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Autore: _fumihiro    16/12/2014    2 recensioni
Makoto e Haruka vivono insieme dopo aver finito il liceo a Tokyo. Però Makoto comincia ad avere dei rimpianti... Come evolverà il loro rapporto? E si sistemeranno le cose?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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"Sono a casa, Haru.", due braccia intorno alla vita dell'altro.
"B-Bentornato.", gli rispose con gli occhi fissi sulle verdure che stava tagliando.
Ormai vivevano insieme dalla fine del liceo, ma Makoto non si era ancora abituato alla freddezza con cui il suo amante lo salutava ogni giorno. Erano passati sei mesi e si aspettava che col tempo sarebbe diventato tutto più romantico e.. caloroso?
Stampò un bacio leggero sulla sua guancia e gli chiese: "Come mai già a casa? Gli allenamenti non finiscono mai prima delle 9 di sera..." guardandolo incuriosito.
Haruka distolse lo sguardo come era solito fare quando Makoto gli dimostrava il suo affetto, anche se con semplici gesti.
"Il coach ha interrotto l'allenamento. Pare che la moglie fosse in ospedale per partorire..."
"Cosa? Ma è bellissimo!", Makoto strinse le braccia intorno alla vita di Haruka e inspirò il profumo dei suoi capelli.
'Mhmm... Shampoo e cloro... Su di lui mi fa impazzire.'
Involontariamente, una mano andò ad accarezzare quei morbidissimi fili blu che quasi coprivano gli occhi.
"Haru, perché non ti tagli i capelli? Quasi non ti si vede il viso..."
"A me piacciono. E mentre nuoto non mi danno fastidio.", rispose facendo spallucce e giocherellando col ciuffo proprio in mezzo alla fronte. La sua espressione, come sempre, del tutto monotona.
Makoto lo guardò per un momento e, lentamente, lo lasciò andare fino a ritrovarsi del tutto separati, senza il minimo contatto.
"Vado a farmi una doccia."
Con passi pesanti si diresse verso la loro camera da letto, si spogliò e con solo un asciugamano intorno ai fianchi andò in bagno. Entrato nella doccia, aprì il getto di acqua calda.
"Cazzo!".
Un'esclamazione dovuta agli schizzi gelati. Makoto rimase così, immobile, sotto quella leggera pressione, con i brividi che cominciavano a scuotere il suo corpo sempre più forte. Piccole gocce gli entravano negli occhi impedendogli di vedere intorno a sé, costringendolo a chiuderli. Un piccolo gemito scappò dalle sue labbra socchiuse, gli occhi si strinsero talmente tanto da fargli vedere puntini luminosi e, inconsciamente, una lacrima sfuggì. E un'altra. E un'altra. Ma non tentò di fermarle. Sapeva che sarebbe stato inutile, che era meglio sfogare tutto subito e dare la colpa allo shampoo piuttosto che mostrarsi così in giro. Non voleva che altri potessero vedere quanto era debole.
            Debole? Tu non sei debole, Makoto. Tu ami. Ami tanto e da sempre con il tuo sorriso da batticuore. Ma, ormai, è sempre più difficile dare senza avere nulla in cambio. Che egoista. Non meriti che qualcuno stia al tuo fianco. Proprio così, saresti dovuto rimanere da solo a cercare di placare il tuo desiderio sotto una misera doccia.
I singhiozzi erano fuori dal suo controllo e l'acqua, divenuta infine calda, gli impediva di respirare normalmente. Il vapore avvolse l'intera stanza e lui si sentì in un limbo: non poteva vedere e essere visto. Sentendosi al sicuro, decise di trovare un po' di conforto in se stesso.
            Andiamo, Makoto, hai forse 15 anni?
Una mano lentamente scivolò verso il suo membro semi eretto.
            Di là, c'è qualcuno che potrebbe farlo al tuo posto, sai? Di sicuro, ti piacerebbe di più. No?
Le dita si chiusero attorno al suo sesso e cominciò a massaggiarlo con foga. Non voleva piacere, desiderava solo che tutto svanisse. Sperava che, così facendo, la sua mente si annebbiasse per quei pochi minuti che gli erano necessari per liberarsi di quel peso.
            Povero, Makoto, ma perché? Non sei felice di vivere con la persona a cui più tieni al mondo?
La sua stessa foga, gli stava facendo male.
"Ha-Haru... Ahi-"
Con la mano libera, si appoggiò alla parete di ceramica in cerca di un appiglio che trovò nella manopola dell'acqua.
            Ehi, non sei stanco di farlo ogni giorno?
"Ah!"
Un gemito strozzato fuso ad un singhiozzo.
            Respira piano, Makoto. Così ti fai solo del male.
Le lacrime, indistinte dall'acqua che pioveva su di lui, cadevano sulla sua erezione sempre più congestionata.
"Ven...go."
Con un sussulto, il suo seme si sparse sul piatto della doccia andando a sporcare quel bianco così candido.
            Guarda, Makoto, la tua essenza si riduce a quel liquido dolciastro. Non ti fa impressione vederti talmente inutile? L'acqua porta via anche quel poco di te. Perché non fai lo stesso? Perché anche tu non sparisci? Le tue mani, non vedi come sono disgustose?
Lentamente, si lasciò scivolare lungo la parete fino a sedersi sul piatto gelato. Prese la testa fra le mani e si piegò su se stesso. Non gli importava che quel fluido si infilasse fra i suoi capelli castani, desiderava cancellare la sua malinconia.
"Uh... Ngh... Basta..."
 
Erano entrambi seduti sul divano a guardare un programma divertente in TV. Haruka era seduto composto ad un'estremità del divano, mentre Makoto gli stava il più vicino possibile. In quel momento, un tizio vestito da aragosta stava rincorrendo un altro vestito da pollo per tutto lo studio. Il pubblico rideva di gusto.
"Ahahahahah Haru, guarda!", nel suo sguardo non era più visibile neanche un po' di tristezza. Unico indizio, gli occhi leggermente arrossati di cui aveva incolpato lo shampoo.
Ma Haruka sapeva: aveva sentito i suoi rantoli dal corridoio. Ogni tanto, gli lanciava un'occhiata per vedere se, mentre credeva di non essere guardato, la sua espressione subiva dei cambiamenti. Ma così non era. Era attento, Makoto. Solo quando era da solo, faceva mostra dei suoi sentimenti. Haruka appoggiò la testa sulla spalla e lasciò vagare una mano sulla sua coscia. Makoto sussultò.
"Non piangere più lontano da me."
Una lacrima tornò a rigare il suo volto.
            Visto, Makoto? Lui ti avrebbe aiutato.
"OK."
Haruka accarezzò la sua guancia e un lieve sorriso attraversò le sua labbra fino agli occhi. Makoto pensò che, in quel momento, tutta la sua tristezza sarebbe potuta svanire. Quel sorriso, il sorriso di Haruka, era riservato solo a lui.
  
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