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Autore: UnendIichkeit    14/12/2014    0 recensioni
Calum pensa che, se Ashton fosse una città, si sentirebbe decisamente a casa con lui.
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                                  His kisses falling over me like stars.

Calum è a conoscenza delle cicatrici di Ashton.
Più specificamente, sa che Ashton si procura cicatrici facilmente, sa delle cicatrici bianche sul suo polso, sa di quella cicatrice proprio sotto il suo ombelico.
Ne è a conoscenza e non gli importa.
-
E’ tardi, sono in una stanza d’albergo in un altro paese europeo e Calum ha dimenticato il nome della città, è sempre stato terribile con i nomi e le date, ma sa che la città che stanno guardando è fottutamente bella di notte.

Non che stia guardando la citta in sé, sta guardando Ashton che guarda la città.

E’ ipnotizzato da come sia affascinato Ashton dalle luci della città e lo ascolta blaterare sul tour, su quanto siano fortunati, che non aveva mai sognato di visitare città così belle e Calum annuisce, concorda in silenzio, vuole dirgli quant’è fortunato a visitare queste città con Ashton.

(I paesi e le città non gli erano mai interessati in realtà malgrado la loro bellezza, e gli dispiaceva, ma poi guardava Ashton e si ricordava ancora una volta del perché stava facendo tutto questo.)

Ashton gli strattona la mano, allontanandosi dal cielo notturno, premendo la bocca sull’angolo delle labbra di Calum, un bacio casto, morbido e vulnerabile e Calum rabbrividisce.

“Vieni,” sussurra Ashton e lo porta dentro, via dal balcone e lascia la porta aperta perché fa caldo fuori, è ancora bello per una notte in giro in Europa ma Calum non ci presta molta attenzione.

Sta guardando Ashton, guarda come fruga tra la borsa e poi sparisce nel bagno, la luce fuoriesce dal bagno nell’hotel buio e Calum lo segue, si appoggia allo stipite della porta e lo guarda cambiarsi dai suoi skinny jeans e dalla canottiera, lasciando entrambi gli indumenti sul pavimento e lasciando Ashton coperto solo dai boxer.
Ashton si accorge di lui nello specchio e ridacchia, un suono tranquillo echeggia nel silenzio che li accompagna e il cuore di Calum aleggia al suono e accenna un sorriso, il primo vero sorriso sul suo volto dopo giorni.

(Solo Ashton poteva fargli quello, solo Ashton poteva farlo sorridere grazie alla sua risata, solo Ashton poteva farlo stare meglio quando si sentiva giù e sa che non fa bene dipendere così tanto da qualcuno ma cazzo Ashton è il suo migliore amico e non poteva farne a meno quando Ashton gli sorride, con le fossette in vista, facendolo innamorare di lui ancora una volta.)

Ashton spegne la luce del bagno e si ritrovano petto contro petto sulla soglia della porta e Calum può sentire il suo cuore battere sempre più forte quando Ashton si piega in avanti e le loro labbra si sfiorano.

Ci sono due letti nella loro camera d'albergo, ma quello sul lato destro resta inosservato quando inciampano al letto più vicino a loro, le ginocchia di Ashton colpiscono il bordo di esso e poi è seduto, fissando Calum con le labbra livide e gli occhi dolci. Calum si sente improvvisamente vulnerabile, come un cervo nei fari, e il petto gli stringe e si china a premere un bacio sulle labbra, staccandosi pochi istanti dopo, senza fiato e si sente in imbarazzo, perché loro non sono mai stati così, erano raramente vulnerabili baci e tocchi morbidi, erano sempre un mordersi le labbra e un gemere, uno spingere e un tirare fino a quando uno di loro non cedeva.

(Ma alcune notti, erano mani intrecciate, timidi sorrisi e teneri baci e Calum pensa che gli piaccia di più questa versione di loro.)

Ashton lo sta tirando più da vicino, le loro labbra si incontrano di nuovo e poi sono entrambi sul letto, Calum è a cavallo sul ragazzo più grande e lo sta guardando, si sente il suo battito cardiaco e preme un altro bacio sulle sue labbra per scacciare quel dolore da sé, sta mettendo tutto quello che non può dire nel bacio, tutta la sua disperazione, la sua paura e il suo amore. Ashton capisce, perché lo fa sempre, e risponde al bacio, non si muove, e le sue mani sono sui fianchi di Calum, tirandolo ancora più vicino a lui.
Calum muove i fianchi lentamente e Ashton chiude gli occhi, lasciando fuori un gemito ansimante e Calum si china per pizzicargli il collo, dolcemente, in modo da non lasciare un segno.

"Calum," Ashton espira e la sua voce è roca e bassa e Calum deglutisce, si sente indurire, scuote di nuovo i fianchi, in modo provocante, perché di solito è Ashton a stuzzicarlo ma ora che ha il più grande che si contorce sotto di lui, riacquista sicurezza in sé e si lecca le labbra, notando come gli occhi di Ashton traccino il suo movimento.
Calum rallenta quando sente il corpo di Ashton irrigidirsi sotto di lui ma continua ad andare ad un ritmo costante, ed è ancora troppo caldo nella camera d'albergo e stanno entrambi sudando ed è scomodo dato che Calum ha ancora i pantaloni addosso, ma poi Ashton gli sta afferrando i fianchi e le sue unghie stanno scavando nella pelle e ha gli occhi chiusi dal piacere, mordendosi le labbra per la frustrazione quando viene e Calum da ancora un’ultima spinta prima di girarsi dalla sua parte, a guardare Ashton.
Il ragazzo più grande è ansimante, ma quando apre gli occhi per guardare Calum sta sorridendo e rotola su un fianco per guardarlo, un piccolo sorriso striscia sul volto di Calum.

Ma poi Ashton si sta muovendo, a cavallo su Calum e sta sorridendo, ha un luccichio malizioso negli occhi e Calum può sentire il suo polso che viene afferrato quando alza gli occhi e sorride al più grande.

“Che cosa hai intenzione di farmi, Ash?" chiede, con voce calma nella camera d'albergo.

Il ghigno di Ashton non vacilla, al contrario, blocca le mani di Calum sopra la sua testa e si china per lasciare un bacio su entrambi i polsi, sentendo il battito cardiaco aumentare sotto le sue labbra.

“Preferisci che te lo spieghi o che te lo mostri?” sussurra contro la sua pelle e Calum deglutisce.

“Mostramelo,” pronuncia con voce roca e debole, ogni traccia della sua sicurezza era sparita.

E sì, Calum è stato in molte belle città, ma niente è bello come Ashton sopra di lui, a centimetri dalla sua bocca.
-
Passano il loro giorno di riposo nella loro camera d'albergo, non facendo praticamente nulla.

Ashton si alza intorno a mezzogiorno per fare una doccia e Calum rimane a letto, ascoltando l'acqua e la voce di Ashton cantare dolcemente una canzone sconosciuta.

Potrebbe abituarsi a tutto ciò, pensa.

Potrebbe abituarsi a svegliarsi con Ashton al suo fianco, con le labbra socchiuse, ancora addormentato.

Potrebbe abituarsi ai loro vestiti sparsi con noncuranza sul pavimento e al letto vuoto affianco a loro, al suono del respiro di Ashton, ai suoi capelli ricci anche più scombinati del solito.

E poi si rende conto, si era già abituato a tutto quanto, vuole che questa sia la loro vita di ogni giorno, vuole svegliarsi con Ashton che canta sotto la doccia, vuole essere la prima persona che vede al mattino, vuole tutto questo e anche di più.

"Ash?”, grida quando sente l'acqua fermarsi e poi c'è Ashton sulla soglia del bagno, con l’acqua che gocciolava ancora dai suoi capelli e dal petto per finire sul pavimento, l’asciugamano legato intorno alla vita e il respiro di Calum gli si intoppa in gola, perché questo era il ragazzo di cui era innamorato e che lo amava.

(Anche se, tecnicamente, non hanno mai usato la parola amare, entrambi l’hanno già detto innumerevoli volte, con i loro baci, sorrisi e tocchi.)

“Sì?” chiede Ashton. “Che succede?”

“Sposiamoci,” dice Calum e gli sorride, seduto in posizione eretta con le lenzuola che gli cadono dal petto e si appoggia contro la testiera.

"Sposarci?" Ashton chiede, ma poi un sorriso si forma sul suo volto. "Certo, sposiamoci."

"Ottimo, è deciso allora."

"È così che me lo chiedi?” Ashton chiede, ridacchiando e si dirige verso il letto, chinandosi a premere un bacio sulle labbra di Calum e il più giovane lo tira più vicino, senza preoccuparsi di come Ashton sia ancora bagnato dalla doccia.

"Sposiamoci ora" Calum dice tra baci e Ashton si lascia sfuggire una risata silenziosa, sedendosi sul bordo del letto.

“Perché la fretta improvvisa?”

Calum fa spallucce. “Non lo so. Mi piace l’idea di essere sposati, sai?”

“Con me?” Ashton sta ancora sorridendo ma la sua voce vacilla quando glielo chiede, con incertezza nelle sue parole.

Calum gli avvolge un braccio intorno alla vita e gli lascia piccoli baci sul collo, respirando il suo profumo. "Sì, con te," sussurra e un brivido corre lungo la schiena di Ashton, ma poi si gira.

“Forse dovremmo dirlo agli altri,” borbotta e Calum annuisce, con la bocca ancora sul collo di Ashton.

“Cal,” Ashton sussurra ed è di nuovo l’incertezza nella sua voce che fa sedere Calum dritto.

“Non ora,” dice con un lieve sorriso sul suo volto, e Calum sa che si sta riferendo alla domanda che gli ha posto. Prima che possa rispondere, Ashton lo batte sul tempo.

“Ma presto.”

E Calum gli sorride, il suo battito cardiaco aumenta e sa che stava scherzando (più o meno), e sa che Ashton la pensa allo stesso modo ma sono queste due piccole parole che fanno in modo che Calum prema un altro bacio contro le labbra del più grande, senza mai far vacillare il suo sorriso.
-
Non sa esattamente cosa siano.

Sa per certo che stanno assieme – non l’hanno veramente mai confermato ma il fatto che condividano sempre le camere d’hotel, che quando sono al Soundcheck Ashton baci velocemente il collo di Calum prima di sedersi dietro la batteria, o che quando è ora di fare colazione il mattino seguente succhiotti coprono il collo di Ashton e Luke esprime un suono di lamento mentre Michael segretamente batte il cinque a Calum, parla per entrambi.

E’ tutto molto semplice e loro sono grati per questo.
-
Calum ama tracciare le cicatrici di Ashton.

Le ripercorre con la punta delle dita quando stanno ancora ansimando e le lascia vagare su e giù per le cicatrici sul polso di Ashton. Sono sbiadite, ma sono ancora visibili, e Calum le traccia con la punta delle dita, come una mappa senza una meta reale.

Il corpo di Ashton è una mappa, in un certo senso.

Collega le lentiggini, le cicatrici e lividi sbiaditi sulla sua pelle e segue la strada verso un infinito nulla con le dita, a partire dalla sua coscia fino allo stomaco e al petto, al viso, fino alle braccia, alla schiena.

Il corpo di Ashton è una città e Calum potrebbe perdersi in esso per sempre.

Calum sa Ashton è insicuro del suo corpo, le sue cicatrici, quindi è per questo che trascorre così tanto tempo tracciando le sue cicatrici quando sono a letto, nella camera buia.

Le ripercorre con le dita, la bocca, lascia un piccolo bacio su alcune di esse, chiedendo ad Ashton di volta in volta di raccontargli di una cicatrice specifica.
(Ad esempio, quella sul ginocchio, e Ashton gli ha parlato della sua infanzia, di come avevano trascorso un Natale in Inghilterra e ha detto che era troppo entusiasta di vedere la neve la mattina di Natale, talmente tanto che era corso fuori in solo pigiama e stivali, ed era inciampato e caduto per terra, aveva prima male alle ginocchia e poi alla gamba, la neve era diventata scura con il sangue e avevano trovato una pietra nascosta in mezzo alla neve.

Calum aveva riso quando glielo aveva detto Ashton, il quale teneva il broncio, incrociando le braccia sul petto.

"’N’è divertente," aveva borbottato e Calum aveva sorriso prima di sedersi accanto a lui sul divano.

"Un po ' lo è," riflette, sorridendo ancora. "Sei adorabile."

"’N sono adorabile," Ashton aveva protestato, ma poi Calum lo aveva baciato, sul troppo piccolo divano nel troppo piccolo camerino, e poteva sentire Ashton sorridere nel bacio prima che Michael li interrompesse lanciandogli un cuscino addosso.)

Ashton gli racconta di ogni cicatrice che ha, anche quelle sul polso, da quando aveva sedici anni ed in un luogo buio, e gli ha detto che odiava guardarle perché gli ricordavano di un periodo della sua vita che vorrebbe lasciare dietro.

(Calum aveva in seguito baciato le cicatrici sul suo polso, con le labbra che toccavano appena la pelle, ma abbastanza per far aumentare il battito di Ashton, e Calum aveva fatto finta di non vedere le lacrime che si erano formate negli occhi di Ashton.)

Le cicatrici sono ciò che definiscono chi siamo, ciò che ci rendono persone reali, e per Calum è solo un'altra prova che Ashton era davvero lì, e aveva davvero scelto lui, aveva preso la decisione di lasciare che Calum fosse quello a baciare le sue cicatrici.

Calum ripercorre le cicatrici di Ashton ogni volta che sono a letto, i loro corpi premuti insieme, e percorre con la punta delle dita lungo il braccio, poi il petto, che collega le poche lentiggini che ha per poi comporre una nuova costellazione. Calum pensa che se avesse potuto, avrebbe costruito un universo in lui.

(Pensa che non sia necessario, però, perché Ashton non ha bisogno dell'approvazione di nessuno, non ha bisogno di sentirsi dire che lui è importante come le stelle nel cielo notturno perché lo sa, ma a volte Calum vorrebbe ricordarglielo in giorni particolarmente difettosi.)

Calum pensa che le cicatrici mostrino la forza di qualcuno, esse mostrano che è andato attraverso qualcosa di difficile, ma che ha imparato da esso ed è venuto fuori più forte e glie lo dice ad Ashton, gli dice che il suo corpo è un temporale, i fulmini attraversano le vene, e le cicatrici sono i segni di essi, ma il suo corpo è anche una città, e le cicatrici sono le strade che portano sempre a casa.

Calum pensa che, se Ashton fosse una città, si sentirebbe decisamente a casa con lui.


Spazio autrice:
Buonasera a tutti! 
In realtà non sapevo neanche se chiamarlo "spazio autrice" perchè quella che ho riportato qua sotto è semplicemente la traduzione di questa fanfic che ho amato sin da subito e che quindi ho deciso di tradurre. Date un'occhiata anche alla versione originale e fatemi sapere come vi è sembrata o se sono stata in grado di riportarla "decentemente", spero. 
Un ringraziamento special anche a quella rompicoglioni di Lisa che mi ha aiutata e sopportata tutto oggi mentre cercavo di portare a termine il mio lavoro.
Un bacio, Frankie 
  
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