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Autore: Cristal_Lily    16/12/2014    3 recensioni
- Io non sono come le altre persone, io non so cosa significhi amare - lo sguardo della più piccola era rivolto altrove, eppure dietro a quelle gemme fredde vi leggeva la sofferenza che stava provando in quel momento. E lei, nonostante non riuscisse a sopportare la vederla in quello stato, non era certa di poter andare avanti. Non in quel modo. Vederla vicino a quell'uomo le provocava una sofferenza che mai aveva provato.
- Neppure io ho mai amato, eppure ci voglio provare - sussurrò facendo un passo avanti, la mano tesa. Ma si bloccò quando la più piccola scosse il capo.
- Mi dispiace, non posso fare soffrire anche te - la guardò allontanarsi, restando da sola sotto quella pioggia incessante. Aveva il cuore spezzato, eppure non si sarebbe fermata.
Lei doveva essere sua.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Lo sguardo era perso, lontano, distante. Un qualcosa che per lei faceva parte della sua normalità. 
Per Amelis era normale essere distratta, essere distante da tutto e da tutti ma..da qualche settimana c'era qualcosa di diverso. Si sentiva..diversa.
La sua vita, dopo che Alisia l'aveva cacciata da casa sua, non era cambiata. A scuola tutti la trattavano male, la insultavano e la evitavano. A casa la madre continuava a fare la pazza, dava di matto ogni volta che si trovavano assieme nella loro dimora. Continuava ad uscire con quel professore, o forse era un supplente? Non lo sapeva, e sinceramente non le interessava cosa facesse o meno, si divertivano assieme, come avevano sempre fatto. O meglio, in realtà aveva iniziato a evitarlo, di tanto in tanto, non si vedevano più come prima, più volte alla settimana, ma non era nulla di serio. Certo, lui si arrabbiava, ma ad Amelis non interessava, come sempre. Non le importava quel che diceva, lei aveva altro da fare. 
Era dunque tutto come sempre, o quasi. C'era un dettagli nella sua vita che era cambiato: Alisia.
Non si erano più viste da quel giorno in quella dimora vecchia e cadente. Amelis era rimasta a lungo in quel parco, tutti i giorni, nella "loro" panchina, ad aspettarla, eppure lei non era più tornata. 
Anche a scuola l'aveva vista di rado. Non si erano più incontrate, neppure accidentalmente. 
La più piccola si era riscoperta a ricercarla con lo sguardo di tanto in tanto, e quando la notava tra la folla, la seguiva attentamente, studiandone le movenze, perdendosi nelle sue risate lontane. Chissà come mai si incantava ogni qual volta che la individuava. 
In quel momento era tranquillamente seduta nella propria aula. C'era la ricreazione in quel momento, tutti erano fuori, a divertirsi, a fumare e a chiacchierare. A lei però non andava, voleva soltanto starsene lì dentro, rilassata, lontano da tutto e da tutti. Voleva solitudine, come sempre. Nessuno la comprendeva, e non le interessava che la gente non la capisse. 
Non le interessava niente.
Eppure, nel momento in cui il proprio sguardo notò la figura della più grande, Amelis scattò appena, alzando lievemente le spalle, avvicinando il viso al vetro.
Osservò da lontano la ragazza che sembrava stare bene, felice. Rideva e scherzava con il suo solito gruppo di amici, sembrava normale, la solita leader presa da sé stessa e da nessun altro. Eppure non era così.
Le cose tra loro erano cambiate. Amelis stessa era cambiata.
Se doveva essere sincera, la giovane l'aveva in realtà sorpresa, di solito non erano mai le donne a provarci con lei, soltanto gli uomini. Vero era anche il fatto che era strano che una donna provasse ad avvicinarsi alla propria persona, generalmente la evitavano come la peste, prendendola al massimo in giro, da lontano, lasciandola poi stare quando capivano che tutto le scivolava addosso.
Ma Alisia in realtà non si era avvicinata per stringere amicizia, bensì per "distruggerla", come più volte la più grande le aveva detto. Eppure non c'era mai riuscita. 
E più avevano parlato, più la ragazza non era sembrata interessata a ferirla. Avevano iniziato semplicemente a parlare, conoscendosi leggermente, e lei..lei ne era rimasta sorpresa. Mai nessuno aveva tentato di capirla, di comprenderla più a fondo. Le aveva fatto provare nuove sensazioni, sia come persona, che come musicista. 
Poi..era semplicemente successo. 
Le erano sembrate strane quelle labbra carnose sulle proprie, diverse da quelle irruenti degli uomini. La sua pelle era liscia, il suo respiro profumato e il suo corpo sottile eppure formoso. 
Era tanto che ci pensava, e non riusciva a pensare ad altro. Il suo mondo era popolato da quelle gemme brillanti, da quei boccioli di rosa morbidi e che sapevano di fragola. 
Era strano. 
La osservava, e ad uno sguardo meno attento sarebbe potuta sembrare normale eppure..non lo era. Lei lo sapeva: Alisia era diversa anche con i suoi compagni, era leggermente più..sfuggevole.
Le rare volte che si erano incontrate nei corridoi e il suo gruppo le aveva intimato di prenderla in giro, la giovane si era sempre inventata qualche scusa e se ne era andata, senza neppure guardarla. E quelle rare volte che i loro sguardi si incrociavano, quello della più grande rifuggiva lontano, girandosi dall'altra parte e allontanandosi, il più velocemente possibile.
Anche in quel momento, quando per un istante Alisia aveva alzato lo sguardo verso la propria aula, verso la finestra ove era affacciata e l'aveva notata, subito aveva voltato il capo ed era rientrata, sparendo dalla propria vista. 
Era strano, non sapeva come comportarsi. Per la prima volta in vita sua si sentiva..strana. Nel vero senso del termine.
Rimase inchiodata alla finestra, e quando la campanella suonò, si limitò a voltarsi e a guardare il banco, senza ascoltare nessuno. Pensava solo ad una cosa. A lei. 
Le ore passarono, in fretta, senza che lei neppure ascoltasse la lezione, e quando finalmente la campanella decretò la fine della giornata scolastica, la giovane si alzò lentamente, lasciando che fossero gli altri ad affrettarsi ad uscire dall'aula. Lasciò che tutti uscissero prima di prendere la sua tracolla ed uscire, lo sguardo puntato al soffitto.
C'erano molti studenti nei corridoi, scalpitavano tutti per scappare fuori, per uscire dalla scuola e pensare al proprio pomeriggio. Amelis, invece, aveva altro da fare. E no, non aveva intenzione di uscire da scuola. 
Aveva come sempre il suo appuntamento con il professore. O quel che era. Non le importava, doveva semplicemente sfogarsi un po' con quell'uomo.
Avevano continuato a vedersi, ovviamente le cose non erano cambiate, anche se si erano incontrati sempre meno spesso. Perché? Beh, Amelis si era ritrovata occupata a seguire la più grande, non in modo ossessivo, ma di tanto in tanto si dimenticava dell'uomo e si metteva a seguire Alisia senza rendersene conto. La seguiva da lontano, osservandola e studiandola, per poi fermarsi e perderla di vista. Allora continuava con il suo cammino, forse leggermente frastornata perché, per la prima volta in tutta la sua vita, Amelis si sentiva diversa, si sentiva..quasi interessata alla più grande. No, non era un interesse morboso, forse era più giusto definirla una particolare curiosità nei riguardi della mora dagli occhi celesti. 
Era così che aveva scoperto molte cose riguardo la quotidianità della più grande.
Ma quel giorno no. Quel giorno l'aveva osservata abbastanza dalla finestra della propria aula, e sentiva la voglia di lasciarsi andare, di distrarsi un poco. 
Arrivò nell'aula tardi, come sempre, ma sapeva che l'avrebbe trovata vuota. Lui cercava sempre di ritardare, di arrivare sempre più tardi, non perché amasse farla attendere, ma perché non voleva essere visto con lei. Mai nessuno aveva avuto interesse nello stare con sé sotto lo sguardo di tutti, tutte le sue relazioni erano state nascoste, celate. Eppure Amelis non se ne era mai lamentata, e non perché fosse lei la prima a ricercare quel tipo di relazioni, ma semplicemente perché gli uomini non volevano che tutti sapessero. Stranamente erano quelli impegnati che erano sempre attratti da sé, ma lei questo non le pesava. Del resto le piaceva la relazione che si creava tra loro: era intima, era un qualcosa che non era mirato per farla stare male, ma che la scioglieva. Era una parvenza d'amore che, nonostante non influisse realmente sulla propria vita, la faceva sentire più viva. 
La giovane rimase ad osservare fuori dalla finestra, la mano posata sul freddo vetro, lo sguardo vacuo, i pensieri rivolti soltanto ad una cosa. Anzi, ad una persona.  
- Amelis - sussurrò una voce alle sue spalle, facendola girare, senza paura. Sapeva chi fosse, come sempre era lui. Era stato più silente quel giorno, forse per coglierla alla sprovvista, ma se sperava di ottenere una sua reazione, sbagliava in pieno a comportarsi in quel modo. 
- Mi mancavi. Oggi non ti ho visto in giro per scuola. Dove eri? Non mi stavi tradendo vero? - le sussurrò, divertito, continuando la sua avanzata sino a quando i loro corpi non si sfiorarono, delicatamente. La sovrastava di parecchi centimetri, era alto e robusto, possente. Le sue mani come sempre erano impazienti di toccare la propria pelle, sentiva quelle lunghe dita sui propri fianchi mentre carezzava la linea della propria figura, alzandole impercettibilmente quella maglia lunga che aveva indossato quel giorno, accompagnata soltanto da delle calze sottili, di una tonalità più scura del maglione. 
- Non mi andava di uscire dall'aula - disse soltanto, guardandolo negli occhi, immobile. Solo le sue mani si erano mosse quando lui si era fatto vicino, le sue dita si erano andate a posare sul suo petto ampio e vigoroso e lo avevano sfiorato, appena, non per dolcezza o gentilezza, semplicemente perché le piaceva toccare quel corpo perfetto, allenato. 
Eppure..qualcosa non le tornava, c'era qualcosa di diverso. Era già da un poco che non riusciva più ad apprezzarlo come agli inizi della loro relazione. Lei non aveva mai avuto più di un interesse nei riguardi di una persona, tutto sommato lei non tradiva mai i suoi amanti. Erano loro che tradivano le loro donne con la più giovane, Amelis invece era fedele, non le piaceva andare a rifugiarsi tra più braccia. Nella sua mente c'era posto soltanto per un uomo alla volta. A dimostrazione di ciò, infatti, da quando nei suoi pensieri c'era Alisia, il volto dell'uomo compariva sempre meno nella propria mente. Toccarlo non le arrecava più il piacere che provava un tempo, eppure non le andava di smettere, non ne vedeva il senso. Nonostante tutto, il suo corpo gli dava ancora piacere. Per non parlare che, inoltre, non ci sarebbe mai stato nulla tra le due ragazze. Lei non si era fatta mai problemi per il sesso della persona che aveva tra le sue braccia, non le era mai successo con una donna certo, ma non le sarebbe importato. Non era bigotta come si era dimostrata la madre poco tempo prima, quando aveva temuto che avesse iniziato a stare con una donna. Allo stesso tempo però sapeva che tra loro due non sarebbe mai potuto esserci niente, Alisia la ignorava, e sembrava interessata ad altro. Quello che era accaduto tra loro lo considerava..non sapeva neppure come definirlo. 
- Tanto meglio. Ho visto che il solito gruppetto non ti sta più addosso. La Belling si è stancata di te finalmente - l'uomo sembrava quasi volerla rassicurare, soltanto che quelle parole la fecero appena irrigidire e, impercettibilmente, si appiattì maggiormente alla finestre, allontanando il suo corpo da quello di lui. 
- Si è stancata di me? - chiese, la voce atona, apparentemente senza emozione, eppure dentro di sè Amelis provava qualcosa. Fastidio forse? 
Non lo sapeva. 
- Ovvio, non l'ho vista più girarti attorno. Ma è fatta così, appena trova altro, cambia obbiettivo. E tu non le hai mai dato soddisfazioni. Non le dai mai a nessuno, neppure a me - tornò all'attacco e, rapidamente, le sue labbra andarono a lambire le proprie, sentiva quelle estremità carnose arricciate in un sorriso malizioso mentre forzava le proprie labbra con la lingua, andando alla ricerca della gemella. La piccola senza neppure pensarci schiuse le labbra, e ricambiò il bacio, senza neppure pensarci, no, quel giorno la sua mente non riusciva proprio a restare presente, lì, con lui. I suoi pensieri vagavano e gli occhi blu della studentessa più grande continuavano a lampeggiarle davanti. 
Eppure Amelis non si fermò. Non sapeva cosa le stesse accadendo, dunque non fermò l'uomo che tranquillamente si stava slacciando i pantaloni, riempiendo la stanza con i suoni attutiti dei loro sospiri e delle loro mani che andavano ad aiutare l'altro a svestirsi. Non lo avevano mai fatto da nudi, del resto quella da molti veniva considerata sveltina. Non avevano il tempo materiale o l'ambiente circostante ideale per potersi spogliare e prendersi tutto il tempo che volevano. Erano rapporti passionali, veloci ma intensi, un qualcosa che alla giovane era sempre andato bene. Lei non conosceva altro, lei non lo aveva mai fatto su un letto, tranquillamente. Non era mai stata esplorata con attenzione, non sapeva cosa significasse fare veramente l'amore. Per lei quello era il sesso, quello era fare l'amore con la persona a cui si teneva maggiormente.
Sentì una deliziosa frizione, e gemette sulle sue labbra, bramosa. Per quanto fosse assente, il suo corpo ancora era sensibile. La carne, era debole. Come lo era sempre stato per tutti.
E poi un brivido, una ventata d'aria fresca sulle proprie gambe la distrasse, facendola sporgere appena. 
Due occhi celesti, che da tanto oramai non riusciva a togliersi dalla testa, la fissarono, la fronte corrugata, le labbra schiuse.
La porta era aperta e la giovane Alisia osservava la schiena del professore mentre si muoveva su di sé, forse ancora non si era accorta della presenza della più grande. 
Si schiarì la voce e soltanto allora l'uomo si rese conto che non fossero più soli, sentendolo agitarsi mentre si ricomponeva e si rivestiva, come se Alisia non lo avesse visto. Eppure Amelis non si sentiva in imbarazzo, l'unica cosa che osservava come sempre erano quelle gemme che, a loro volta, la scrutavano, imperturbabili. 
Cosa pensava la giovane? Per la prima volta forse la più piccola era curiosa di saperlo.
- Ma guarda guarda, il professore e la studentessa. Un cliché non trova prof? Peccato che, tecnicamente, sarebbe vietato - la voce ironica e il sorriso sornione della più grande stonavano con quegli occhi che non sembravano felici, divertiti come lei stava cercando di dimostrare ai due amanti. 
- Belling, cosa ci fa lontano dalle aule? Soprattutto dopo lezione? - chiese l'uomo, apparentemente tranquillo, come se non fosse accaduto nulla. In realtà Amelis sapeva che lui era agitato, aveva sempre temuto che qualcuno li scoprisse, eppure, nonostante tutto, aveva continuato a volerla vedere all'interno delle mura scolastiche. Era stato uno sciocco, Amelis lo aveva sempre pensato, ma mai glielo aveva detto. 
- Oh, proprio a me lo chiede? Certo, fingiamo che non l'abbia appena vista darci dentro con Amelis! - disse, indicandola, facendo un passo in avanti, a mo' di sfida. Come sempre la più grande dimostrava una forte determinazione, una sfacciataggine che Amelis non aveva mai notato in nessun altro. Eppure non era preoccupata di quel che lei avesse appena visto, uno scandalo in più o in meno non le avrebbe cambiato la vita. 
Sentì l'uomo alzare gli occhi al cielo e avvicinarsi conciliante alla giovane, quel sorriso sexy che tutte sembravano apprezzare stampato sul bel volto non ancora segnato dall'avanzare dell'età. Era ancora giovane, atletico, desiderato da molte. 
- Va bene, cosa vuole per mantenere il segreto? Sinceramente non credo siano affari suoi con chi mi diverta, ma data la situazione..particolare, mi dica. Cosa vuole per tenere la bocca chiusa? - chiese tranquillo, Amelis che osservava la scena, come una spettatrice. Nessuno la stava interpellando, ma vi era abituata. Strano che lui non l'avesse incolpata come facevano tutti, questo si, effettivamente l'aveva sorpresa, ma non tanto quanto Alisia che non se ne era ancora andata. 
- Oh non sono affari miei se si scopa una mia compagna di scuola? E' pure più piccola di me! Si ricorda il regolamento vero? - sentì una risata roca provenire dalle labbra del professore che, finalmente, raggiunse la studentessa più grande, sovrastandola di parecchi centimetri.
- Una tua compagna di scuola? Come se a te o a qualcun altro importasse di lei. Vedi di fare meno la nobile di cuore, non ti si addice - disse diretto, continuando a ridere, sommessamente. 
- E' pur sempre una studentessa! Non le importa se vi scoprono? Lei non è l'unico a perderci! - sembrava quasi indignata, e questo lo notò pure l'uomo più grande che continuò a ridere, quasi divertito dalla reazione di Alisia. 
- Come se ti importasse di quel che potrebbe accadere a me o a lei. Avanti, cosa vuoi per mantenere il segreto? Non ho voglia di avere rogne - iniziava a scocciarsi, lo sentiva dalla sua voce, eppure la più piccola non si mosse, rimase immobile, ad osservarli. Non voleva intervenire, era quasi più interessata a vedere come sarebbe andato a finire il tutto. 
- Le farò sapere. Perché non se ne torna a casa? - chiese tagliente la mora e lui alzò le spalle, voltandosi finalmente verso di lei. 
- Non ti permettere ragazzina. Amelis, va a casa anche te. Risolverò tutto io, ci sentiamo - le sorrise dolcemente, facendole l'occhiolino, prima di sparire dalla porta, lasciando le due ragazze sole, per la prima volta dopo tanto tempo. 
La più piccola era ancora per metà svestita, eppure non le importava, non sentiva freddo, l'unica cosa che le interessava sapere era perché Alisia fosse lì. Non si era mai spinta sino a quelle aule, lei lo sapeva bene. 
La vide avvicinarsi a sé, frettolosamente, il volto impassibile, e quando le fu davanti, le risistemò la maglietta rossa, senza guardarla in faccia. 
- Dunque è lui che ti scopi? Il prof? A beh, di che mi sorprendo? Se non è qualcosa che fa parlare di te, non sei contenta - sbottò, allontanando le mani una volta che tutto fu tornato al suo posto, lasciando Amelis leggermente interdetta.
Osservò quel viso sfuggente, senza capire bene perché lei si comportasse in quel modo tanto strambo ai suoi occhi. Lei non riusciva davvero a capirla e, per la prima volta, la cosa non la lasciava indifferente. In quel momento era premurosa o semplicemente arrabbiata? La odiava? Voleva tornare a maltrattarla oppure voleva altro? Lei non capiva. 
- Non è per quel motivo che ci faccio sesso - disse semplicemente, allungando una mano e voltandole il viso verso il proprio, cercando di incrociare il suo sguardo che, testardamente, continuava a rifuggire ovunque, tranne verso di sé. 
- Che cosa disgustosa. Proprio con quel verme? Guardalo come ti ha lasciata, e ti ha trattata come una bambolina usa e getta - era chiaramente irritata eppure Amelis non la capiva. Cosa c'era di sbagliato? Lei era sempre stata trattata così, non ci vedeva nulla di strano. Anzi! In realtà lui era stato più carino degli altri dato che, generalmente, tutti se ne lavavano le mani, allontanandosi e dandole totalmente la colpa. E lei non li aveva mai contraddetti, perché farlo? Tanto non l'avrebbero comunque ascoltata. Tutti credevano agli altri, nessuno voleva neppure provare ad ascoltare la propria versione dei fatti.
- Che c'è di male? Pure te fai sesso con quel ragazzo - disse candidamente, guardandola negli occhi. Finalmente Alisia sembrò tanto colpita dalle proprie parole che si voltò verso di lei, quelle grandi gemme sgranate, stupite per le proprie parole.
- Ragazzo? - chiese, basita, e la più piccola annuì, voltandosi appena, indicandole quel tronco che spesso aveva osservato da quella finestra.
- Sì. Lì. Lo fai spesso. Vi ho visti - in quelle settimane che l'aveva seguita senza neppure rendersene conto, l'aveva vista nascondersi da occhi indiscreti proprio lì fuori, con quel ragazzo alto che a lei non piaceva. Era accaduto più volte, avevano fatto sesso assieme e lei sì, li aveva osservati senza pudore, senza vergogna. 
- Mi hai vista? Ora sei pure una guardona? - chiese, arrossendo violentemente e facendo un passo indietro, mettendo una certa distanza tra i loro corpi. Distanza che alla piccola non piacque minimamente. La voleva vicino a sé, era un bisogno quasi fisico.
- Ti ho seguita mentre andavate lì. Ti ho seguito molto spesso - le fece notare, se lei non era attenta non era colpa sua no? Non aveva fatto nulla per farsi notare, ma Amelis non lo faceva mai. Si era limitata a camminarle dietro, molto semplicemente e no, non ci vedeva nulla di sbagliato in tutto ciò. Eppure quelle parole sembravano lasciare un segno tangibile nella più grande che sembrava quasi in difficoltà.
- Perché? - la sua voce era flebile, appena udibile. 
- Non lo so. Non sei più venuta al parco ed è..capitato - neppure lei sapeva spiegarsi per bene, non sapeva per quale motivo l'avesse seguita dato che mai lo aveva fatto prima con qualcuno, ma era più forte di se, sentiva semplicemente il bisogno di farlo. 
- Beh, secondo te perché non sono più venuta? Ci hai provato con me! - impercettibilmente, le spalle di Amelis si abbassarono, e così anche il capo che voltò, distogliendo ora lei lo sguardo dalla più grande. Iniziò a guardare lontano, tornando ad estraniarsi mentre sentiva qualcosa dentro..mutare. Non sapeva cosa fosse, eppure le dava fastidio, non le piaceva. Provava una stretta all'altezza del petto, era una sensazione sgradevole. 
- Non è vero. Lo sai, come lo hanno sempre saputo tutto. Io non ho fatto niente, solo che mi date la colpa perché è più semplice - accadeva ogni volta, tutti davano la colpa a sé stessa, ma lei di fatto non faceva niente. Lei non ci provava come facevano le ragazze solitamente, lei non era la prima a farsi vicina, lei si comportava come sempre. Erano gli altri alla fine a volerla, per chissà quale motivo. Alisia semplicemente non aveva la forza di ammetterlo, anche se la cosa fece sentire strana la studentessa che ora non aveva più voglia di stare in quella stanza. Sentiva la necessità di aria fresca, pura. Sentiva la voglia di uscire e perdersi nel suo mondo, rifugiarvisi come faceva sempre. Lì tutto era più bello. 
- I-io...non è vero! - la sentì balbettare ma Amelis scosse il capo e l'aggirò, senza neppure più guardarla. Alla fine lei era come tutti quegli uomini che ci avevano provato con lei, l'unica cosa che differiva dalle altre volte era il sesso e che..non se lo aspettava.
- Non mi interessa. Vado - disse, lontana, uscendo dall'aula, lasciando così la più grande, senza più voltarsi. 
Sapeva già che non l'avrebbe più seguita, che il suo volto non sarebbe più apparso nella sua mente. Stava tornando tutto come sempre, non le importava più se Alisia fosse più venuta al parco a meno, se l'avrebbe più rivista o ricercata. 
Lei era come tutti gli altri. Nulla di più. 
Non valeva la pena perdere del tempo con lei.
 
* * *


Ed eccomi qui, come promesso! 
Beh, mi sono impegnata! Dovrei riposare per lavoro e invece sono qui a scrivere le storie U_U spero apprezziate!
Cooomunque, parlando della storia! Amelis si sente diversa, e chiaramente le manca Alisia. Non ci è abituata e dunque non sa come comportarsi, però pensa sempre a lei.
Alisia nel frattempo l'ha evitata. E ora che l'ha scoperta con il professore, cosa avrà intenzione di fare? 
Amelis, apparentemente, non sembra più voler pensare a lei, non dopo il piccolo dialogo che c'è stato tra loro. Su, che ne pensate? 
Spero che comunque apprezziate il capitolo, penso sia importante proprio per mostrare i cambiamenti nell'animo di Amelis!
Come sempre le vostre recensioni sono ben accette! Dunque..sappiatemi dire, mi raccomando ;) mi fa sempre piacere leggere quel che pensate delle mie storie!
Dunque..a presto!! 
  
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