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Autore: qujnnest    14/12/2014    1 recensioni
Andrea che perde Ivan ma incontra Damiano che è uno dei tanti che gli lecca le ferite e un po' di rum e cola.
Cosa c'è di meglio di un corpo nudo e dell'alcol?
Genere: Erotico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il vapore appannava lo specchio ma Andrea non avrebbe mai aperto la porta per far circolare l'aria. Torino era fredda anche dentro le case, forse in casa di Andrea, Torino era fredda un po' di più.
Era passato quasi un anno da quando Ivan aveva fatto le valigie; convivevano da poco più di quattro anni ma gli ultimi tempi era stata davvero dura.
Andrea si era trasferito dalla bella Sicilia al grigio Piemonte, persino le estati gli parevano fredde.
Ivan aveva perso la testa per uno squallido uomo d'affari inglese(i rischi del fare l'interprete!) ed Andrea aveva persino perdonato il primo tradimento; ora si ritrovava a far la doccia da solo e a dover spannare lo specchio con la mano. Asciugò i capelli con una tovaglia e si mise una tuta  per poi andare in cucina a farsi un panino, lasciando il bagno in condizioni pessime.
Tra mezz'ora sarebbero venuti a prenderlo un paio di amici, quelli che, quando Ivan li aveva avvisati del suo arrivo, decisero di andare tutti in aeroporto per conoscere subito questo ragazzetto del sud.
Ma ormai Andrea non era più un coglione, di anni ne aveva 26, una carriera avviata nell'editoria, un appartamento moderno e vicino al centro.
Il suo unico problema, quella sera, era decidere se mettere una camicia oppure un maglioncino con lo scollo a "v", optò per il maglioncino.
Nonostante la serata iniziasse alle 23, i ragazzi preferivano ritardare di almeno un'ora così da poter godere subito della vista di belle ragazze scatenarsi in pista.
Andrea stava in un angolo a bere il suo rum e coca e a sorridere quando Luca, il comico della compagnia, cercava di abbordare qualche ragazza con frasi squallide.
Decise di raggiungere gli altri ragazzi al bancone e offrire loro un altro giro, camminò lungo la parete per evitare scontri ma qualcuno gli finì addosso e il giacchio e quel poco di  cocktail che aveva nel bicchiere, gli si rovesciarono sul maglione.
Vide il ragazzo difronte a lui dimenarsi e dal labiale capì che si stava scusando ma forse in maniera esagerata.
Gli scappò un sorriso; era buffo! Un ragazzo alto e snello, con degli occhialoni neri ed i capelli altrettanto scuri, corti sui lati e un ciuffo voluminoso. Ma poi il ragazzo sorrise e lui restò immobile per qualche secondo.
 Andrea si domandava che colore avesse gli occhi.
Gli si avvicinò all'orecchio, gli mise una mano dietro al collo e sentì i brividi percorrere la pelle del ragazzo.
"Va bene così, avrei dovuto lavarlo comunque."-si staccò e gli sorrise, sperando di non aver fatto un buco nell'acqua, sperando di poter concludere qualcosa quella sera e sperando di scoprire quei dannati occhi. 
Il ragazzo fece il suo stesso gesto, però sussurrandogli -"Posso mostrarti dov'è il bagno!"-
La classica botta di culo! 
Lo seguì e, non appena arrivati al piano di sopra, quel tizio buffo si avvicinò ad un uomo  che gli aprì l'ingresso del privè.
Andrea non disse una parola, si mostrò totalmente disinteressato ma non capiva assolutamente cosa stesse succedendo.
Salirono un'altra rampa di scale e un'altra ancora; arrivarono a degli uffici.
"Piacere, comunque, io sono Damiano."- disse aprendo una porta.
"Andrea"- rispose entrando e guardandosi intorno-"Non mi sembra affatto un bagno!"
"E' il mio ufficio infatti. Se hai davvero bisogno del bagno, è proprio lì"- disse indicando la porta accanto agli scaffali.
Andrea si appoggiò alla scrivania.
"Quindi sei il proprietario?"
"Co-proprietario, ho aperto questo posto insieme a mio cugino. Ha messo lui i soldi per renderlo quello che è."
"Pago 50 euro ogni settimana per entrare nel tuo locale, bere, far finta di ballare e cercare di scopare qualcuno... Ogni sera mi domando se ne vale la pena."-
"E' un locale di alto livello, ovvio che ne vale la pena."- rispose Damiano alzando un sopracciglio.
Andrea abbassò lo sguardo e sorrise a malapena.
"Quindi.."-aggiunse il ragazzo-"Sei entrato, hai bevuto, hai , forse, ballato... ti manca la scopata".
Andrea si voltò e lo guardò con fare malizioso.
"Be' direi che a questo punto sarebbe meglio di no, so di rum e coca!".
Damiano si tolse gli occhiali, fece due passi verso Andrea e gli sfilò il maglioncino.
Si fiondò sulla sua bocca e Andrea lo strinse per i fianchi attirandolo verso di lui, slacciandogli i pantaloni mentre Damiano si sbottonava la camicia.
Il moro prese a baciare il torace, sentendo il gusto della cola e l'odore del rum.
Scese sempre più giù e sfilò i jeans di Andrea. Il siciliano adorava quando erano gli altri a dare il benvenuto.
Damiano per un attimo esitò, voleva baciarlo ancora ma non poteva non toccare la sua erezione ma d'altra parte voleva sapere che gusto avesse, immediatamente!
Lo prese in bocca e leccò ogni singolo centimetro, affondava sempre più e poi, mentre si ritraeva succhiava forte perchè non ce la faceva più, doveva saperlo!
Quel che invece non poteva sapere è che Andrea aveva una grande forza di volontà e voleva farlo soffrire fino alla fine.
Lo fece alzare e Damiano non capì più nulla, non arrivò in tempo a chiedere spiegazioni che Andrea lo aveva già sbattuto sulla scrivania, divaricato le gambe e poi, in un nanosecondo, si ritrovò due dita umide a lubrificare la sua apertura.
Andrea sorrise nel vedere quei glutei sodi.
Gli si avvicinò all'orecchio.
"Sei pronto?"
"Aspet.."- ma niente, Andrea aveva dato la prima spinta. Damiano dovette sopprimere un urlo bello forte e Andrea, quasi preso dai sensi di colpa, decise di scusarsi.. A modo suo!
Con la mano destra afferrò l'erezione di Damiano che sorrise, sorriso che durò poco poichè Andrea aveva ripreso a spingere e il volto del ragazzo mostrò un'espressione ti totale godimento.
Andrea riusciva a mantenere un ritmo costante e piacevole,ma poi andò sempre ad aumentare e sempre più irruente si fecero le spinte e sempre più stretta la presa del membro di Damiano che gemeva sempre più.
Per Andrea quei gemiti erano pura goduria!
Ma se quella era la punizione per aver voluto assaggiarlo, Damiano era più che contento di "soffrire" a tal punto che a quel pensiero un po' masochista, venne in mano ad Andrea.
Andrea però era arrivato al limite, uscì di colpo e continuando a massaggiarsi fece girare Damiano.
"Cosa aspetti?"- lo sfidò
Damiano lo prese nuovamente in bocca e gli basto succhiare una volta sola per sentirlo finalmente.
Si dannò l'anima quando scoprì che non sapeva di rum e cola, in fondo un po' ci aveva sperato.
Si alzò, si ripulì un angolo della bocca e lo guardò con fare soddisfatto.
Col respiro affannato, Andrea lo guardò, gli sorrise e lo baciò.
"Stasera ne è valsa la pena!"
"Grazie!"- rispose Damiano, si misero a ridere e poi si rivestirono.
 
Andrea stava per uscire dall'ufficio quando si voltò e chiese.
"Posso darti un altro bacio?"-
Damiano annuì e gli andò incontro.
Andrea lo baciò dolcemente anche se per pochi secondi.
Poi riaprirono gli occhi.
Erano verdi.
 
 
"Ti lascio il mio numero."
"No, ti lascio il mio. Altrimenti potrei non chiamarti."
"Chi mi assicura che non me ne darai uno falso?"
Andrea prese un foglietto, una penna e scrisse il suo numero.
"Chiamami ora!"
Damiano lo fece e Andrea fu infastidito da quella mancanza di fiducia ma anche contento di non avere uno sprovveduto davanti.
Gli mostrò lo schermo con la chiamata in arrivo.
"Ti chiamo domani allora"
"Ti rispondo domani allora"
Un altro piccolo bacio e Andrea tornò a godersi gli squallidi approcci dei suoi amici.







N.A: Questo piccolo orrore lo voglio dedicare alla mia Patata che mi chiede sempre di scriverle qualcosa e non si arrenderà mai al fatto che non ne son capace. 
  
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