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Autore: RiccioLilli    15/12/2014    1 recensioni
Le doveva ogni sorriso, e quando affidi la tua felicità ad una persona, le appartieni completamente e incondizionatamente in ogni singolo flusso di pensieri e in ogni battito del tuo cuore.
Ed era questo che Michael voleva, essere suo.
Appartenerle.
Voleva che ogni proprio sussurro, ogni sorriso, ogni respiro fossero suoi.
O forse le apparteneva già.
Come si dimentica la persona a cui si appartiene?
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LITTLE BIRD
 
Per la mia Michael’s girl preferita, nonché unico PsicoPecovo del mio cuore, mia #babbaNina ora e per sempre e persona che sto pregando con tutta me stessa di tornare a parlarmi come prima e spiegarmi finalmente che cosa le sta succedendo, perché l’unica cosa che vorrei in questo momento è starle vicino.
 
Le lacrime scendevano sulle guance di Michael mentre faceva ripartire la canzone per l’ennesima volta.
 
If we take this bird in
With its broken leg
We could nurse it
She said
 
Si sedette con la schiena appoggiata al muro, non curandosi del pavimento freddo o della chitarra lanciata con rabbia sul letto; se ne stava lì con le mani tra i capelli e gli occhi fissi sul pavimento e lasciava che le parole della loro canzone invadessero la camera.
Aveva perso il conto delle volte in cui aveva schiacciato ‘replay’.
Ogni tanto prendeva a cantare un paio di parole, prima che le lacrime lo raggiungessero ancora e il groppo in gola si rafforzasse.
 
Come inside
For a little lie down with me
If you fall asleep
It wouldn’t be the worst thing
 
Neanche una settimana prima lei era stata lì, addormentata tra le sue braccia, e lui aveva pensato per l’ennesima volta che fosse bellissima.
 
But when I wake up
Your make-up is on my shoulder
 
Per poco non colpì il muro con un pugno.
Doveva smettere di pensare a lei, faceva male, faceva più male in ogni istante, si ripeté ad alta voce, coprendo il rombo delle auto della strada vicina, dove la gente andava avanti con i propri impegni, ignara del fatto che lui stesse perdendo la sua piccola preziosa goccia di vita.
Il suo piccolo uccellino.
Cos’era senza di lei?
 
And tell me, if I lie down
Would you stay now
And let me hold you?
 
Quanto avrebbe dato per averla lì accanto, poterla stringere, abbracciare, sussurrarle quanto avesse bisogno di lei?
Ma lei non sarebbe tornata, perché sapeva che se l’avesse fatto Michael non l’avrebbe lasciata andare mai più.
 
But if I kiss you
Will your mouth read this truth?
Darling, how I miss you
Strawberries taste how lips do
 
Michael sentiva quasi la sua voce sussurrargli quanto fosse stupido; credeva davvero di poter scappare dai propri pensieri?
Dal dolore dei ricordi che ogni accenno a lei poteva procurargli?
Dal desiderio insistente di sfiorare ancora le sue labbra?
Le sue labbra che sapevano di fragola, e che in quello stesso momento erano su un aereo diretto dall’altra parte del mondo, e questo perché lui l’aveva lasciata andare.
 
And it’s not complete yet
Mustn’t get our feet wet
Cos that leads to regret
Diving in too soon
 
Michael era da tempo una conchiglia vuota che sapeva provare solo dolore; menefreghismo allo stato puro.
 
Se non fosse stato per lei.
Lei era l’unica.
Lei era l’eccezione.
Lei sapeva farlo impazzire con poche parole.
Lei aveva tra le mani l’altro capo del lungo e sottile filo che era la sua vita.
E l’avrebbe avuto sempre.
 
Tira, la supplicava mentalmente, correrò da te.

And I’ll owe it all to you
My little bird
My little bird

Le doveva ogni sorriso, e quando affidi la tua felicità ad una persona, le appartieni completamente e incondizionatamente in ogni singolo flusso di pensieri e in ogni battito del tuo cuore.
Ed era questo che Michael voleva, essere suo.
Appartenerle.
Voleva che ogni proprio sussurro, ogni sorriso, ogni respiro fossero suoi.
 
O forse le apparteneva già.
Come si dimentica la persona a cui si appartiene?
 
If we take a walk out
In the morning dew
We could lay down
So I’m next to you
 
Nina stava raggomitolata sul sedile dell’aereo, e osservava le persone affannarsi per trascinare le valigie a bordo o per trovare il proprio posto sul veicolo.
C’erano decine di persone intorno a lei, ma mai come in quel momento si era sentita sola.
Nessuno sembrava notare i suoi occhi rossi o le lacrime che minacciavano di bagnarle le guance, ma Nina sapeva che era meglio così, perché solo una persona aveva il diritto di asciugargliele.
Quella persona che si stava lasciando indietro.     
 
Forse, se in quel momento non stesse stringendo tra le mani un biglietto aereo per New York, Nina si sarebbe sdraiata sul prato con Michael quella sera, e non le sarebbe importato dell’erba pungente o dell’aria fredda che tirava, o dei nuvoloni che minacciavano pioggia da quella mattina, così come le sue lacrime minacciavano pianto da diversi giorni; non le sarebbe importato perché almeno sarebbe stata accanto a lui.
 
Come inside
For a little home-made tea
If you fall asleep
Then at least you’re next to me
 
Non sentì l’avviso del ritardo del volo, né la voce della hostess che le chiedeva se volesse qualcosa da bere.
Aumentò il volume della canzone in ripetizione continua nelle proprie cuffie, mentre sillabava ogni parola una per una.
Chiuse gli occhi e quasi sorrise immaginando la propria voce intrecciarsi con quella di Michael.
 
Una manciata di giorni prima era seduta sul divano sotto una coperta con un tè caldo stretto tra le mani, una mano gentile ad accarezzarle la guancia, una voce che sembrava quella di un angelo nell’orecchio.
Quella di un uccellino, si corresse.
Il suo piccolo uccellino.

And if I wake up
You see, it’s late, love
Go back to sleep
 
Si era addormentata con la testa sulla sua spalla e aveva sognato una voce amorevole che le assicurava che l’avrebbe tenuta tra le proprie braccia per sempre.
Che non l’avrebbe lasciata cadere, non più.
Che non avrebbe più lasciato alle lacrime bagnare le sue pallide guance.
 
Ma quando si era svegliata, non c’era più nessun dolce sussurro e nessuna spalla a cui appoggiarsi.
Michael aveva trovato il biglietto che sua madre le aveva mandato, insieme alla sua lettera in cui le assicurava che l’avrebbe ospitata nella propria casa a New York finché avesse voluto.
 
Sia Michael che sua madre sapevano quanto Nina non potesse più sopportare di stare suo padre.
Era stanca delle sue angherie, delle sue urla e delle sue bugie.
Diceva che avrebbe smesso, che le avrebbe dimostrato che per lei avrebbe fatto qualunque cosa, ma ogni sera era ancora lì in cucina con le sue bottiglie di birra che Nina sospettava amasse più di quanto amasse lei.

I’m covered by nature
And I’m safe now
Underneath this oak tree
With you beside me

Michael sapeva più di chiunque altro quanto lei soffrisse in quella casa; ne parlavano spesso mentre si trovavano sotto la grande quercia al parco che era diventata la loro quercia, sotto cui ascoltare la loro canzone.
Nina si maledì mentalmente dopo quel pensiero.
Non doveva più esistere un loro tra lei e Michael.

But if I kiss you
Will your mouth read this truth?
Darling, how I miss you
Strawberries taste how lips do
And it’s not complete yet
Mustn’t get our feet wet
Cos that leads to regret
Diving in too soon
 
Nina ricordava ogni parola che lui le aveva urlato.
Sapeva alla perfezione che dietro quella cattiveria c’era soltanto il desiderio di spingerla verso una vita migliore; Michael sapeva benissimo che lei per lui sarebbe restata e avrebbe sopportato ancora per mesi.
Ma la ragazza non riusciva a capire come lui avesse potuto ignorare come lo stesse supplicando di smettere.
Gli urlava con gli occhi che sarebbe bastata una sua parola per farla restare, ma lui lo sapeva già.
Le sue lacrime scorrevano senza controllo mentre lui continuava ad urlare; ogni sua parola la spingeva sempre più in basso.
La stava lasciando cadere, ancora.
Cadeva nel buio della solitudine e lui non faceva niente.
Come poteva non capire che lui le bastava ad essere felice?
Neppure suo padre era capace di spegnere il sorriso e di sotterrare la forza che solo lui sapeva darle.
 
And I’ll owe it all to you
My little bird
My little bird
My little bird
My little bird


Nina riemerse da quel mare di ricordi solo quando si accorse che le lacrime le erano finalmente sfuggite dagli occhi, ma non c’era alcun sollievo in quel pianto disperato.
Doveva troppo a Michael per lasciarlo andare, ma parte di quel ‘troppo’ erano lacrime versate silenziosamente sul cuscino mentre il silenzio che lui riempiva di solito con la sua risata la opprimeva e la colpiva con i pensieri più dolorosi.
Michael sapeva farsi perdonare, ma lei non sapeva dimenticare.
Era quasi in fondo al baratro, ed era stanca di cadere.
Doveva scappare dalle sue parole dure, ma anche dai suoi timidi ‘ti amo’ sussurrati nel buio. 
Come si scappa dalla persona a cui si appartiene?

And of all these things
I’m sure of
I’m not quite certain
Of your love
 
Michael era in piedi.
Aveva la risposta.
Non poteva dimenticarla.
 
Aveva promesso.
Promesso di non dimenticarla, di amarla fino alla fine, di aspettarla anche per sempre e di non lasciarla andare, e milioni di altre promesse che non sempre sapeva mantenere, ma in quello stesso momento si promise di mantenerle tutte.
E l’avrebbe fatto.

And you made me scream
But then I made you cry
When I left that little bird
With its broken leg to die

Basta farmi urlare, basta farla piangere, sussurrava Michael mentre si infilava le scarpe.
Non lascerò morire quel mio piccolo uccellino.
Saltò in macchina; l’aeroporto non avrebbe certo aspettato lui.
Si concesse soltanto un secondo per inviare un veloce messaggio.
Guidò come un pazzo infischiandosene di semafori e cartelli, perché l’unica cosa che aveva in mente era il suo volto.
Parcheggiò frettolosamente e corse come un pazzo.
Si fermò ansimando davanti al tabellone degli aerei in partenza.

But if I kiss you
Will your mouth read this truth
Darling, how I miss you
Strawberries taste how lips do
And it’s not complete yet
Mustn’t get our feet wet
Cos that leads to regret
Diving in too soon
 
Si accasciò a terra, in ginocchio.
L’aereo era partito.

But I’ll owe it all to you
My little bird
My little bird woah oh oh
 
Una decina minuti prima che l’aereo partisse, Nina aveva esaurito le lacrime.
Nessun messaggio, nessuna chiamata.
La stava davvero lasciando andare così?
Cadde senza accorgersene in un sonno senza sogni.
Venne svegliata da una hostess che la avvisò che l’aereo stava per atterrare.
Non reagì.
 
Si sentiva vuota.
Se n’era andata davvero.
Via da suo padre.
Via da Michael.
Via dai suoi incubi e dai suoi sogni.
 
Forse se Nina non si fosse addormentata avrebbe visto subito il messaggio di Michael, e le cose sarebbero andate diversamente.
 
My little bird
 
Forse sarebbe corsa giù dall’aereo e avrebbe mandato a puttane tutti i propositi di dimenticare.
 
My little bird

Michael era distrutto.
Per una settimana rimase chiuso in camera, solo, a cantare le stesse parole della stessa canzone, quelle che aveva scritto in quel messaggio che avrebbe dovuto in qualche modo sistemare tutto.
 
Quelle stesse parole che trovò una settimana dopo scritte su un foglio bianco piegato con cura dentro un busta, insieme a un biglietto di sola andata per New York.

"You’re my little bird."
 
  
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