio che aveva commesso; come aveva fatto ad essere così stupido? Sapeva quanto Damon tenesse alla loro mamma e anche a lui stava molto a cuore, anche se non l'aveva mai conosciuta.

«Oh Dam sono super tristissimo» Mormorò il bambino lanciandosi nelle braccia del fratello maggiore, il quale rimase sorpreso da un gesto di affetto così spontaneo.
«N-non ti preoccupare Stef, è acqua passata» Rispose Damon passandogli lentamente una mano dietro la schiena e affondando la testa nel piccolo incavo del collo di Stefan; lui aveva promesso.
Stefan si staccò immediatamente dall'abbraccio e gli rivolse un sorriso emozionato: «Davvero?» Chiese speranzoso.
«Davvero» Si limitò a ripetere il maggiore, scoppiando a ridere per quella specie di danza della felicità in cui si stava cimentando il bambino; ma ad un tratto smise di agitare le braccia e si fermò a guardare la finestra nella camera, che era completamente ricoperta di fiocchi di neve.
«Damon! Damon!» Gridò d'improvviso facendo preoccupare suo fratello credendo che si fosse fatto male.
«Che è successo Stefan?» Domandò il bruno scendendo dal letto e raggiungendo il più piccolo, che aveva ripreso a saltellare ancora più felice di prima.

«Nevica» Rispose il bambino ridendo per l'espressione che aveva dipinta in volto Damon.
Il maggiore tirò un sospiro di sollievo e fece per rivolgere un'occhiataccia al fratellino, ma non riuscì nel suo intento poichè Stefan continuava a ridere mantenendosi il pancino con le mani.
Solo in quel momento Damon capì perchè sua madre gli aveva chiesto di proteggerlo da qualsiasi male: lui era un'anima pura, non meritava di soffrire e il ragazzino si ripromise mentalmente di non spezzare mai la promessa fatta.
«Non è stato divertente» Sbuffò cercando di nascondere un sorriso.
«Invece lo è stato! Dovevi vedere la tua faccia» Ribattè Stefan imitando in modo buffo l'espressione di suo fratello.
«Ah è così? Adesso ti faccio vedere io» E con questa frase Damon prese a testa in giù il più piccolo e lo mise sul letto, iniziando a fargli il solletico.
«Ti p-prego, b-basta» Provava a dire Stefan, ma ad ogni parola che usciva dalla sua bocca, suo fratello aumentava il ritmo.
«Tregua!» Disse sventolando le mani e riuscendo a liberarsi dalla stretta del maggiore, il quale si gettò esausto sul letto.
«Allora è vero che mi vuoi bene» Affermò il bambino salendo con fatica sul materasso e guardandolo profondamente negli occhi cerulei.

«Certo che te ne voglio pulce, ma ora dormiamo è tradi» Sbadigliò Damon voltandosi dall'altra parte, ma non ebbe nemmeno il tempo di chiudere gli occhi, che una piccola figura scavalcò il suo corpo e si insinuò tra le sue braccia.
«Damon?» Chiamò ad un certo punto con una vocina piccola piccola.
«Sì Stefan?» Rispose il bruno con gli occhi chiusi.
«Anche io ti voglio bene» Bisbigliò accoccolandosi ancora di più tra le braccia di Damon, il quale sorrise grato per avere un fratello come lui.
«Damon?» Chiamò nuovamente il bambino, spernado tanto che il suo fratellone non si arrabbiasse.
«Sì Stefan?» Ripetè il maggiore.
«Buon Natale» Si limitò a dire il più piccolo lasciandosi finalmente cadere nelle braccia di Morfeo; a Damon ci volle un pò per assimilare la frase ma quando fu certo che Stefan stesse russando come un ghiro rispose:
«Buon Natale anche a te»



La suoneria del tuo cellulare ti fa ritornare alla dura realtà e non ci metti molto a capire che stai piangendo.
«Pronto?» Rispondi sperando di non avere la voce rotta dal pianto, ma il tono squillante dall'altra parte del telefono ti rincuora.
«Si Caroline sto arrivando» Affermi dopo che la bionda ti ha ripreso per il tuo ritardo alla festa organizzata da lei; chiudi la telefonata e lanci distrattamente il bicchiere di vetro nel camino, dirigendoti a gran passi verso la porta.
Prima di uscire ti volti avvertendo un vento gelido alle tue spalle, ma quando porti il tuo sguardo sulla finestra della pensione la trovi chiusa, e quasi automaticamente sorridi malinconico.
«Buon Natale Damon» Mormori prendendo la giacca e chiudendoti la porta alle spalle.
Non sai che qualcuno ti sta davvero osservando, anche lui è in lacrime - anche se non lo ammetterà mai - e si sta maledicendo mentalmente per aver rotto la promessa; perchè lui sa tutta la sofferenza che stai provando e vorrebbe essere lì con te a darti una pacca sulla spalla e a sdrammatizzare tutto con una pessima battutina, ma non può.
Lui non potrà più.

Non gli rimane più nulla ormai, solo un dolce niente e tanti ricordi a cui aggrapparsi forzatamente; così, prima di tornare da Bonnie che si starà chiedendo dove si sarà cacciato, prende la bottiglia di bourbon dal tavolino: «Buon Natale anche a te Stefan» Dice alzandola come per brindare con il niente, il suo dolce niente, e solo dopo aver bevuto un lungo sorso scompare.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Strawberry07