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Autore: _antigone    15/12/2014    3 recensioni
{Future!fic; stydia&sons; jeep; the notebook}
Nei suoi sedici anni di vita, Andy Stilinski aveva imparato a cogliere le occasioni, e la voglia improvvisa di suo padre di lasciarlo guidare la sua amata jeep azzurra era fra quelle.
Perciò quando l’uomo, alle otto e trenta di quella mattina di domenica, gli aveva proposto di fare “solamente un giretto col proprio vecchio”, Andrew aveva annuito vigorosamente e l’aveva seguito fuori di casa, entusiasta, stando attento a non svegliare la sorella.
[...]
«CHE COSA DIAMINE STATE FACENDO, VOI DUE?»
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Di jeep azzurre e famiglie diversamente normali'
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I don't wanna watch The Notebook another time!






Nei suoi sedici anni di vita, Andy Stilinski aveva imparato a cogliere le occasioni, e la voglia improvvisa di suo padre di lasciarlo guidare la sua amata jeep azzurra era fra quelle.
Perciò quando l’uomo, alle otto e trenta di quella mattina di domenica, gli aveva proposto di fare  “solamente un giretto col proprio vecchio”,  Andrew aveva annuito vigorosamente e l’aveva seguito fuori di casa, entusiasta, stando attento a non svegliare la sorella.
«Giusto un giro, okay?» ribadì per l’ennesima volta Stiles, un dito alzato e la fronte aggrottata.
«Sì, papà» asserì con tono annoiato lui, camminandogli affianco, «Ma posso sapere perché mi hai tirato fuori dal letto alle otto di mattina per farlo?»
L’altro non rispose subito, troppo impegnato a giocherellare con le chiavi fra le sue mani. «Otto e trenta, veramente.» specificò facendo inarcare un sopracciglio al figlio, «e poi… be’, tua madre è uscita poco fa per fare la spesa.»
Andrew si fermò all’improvviso. Era impallidito, e suo padre si era voltato verso di lui, sorpreso dalla sua reazione.
«Che c’è, Andy?»
«Lo stiamo facendo di nascosto.» mormorò il ragazzo sgranando gli occhi tra l’azzurro e il verde. «Lo stiamo facendo di nascosto, non è vero?»
Stiles sospirò, passandosi una mano sulla nuca. Andrew capì subito che aveva indovinato.
«Non direi proprio così.»
«E come diresti?»
«Direi… be’, direi che occhio non vede, cuore non duole.» bofonchiò il trentenne.
«Che sarebbe la medesima cosa!» esclamò Andrew alzando le braccia al cielo. L’uomo si accigliò.
«Ehi, Andy bello, ascoltami attentamente. Non utilizzare termini tipo medesima per farmi sentire più in colpa, perché tua madre, devi sapere, è la regina dell’arte del “facciamo sentire Stiles in colpa” e quindi, indovina un po’, sono abituatissimo. » disse Stiles avvinandosi, al che Andrew si ritrovò a deglutire, preoccupato, «E poi, tu non dovresti rompere. Ti sto per fare usare l’auto! Sai quanti sedicenni vorrebbero farlo ma i genitori non glielo permettono?»
Non ha tutti i torti, pensò il ragazzo fissando gli occhi castani di suo padre.
Era bravo a cogliere le occasioni, sì, ma mentire a sua madre, sinceramente, lo spaventava a morte. Nella loro famiglia funzionava così: lui od Allison facevano una sciocchezza e loro padre si arrabbiava. Loro madre, dopo un po’, li difendeva e tutto finiva bene.
Quando combinavano qualcosa di grosso, invece, era loro madre ad alterarsi. E gliela faceva pagare per una settimana come minimo, mentre loro padre se ne lavava per bene le mani.
«Hai… hai ragione» ammise arrendendosi. Stiles sorrise lievemente.
«Concordo perfettamente, ragazzo. Ed ora seguimi.»
Andrew ubbidì, sistemandosi la maglietta nera messa in fretta e furia e passandosi una mano sui capelli castani. Quando salì al posto del guidatore con suo padre a destra non poté fare a meno di sorridere. Non aveva ancora la patente, ma se la cavava bene e le rarissime volte in cui aveva guidato non aveva combinato nulla di male.
Inutile dire che sua madre non fosse affatto d’accordo. A Lydia Stilinski non andava proprio giù l’idea che suo figlio salisse su quel catorcio, come chiamava lei la jeep che suo padre si ostinava a tenere, e che quest’ultimo ogni volta difendeva valorosamente.
Ed Allison, che non sarebbe mai salita su quella sottospecie di jeep, come aveva detto un giorno arricciandosi una ciocca rossa, le dava un sacco di soddisfazioni sul fronte auto.
Andrew mise in moto, elettrizzato, e Stiles si allacciò la cintura, quando un urlo quasi del tutto non umano gli invase le orecchie e gli fece gelare il sangue nelle vene.
«CHE COSA DIAMINE STATE FACENDO, VOI  DUE?»
Oh oh, pensò Andrew spegnendo il motore all’istante, mentre la figura di Lydia si stagliava di fronte all’auto, minacciosa nonostante la gonna bianca e la camicetta rossa del tutto innocente.
«Andy!» esclamò con finto stupore Stiles slacciandosi la cintura, «Perché hai preso l’auto? Sai che io e tua madre non vogliamo che guidi!»
Andrew lo guardò con aria di sufficienza. Davvero, papà, davvero?
Il trentenne si voltò verso la moglie, fronte aggrottata e braccia conserte, e deglutì.
«Oh, non fare il finto tonto con me, Stiles» sibilò la donna, «so perfettamente che l’hai costretto tu.»
Padre e figlio scesero all’istante del veicolo, mortificati.
«Tu» Lydia indicò il figlio con un indice, «non azzardarti più a dare ascolto a questo scellerato padre che ti ritrovi» disse con durezza, e Stiles fece per andarsene, ma la moglie lo riacciuffò immediatamente, «e tu, oh, tu dovrai stare molto attento, perché ti assicuro che a fare la spesa d’ora in poi ci andrai solamente tu, visto che se me ne vado cerchi di far ammazzare tuo figlio. Per fortuna che mi ero dimenticata il portafogli.»
«Già», brontolò Stiles, «proprio una fortuna.»
Lei lo fulminò con lo sguardo.
Per poco Andrew non sorrise divertito.
«Niente computer per una settimana» asserì Lydia spostando nuovamente l’attenzione sul sedicenne, che mise il broncio, «mentre tu…» Pensò per qualche secondo alla punizione per il marito, «a te penserò dopo!» farfugliò.
«O – okay» mormorò il ragazzo titubante, «ma posso dire una cosa a mia discolpa?»
Lydia inarcò un sopracciglio, scettica. «Parla.»
«Quando ho capito che lo stavamo facendo di nascosto, inizialmente mi sono opposto» disse in fretta Andrew.
«Traditore!» esclamò Stiles indignato. «Lei potrà pure essere più cattiva, ma anche io non scherzo se mi impegno, sappilo!»
Lydia fece un cenno verso la casa e sospirò. «Vai, Andy.»
«Subito!» disse il ragazzo correndo verso la porta di casa, felicissimo di scappare da quella tortura.
I due lo osservarono entrare in casa in fretta e furia.
Dopodiché, Lydia tossicchiò, fissando il marito a braccia conserte.
Stiles portò l’attenzione su di lei, lo sguardo confuso.
«Perché mi fissi in quel modo?»
«E così io sarei quella più cattiva, eh?» sibilò con rabbia la donna ripetendo le sue parole.
«Ehm» Stiles deglutì, preoccupato, «tesoro, tu sai che stavo scherzando…»
Le sopracciglia di Lydia erano così inarcate che Stiles temette che stessero per uscirle dalla faccia.
«Era ovviamente una bugia per mettergli  paura!» proseguì.
«Sai che stai sfociando nel patetico, vero?»
La bocca dell’uomo si aprì, ma non ne uscì alcun suono.
«Sì» borbottò dopo un poco.
«Bene» cinguettò con tono falsamente contento la moglie, «perché credimi, tesoro, tra poco ci sguazzerai dentro.»
E dalla smorfia malvagia sul suo viso, Stiles capì che non lo aspettava niente di buono.
 
 

«E così la mamma vi ha beccati, eh?»
«Sì, e tieni per te i commenti taglienti, grazie.»
Sul viso di Allison comparve un sorriso divertito, cui il fratello minore rispose con un sospiro stanco.
«Sai cosa, Andy? Almeno ci avete provato.» convenne la rossa stringendosi nelle spalle. «E ti è anche andata bene, se ci pensi.»
«Lo so» biascicò il ragazzo giocherellando col lenzuolo del letto ancora sfatto dove sua sorella stava dormendo fino a poco prima. «Ho paura per papà, infatti.»
«Papà?» esclamò la maggiore, «Papà non ti farà niente, Andy, tranquillo.»
«Non hai capito» replicò Andrew. «Non ho paura per ciò che potrebbe fare a me, ma per ciò che potrebbe fare la mamma a lui.»
L’espressione briosa di Allison scomparve.
«Merda.»
«Già, credo che descriva perfettamente la situazione.»
«Lo torturerà, dici?»
Il castano annuì. «Quello di sicuro, ma in che modo?»
«Mm» mugugnò la ragazza, «forse urlandogli nelle orecchie.»
«O punzecchiandolo con la forchetta.»
«O costringendolo ad andare al centro commerciale.»
«O magari – »
I due fratelli non fecero in tempo a continuare, perché sentirono diversi gridi piuttosto preoccupanti provenienti dal piano di sotto.
Qualcosa come “Oh, no, ti prego, no!” , “E invece sì, mio caro!” e l’ultimo, quello che chiarì loro le idee:
“NON VOGLIO VEDERE LE PAGINE DELLA NOSTRA VITA UN’ALTRA VOLTA!”.
Allison scoppiò in una fragorosa risata, imitata dal fratello.
«Be’» disse tra le risa, cercando di respirare, «abbiamo capito quale sarà la tortura della mamma, non credi?»











Note:


Ehm. Non so esattamente come spiegare... ciò. Ma okay, l'idea di questa e quest'altra storia mi venne riflettendo attentamente su una fic di _eco che vi consiglio vivamente di leggere, ovvero questa qui.
Fatemi sapere cosa ne pensate e... non so a quando.
E comunque ALLISON C'E' SEMPRE.
Okay, sgommo.


P.S. VOTATE PER LA JEEP NELLA LISTA PERSONAGGI.
Va bene, mi dileguo per davvero.

 
   
 
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