Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: Jetag    14/12/2014    2 recensioni
Durante il suo settimo anno a Hogwarts, Santana dovrà difendere ciò che ha di più caro al mondo. Tra riunioni segrete, tradimenti e proposte seducenti, scoprirà se stessa in modi che mai avrebbe creduto possibili.
---
"Io aprirò la Camera dei Segreti. Io sono l'erede di Salazar Serpeverde." si fermò nuovamente, nutrendosi di quei respiri strozzati, di quei sussurri increduli, delle pupille dilatate, prima di concludere
"E qualcuno, stanotte, morirà."
---
Quinta Classificata al contest Tempo di... Tag! Second Edition (Contest Multifandom a Pacchetti) di Ili91 e vincitrice del premio speciale Cuore Spezzato
Genere: Angst, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Quinta Classificata e vincitrice del premio speciale "Cuore Spezzato" al "Tempo di... Tag! Second Edition (Contest Multifandom a Pacchetti)" di Ili91

Nick: Jetag
Titolo: Cease to Be
Fandom: Glee
Genere: Angst, Dark
Rating: Arancione
Pairing/personaggi: Brittany/Santana, Tom Riddle
Pacchetto scelto: Harry Potter!AU
Prompt e citazione utilizzati: Voldemort, citazione 4 ("L'elemento più distruttivo nella mente umana è la paura. La paura crea aggressività.")
Nda: La storia si svolge nel 1943, l'anno in cui la Camera dei Segreti venne aperta per la prima volta. Alcuni personaggi citati suoneranno noti, ma è da considerare che essi sono, probabilmente, i padri dei personaggi presenti nella saga (fonte: Tom Riddle's Gang).
Fatemi sapere cosa ne pensate! Alla prossima :)

 

 

Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic

 

 

 

Cease to Be

 

1943, Hogwarts

I passi risuonavano secchi nel corridoio di pietra scarsamente illuminato da sporadiche torce. Gettava continue occhiate dietro di sé, l'impellente consapevolezza di un'altra presenza, indesiderata. Scosse la testa con veemenza; erano solo insensate paranoie suscitate dal suo nervosismo, si diceva. Non poteva ancora sapere quanto avesse ragione, in realtà.

Svoltò l'angolo, altri pochi passi e si ritrovò davanti al portone. Passò l'avambraccio sinistro sul legno in un movimento sicuro e disinvolto, ed esso si aprì, con lentezza.

 

"Sei arrivata finalmente. Ti stavamo aspettando, Santana." la voce roca di Lestrange la raggiunse, dall'interno della stanza

 

Guardò un'ultima volta il corridoio, e poi si chiuse la porta alle spalle, ignorando fermamente il senso d'essere in trappola che il sonoro scatto di serratura le causava ogni volta.

E mentre Santana si avvicinava al centro della sala, qualcun altro passava tra le ombre, invisibile anche a chi avesse voluto vedere, tranne le orme delle scarpe bagnate e scivolose che restavano impietose testimoni del suo passaggio, attendendo il momento in cui anche quell'ennesimo timore sarebbe potuto svanire. Nascosto tra le ombre, quel qualcun altro non sapeva quanto fosse futile la speranza di veder sparire la paura. Non sarebbe sparita mai.

 

Nella Stanza delle Necessità regnava un'atmosfera di irrequieta

inconsapevolezza. Il solito tavolo era al completo, quella sera. L'unico posto rimasto vuoto, per lei, era a fianco di Tom. Era l'unica ragazza, dopotutto. L'unica che avrebbe mai potuto venire ammessa a quel tavolo, e l'unica che non avrebbe voluto, d'altra parte. Riddle era considerato un bocconcino prelibato da tutte le compagne del settimo anno di Santana. Quasi tutte.

Santana si accomodò sulla sedia foderata di velluto rosso, trascurando i sorrisi beffardamente divertiti di Lestrange, quasi lui sapesse qualcosa di cui Santana non poteva essere a conoscenza. Non ancora, perlomeno.

Qualcuno dei presenti tossicchiò, spazientito da quel silenzio che si stava protraendo da fin troppo tempo ormai. 

Gran parte degli altri ragazzi sembrava non avere la più pallida idea del perché di quella riunione, nel mezzo della notte. Alcuni erano addirittura ancora in pigiama, altri tenevano le palpebre aperte grazie ad un misero incantesimo. 

Santana, contrariamente, era perfettamente sveglia e il suo mantello con lo stemma Serpeverde che riluceva alla luce flebile delle candele era un po' meno impeccabile del solito. Delle leggere gocce di rugiada costellavano la parte inferiore, e le scarpe lasciavano una sottile ombra di fango sul pavimento. 

Ma poco contavano quei dettagli per Riddle, quella notte. 

Quella notte aveva ben altri propositi.

 

"Vi starete chiedendo perché siete qui, amici miei. Il giorno che progettavo da tempo, è finalmente arrivato." Tom si concesse di lasciar vagare lo sguardo sulla sala, mentre si alzava in piedi

"Io aprirò la Camera dei Segreti. Io sono l'erede di Salazar Serpeverde." si fermò nuovamente, nutrendosi di quei respiri strozzati, di quei sussurri increduli, delle pupille dilatate, prima di concludere

"E qualcuno, stanotte, morirà."

 

Il silenzio, che si formò dopo che anche l'ultimo eco delle sue parole tacque, fu totale. La stanza era avvolta nell'immobilità, mentre tutti, nessuno escluso, temevano di sentire il proprio nome, come promessa di veder scritta la fine. 

Santana si costrinse a rilassare i muscoli delle spalle, mentre cercava di nascondere la sua reale paura. Paura non legata a se stessa. Paura di perdere qualcosa di più grande della sua stessa vita. 

Nott, accanto a lei, tremava lievemente, mentre lanciava un'occhiata spaventata verso Avery, dall'altro lato del tavolo. Un impercettibile cenno della sua testa biondo granoturco, gli occhi glaciali che bruciavano di sicurezza e la paura di Nott scomparve. 

Avery sapeva. 

Poi con lentezza e prudenza lo sguardo gelido di lui si posò derisorio su Santana, come lo era stato il sorriso di Lestrange. E Santana si sentì morire, ma dai suoi occhi neri come la notte non trasparì nulla mentre rispondeva con impassibile indifferenza a quei pezzi di metallo, che sembravano spazzar via qualsiasi speranza. Speranza che non fosse la sua paura ad avverarsi, ma quella di chiunque altro in quella miserabile stanza. 

Santana pensò a come avesse potuto essere così cieca, come avesse potuto metterla così in pericolo ora. Avrebbe dovuto denunciare tutto a Dippet, o chicchessia. Avrebbe dovuto capirlo prima, che l'erede di Serpeverde non poteva essere altri che Riddle. Avrebbe dovuto allontanarsi da lei. E da lui, anche. 

Ma ormai era troppo tardi, tardi per tutto questo. Perché Santana sapeva con certezza quale sarebbe stato il nome che avrebbe lasciato le labbra di Tom.

Trattenne comunque il respiro, perché si sa: la speranza è l'ultima a morire.

Qualcuno sussurrò qualcosa, Lestrange e il suo sguardo imploravano malvagiamente quella manciata di lettere, Tom sorrise imperioso. 

 

"Brittany Pierce sarà la prima." sorrise, sorrise ancora e Santana si chiese come non avesse udito lo spezzarsi definitivo della sua anima

"A lei seguiranno tutti i Nati Babbani che infettano le mura di questo castello, e tutti coloro che oseranno ribellarsi a me." annunciò con voce suadente e strascicata, vagando con lo sguardo su ogni mago seduto attorno al suo tavolo, in un malcelato avvertimento 

 

Qualcuno sospirò di sollievo, sicuro del proprio albero genealogico e della propria fedeltà assoluta nei confronti di quel quindicenne dai capelli scuri. Altri invece, tremarono ancor più. 

Santana sembrava congelata, eppure attenta al più insignificante movimento. Non era un caso che fosse Brittany, la sua Brittany, la prima. Non era un caso che sia Lestrange che Avery si fossero presi gioco di lei, poco tempo prima. Non era un caso che alla parola ribellarsi gli occhi scuri di Riddle si fossero puntati su di lei, per una frazione di secondo di troppo.

Loro sapevano, sapevano di Brittany. Non si chiese come, non le importava. Ma si chiese perché era arrivata lei fino a quel punto, conoscendo dal principio cosa avrebbe portato quell'amore. Si chiese perché l'avesse lasciata avvicinarsi così tanto da trasformarla nell'arma che l'avrebbe distrutta. Si chiese perché Riddle avesse bisogno di distruggerla, anche. 

Poi, però, smise di chiedersi qualsiasi cosa. Perché non importava, nulla importava. 

Ciò che doveva fare era semplice. Salvarla, a costo della sua vita, o di quella di chiunque altro. Tuttavia, era essenziale giocarsi al meglio le sue ultime carte, cominciando dal non mostrare alcuna emozione. Si concesse un sospiro impercettibile, e rimise a fuoco il suo sguardo su Riddle. Che sorrise, ancora.

 

"Potete andare. Entro domattina il nostro dominio avrà inizio." mormorò, gli occhi scintillanti di esaltazione

 

Santana si alzò con la sua solita eleganza di ghiaccio, le mani non tremavano, la fronte non era imperlata di sudore, le pupille indistinguibili nel buio del corridoio. Uscirono alla spicciolata dalla Stanza delle Necessità, per non destare troppo sospetto. 

Santana aprì la bocca per tirare quel dannato respiro tremolante che le premeva sulle costole, ma all'improvviso la sensazione di essere seguita tornò a farsi più insistente di prima. 

Sfoderò la bacchetta dalla manica del mantello. Rimase ferma, in attesa del minimo rumore, per minuti interminabili. Quando decise che no, non c'era nessuno in quel corridoio, un leggero fruscio irruppe nel silenzio. 

Per un momento solo, serrò più forte le dita attorno alla bacchetta. Poi, invece, sembrò liberarsi dalla tensione. 

 

"Britt." disse semplicemente, il sollievo e il dolore al contempo trasparirono da ogni lettera

 

Un mugugno indispettito e Brittany si levò il suo Mantello dell'Invisibilità di dosso, apparendo un po' malandata con i capelli alla rinfusa e le ombre scure sempre più presenti sotto i suoi occhi acquamarina, che si fissarono crudelmente consapevoli in quelli di Santana. 

 

"E così sto per morire, non è vero?" la voce lievemente incrinata, la mano che tremava mentre cercava le dita dell'altra

 

Santana scosse la testa, con fermezza. La mano di Brittany rimase sola, a mezz'aria tra loro.

 

"Tu non morirai. Lui vuole me, e me avrà." 

 

"Santana... Sai perfettamente che gli servi viva, tu e i tuoi poteri! Ma stai diventando troppo forte, e ha bisogno di ricordarti chi comanda. È a questo che servo io." concluse in un mormorio rassegnato, un sorriso lieve e triste a dipingerle le labbra 

 

"Non morirai. Non stanotte, e non per colpa mia. Andiamo via di qui." 

 

"Potremmo parlare con Dippet…" provò

 

"Dippet non muoverà un dito, né crederà a una sola parola. Riddle è stato tanto astuto da portarsi tutti gli insegnanti dalla sua parte."

 

"Non l'unicorno." 

 

"Silente." ribatté Santana in un sussurro, gli occhi accesi di un barlume di flebile speranza

 

I respiri leggermente accelerati infrangevano quel silenzio innaturale, in attesa che una di loro riprendesse un minimo di controllo della situazione. Santana dischiuse la bocca, ma le parole le rimasero impigliate in gola. Un bagliore latteo comparve nel muro alle spalle di Brittany e catturò il suo sguardo, finché un viso d'uomo apparve tra le pietre e la sua voce risuonò come un fievole eco nel corridoio.

 

"Egli non trova dimora a Hogwarts, al momento. Se la fortuna gioverà le vostre delicate vite, entro l'alba, Silente sarà qui. In caso contrario, non disperate. A Hogwarts un aiuto verrà sempre dato, a chi saprà richiederlo." 

 

Il fantasma volteggiò sopra le loro teste, senza degnare di una sola occhiata le due ragazze sotto di lui. Il tenue eco delle sue parole si ripercosse, mentre la sua ombra argentea attraversava un secondo muro di solida pietra e spariva. 

Brittany sospirò appena appena, incredibilmente tranquilla di fronte a quella notizia che pareva voler dare il colpo di grazia ad ogni loro speranza. Il suo sguardo si scontrò con quello tormentato di Santana, e le loro dita questa volta si trovarono, senza nemmeno aver bisogno di cercarsi. 

Un istante di silenzio.

Poi due voci lo frantumarono.

 

"Expelliarmus!" rimbombò all'unisono nel corridoio, mentre due maghi avanzavano insieme ad altri mantelli neri, quasi invisibili nel buio

 

Insieme al silenzio, Santana udì le loro speranze spezzarsi.

Furono presto accerchiate, una dozzina dei suoi amici sfoderava la bacchetta e la puntava contro di loro. 

Tom era accanto a Avery, che faceva roteare pigramente la bacchetta di Santana, mentre quella di Brittany veniva infilata cautamente nella tasca di Rosier, a sinistra. 

I loro sguardi euforici, fecero tremare Santana. 

Erano in trappola, ormai, senza bacchetta, senza via di uscita, senza nessuno che avrebbe potuto mai aiutarle. 

Fine dei giochi.

Santana posò gli occhi sul profilo quasi sereno di Brittany, come se non stesse per morire. Come se non stessero per morire. 

 

"Santana, è un piacere ritrovarci così presto. Sapevo che saresti riuscita a trovare la nostra ragazza prima di chiunque altro." Tom sorrise, dello stesso sorriso spietato di un'ora prima, quasi l'avesse stampato in faccia, che suonava crudelmente beffardo

 

"Hai una sola occasione di tornare dalla tua unica famiglia, Lopez. Dopodiché, il tuo sarà considerato tradimento e morirai con lei." aggiunse, con voce fredda e tagliente

 

Gli occhi di Riddle si puntarono sulle loro mani, e Brittany per un attimo temette che Santana si sarebbe separata da lei, che avrebbe preferito salvare se stessa piuttosto che uccidere entrambe. Ma Santana rimase lì, e la mano si chiuse ancor più saldamente sulla sua.

Le sopracciglia di Avery si inarcarono in un'ampia derisione di quello che doveva essere uno scherzo della natura, un amore che mai avrebbe dovuto nascere. Un amore con una donna Mezzosangue che Santana avrebbe pagato caro. 

Brittany voltò il viso totalmente verso Santana, che si guardava attorno come se fosse appena finita nella rete e non riusciva a capacitarsi di come avesse potuto essere così cieca, così stupida da essersi fatta catturare senza nemmeno avere il tempo di difendersi. Fece un passo in avanti, un inizio di compromesso sulla punta della lingua. 

Tom non era dello stesso parere. 

 

"Incarceramus. Silencio." sibilò Riddle

 

Degli spessi nastri di seta nera si avvilupparono con violenza sui corpi delle ragazze, mentre le loro bocche furono un muto grido. 

 

"E ora, amici, verrà il momento tanto atteso. La Camera dei Segreti sarà aperta per loro, una sporca Mezzosangue e una traditrice del suo sangue che si amano." Riddle sogghignò con freddezza, sarcasmo che traspirava da ogni parola

 

Il sorriso euforico di Lestrange si spense alle parole successive del Serpeverde.

 

"Lasciateci soli ora. Non ho bisogno di voi." 

 

Tom aspettò che tutti fossero abbastanza lontani da sé, prima di muovere nuovamente la bacchetta in un fluido movimento di polso, senza che dalle sue labbra uscisse un unico suono.

Un battito di ciglia dopo, Brittany e Santana persero i sensi. 

Quando si risvegliarono, il buio familiare del corridoio era solo un ricordo. Il posto in cui si trovavano era immenso, con il pavimento in pietra lavica e alcune torce di luce verde sulle pareti. Su entrambi i lati, enormi teste di serpenti di pietra da cui sgorgava un sottile rigagnolo d'acqua gelida, che andava pian piano deponendosi vicino ai due corpi ancora legati schiena contro schiena. 

Riddle si trovava cinquanta metri lontano, dava loro le spalle e mormorava qualcosa di intelligibile. Il suo viso era rivolto alla gigantesca parete che raffigurava la faccia di un anziano uomo, i capelli e la barba si fondevano a contornargli il viso. La sua bocca era spalancata, gli occhi scavati ed emanava un potere oscuro, sebbene altro non fosse che pietra.

Non ci volle molto a Santana per capire chi fosse quell'uomo, né dove si trovassero. Provò a parlare, ma fu solo dopo innumerevoli tentativi che riuscì a infrangere, con la propria volontà, quel muro di silenzio che Riddle le aveva imposto e che la separava da Brittany. Dai suoi ultimi momenti 

con Brittany, soprattutto.

Fu quando sentì un piccolo sospiro di sollievo che comprese di aver spezzato l'incantesimo in modo totale.

 

"Cos'è questo posto?" 

 

"Britt, tesoro, siamo nella Camera dei Segreti. L'uomo di pietra dev'essere Salazar e beh, credo che Riddle stia chiamando a sé il Mostro di Serpeverde." Santana quasi sorrise, mentre cercava di capire quale bestia avrebbe segnato la loro morte

 

"San, ti prego, arrenditi a lui!" lei non sorrideva

 

"Preferisco lottare con te un'ultima volta, piuttosto che vivere al suo fianco." Santana chiuse gli occhi "Ora, ci sarebbe proprio utile quel famoso aiuto da parte di Hogwarts, direi." 

 

Brittany prese un piccolo respiro, pronta a ribattere, quando udì uno strano secco rumore rimbalzare alla sua destra. Entrambe voltarono lentamente la testa, la paura di cosa avrebbero visto permeava le loro menti. Ma gli occhi di Santana incontrarono semplicemente la sua bacchetta e una ciocca di quelli che sembravano i capelli biondi di Avery. Le loro bocche formarono una o stupefatta, mentre volgevano lo sguardo verso l'alto e incontravano la figura di Pix, il Poltergeist. Lui fece loro un cenno con la testa, sillabò silenziosamente Silente con le sottili labbra viola e scomparve. 

 

"Oh, andiamo! Poteva anche slegarci a questo punto!" Santana alzò gli occhi al cielo, prima di sporsi verso la bacchetta quanto più gli stretti nastri incantati le permettevano

 

Sfiorò il legno d'Agrifoglio con la punta delle dita. Poi, la risata di Riddle risuonò nella Camera dei Segreti.

E la bacchetta fu in mano a Santana.

I nastri si sciolsero e le ragazze furono libere di rimettersi in piedi. Riddle non diede segno di volerle legare nuovamente. Forse, sperava di godersi lo spettacolo il più a lungo possibile.

Santana fece un passo avanti, schermando il più possibile Brittany, dietro il suo corpo. 

 

"Santana, è inutile che tu ti metta tra me e la tua sudicia Mezzosangue. Non è da me, che dovrai proteggerla stanotte." 

 

Tom mostrò i suoi denti perfetti ancora una volta, in un ghigno sicuro, mentre uno strano rumore giungeva alle loro orecchie. Qualcosa sciabordava all'interno della bocca di pietra di Salazar. Qualcosa che emetteva un rumore viscidamente simile a quello dello strisciare di un serpente. Ma enorme. 

Santana strinse la presa sulla bacchetta, il cervello che lavorava frenetico alla ricerca di qualsiasi possibilità di fuga. Non ce n'erano. 

Un sibilo più forte fece sobbalzare Brittany, e Santana finalmente comprese. 

Il mostro di Serpeverde era un Basilisco. Ovviamente

 

"Chiudi gli occhi! Non riaprirli per nessun motivo al mondo, Brittany!" urlò, mentre il Basilisco faceva la sua orrida comparsa dalla parete

 

Alla cieca, Santana lanciò vari quanto evidentemente inutili incantesimi contro il serpente di Serpeverde. Non demorse, nemmeno quando udì la risata di scherno di Tom. 

 

"Andiamo, puoi fare di meglio, Santana." il suo tono rasentava la noia

 

"Confringo!"

 

L'incantesimo esplose dalla punta della sua bacchetta e la fece volare indietro per una decina di metri, per poi atterrare dolorosamente sul duro pavimento d'onice. Aprì gli occhi di riflesso ed estrasse una scheggia di pietra dal fianco, fu in quel momento che si accorse di avere la mano destra libera dalla salda presa di Brittany. Saltò in piedi e vide una muraglia di macerie davanti a sé dovute alla forza esplosiva dell'incantesimo. Guardandosi intorno alla ricerca del corpo della Corvonero, capì che doveva essere rimasta dall'altra parte. Con Riddle. E il Basilisco. 

Brittany urlò. Urlava il suo nome. 

Sentì il panico scivolarle fisicamente in ogni fibra del suo essere, riempire le vene e offuscarle la mente. 

Con un movimento secco di bacchetta, si aprì un varco tra le rovine e lo attraversò, senza più preoccuparsi di serrare gli occhi. 

Il Basilisco puntava un angolo, e strisciava con lentezza verso di esso. Riddle osservava la scena con gli occhi che brillavano, incurante del ritorno della ragazza. E Brittany, lei era rannicchiata nell'angolo, tremante e con la testa china sulle braccia. Ogni due o tre sibili del mostro, sempre più prossimo, gridava il nome di Santana. 

Poi, Riddle iniziò a parlare, guardandola fisso, mentre lei seguiva ogni movimento del Basilisco senza avere idea di come fermarlo. 

 

"Sei una Rettilofona, ma nessuno nella stirpe Lopez lo è mai stato. I tuoi poteri sono di gran lunga superiori alla media. Tua madre non ti ha mai voluto dire chi è tuo padre, colui che violentò le sue grazie Purosangui. Non ti sei mai chiesta il perché di nulla di tutto ciò?" 

 

Ora Santana lo ascoltava, ma senza capire di cosa stesse parlando. 

 

"Mio padre è morto." ribatté laconica, e Brittany smise di urlare

 

"Io mi sono chiesto spesso tutto questo. Mi sono chiesto perché tu stessi diventando più forte di me." continuò lui, senza dar peso alle sue parole "E poi ho capito. Guardaci, Santana. Guardaci attentamente." 

 

"Ferma il Basilisco se hai voglia di conversare, Tom."

 

"Fallo tu stessa, cugina."

 

Bastò quell'unica parola a farle capire dove lui stesse andando a parare. Non ci credeva.

Ma se Riddle stesse dicendo la verità? Se davvero fossero più imparentati di quanto avesse mai creduto possibile? 

Santana era una Rettilofona, lo sapeva fin da quando, da bambina, aveva allontanato quel serpente dal cortile perché a Brittany i serpenti non piacciono. Ma sapeva anche che secondo la leggenda, l'unico a poter controllare il Mostro di Serpeverde era l'Erede. 

Eppure, quando socchiuse le labbra e lasciò fuoriuscire alcuni sibili, il Basilisco si fermò. 

Chi era l'Erede di Serpeverde, allora? E Tom le aveva davvero donato la sua unica arma? 

 

Riddle rise.

 

"Tuo padre e mia madre erano figli dello stesso sangue. Siamo figli dell'inganno e della violenza. Figli dello stesso sangue." disse, tuttavia incapace di nascondere il brivido di ribrezzo 

"Lo avresti mai detto, Santana, che sarebbero potuti esistere due Eredi di Serpeverde?" voleva essere l'unico, era evidente, ma era altrettanto cosciente dell'utilità di avere qualcuno forte quanto lei dalla propria parte

 

"No! Lei non è come te!" l'eco nella stanza rese altisonante la voce di Brittany, ancora seduta nell'angolo, poco distante dal Basilisco

 

"Cosa vuoi saperne tu, sporca Mezzosangue? Crucio!" sputò, deridendola 

 

Mentre Brittany urlava di dolore e si contorceva sul pavimento, Santana percepì il freddo della paura crescere nel petto e contemporaneamente l'odio bollirle nelle vene. Le mani tremavano, ma non avrebbe saputo distinguere per quale sentimento.

Puntò la bacchetta contro Riddle, quasi senza rendersene conto. 

 

"Crucio!

 

Tom rabbrividì per un istante solo, prima di tornare a sorridere.

 

"L'elemento più distruttivo nella mente umana è la paura. La paura crea aggressività, e ciò ti rende debole, Santana." mosse lievemente il polso e Brittany smise di urlare, ma lacrime insistenti continuarono a scorrere sul suo pallido viso distorto dalla sofferenza "Guarda! Guarda cosa ti sta facendo il suo dolore. Guarda cosa ti ha fatto l'amore! Ti ha reso debole!" 

 

Santana spostò lo sguardo dalla figura di Brittany, entrando in contatto con gli occhi di Riddle, che la osservavano brillanti. 

La sua mente era sul punto di scoppiare. 

 

"Tu e io potremmo fare grandi cose, Santana. Siamo gli Eredi di Serpeverde. Il Mondo Magico sarebbe ai nostri piedi, e nessuno oserebbe mai sfidarci!" 

 

Le sue parole trasudanti di brama la colpirono. Non era quello che aveva sempre sognato? Gloria, fama, potere. E ora aveva tutto a un soffio. Serviva un'unica parola. 

 

"Santana." 

 

Fu solo un sussurro, ma le perforò il cuore come mai avrebbero potuto fare i sogni di Riddle. Lo sguardo di Santana tornò a fissarsi in quello di Brittany, senza curarsi nemmeno del Basilisco, ancora immobile dove la Serpeverde gli aveva ordinato di stare. 

E allora Santana vide cosa aveva sempre sognato. Non la gloria, non la fama. Aveva voluto l'amore, inconsapevolmente, e l'aveva lì, in quello sguardo rassegnato ad ogni sua scelta. 

In realtà, Santana non aveva scelta, non l'aveva mai avuta probabilmente. Non da quando aveva segretamente fatto amicizia con la bambina Babbana che viveva nella casa di fronte, non da quando aveva scoperto che quella bambina non era poi così Babbana, e soprattutto, non da quando aveva capito che la loro non era poi così amicizia.

Sorrise, per la prima volta quella sera. Il suo sorriso spense come lingue di fuoco nell'oceano quello di Tom, che strinse gli occhi, ora illuminati da un singolare bagliore rossastro. 

Anche Brittany sorrise, forse un po' più tristemente. Era ancora convinta che Santana non doveva morire per lei. Ma alla fine, sapeva quali grandi cose avrebbero potuto fare i due Rettilofoni insieme e forse era meglio che Tom fosse solo. Qualcuno, un giorno, lo avrebbe sconfitto più facilmente

 

"Morirai con lei, Santana." suonò come un ultimo avviso, null'altro

 

Santana sibilò ancora al Basilisco, in modo da potersi riavvicinare a Brittany. Non aveva idea di quanta autorità avesse sul mostro, ma era sicura che in uno scontro contro Riddle non avrebbe obbedito a lei. Dopotutto era stato ammaestrato mesi, per quel momento. Il momento in cui avrebbe affondato le sue zanne nella loro carne e tolto con lentezza ogni granello di vita all'avanzare del veleno nelle vene. 

Non era quello il modo in cui né Santana né Brittany avrebbero voluto morire, private anche della cognizione di loro stesse. Non avrebbero atteso la morte, supplicando Riddle di finirle. 

Bastò un'unica significativa occhiata tra loro, prima di unire le mani l'ultima volta, davanti a Tom, davanti al Basilisco, davanti alla fine.

Chiusero gli occhi, voltarono i visi verso il Mostro di Serpeverde e le loro dita tremarono, solo leggermente. Santana sibilò nuovamente. 

 

"Ti amo, Britt."

 

"Ti amo anch'io, San."

 

Poi, fu Brittany a fare il conto alla rovescia.

 

"Tre Ramore, due Ramore, una Ramora!" 

 

Santana sorrise ancora, mentre entrambe aprivano gli occhi, incontrando quelli gialli ardenti del Basilisco. 

 

 

La notte del 2 maggio 1943, Tom Marvolo Riddle cessò di esistere.

Gli occhi scuri, iniettati di sangue, che guardavano con particolare interesse i due corpi di pietra sul pavimento, riflettevano l'anima spezzata di colui che avrebbe messo a repentaglio il Mondo Magico per sempre.

Lord Voldemort era sorto. 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Jetag