dentro la sua stanza,
e guardava quella scena
senza più speranza.
Le tremavano le gambe
come in una lenta danza,
e lo specchio rifletteva
tutto in lontananza.
Lei si avvicinava
sempre più al riflesso,
mentre una lacrima rigava
il suo viso perso.
Aveva una corda al collo
e due coraggiose mani,
che stringevano la gola
senza vista di un domani.
Le mancava il respiro
e cominciò a tossire.
Per istinto lasciò la presa.
Aveva paura di morire.
Ma le urla di sua madre,
fuori da quella porta,
la costrinsero a riprendere
la maledetta corda.
Solo odio, in quel momento,
percorse la sua mente.
" Cara mamma, scusa tanto
se sono una perdente!
Mi dici sempre di esser forte,
ma io non ci riesco.
Quindi, ti prego,
perdona il mio brutto gesto!
Non posso sopportare
la tua debolezza.
E' un dolore che non piega
la mia anima, la spezza."
<< Non essere codarda,
stavolta non mollare!>>
si ripeteva la ragazza
nella sua mente immorale.
Cade, si sente
un fragile brusìo,
prima che Annette
sprofondi nell'oblìo.
Addio.