LA MANO

Quella mattina mi svegliai con una sensazione strana allo stomaco. Per essere un lunedi ero fin troppo di buon umore. Il fatto è che avevo passato tutto il fine settimana a parlare con lui. Già, Lui. Finalmente lo avrei rivisto. Lungo la strada per arrivare alla stazione continuavo a sorridere tra me e me. Stringevo forte il vocabolario al petto e pensavo a lui. Non avevo mai pensato a lui. Non in quel modo. Era il mio migliore amico. Ma era così bello! Più alto di me, con quel ciuffo che gli ricadeva sempre dietro le lenti degli occhiali e copriva i suoi occhi chiari. Quando lo vidi stringeva con una mano il vocabolario e aveva le guance rosse per il freddo. Aveva anche quel buffo cappello grigio che gli schiacciava i capelli sulla testa. Gli sorrisi e lui ricambiò, avvicinandosi.
<< Buongiorno >>
<< Buongiorno >>
Mi sentii così stupida in quel momento. Io ero tanto imbarazzata, ma lui sembrava tranquillo, come se le nostre conversazioni di appena un giorno prima non importassero.
Come tutte le mattine mi avvicinai al marciapiede dei binari e iniziai a percorrerlo in equilibrio. C’ era una fitta nebbia e in lontananza si vedevano solo le luci delle macchine che passavano sul ponte. I binari svanivano poco più avanti inghiottiti dal nulla. Stavo fissando quel panorama quando mi si avvicinò.
<< Cosa fai? >>
<< Nulla >> risposi io.
<< Il treno sta per arrivare, vuoi forse morire? >>
<< Credimi, la risposta non ti piacerebbe.v>> Beh, era vero.
<< Sul serio? >> Mi prese per il braccio libero e mi portò accanto a lui, lontana dai binari.
Ci guardammo negli occhi per un istante, poi distolsi lo sguardo e mi girai dall’altro lato. Il cuore palpitava e io volevo farlo smettere. Avevo la sensazione che il suo rumore si potesse sentire anche da fuori e non  volevo che lui sentisse.
<< Stai bene? >> Mi chiese venendomi davanti.
Alzai il viso e incontrai i suoi occhi. Ma questa volta continuai a fissarli. Non avevo mai capito di che colore fossero prima di allora. C’ era un po’ di verde, ma per il resto erano grigio-azzurri. Ed erano grandi. Così vivi. Così caldi.
<< Sto bene >> Gli sorrisi.
Inaspettatamente mise una mano sulla mia guancia e accarezzò la piccola voglia acanto all’occhio sinistro.
<< Non vorrei mai che ti succedesse qualcosa >> Lui continuava a sorridere e io non sapevo che fare. Mi vennero in mente tutte le parole che mi aveva scritto, parole che non si dicono nemmeno alla tua migliore amica. Il cuore mi martellava nel petto e riuscii solo a forzare a mia volta un sorriso.
La sua mano era ancora lì, calda e il suo profumo mi sembrava il più buono che avessi mai sentito.
<< Lo so. Grazie >>
Il treno arrivò proprio in quel momento e con ancora gli sguardi incrociati lasciai che la sua mano prendesse la mia. Il vento freddo che il treno portava con sé mi colpì lì dove prima c’era la sua mano. Quella mano morbida che adesso teneva la mia stretta abbastanza da non lasciarmi scappare, ma senza farmi troppo male da voler fuggire.
                                                                                                                                                        SaraSkye

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