Macchie rosse sulla seta candida.
Ecco, era avvenuto l’irreparabile.
Sapeva che quella notte sarebbe giunta.
Giaceva, immobile, su un materasso non suo, gli occhi vitrei
che fissavano la maschera gettata per terra, immersa in uno stato catatonico
che l’aveva privata di qualsiasi volontà di movimento.
L’arma usata per provocarle la ferita mortale riposava,
innocua, dietro di lei, poche ore prima affamata della sua carne, ancora
macchiata del suo sangue. La prova tangibile di quel delitto inespiabile.
Al contrario, l’assassino le aveva sussurrato parole dolci all’orecchio, così
come dolcemente l’aveva ammirata prima e dopo dell’una, delle due, delle dieci, delle cento coltellate inflittele.
Lui che sembrava volersi infischiare delle conseguenze del proprio operato e
che aveva in qualche modo contagiato anche la sua vittima impedendole di formulare
un solo pensiero razionale che non fosse il voler ripetere all’infinito quella
esperienza di trapasso.
Perché checché volesse negarlo, era quello il modo con cui
sognava di morire. Non poteva chiedere di meglio. Ma sarebbe stato perfetto se il
graduale schiarire del cielo stellato non le avesse preannunciato la nascita
del giorno.
Nascita, rinascita.
Di lì a poco il sole avrebbe illuminato i decori sfarzosi
della camera da letto, ricordandole che la vita e gli impegni –maledetti impegni!-
non ammettevano pause.
Svegliati, il dovere ti chiama.
Resta, il piacere ti persuade.
Ma il piacere sarebbe
sopraggiunto ancora, e ancora, e ancora, una droga di cui tutti sembravano essere
assuefatti e che adesso poteva provare anche lei tutte le volte che desiderava.
La primissima luce dell’alba la salutò illuminando la maschera gettata a terra
assieme al miscuglio di stoffe.
Liberò le gambe dal groviglio delle lenzuola umide, stando bene attenta a non provocare
il minimo rumore.
Si mise seduta sul bordo del materasso, stringendo forte le gambe e i pugni come
a voler cercare di riacciuffare qualcosa che non esiste più.
Lei non era più.
Adesso era un’altra.
La notte successiva sarebbe morta di nuovo, e non vedeva l’ora.
Non vedevano l’ora.
Noto con piacere (?) di star stuprando questa sezione con le mie pubblicazioni. Avrei dovuto aggiornare la long cui questa flash fa riferimento, ma tenevo a pubblicare qualcosa prima della fine dell'anno, per cui eccomi con questa non-so-di-preciso-cosa-sia che mi frullava in testa da un paio di giorni. E se non l'avete ancora capito parla di Lan Fan che ha scoperto l'ebbrezza di giocare a briscola per la prima volta.
Per i falchi di Delia spero di aggiornare entro dicembre, ma è probabile che posticiperò la pubblicazione del terzo capitolo nelle prime settimane di gennaio.
Buon Natale a chi leggerà, recensirà e preferirà.