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Autore: Chu    15/12/2014    1 recensioni
Raccolta eterogenea di flash-fic/oneshot ispirate ai prompt della Klaine Advent Drabble Challenge.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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The Klaine Advent Challenge Day 15 Occasion

Avvertimenti per questo capitolo: first meeting AU, stupidità diffusa

Caduto davanti

Erano mesi che cercava una scusa per parlare con il ragazzo carino con cui frequentava il corso di ballo: aveva provato ad inventarsene di ogni genere eppure, ogni volta che prendeva coraggio e decideva che sì, oggi è la volta che gli chiedo d’uscire, i suoi piedi lo portavano verso la porta e lui si ritrovava nel corridoio della NYADA a darsi dell’imbecille.

I suoi amici non ne potevano più di sentirlo struggersi per Occhi Blu (era stato il suo soprannome per settimane, prima che Blaine scoprisse il suo vero nome, ovvero Kurt; ma alla fine il nomignolo era rimasto); se all’inizio Sam si era profuso in mille consigli, incoraggiandolo ogni volta, adesso gli lanciava solo un’occhiata delusa ed esasperata ogni volta che lo vedeva tornare a casa con la faccia lunga perché aveva fallito. Di nuovo.

Non sapeva nemmeno per quale motivo fosse così reticente; forse doveva essere il modo in cui Kurt si atteggiava, come alzava il mento con portamento fiero nonostante a volte non riuscisse ad eseguire i passi di danza. O quando li sbagliava in tronco e Blaine lo trovava assolutamente adorabile, col viso rosso d’imbarazzo e lo sguardo feroce di chi non accetta di essere meno che perfetto.

Quindi ecco: erano mesi che voleva una scusa ed ora gli era letteralmente caduta davanti ai piedi.

Quel paio di mutande (sfuggite alla borsa di Kurt proprio davanti ai suoi occhi) erano la sua occasione, eppure… Non era esattamente l’ideale.

Amico, se non lo fai tu lo farà qualcun altro, lo istigò la voce di Sam e Blaine afferrò la biancheria (pulita, certo) prima che potesse farlo quel bellimbusto che occhieggiava Kurt come un maniaco dall’inizio del corso. Beh, non che lui non occhieggiasse, sperava solo di risultare meno inquietante.

“Ehi!” chiamò, correndo dietro ad Occhi Blu, le mutande strette fieramente in una mano. “Ehi, Kurt!”

Kurt si voltò dopo un altro richiamo e lo guardò confuso, ma con un piccolo accenno di sorriso a piegargli le labbra. “Sì, Blaine?”

Oddio, sapeva il suo nome!

… Certo che sapeva il suo nome, il professore lo chiamava di continuo a fare dimostrazioni davanti alla classe – o lo richiamava di continuo quando si distraeva per… uhm, controllare che Kurt stesse facendo i movimenti giusti. Non che l’avesse mai corretto, non era compito suo e poi era troppo distratto dalla curva del suo…

“Quelle sono le mie mutande.”

Blaine tornò con la testa al presente sentendo il tono lapidario di Kurt; quando vide la sua espressione, a metà fra l’orripilata e l’impanicata, si affrettò a mettergli la biancheria in mano e ad alzare la mani in segno di difesa.

“Ti sono cadute dalla borsa! Ho pensato che potevano serviti per dopo e quindi le ho raccolte, ma non era assolutamente mia intenzione toccare la tua biancheria intima, voglio dire, non sono un maniaco o qualcosa del genere, ho solo pensato che… ecco, magari ti servono e…”

Kurt, sorprendentemente, smise di guardarlo con panico e orrore e ridacchiò davanti a quel fiume di parole; poi le sue guance si tinsero di un rosso brillante, mentre nascondeva le mutande nella borsa.

“Ti ringrazio…” borbottò, senza riuscire a guardarlo in viso. “È una cosa terribilmente imbarazzante, ma sei stato molto gentile, perché, uhm, sì, mi servono per cambiarmi dopo e… Grazie, insomma.”

Blaine lo guardò trasognato, incantato dal modo in cui si mordicchiava il labbro con imbarazzo; e quel rossore era semplicemente delizioso e – “Vuoi uscire con me?”

Kurt alzò la testa di scatto, guardandolo con gli occhi larghi di sorpresa, mentre nella sua testa una vocina molto simile a quella di Sam esultava. Lui invece continuava a ripetersi: bravo, Blaine, mossa estremamente scaltra e raffinata, complimenti!

“Vo—voglio dire… Possiamo prendere un caffè, qualche volta… Oppure… oppure mai, dimentica che io abbia mai parlato o che sia mai esistito,” balbettò, facendo un passo indietro. Non appena Kurt si fosse allontanato avrebbe cercato il modo più veloce per scavare una fossa e andare a sotterrarcisi per il resto della sua vita, perché era certo che non si sarebbe mai ripreso dall’imbarazzo e dell’umiliazione.

Kurt però gli sorrise, gli occhi che brillavano divertiti e quasi increduli. “Per me va bene,” disse con voce ridotta ad un sospiro – sperava – deliziato. “Voglio dire, per il caffè… Va bene.”

“Sul serio?” chiese Blaine, sconvolto.

“Sì… Uhm, ora?”

“Ora… io…” balbettò mentre il suo cervello dichiarava fallimento e di vedersela da solo: lui era troppo intento a tentare di spiegarsi il significato delle parole di Kurt, perché all’improvviso aveva smesso di comprendere la sua lingua madre.

“Se—se non hai da fare, ecco,” disse Kurt, con voce incerta.

Blaine annuì stupidamente. “,” quasi pregò. “Andiamo, ora, sono… Okay.”

Kurt ridacchiò di nuovo, ma quando gli si affiancò e le sue dita sfiorarono le sue Blaine pensò che andava tutto bene. Almeno stavolta Sam non l’avrebbe guardato con compassione una volta tornato a casa.







Eeee... sono in pari! Quindi da domani una fic al giorno fino alla Vigilia ;)
  
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